[RIVISTE] Anime Cult 12: ecco com'è!


 

Numero 12 per Anime Cult, che con questa uscita chiude il primo anno editoriale ma copre anche il periodo del suo primo compleanno (la rivista, infatti, venne presentata al Lucca Comics 2022).
Insomma si festeggia, e il menu è ricco (e si parla anche degli ultimi avvenimenti web che hanno toccato la rivista); io torno su queste pagine dopo un mese di pausa e lo faccio con due articoli per me molto importanti... ve ne parlo (e vi parlo anche di tutto il resto) dopo il salto!
Ecco com'è Anime Cult 12!

L'editoriale è incentrato su quanto accaduto con l'ormai nota questione dell' "intervista esclusiva" alla Takada: un fatto che ha generato il giusto scalpore ma anche un'assurda shitstorm via web, che da parte di alcuni sembrava più un attacco (a senso unico...!) da tifoseria, che una critica ai fatti avvenuti.
Comunque come sempre, la proposta è corposa, carica di rubriche.
Ecco il sommario generale:




E questo è invece il sommario dedicato allo speciale di questo dodicesimo numero.
Splende rosseggiando una copertina tra graffi e sangue: il cuore di questo numero è dedicato alle serie violente (QUI per riscoprire il precedente). 
Oltre trenta pagine che vanno a ripercorrere i titoli animati più "gore" giunti sulle nostre televisioni.
Con, ovviamente, una retrospettiva socio-culturale sul fenomeno.




Tocca proprio a me aprire questo dodicesimo numero con un articolo su una storica rivista: parlo infatti di Man-Ga! della Yamato/Panini (e delle sue tante future incarnazioni, solo Yamato o solo Panini).
Una rivista per me fondamentale, come furono tante altre, ma che conserva un posto speciale nel mio cuore per mille motivi. Ne ho ripercorso storia, storie e importanza che ha avuto nel fotografare un'epoca, che poi era quella dell'invasione nipponica in corso in quel periodo.






Susanna Schimperna intervista l'amatissima Cinzia De Carolis (voce, tra le altre, di Lady Oscar), mentre Maurizio Ercole incontra Giorgio Di Vita, autore degli "spaghetti manga" di Daitarn/Daitan e non solo.
C'è poi una retrospettiva su Ryu, il ragazzo delle caverne.
E si entra quindi nel dossier del mese, con una importante e puntuale introduzione di Luca Raffaelli, che affronta i problemi della seconda ondata anime/manga e quindi la seconda crociata italiana contro l'intrattenimento giapponese. Capo d'accusa: la violenza.
Una tipologia di articoli di cui si ha un gran bisogno, e che amerei vedere sempre più sulla rivista.






La struttura di questo dossier vuol essere - a scapito della tematica truculenta e dei risvolti sociali importanti - anche frizzante e simpatica.
Infatti, per quasi ogni titolo analizzato, c'è una sorta di classifica finale che riguarda i personaggi più cattivi, le scene più violente o i momenti più controversi.
Fabrizio Ponciroli ci illustra Bem, il mostro umano ma soprattutto L'uomo Tigre, con una intervista esclusiva al doppiatore Marco Bonetti.
Io invece torno a parlare di Berserk su di una rivista, e sapete cosa significhi per me: ho iniziato a scrivere, ormai più di venti anni fa, proprio con Berserk, venendo considerato (parole non mie!) l'enciclopedia vivente italiana e massimo esperto di questo titolo.
Spero di aver prodotto un contenuto interessante, all'altezza dell'opera (animata, in questo caso).





Su questo numero debutta Kirio1984, al secolo Maurizio Iorio: oltre a Devilman, è suo il contributo su Ken il guerriero, importante perché ci riporta anche ai tristi fatti del 1996 che coinvolsero alcuni ragazzi e la tristemente nota pratica del gettare i sassi dal cavalcavia.
Una divertente parentesi è invece firmata da Alessandro Bottero e riguarda la strana edizione francese di Hokuto no Ken.
Sempre Iorio ci riporta all'oggi, a come sono ora gli anime violenti, e quali sono. Ci saranno differenze col passato?





Finito il dossier centrale, si torna alle consuete rubriche: Bottero intervista Fabrizio Francato, che anni fa pubblicava Lodoss Magazine. Un dialogo interessante sull'editoria dell'epoca, sulle passioni e sui primi "manga italiani".
Emmanuel Grossi e Giorgia Passeri continuano la loro bellissima chiacchierata (seconda di tre parti), tra televisione e programmi.




Altrettanto interessante è l'articolo di Silvio Andrei, sempre legato all'erotismo, che stavolta dal "lato B" di fumetti (non solo manga) rievoca una questione avvenuta a inizio millennio. Sarà stata risolta?






Ponciroli ci parla di Baldios (campeggia un "attenzione spoiler!", un'accortezza per ogni eventuale lettore); l'editor Vincenzo Perrone con Gianni Soru ci portano tra gli album delle figurine di Georgie e Il Tulipano Nero.





Inizia una retrospettiva, di Giorgio Messina, sui Transformers (nel caso specifico, sulle loro origini giapponesi).
TokyoTiger avvolge di giapponesità le sue pagine, sempre colorate e ricche di foto/immagini, per portarci dentro il Saijo Sake Festival, tra piatti tipici e tanuki ubriachi!





Ancora, Grossi intervista Giampi Daldello, interprete di diverse sigle fininvestiane e non solo: anche qui, un viaggio in pagine poco raccontate del mondo televisivo-musicale.
Come sempre, tante recensioni di anime-manga-libri specie attuali (ma non mancano i cult); Luca Raffaelli ripercorre l'inizio di Carletto il principe dei mostri, in una divertente analisi.
E anche per questo mese è tutto, appuntamento al prossimo (con Hojo e le sue opere) e l'inizio del secondo anno editoriale di Anime Cult, una rivista sicuramente sopravvissuta agli iniziali malauguri di alcuni, che la volevano morta entro il secondo numero.
Direi che per il momento si può festeggiare, spegnendo la prima candelina.

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6 commenti:

  1. Ad attaccare la rivista, a senso unico (ripeto) sono state più persone del web. C'è anche, invero, chi mi ha fatto i complimenti riconoscendo un certo valore nei miei pezzi (e sono contento di questo) ma non ritengo che io ne esca male anche perché la rivista è un prodotto onesto. Coi suoi errori, i suoi refusi e anche scivoloni... ma chi non ne ha? Ancora non capisco perché, oltre alla questione Takada, nessuno ha detto nulla su altre esclusive da copertina, di altri editori... chissà chissà 😎💪
    Facile attaccare un solo bersaglio... Sembra che la carta stampata faccia paura ma sia anche ambita, perché poi tanti vogliono scrivere non più online, ma su libri/riviste... Sta scoppiando un piccolo analogo casino con PSM, il cui editoriale (innocuo) è stato giudicato offensivo verso qualche categoria... 😅🎮💪

    Parlando di altro, sì: la questione spoiler dovrebbe essere risolta; Andrei è tra le migliori firme (e tu pensa che lo cito nel mio articolo su Man-Ga!, perché io su di lui ho... studiato!).
    La crociata (anzi le crociate) contro anime manga hanno spesso rasentato l'assurdo... Ma l'epoca si doveva parlare di qualcosa e dare colpa a qualcuno ,purtroppo 🤣💪

    Moz-

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  2. Ciao,
    ti ho inviato una mail in merito a questo numero di Anime Cult.

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  3. Beh, ci sono anche altri nomi in Italia degni di nota... Però sì, di certo non siamo una grande industria dell'animazione, e non abbiamo mai sviluppato una scuola formale e riconosciuta.
    Gli anime furono dirompenti, anche come tecnica e regia, inoltre presentavano storie non per forza per bambini... Questo è il tutto... 💪😈

    Moz-

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  4. "di certo non siamo una grande industria dell'animazione, e non abbiamo mai sviluppato una scuola formale e riconosciuta."

    Proprio per questo certi signori non dovevano esprimere opinioni in un campo da loro sconosciuto o si informavano per bene oppure meglio tacere.
    Certe uscite sono state imbarazzanti ed erano presenti ovunque 😅 persino in da persone insospettabili 😱 come da alcuni membri di Rainbow evidentemente per INVIDIA e soprattutto interessi economici.
    Poi c'era la premiata ditta Costanzo & De Filippi la figlia della Venier, Vera Slepoj e tanti altri personaggi imbarazzanti 😅.
    L'italiano medio si vanta miglior cucina, luoghi naturali più belli, donne più belle (questa da ridere 😂😂😂), città più belle ecc ecc cose in parte VERE in parte ma non del tutto ma bisogna anche accettare che fuori dallo Stivale esistono TANTE altre eccellenze in cui noi italiani non siamo all'altezza come i cartoni animati campo in cui i giapponesi eccellono.

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  5. Più che altro, sui cartoons non abbiamo mai messo a sistema un'industria specifica, come hanno fatto i giapponesi. Molte delle serie italiane sono imbarazzanti dal punto di vista tecnico, tanto che sarebbe stato meglio affidarle, in animazione, a studi esteri (mantenendo concept e storia italiani)... 🤓

    Moz-

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