[LIBRI] Zoe Zero, (di G. Ciavarella): quattro chiacchiere con l'autrice (che è anche una mia compagna di liceo!)

 

Ci siamo lasciati ormai oltre venti anni fa tra i banchi di scuola; ritrovo Grazia prima sul web, proprio nella blogosfera, e poi nientemeno che come scrittrice.
Infatti oggi è autrice di Zoe Zero, il suo primo romanzo: un'opera rivolta principalmente a ragazzi giovani, tra sogni e piccole avventure quotidiane.
Anche se con Grazia non ci si vede, di persona, da quell'estate in cui sostenemmo gli esami finali, è stato facile raggiungerla grazie al potere del web.
E fare quattro chiacchiere con lei, tra vita e Zoe Zero.



Zoe Zero è pubblicato da Les Flâneurs Edizioni, e si presenta accattivante sin dalla copertina: una giovane cantante circondata di luci e note musicali, realizzata da Giuseppe Inciardi.
Non si può non pensare a qualche manga/anime del passato, coi quali Zoe Zero condivide quella piacevole semplicità fatta di storie che diventano improvvisamente un po' magiche, inseguendo sogni e aspirazioni.
Zoe è infatti una tredicenne come tante, e che come tante ha il desiderio di diventare popolare.
E oggi, coi social, non servono nemmeno più bacchette o folletti extra-dimensionali per raggiungere il successo: basta un video caricato su Instagram... ed è solo l'inizio.
Di Zoe ce ne parla l'autrice Grazia Ciavarella.


Miki - innanzitutto benvenuta sul Moz O'Clock, anche se in realtà c'eri già stata perlomeno tra i commenti. Chi è Grazia? Cosa fa nella vita?
Grazia - sono una lettrice onnivora e una personcina curiosa che non smette di porsi domande.
Scrivo in cerca delle risposte.
Negli anni ho svolto diversi lavori, come la hostess-promoter, la commessa nei negozi e la cassiera. Oggi mi occupo di editing e copywriting.


Miki - al di là della provenienza geografica e scolastica, abbiamo sempre avuto un po' in comune la passione per il mondo pop; ad esempio ricordo che mi prestasti tu le VHS con la fine di Dragon Ball Z e l'inizio di GT registrate durante i giorni della gita dell'ultimo anno.
Ecco, com'è la Grazia... pop, oggi?
Grazia - non molto diversa da quella che programmò la registrazione di quegli episodi.
La cultura pop è parte di me, come può esserlo la lettura di un classico russo. Sono sfaccettata. Come disse Whitman: “
contengo moltitudini.





Miki - hai scritto un romanzo, di cui parleremo tra poco: Zoe Zero.
Si nota, leggendolo, una scrittura attiva e frizzante, anche creativa.
Ci eravamo lasciati coi temi scolastici del vicepreside; che percorso hai seguito, da allora, per arrivare alla pubblicazione di un libro?
Grazia - ho iniziato scrivendo sulle riviste cartacee della mia zona, durante il periodo universitario.
Di lì ai magazine online il passo è stato breve, fino ad approdare nella blogosfera.
Ho avviato un mio personale progetto di blog letterario, che mi ha permesso di collaborare con gli uffici stampa di alcune case editrici, e ho maturato l’idea di frequentare una scuola di scrittura creativa.


Miki - e parliamo proprio di Zoe Zero, la tua prima opera.
È un prodotto che si rivolge a un pubblico giovane, con un linguaggio moderno ma pulito.
Il target dovrebbe essere lo stesso dell'età della protagonista, quindi diciamo scuole medie o giù di lì: cosa c'è di te e del tuo passato di allora, in Zoe Zero?
Grazia - la voglia di sentirsi ascoltati e capiti, soprattutto dagli adulti; di essere presi sul serio.
All’epoca noi non avevamo a disposizione i mezzi di comunicazione che ci sono oggi. Far sentire la propria voce era davvero un’impresa. Zoe intuisce che i social danno un potere immenso: quello della parola. La differenza la fa chi riesce a sfruttare al meglio questo potere.






Miki - lavorando quotidianamente coi ragazzi, mi piacerebbe sapere come ti sei immedesimata nel loro mondo attuale: in Zoe Zero ci sono appunto social, chat, talent show e piattaforme web, ma riesce anche a essere una storia abbastanza neutra in tal senso, senza che mai questa modernità prenda il sopravvento rispetto ai momenti di vita reale dei protagonisti.
È stato difficile coniugare le due cose?
Grazia - ho cercato di bilanciare il mondo reale in cui vivono i personaggi (la casa, la scuola, la palestra, i vari luoghi di ritrovo) con quello virtuale.
Sin dall’inizio avevo in testa una storia che non fosse totalmente immersa nel mondo dei social. L’idea era quella di utilizzare un social – nel caso specifico della protagonista, Instagram – come strumento per accompagnare la protagonista verso la propria crescita personale.


Miki - Zoe Zero ti ha portata, tra le altre cose, fino al Salone del Libro di Torino: com'è stata quella esperienza e come stai vivendo la promozione del romanzo?
Grazia - per spiegare la mia esperienza al Salone del Libro userò la citazione di un noto film: “È stato surreale, ma bello” (confido che un vero clocker la colga).
Quanto alla promozione, siamo stati un po’ fermi a causa delle varie restrizioni.
Con la casa editrice ci muoviamo parecchio online, ma confidiamo di tornare un po’ di più in presenza, adesso che – pare – il tutto si stia attenuando.



Miki - un'ultima curiosità: Pauau!
Ti va di svelarci dove nasce questo particolare saluto, che possiamo leggere spesso nel libro?
Grazia - è il saluto inventato proprio al liceo con alcune compagne di classe.Era giunto il momento di rispolverarlo.


Così il cerchio è idealmente chiuso, finendo ancora ai ricordi scolastici.
E in Zoe Zero c'è questo; c'è gioventù, ci sono i primi batticuori e la forza dei sogni che si ha a quell'età.
È una storia in cui ci si può ritrovare anche quella spensieratezza e delicatezza nostalgica di certi anime, come Creamy o Magica Emi, specie per il quotidiano di Zoe e le sue amiche del cuore.
Attuale e scorrevole, diretto e ironico, Zoe Zero parla il linguaggio dei ragazzi di oggi ma può essere apprezzato davvero da tutti, trasversalmente.
Il romanzo può essere ordinato e acquistato in una qualsiasi libreria Feltrinelli, oppure acquistabile presso i principali store online.
Qui trovate gratis il primo capitolo:
https://drive.google.com/file/d/1fXOxYICjupk5mEX2_e5K1u9Ous2-q-1q/view

Per non perdervi nessuna novità, vi lascio il profilo Instagram di Zoe Zero: https://www.instagram.com/zoezero.official/


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10 commenti:

  1. Gioia è divertente e penso che abbia posto le basi per un ottimo futuro da scrittrice grazie al suo romanzo. La citazione è tratta da uno dei miei film preferiti: Notting Hill. In bocca al lupo per il suo futuro e bravo a te per l'ottima intervista!!!

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    1. Lo penso anche io, può sicuramente diventare un punto fermo nella narrativa contemporanea per giovani ragazzi! 🤩
      Grazie mille!!

      Moz-

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  2. Potrebbe essere un libro per mia figlia …tredicenne.
    Anche se non penso che se le faccio vedere la copertina potrebbe sprizzare gioia da tutti i pori.
    Boh..?
    Le farò leggere il primo capitolo gratis e se le piacerà le comprerò il libro.
    Adesso sta leggendo Fabbricante di lacrime di Erin Doom .
    Probabilmente pure il libro della tua amica si rivolge alla generazione Tic Tok ..ma quella copertina non aiuta.
    Ciao

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    Risposte
    1. Non ama i manga?
      Comunque sì, penso possa piacerle: fate la prova col primo capitolo!
      È una storia simpatica e leggera, senza drammi o brutture di sorta 😍👍

      Moz-

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  3. La copertina del volume è molto carina e ben realizzata, però temo sia un po' fuorviante: a un primo sguardo fa pensare che si tratti di un fumetto e non di un romanzo, quindi potrebbe far deviare un potenziale lettore.

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    Risposte
    1. Oddio, ormai copertine così 'cartoonesche/fumettose" sono sdoganate, poi comunque... lo trovi in libreria (o negli e-store) nella sezione Narrativa, non possono esserci dubbi 🤓👍

      Moz-

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    2. Sì, ma vedi, noi a livello inconscio decidiamo di qualcosa che vediamo nei primi 3-4 secondi. Vedendo quella copertina, anche nel reparto narrativa (che poi non è nemmeno vero: ci si trovano anche fumetti e illustrati, non credere), è immediata l'associazione col fumetto, e a livello inconscio hai già deciso in quel senso. Solo in un secondo passaggio potresti verificare se la prima impressione è corretta. E' neuromarketing.

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    3. Ma appunto, penso proprio sia una scelta ponderata e voluta, quella di farlo "assomigliare" a un manga.
      Uno sceglie il reparto narrativa (libri) e si trova appunto una copertina così, almeno può immaginare il "tenore" della storia raccontata 🤓💪

      Moz-

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    4. Sì, certo, e come ti ho detto la trovo una copertina molto carina, però appunto chi lo associa a un manga/fumetto potrebbe proprio per queste ragioni non dargli possibilità. Oppure un'altra fetta di popolazione potrebbe rimanerne colpita e proprio per questo interessarsi. Le risposte che si hanno possono essere tante. Poi, ovvio spero per l'autrice che ne abbia le massime soddisfazioni, eh!

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    5. Sì, assolutamente... però penso sia ponderata come cosa: i manga hanno invaso letteralmente le librerie e sono tra le cose più acquistate, dunque indirettamente potrebbe colpire quel pubblico lì^^

      Moz-

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