[RICORDI] 1997-2017, venti anni fa la mia Promessa Scout

Oggi di venti anni fa, dalla Puglia mi trovavo in Abruzzo.
Ero nel pieno del mio primo Campo Estivo, in provincia di L'Aquila.
Paradossalmente a pochi kilometri da dove abito oggi, da dove sono nato, da dove tornavo sempre in vacanza.
Ma San Pio delle Camere chi l'aveva sentito mai?

San Pio Affittacamere, scherzavamo noi.
Nel 1997 un altro Pio stava conoscendo un nuovo periodo di splendore: Padre Pio da San Giovanni Rotondo. E, in attesa del Giubileo del 2000, erano sorti come funghi alberghi e affittacamere. A farti un giro in paese, sembrava una megapartita a Hotel.
Quindi ribattezzamo San Pio Affittacamere quel posto lì, che poi era una radura.

Il paesino vero e proprio lo vedemmo durante un'uscita: la mia squadriglia (i Falchi) fu ospitata in una scuola che però forse non era più funzionante: in una stanza, ricordo, c'erano centinaia di ossa umane. Le stavano catalogando.
Pioveva a dirotto, restammo in mezzo agli zio tibia senza poter fare niente tutto il pomeriggio.

Un'altra uscita, stavolta di gruppo, andò meglio. Arrivammo nei pressi di un torrione, immerso nel bosco di una montagna. Qualcuno di noi riuscì a entrare e disse che c'erano delle scritte sataniche realizzate con lo spray.
Poi arrivammo in un sito di scavi archeologici e lì giocammo tutti a pallone.

In quel Campo Estivo ricordo le schitarrate con Lemon Tree dei Fool's Garden e il mio amore per i Litfiba che sbocciò definitivamente quando sul canzoniere, accanto a un signorfraletendeschierati e un canto di chiesa, compariva anche il testo di Lacio Drom. Che fu la colonna sonora del tutto.
E di molti momenti della mia vita futura.

Conoscemmo il Reparto di Giulianova, gente che casualmente ho incontrato molti anni dopo proprio qui in Abruzzo.
Imparai ad apprezzare l'emmenthal, che fino a prima -non so perché- mi faceva schifo e oggi è tra i miei formaggi preferiti: quando non ti è rimasto che pane e emmenthal, dopo un'escursione e con una fame da lupi, te lo fai piacere per forza.
Ebbi il mio primo contatto con gli alieni, in quel luglio 1997. Lì, nei boschi, si nascondeva una presenza che X-Files e Twin Peaks levatevi di mezzo: era una ragazza vegetariana.
Si chiamava Irene, fu ospite da noi per una sera -lei era scout di non ricordo dove- e toccò alla mia squadriglia prepararle la cena. Si presentò dicendo che il suo nome significava "pace". Cioè, capito? Non disse "ciao a tutti, mi chiamo Irene". Come se io mi presentassi dicendo "mi chiamo 'Chi è come Dio', piacere".
Insomma, noi avevamo la mortadella e lei disse "ma come fate a mangiare questa cosa? Non ci pensate che prima era un essere che camminava e respirava?".
L'invasione era iniziata. Nel 1997 erano già tra noi.

Il 27 luglio del 1997 era una domenica. E, durante la Santa Messa, ricevetti il fazzolettone più fico sulla faccia della Terra, promettendo sul mio onore di fare del mio meglio.
Oddio, diciamo che me l'accomodo un po' come mi pare ma cerco di farlo davvero, sempre.
Sono passati venti anni dalle foto che vedete; io non sono più scout ma non è cambiato poi molto.


Vedi anche
I miei quaderni di caccia
Il mio fazzolettone Scout