> Miki e... le Due Muse



Premetto che questo post nasce da una promessa.
Ogni promessa è debito, e debiti non ne voglio.
Ci mancano solo i debiti, eh!
Da poco più di un anno una persona mi chiede insistentemente di parlare delle Due Muse.
L'appuntamento è stato rimandato più volte, ora per colpa mia (aprile 2011) ora per mancanza effettiva di un'occasione giusta.
Anche perché c'è da dire che comunque non per forza è stata colpa mia.
Le Due Muse non si fanno più vive come una volta.
Adesso occorre fare un passo indietro nel tempo.
Un salto di 5 anni circa.
Quando aprii questo spazio, questo spazio non si chiamava Moz o'Clock.
Era, invece, dedicato a loro. Le Due Muse.
Anche se solo per un breve periodo.

> tra me e il bar

Salto dentro la finestra,
oltre il vetro oltre la mia testa...
salto, hoppa hoppa salto,
con l'elettrico café...

(Café, Mexcal e Rosita, Litfiba 1987)
                                                                   POST A PAROLACCIA ZERO
Ci sono molti tipi di bar.
C'è quello di passaggio, dove ti fermi a prendere il caffé.
C'è quello di superpassaggio, dove ti fermi a prendere il caffé, giochi al 10 E Lotto e compri le sigarette.

C'è quello chic dove si fanno gli aperitivi in giacca e cravatta perché sei il consulente bancario che deve incontrare il cliente della lobby ebraica.
C'è quello lercio, tipico da poliziotteschi ambientati a Roma.

C'è quello per soli uomini, che è lercio e contiene magari anche il biliardo.
C'è quello da città del nord, dove alle donne è ammesso potersi prendere un cappuccino facendole sentire quasi pari al consulente bancario. O all'ebreo.
C'è quello da paesino del nord, dove i veci si ciuccano di grappa e giocano a briscola.
C'è quello dove ci si va solo la domenica dopo la messa, a prendere il gelato.
E poi c'è il bar come quello che frequento io.

> i ricordi

Sotto la pelle c'è quello che cerco,
gli sguardi lucidi parlano di quello
che non mi vuoi dire
per non ferire...
(Frank, Litfiba 1999)
                                               POST A PAROLACCIA ZERO

Ho una memoria di ferro. Ricordo i particolari, i dettagli.
Ricordo i ricordi.
A volte la memoria può fare cilecca, e capita che non ricordi bene cose che dovrebbero essere importanti.
Ma può darsi, forse, che non siano poi così importanti, almeno per me.
Sono attratto maggiormente dalle piccolezze che dalle cose più semplici da ricordare.
Ah, non ricordo quasi mai le date: perdonatemi ma sarà difficile che io vi faccia gli auguri di buon compleanno.

> eppure

Il vento spinge i viaggiatori
nei mille mondi tra dentro e fuori,
nel labirinto dei pensieri
lasciate spazio ai sognatori!

(La Mia Valigia, Litfiba 2012)

Si ricomincia.
Si torna in pista.

Come sempre.
Sapete, io purtroppo ho un destino particolare: per mia volontà o meno, sono sempre indirizzato a dover ricominciare da zero.

Almeno qualche volta prima della volta buona.
Vi faccio un esempio:
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