°Gli Anni (Novanta, prima metà)

"Ero bambino bambino bambino,
quella era la Grande Città,

non la smettevo di scoprire
oltre i confini della giungla..."
(Bambino, Litfiba 1988)

Una delle più belle canzoni degli 883 è sicuramente "Gli Anni".
Cominciava così il post del 21 febbraio 2011, dove parlavo della seconda metà degli anni '90, ovviamente dal mio punto di vista, ossia dal punto di vista di una persona nata nel 1983.

Oggi, a distanza di tre mesi circa da quel post, tocca alla prima metà degli anni '90 ad essere descritta.
Un periodo per me bellissimo.

Gli anni d'oro non del Grande Real, ma sempre della nostra Nazionale che perde sia in casa, nel 1990 (Ciao!) che nel 1994, in USA. E da allora non si è potuto manco più gridare "forza Italia!".

Happy Days solo in replica, ma cominciava Beverly Hills (che non ho mai potuto seguire, all'epoca, visto che Italia1 non si prendeva per problemi di ricezione). Ma per fortuna erano gli anni in cui Bim Bum Bam era stato trasferito su Canale5, anche se di bello c'erano solo Batman, Tazmania e i Power Rangers. E poi c'era Solletico su Rai1, coi giochi telefonici e i premi di consolazione, col "colora il quadro" che non si capiva mai perchè la gente scegliesse il colore rosso per, magari, gli Iris di Van Gogh.
E c'era l'onnipresente telefilm di Zorro.
 

Erano gli anni in cui le compagnie si creavano ancora tra le persone del tuo quartiere (tra un nascondino e una palla avvelenata) e tra le persone che frequentavano la scuola (media, soprattutto).
La scuola media, appunto: materie tutte nuove, niente più maestre fisse, ma una varietà di professori che insegnavano oltre alle ovvietà (italiano, matematica, storia e geografia: ma forse grazie alla Gelmini non sono più così ovvie) anche cose inedite: educazione tecnica, educazione musicale (con il flauto, o la diamonica, da poter suonare davvero!), la lingua straniera.
E poi non si capiva perchè la gente che ti aveva sempre chiamato Miki, da allora ti chiamava Capuano, e perchè la gente voleva a tutti i costi sembrare grande e forte (fumando, magari) ma poi si metteva a frignare sia davanti alle interrogazioni, sia durante l'appuntamento col vaccino contro l'epatite B. Sì, le siringhe fanno tremare anche gli uomini più tosti. E lo fanno anche le interrogazioni di scienze.

E non ho mai capito un'altra cosa: perchè le femmine, di colpo, piangevano? In classe, nel bagno... o vedendo un cane per strada all'uscirìta dal Catechismo. Non credo che potessero pensare a chissà quale tragedia, a chissà quale irreparabile guaio. Ma così come è strano che vadono sempre al cesso in due, in questi anni, di colpo, ugualmente, si mettevano stranamente a piangere.

Erano anche gli anni delle scuole elementari. Delle mattinate che non passavano MAI, delle poesie da imparare a memoria, di quella zoccola delle donzelletta che vien dalla campagna, dei pasticci fatti durante l'ora d'arte, del fatto che sinceramente cosa può capirne un bambino del Risorgimento o della Rivoluzione Francese? Ma soprattutto, cosa gliene importa?
Ei fu. E non è un nome cinese, ma l'inizio di una poesia.

Erano gli anni dei giochi nel cortile, e della caccia al tesoro estiva. Dei finti esperimenti chimici in laboratorio (qualcuno riderà tantissimo, leggendo questo. Anche io, visto che poi in chimica avevo 4), della replica casereccia delle cose viste in tv che non si potevano ottenere: abbiamo addirittura replicato il Grande Gioco dell'Oca, con tanto di prove da superare.

Essì, gli anni '80 erano passati, ma c'era ancora quella influenza che portava ancora sullo scaffale dei negozi giocattoli dei Masters, o dei Ghostbusters. E le Micromachines, i Lego, i Kombattini.
Erano anche gli anni dei primi film horror, quando l'Esorcista ancora non lo puoi vedere ma ti caghi sotto con Nightmare o Venerdì 13.
Erano gli anni di chi aveva ucciso quell'altra zoccola di Laura Palmer, di Amico Mio con Dapporto, ma anche dei lungometraggi Disney in prima serata. Erano gli anni di El Diablo, ma ancora non lo si sentiva perchè esorcizzato, e quindi si ascoltavano davvero gli 883, Zucchero, GamGamGam-i-e-e (ovvero Gam Gam Ki Elekh, ma valli a capire gli ebrei a 10 anni), e ovviamente bonghedeghedeghedebonghedebà (valli a capire i tunzi, anche oggi).

Gli anni dell'intramontabile Topolino, di Orange Road (non è per niente magia, caro Jhonny), dei fumetti di Bugs Bunny, dei primi Diabolik, di Ken il Guerriero (che era sempre troppo violento per le mamme).
Erano anche gli anni dei libri di narrativa, che tu volevi Jurassic Park, e invece ti regalavano Il Ragazzo di Tirana (tiraVa un sacco, all'epoca, la questione albanese).

Erano gli anni delle primissime console, tipo il Nintendo o il Sega, che al Nintendo gli faceva una sega.
Dell'Amiga500, delle sfide tra Mortal Kombat e Street Fighter. L'Alebabaè contro L'Attacchesplughen. Vince Ryu, ovviamente.



Il tempo passa per tutti, lo sapete, nessuno indietro lo riporterà, neppure noi.
Se da un lato è un vero peccato, dall'altro, sentento GamGam, direi che forse è meglio così. Ma poi ci ripensi, e vedi che oggi c'è la musica house, e ci sono i tamarri. E allora forse davvero era meglio GamGamGam-i-e-e.
E andare a scuola coi jeans con le toppe delle Ninja Turtles sulle ginocchia, o la tuta rossa e le scarpe non sportive, ma almeno sotto il grembiule celeste o blu

Viva gli anni '90.

Anche se andassi
nella valle oscura

non temerei nessun male,

perché tu sei sempre con me;

Perché tu sei il mio bastone, il mio supporto,
Con te io mi sento tranquillo.

(Salmo 23)



°Il MoCMag cerca collaboratori!



Gente in ascolto, stiamo preparando il nuovo numero del Moz O'Clock Magazine, dopo la soddisfacente "prova generale" del numero zero che avete visto un mese fa... e dico "stiamo preparando" perchè ovviamente non è solo opera mia o di Sandro, ma anche opera VOSTRA, proprio di voi lettori.
Vogliamo che il Moz O'Clock Magazine sia sempre più interattivo, e diventi sempre più un salotto pop-bohémien filosofico-cazzaro dove pubblicare quel che ci passa per la testa!

La Wonder Wheel vi attende, inviateci via mail i vostri articoli, dossier, racconti brevi, poesie, recensioni, pagine del diario segreto, fotografie curiose, materiale organico e parti del corpo del vostro vicino rompicoglioni. Saremo ben lieti di pubblicarli!

E soprattutto mandateci le vostre domande, scrivetele nei commenti!
Sì, domande varie, del tipo "riuscirò a passare l'esame del Cepu?", "è giusto che io lavi i piatti col Nelsen del Lidl?", "potrò fidanzarmi con Natasha il trans della riviera?", "è normale succhiare i confetti e buttare le mandorle, specie coi confetti al cioccolato senza mandorla?".
Eh già perchè è in arrivo una nuova rubrica, una nuova attrazione, nel Luna Park del Moz O'Clock Magazine, ossia il fantomatico Indovino! Entrerete nella sua tenda, ricca di cianfrusaglie esoteriche, e potrete domandargli quel che volete! Verranno scelte le domande più stravaganti ed originali, ed ovviamente leggerete la risposta dell’indovino sul magazine stesso.

Fatevi sentire insomma, il Moz O'Clock Magazine vi aspetta!
Certo non è una rivista bella come Playboy, ma è sicuramente meglio di Panorama.

°Beato (l'invitato alla cena del signor dittatore)

"E l'uomo in bianco scese dal cielo,
ma era al di là dalle barricate...
E l'uomo in bianco vide la muerte,
ma era al di là dalle barricate..."
(Santiago, Litfiba 1988)

Attenzione: il seguente post contiene elementi assolutamente fantasiosi.
Per i cattolici.


Beato.
Beato lui. Come Madre Teresa, Padre Pio prima di essere San Pio, e pure qualche altro papa.
Ieri, nella giornata del Primo Maggio 2011, presso l'Eterna Città di Roma (in Vaticano) è stato beatificato, come saprete, il pontefice precedente all'odierno Benedetto XVI: Karol Józef Wojtyla, "l'uomo diventato Papa, il Papa rimasto uomo", come titolano due fiction della stessa marca di Ris - Delitti Imperfetti.
Il tenero vecchietto che ricordiamo tutti girare tra la folla con la Papamobile, perchè Batman ha la Batmobile e lui la Papamobile; quello che era stato ferito da una pistolettata; il buon pastore che amava i giovani e ne era assolutamente riamato.
Ma se, ripensando solo alle ultime volte in cui è apparso in Tv o alle Giornate Mondiali della Gioventù, ci torna alla mente soltanto un uomo alla mano, lo sciatore, il povero cardinale affetto dal morbo di Parkinson... non è che la sua morte, o la sua beatificazione, cancellino le ombre presenti nella sua vita.
Così come la morte e la beatificazione, e la santificazione, non cancellerebbero le ombre dalla vita di nessuno.

Voglio citare un solo episodio, in questo post. E' avvenuto nel 1987.
E' già Storia.
Papa Giovanni Paolo II si recò in visita (altra sua passione oltre lo sci: i viaggi) nel Cile. Paese dominato da Pinochet, dittatore sanguinario solo recentemente scomparso.
Wojtyla ha incontrato altre volte altri dittatori, forse perchè i dittatori presiedono spesso i luoghi più esotici e piacevoli.
Ma la storia del Papa e Pinochet è balzata all'attenzione di tutti per le forti critiche che Giovanni Paolo II ha attirato su di sè all'epoca.
No, non ha fatto prediche sul sesso e sull'aborto (altra sua passione oltre lo sci e i viaggi). No, ha semplicemente stretto la mano al dittatore, su di un balcone del Palazzo de la Moneda, mentre sotto la polizia fascista del generale caricava i dimostranti accorsi per acclamare il papa sperando che la sua visita potesse portare una ventata di novità positiva nella loro vita di oppressioni.
Ma ci fu la delusione: mentre l'adorabile papa era bellamente col suo compare, sotto di lui la gente moriva. La stessa gente che lo aveva accolto a braccia aperte, la folla che bramava da lui, primo messaggero e portavoce di Dio, una parola di Pace.
Ma non successe niente, se non che Wojtyla impartì finanche una benedizione nel cortile interno del medesimo palazzo ad alcuni funzionari del governo.
Al suo rientro nella più tranquilla ma meno esotica Città del Vaticano (in Roma), fioccarono le critiche.

Evidentemente non fu un problema, visto che Giovanni Paolo II qualche anno dopo, nel 1993, inviò al suo amichetto cileno due lettere di auguri, con scritto questo:

"Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine, con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale."
 Il Vaticano pensò bene di tenere nell'ambito della sfera personale e privata il contenuto di queste missive, date le precedenti polemiche. Ma si sa, se caghi nella neve, prima o poi la neve si scioglie e la cacca vien fuori. E infatti il gelo passò dopo soli tre mesi, e ciò che era stato scritto da Wojtyla a Pinochet venne reso pubblico.

Ora, tutto questo non significa probabilmente niente. Nè per la Storia, nè per la Chiesa, nè per il Cile e quantomeno per i Papa-boys. E' un'ombra? Per me sì, molto cupa, e molto triste. Ed inaccettabile per una persona che vogliono far santo entro pochi anni. 
Non è mia intenzione giudicare nessuno, ed è chiaro che la Santa Romana Chiesa ha evidentemente bisogno di nuovi idoli freschi da spremere assieme ai fedeli... ma certi episodi dovrebbero pesare sulla bilancia della beatificazione, o, almeno spero, sulla coscienza del pontefice in questione, che in Paradiso, suppongo, non ci sarà andato per direttissima, dopo questa cosa. Stando almeno a quello che ci insegnano al Catechismo sulla funzionalità della cosmologia dell'aldilà in relazione al peso delle marachelle di ognuno di noi miseri peccatori.

Avevo scritto che questo post conteneva elementi fantasiosi. Ma la dittatura, le torture, i desaparecidos, i massacri, le uccisioni, le stragi... non sono fantasia.
Nè per i cattolici, nè per gli atei, nè per i pagani, nè per chiunque abbia un briciolo di coscienza. Anche con una piccola ombra, come quella del Beato Karol
Józef Wojtyla.

Info complete sull'argomento qui.


"E dittatura e religione fanno l'orgia sul balcone..."

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