E così, dopo il precedente (e volgarissimo) Dentifricio, vi presento la storia di due amici in disaccordo su tutto... o quasi. Racconto abbozzato nel lontano 2009 e completato due anni dopo per la partecipazione ad un torneo.
Leggeteci quel che vi pare!
MOOZIK - IL VOLO (ZUCCHERO)
Faceva davvero caldo, quel giorno, a Firenze.
L’estate era arrivata: esplosiva, prepotente. Quasi atomica.
Le tre del pomeriggio, col sole che picchiava ferocemente,
non era certo l’orario ideale per starsene in giro. Nemmeno i condannati a morte
sarebbero mai usciti in quel momento.
E questo è quel che pensarono anche Dani e Gabriele. I due
amici decisero, la sera prima, di vedere un film. A casa di Gabriele.
Dani declinò l’invito di Morfeo per un pisolino pomeridiano e, preso molto coraggio, sfidò il forno crematorio delle strade fiorentine e percorse a piedi poco meno di trecento metri che però gli sembrarono mille miglia.
Dani declinò l’invito di Morfeo per un pisolino pomeridiano e, preso molto coraggio, sfidò il forno crematorio delle strade fiorentine e percorse a piedi poco meno di trecento metri che però gli sembrarono mille miglia.
din-don!
Aspettando che qualcuno andasse ad aprirgli, Dani si
specchiò un attimo sulla targhetta dorata che campeggiava sul portone di casa
Severini.
La forma ovale della targhetta rese la sua fronte più ampia
di quanto non l’avesse già. Sembrava uno specchio deformante, pensò, come
quello dei luna park.
- ah, sei arrivato. Dai entra!
Gabriele Severini gli aprì l’accesso a un po’ di fresco. Una tregua al bollore.
Gabriele Severini gli aprì l’accesso a un po’ di fresco. Una tregua al bollore.
I due amici andarono dritti nella cameretta di Gabriele.
Attraversarono l’appartamento, passarono davanti la cucina, perfettamente
ordinata. Un buon odore di agrumi.
Non c’era nessun altro in casa, e la penombra dava un senso di calma straniante ma rilassante.
Non c’era nessun altro in casa, e la penombra dava un senso di calma straniante ma rilassante.
A Dani però ci volle un attimo per tornare a sembrare di
essere ancora prigioniero del caldo, quando vide che il suo amico aveva indosso
solo i pantaloncini.
Faceva davvero caldo, quel giorno, a Firenze.
Piazza di Spagna e il Colosseo parevano dipinti, con quei
colori esaltati dalla luce.
Dani le aveva avute sotto gli occhi continuamente, di
sfuggita, ogni volta che era entrato nella stanza di Gabriele. Ma non aveva mai
fatto caso a quanto fossero belle quelle due foto che spiccavano sulla bacheca
di sughero, tra una cartolina che osannava il culo di una bagnante – e Le bellezze della Calabria, c’era
scritto- e un biglietto del concerto degli Afterhours del 2005.
- quando le abbiamo scattate? Tre anni fa o quattro?
- due, mi pare… - rispose Gabriele distrattamente.
- ma no, facevamo il terzo, no?
- sicuro? Non siamo andati a Milano, quella volta?
- nah, Roma. Non ricordi? C’era la Comazzi, con noi… e
quella ci ha insegnato solo al terzo.
- ah già, Comazzi-la-scazzi! E’ vero… - continuò Gabriele
senza alcun guizzo nella voce. Evidentemente non gli interessava ricordare con
esattezza quando andarono a Roma in gita scolastica.
- ah, sai che ho scoperto come finisce?
- cosa?
- il cartone animato, - disse Dani prendendo dalla mensola un giocattolo raffigurante David Gnomo.
- non so nemmeno se l’ho mai visto. Quel coso me l’hanno regalato a un compleanno.
- e perché lo tieni qui sopra in bella mostra?
- boh, ce l’ha messo mamma.
- ah, ok – fece Dani rimettendo l’oggetto al suo posto, accanto al pallone Diadora, - comunque alla fine David compie quattrocento anni e deve morire, come tutti gli gnomi che compiono quattrocento anni.
- e muore davvero?
- cosa?
- il cartone animato, - disse Dani prendendo dalla mensola un giocattolo raffigurante David Gnomo.
- non so nemmeno se l’ho mai visto. Quel coso me l’hanno regalato a un compleanno.
- e perché lo tieni qui sopra in bella mostra?
- boh, ce l’ha messo mamma.
- ah, ok – fece Dani rimettendo l’oggetto al suo posto, accanto al pallone Diadora, - comunque alla fine David compie quattrocento anni e deve morire, come tutti gli gnomi che compiono quattrocento anni.
- e muore davvero?
- si trasforma in un albero.
- che cazzata.
- io lo trovo un bel finale, poetico.
- mah. Andiamo in sala a vedere il film.
- io lo trovo un bel finale, poetico.
- mah. Andiamo in sala a vedere il film.
- ah, non qui? – replicò Dani.
- no… di là è più fresco.
- ma qui avrei potuto svaccarmi sul tuo letto!
- puoi svaccarti sul divano.
- vabbé…, - annuì il ragazzo.
Dani e Gabriele andarono verso la sala. Era davvero più
fresco quell’ambiente. Si respirava di più, lì dentro.
- il lettore legge anche i divx e le cose scaricate, - annunciò
Gabriele con aria saputa.
- mh… - sembrò acconsentire l’ospite mentre si accomodava
senza alcuna grazia sul divano, che si appiattì sotto i centoquarantanove chili
totali dei due ragazzi.
- vai. Vediamoci ‘sto Batman nuovo, che Manuel sta rompendo le palle da due mesi con Dark Knight… “è
bello, bellissimo, ne vale la pena, avresti dovuto vederlo al cinema, c’è
Joker, c’è Due Facce, c’è questo, c’è quest’altro!” ora vediamo se ha
ragione o no.
- ma Manuel che fine ha fatto, a proposito? – chiese Dani.
- ha la diarrea. Dice che è un virus che gira.
- secondo me è qualcosa che ha mangiato. Mangia porcherie di
continuo…
- ieri sera l’ho sentito per telefono e gli ho detto “ma quale virus, questo è il risultato della situazione che stai vivendo!”
- perché, sta ancora dietro a quella storia di Irene?
- eh. – disse Gabriele mentre premeva un pulsante sul
telecomando, mettendo in pausa il video. Lo schermo era rimasto tutto nero, ma di un nero luminoso.
- dio mio, dovrebbe superarla, ‘sta cosa.
- eh.
- che poi, io nemmeno ci credo che Irene ha fatto tutte quelle cose a destra e sinistra… addirittura con Andrea, dentro la cabina telefonica!
- eh.
- ma non era tutta casa e chiesa? La cocca del prete, super devota, super religiosa…
- te lo dico io, Dani… quella è devota a una sola religione, - Gabriele si indicò il cavallo dei pantaloni.
- dici?
- dai, va’… lasciamo perdere ‘sti due cretini e vediamoci il film.
Gabriele premette il tasto play.
- eh.
- che poi, io nemmeno ci credo che Irene ha fatto tutte quelle cose a destra e sinistra… addirittura con Andrea, dentro la cabina telefonica!
- eh.
- ma non era tutta casa e chiesa? La cocca del prete, super devota, super religiosa…
- te lo dico io, Dani… quella è devota a una sola religione, - Gabriele si indicò il cavallo dei pantaloni.
- dici?
- dai, va’… lasciamo perdere ‘sti due cretini e vediamoci il film.
Gabriele premette il tasto play.
Il logo, poi la musica. L’impianto sonoro iniziò ad
avvolgere i due spettatori.
- però devi ammettere che anche Manuel è stato stronzo con
lei. – disse Dani, riprendendo il discorso.
- ma sì, sicuramente. – tagliò corto Gabriele.
- tipo quel giorno al mare… Quand’è stato, aprile, maggio?
- Sì, è stato stronzo.
- tipo quel giorno al mare… Quand’è stato, aprile, maggio?
- Sì, è stato stronzo.
- appunto. Poi la gente non si stupisse del fatto che una
ragazza si può scocciare di essere trattata così e decide di aprire le cosce
agli altri!
- oh, guarda… che ce ne frega a noi di ‘sta storia! Se ne
andassero affanculo Irene, Andrea, Manuel e tutti quanti. Vediamoci ‘sto film!
- ok. – acconsentì Dani.
Gabriele mise i piedi sul divano, tenendosi le
ginocchia verso il petto, aggrappandosi alle gambe con le braccia.
- posso togliermi le scarpe? - chiese Dani.
- come ti pare, che me lo chiedi a fare?
Dani fece pressione sul retro della scarpa destra con la
punta della scarpa sinistra, fino a scoprire il tallone inguainato da un
calzino nero molto corto.
Poi, al contrario.
Infine scosse un po’ le gambe e scalciò via le sue Converse.
Una delle non più tanto bianche scarpe urtò il tavolinetto di vetro che si
ergeva di fronte al divano.
Ne seguì il leggero tintinnio delle bottiglie di liquore posate lì sopra.
- che te ne pare di questo Joker? – indagò Dani, curioso.
- bello.
- ma non trovi sia meglio il primo?
- bello.
- ma non trovi sia meglio il primo?
- quale?
- come quale? Jack Nicholson.
- non è il primo. Il primo Joker è quello del telefilm dove si leggevano le scritte durante le scazzottate.
- le scritte?, - ribatté sorpreso l’amico.
- non è il primo. Il primo Joker è quello del telefilm dove si leggevano le scritte durante le scazzottate.
- le scritte?, - ribatté sorpreso l’amico.
- sì, dai… le onomatopee.
Thud! Sock! Queste cose qui… ricordi?
- vagamente.
- eh.
- ma comunque, preferisci questo Joker qui o quello di Nicholson?
- sono diversi…
- io dico il primo. Questo è strano.
- il Joker è strano.
- sì, ma questo è strano come Joker in sé, intendo.
- però l’attore è un grande, non vedi?
- lo so, lo so…
- vagamente.
- eh.
- ma comunque, preferisci questo Joker qui o quello di Nicholson?
- sono diversi…
- io dico il primo. Questo è strano.
- il Joker è strano.
- sì, ma questo è strano come Joker in sé, intendo.
- però l’attore è un grande, non vedi?
- lo so, lo so…
- pare ci sia morto, per aver interpretato un personaggio
così complesso, figurati…
- mah, io non ci credo. Non sarà stata quella la causa della morte.
- boh… fattostà che forse preferisco questo qui.
- nah… io no. Meglio il primo, per me.
Lo schermo mostrava la scena di due personaggi tenuti sotto scacco dal nemico. Il tutto mentre Batman doveva cercare, grazie al suo bat-ingegno, di salvarli entrambi.
- vuoi qualcosa da bere? Io mi prendo il tè.
- che tè?
- al limone.
- no, dico: che marca?
- nessuna marca. Lo fa mia madre in infusione, e poi lo mette in frigo.
- ah.
- mah, io non ci credo. Non sarà stata quella la causa della morte.
- boh… fattostà che forse preferisco questo qui.
- nah… io no. Meglio il primo, per me.
Lo schermo mostrava la scena di due personaggi tenuti sotto scacco dal nemico. Il tutto mentre Batman doveva cercare, grazie al suo bat-ingegno, di salvarli entrambi.
- vuoi qualcosa da bere? Io mi prendo il tè.
- che tè?
- al limone.
- no, dico: che marca?
- nessuna marca. Lo fa mia madre in infusione, e poi lo mette in frigo.
- ah.
- beh? Lo vuoi?
- che altro hai?
- vedo.
Gabriele si alzò dal divano, dopo aver sbuffato.
- metto in pausa? – chiese l’amico.
- che altro hai?
- vedo.
Gabriele si alzò dal divano, dopo aver sbuffato.
- metto in pausa? – chiese l’amico.
- nah.
- ok.
Il ragazzo fece qualche passo, poi Dani sentì il frigorifero aprirsi. Prima il rumore del sottovuoto, fvup!, poi il leggero ondulare di qualche oggetto in vetro. Dani notava il riflesso della luce dell’elettrodomestico sul volto cupo di Batman.
- ho una lattina di chinotto, - disse Gabriele scostando un pezzo di parmigiano.
- mh.
- ok.
Il ragazzo fece qualche passo, poi Dani sentì il frigorifero aprirsi. Prima il rumore del sottovuoto, fvup!, poi il leggero ondulare di qualche oggetto in vetro. Dani notava il riflesso della luce dell’elettrodomestico sul volto cupo di Batman.
- ho una lattina di chinotto, - disse Gabriele scostando un pezzo di parmigiano.
- mh.
- che significa “mh”?
Ti va bene?
- la Coca non ce l’hai?
- ho il succo all’ananas e quello all’arancia.
- rossa o normale?
- la Coca non ce l’hai?
- ho il succo all’ananas e quello all’arancia.
- rossa o normale?
- rossa. A me normale non piace molto, mamma non lo compra
mai.
- a me piace di più quella normale, invece… E’ più dolce.
Dai, prendo il succo all’ananas.
- ok.
Il Joker stava cercando di distruggere due traghetti pieni di gente.
- che poi, - riprese Dani – questo non è lo stesso attore che ha fatto il film sui cowboy gay?
- sì, sì, è lui.
- quel film l’ho visto, forse con Carla, non ricordo… Bah, tanto clamore per niente.
- era brutto?
- no, non in quel senso. Intendo i contenuti. Il film è bello. Intendo per le scene di sesso e cose così.
- ok.
Il Joker stava cercando di distruggere due traghetti pieni di gente.
- che poi, - riprese Dani – questo non è lo stesso attore che ha fatto il film sui cowboy gay?
- sì, sì, è lui.
- quel film l’ho visto, forse con Carla, non ricordo… Bah, tanto clamore per niente.
- era brutto?
- no, non in quel senso. Intendo i contenuti. Il film è bello. Intendo per le scene di sesso e cose così.
- ah.
- sì, non c’è nulla di troppo spinto.
- capito.
Il ricatto del Joker non aveva funzionato e Batman stava per suonargliele di santa ragione.
- non mi piacerebbe comunque, - aggiunse Gabriele.
- sì, non c’è nulla di troppo spinto.
- capito.
Il ricatto del Joker non aveva funzionato e Batman stava per suonargliele di santa ragione.
- non mi piacerebbe comunque, - aggiunse Gabriele.
- quale? Il film dei cowboy?
- eh.
- ah, già! Tu sei il vero uomo che non deve chiedere mai! Guai a guardarsi queste cose!, - fece Dani con tono canzonatorio.
- smettila, scemo, – sorrise Gabriele.
- eh.
- ah, già! Tu sei il vero uomo che non deve chiedere mai! Guai a guardarsi queste cose!, - fece Dani con tono canzonatorio.
- smettila, scemo, – sorrise Gabriele.
- ci sei andato anche tu?
- dove?
- con Irene.
- dove?
- con Irene.
- ma che dici.
- dai, dillo. – incalzò Dani con piglio curioso.
- dai, dillo. – incalzò Dani con piglio curioso.
- figurati.
- sicuro?
- sicuro.
- ok.
- perché?
- sicuro?
- sicuro.
- ok.
- perché?
- per sapere. Pare che ci sia andata mezza città.
- allora io sono nella metà di città che non c’è andata.
- ok.
- allora io sono nella metà di città che non c’è andata.
- ok.
- e tu, con Carla?
- è solo un’amica, te l’ho detto mille volte.
- dici?
- dici?
- dico. Vuoi che io non lo sappia? – rispose il ragazzo con
finto fastidio.
- eppure mi avevi detto che…
- qualche pomiciata. – sentenziò Dani, - tutto qui.
- e ora?
- non la sento da maggio, forse prima.
- ok.
- sei geloso?, - chiese Dani, scherzando.
- ma smettila, cretino! - sorrise Gabriele.
I due si allontanarono di qualche centimetro l'uno dall'altro, facendo finta di niente.
Continuarono a vedere il film senza parlare.
Faceva davvero caldo, quel giorno, a Firenze. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quella sera stessa sarebbe arrivata la pioggia. Fresca, desiderata. Giusta.
- qualche pomiciata. – sentenziò Dani, - tutto qui.
- e ora?
- non la sento da maggio, forse prima.
- ok.
- sei geloso?, - chiese Dani, scherzando.
- ma smettila, cretino! - sorrise Gabriele.
I due si allontanarono di qualche centimetro l'uno dall'altro, facendo finta di niente.
Continuarono a vedere il film senza parlare.
Faceva davvero caldo, quel giorno, a Firenze. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quella sera stessa sarebbe arrivata la pioggia. Fresca, desiderata. Giusta.
Molto bello, anche vagamente ambiguo.
RispondiEliminaPoi i riferimenti pop (da piccolo adoravo David Gnomo e ne collezionavo gli albi) ne esaltano i contenuti.:-)
Sono felice che tu abbia colto quell'ambiguità (pulita) di fondo.
EliminaIl pop, poi... viaggia sempre con me :)
Moz-
Secondo me tu sei Dani... ;)
RispondiEliminaIn realtà nessuno dei due, ma anche molto entrambi... i miei personaggi sono così :)
EliminaMoz-
Secondo me tu sei anche Manuel quello che mangia porcherie di continuo... :-)
EliminaAhahahah! Beh, forse ci hai proprio azzeccato! XD
EliminaMoz-
Scorrevole e molto realistico, sembra di avere quei due davanti agli occhi!
RispondiEliminaGrazie mille, cara! Felicissimo per le tue parole! :)
EliminaMoz-
Bello, il dialogo mi riporta agli anni di liceo...mamma mia, che ricordi! Poi mi piace perché hai usato il nome di mio figlio :) mi sono affezionata al personaggio :D
RispondiEliminaEhehe, grande il tuo Gabi!
EliminaAmo usare nomi italiani: situazioni che conosco mi permettono di muovermi meglio!
Thanks! ;)
Moz-
Una bella prova Moz-
RispondiEliminaGrazie mille Ferruccino :)
EliminaMoz-
Si che è geloso, oh si.
RispondiEliminaBen ritrovato :D
Eheh, anche secondo me :)
EliminaMoz-
Bello, davvero bravo Moz, mi è piaciuto.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Antonella
Grazie mille Anto, son contento!
EliminaUn MozAbbraccio tutto per te!^^
Moz-
Te vojo 'bbene ma era mejo er dentifricio.. ambiguità velate, sottaciute, sfiorate, ingannate, non abbastanza per farci leggere quello che ci pareva, rispetto a quello che avresti voluto che leggessimo. E non me dì che c'hai vinto er torneo... ;))
RispondiEliminaBeh, avete letto quel che c'era da leggere: di velato, sottaciuto, sfiorato, ingannato... :D
EliminaNo, con questo non vinsi assolutamente... ma andò meglio di Dentifricio^^
Moz-
Incompetenti.. ahah!
EliminaAhaha, sinceramente a me piace più questo che Dentifricio^^
EliminaMoz-
Il racconto scorre bene e promette. Uno si aspetta che accada qualcosa di corposo. Invece, niente. Puoi fare meglio. Scrivi abbastanza bene.
RispondiEliminaA scanso di equivoci ti dico che nel 99% delle cose che scrivo... non succede nulla di eclatante:)
EliminaMi piace scrivere storie di "pezzettini di vita", nulla che abbia una trama roboante dietro^^
Grazie mille, Guz!! :D
Moz-
Sei sempre molto bravo a mettere su dei dialoghi che appartengono un po' a tutti, come fossero familiari, per cui ne deduco che sai ascoltare e immedesimarti negli altri. :-)
RispondiEliminaNon so se sia così - di certo non posso dirlo io - ma mi hai detto una cosa bellissima che apprezzo molto. Grazie mille Clyo, davvero! :)
EliminaMoz-
molto carino!
RispondiEliminasenti un po' ma è davvero quello il finale di david gnomo??? O.O
Eggià: quello lo scoprii solo nel 2011 e aggiunsi il dialogo appena in tempo. E' la parte "nuova" del racconto, e ho voluto inserire la citazione di David a tutti i costi :p
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=TQlrmXixPXs
Da 8.50 :)
Moz-
Lo ammetto, questo l'ho garbato di più di Dentifricio :D
RispondiEliminaEheh, anche a me piace di più, sono sincero :)
EliminaMoz-
È stato bellissimo :-)))
RispondiElimina(il momento lettura)
Ahaha, thanks! :)
EliminaMoz-
Ma chi è David lo gnomo?
RispondiEliminaHo trovato bello il racconto. Scorrevole e d'impatto. Si legge d'un fiato.
Avrei voluto dire a Dani: dai su, abbraccialo.
Eheh, non sapremo mai com'è andata a finire :p
EliminaDavid è lui: https://www.youtube.com/watch?v=P4CFyUxClR0
Moz-
bello il tuo blog!
RispondiEliminaGrazie mille Stella!
Elimina:)
Moz-
Ma guarda che bel quadro da regista, consumato con naturalezza come in effetti le cose succedono, con caldo insopportabile dell'estate fiorentina e il refrigerio dell'adorata pioggia!
RispondiEliminaSempre grande il nostro Moz!
Baci!
Oh Nella, ma allora sei viva! Non ti eri fatta più vedere!! :)
EliminaGrazie mille un abbraccione! :)
Moz-
Ciao Moz, DOMY
RispondiEliminaTalmente realistico che mi
è sembrato di sentire puzza di piedi quando Dani si è tolto le Converse. :D :D
Il tuo ritorno alla routine "blogghiana" promette bene. ;)
Avanti così compà!!
Ahaha Domy, se puzzavano l'avrei scritto XD
EliminaGrazie mille, sei sempre ultrapresente!^^
Moz-
Te l'ho già detto e te lo ripeto: sceneggiatore is the way!
RispondiEliminaDa piccolo avrei voluto farlo, sai?
EliminaMoz-
Ma in che razza di giornata sahariana sei capitato a Firenze?
RispondiEliminaDi scene simili ce ne erano nell'estate dell'83 quando a luglio toccammo i 42.6 °C all'ombra :O
Nell'estate '83 sono nato io :)
EliminaMoz-
Ah, ecco spiegato tutto XD
EliminaEheh!! :p
EliminaMoz-
Come sempre, il tuo stile è scorrevole, divertente e realistico. Mi pare di sentire il refrigerio della pioggia!
RispondiEliminaGrazie mille Lisa, contento che il mio stile sortisca tali effetti^^
EliminaMoz-
E' scorrevole, divertente... non so chi cazzo sia David lo gnomo però!
RispondiEliminaTiri fuori personaggi della preistoria!
Miao!!!
Ahaha, è un popolare personaggio di libri e cartoon!
EliminaBeh, dai... con questo racconto dalle sfumature omosessuali mi sarò un po' ripreso dopo Dentifricio, no?^^
Moz-
Sento ancora la puzza delle scarpe, voi maschi che non siete amici del sapone!
RispondiEliminaUna domanda, scrittore dallo stile brillante (davvero, stavolta il racconto mi è piaciuto), a quando il seguito?
Baci
Ma non è verooo! :p
EliminaAhaha, il seguito? Guarda, per me è una cosa che nasce e muore qui (dopotutto ha 5 anni...), ed è una cosa nata sul concetto di "divergenza". Ma se chiedete un seguito, chissà :p
Moz-
Ho letto e riletto, poi ho ancora letto e poi CI ho letto quello che mi pareva.
RispondiEliminaM'è riuscito caro Moz... Ho vinto qualcosa?
Un salutone!
Ed è giusto così, Carla.
EliminaLascio la libertà a ognuno di immaginare quel che succederà ;)
Moz-
La chiave di lettura è senz'altro peculiare, sarà sì scorrevole ma non per questo privo di profondità. Son sincero, gli avrei dovuto dedicare più attenzione perché dovevo decriptare il finale, io soprattutto. :D Bella comunque, come ben sai l'avrei scritta in modo diversa, ma è la fiera dell'ovvio, quindi, ancora bravo. ;)
RispondiEliminaIspy 2.0
Grazie mille! :)
EliminaBeh, chissà,,, potranno esserci nuove occasioni per narrare le cose in modo diverso :p
Moz-
Complimenti per il racconto.
RispondiEliminaTi auguro una buona serata.
Grazie mille Cav! :)
EliminaMoz-
Mi hai fatto venire un po' di nostalgia, di quei discorsi, di quel caldo, forse anche di quel po' di ambiguità che c'è tra due amici (amiche nel mio caso) a quell'età.
RispondiEliminaBello.
Sono contentissimo che tu abbia provato queste sensazioni! :)
EliminaMoz-
Mi ci sono ritrovato in quello che hai scritto durante i film estivi con un amico.
RispondiEliminaUmh, e quindi ci è scappato il fikyfiky? :D
EliminaMoz-
Pensa che io la conosco la fine di David Gnomo...
RispondiEliminaBel post, si vede che è di qualche anno fa :)
Eheh, da cosa te ne accorgi? E' troppo immaturo?
EliminaMoz-
Potresti essere tutti i personaggi, eccetto Batman - perché Batman sono io!
RispondiEliminaAhaha, va bene! Allora scelgo il Joker! :)
EliminaMoz-
Per me ha un sapore strano, nel senso che mi sembra quasi che il dialogo fra i due amici all'inizio sia molto sterile e di circostanza, che quasi abbiano poco o nulla in comune, mentre poi fra un argomento e l'altro si sciolgono un po'.
RispondiEliminaMa effettivamente, pensandoci, tante amicizie che si protraggono nel tempo conoscono dialoghi di questo tipo, momenti un po' sterili, un po' vuoti, un po' abitudinari... ed è questo che tante volte mi spaventa.
Ho visto diverse persone che fra tante parole non hanno poi saputo mai cosa si agitava sotto la pelle dell'altro ed è davvero una cosa che fa riflettere.
A me piace questo racconto perché gli ho dato questo senso di verità personale, perdonami se sarà sbagliato!
Un saluto!
Guarda, è un dialogo di circostanza per rompere il ghiaccio.
EliminaEvidentemente falso, ma nasconde qualcosa sotto la patina di falsità :)
Moz-
Ciao Moz,
RispondiEliminanon ti ho commentato il post ieri perchè non sono riuscita a leggerlo tutto. Ora, finalmente, ho ultimato la mia lettura e ti faccio i miei complimenti, molto bello. Non ti sei smentito, nello scrivere sei decisamente un asso ;)
buon week end
Ciao sorellastra Odri Borderlain! Che posso dirti?
EliminaGrazie mille per le tue parole, son contento che tu abbia apprezzato! :)
Moz-
ti prego, non finirlo, non continuarlo, non dargli seguito...
RispondiEliminal'ho amato così, e voglio un sequel creato dalla mia testolina malata...
Magari non sarò io a dargli il seguito! :)
EliminaMoz-
Felice weekend per te.
RispondiEliminaGrazie mille Giancarlo, altrettanto! :)
EliminaMoz-