[RIVISTE] Anime Cult 18, vediamo com'è!


 

Diciottesima uscita per Anime Cult, con un numero dal dossier centrale tutto dedicato ai 45 giri delle sigle delle serie animate giapponesi!
Ma, ovviamente, non è presente solo tale argomento: in questo numero torno anche io in modo attivo, con un articolo che ci tenevo proprio tanto a scrivere...!
Vediamo com'è, dunque, questo diciottesimo volume di Anime Cult!


Come sempre, vi lascio il sommario per una panoramica generale dei contenuti:



Tocca a me il grato compito di aprire questo numero: come vi dicevo, ci tenevo tanto a parlare di... Kappa Magazine, una rivista fondamentale per anime/manga in Italia. Ho provato a ripercorrerne storia e storie, per sottolinearne l'importanza, cercando di dare info abbastanza particolari e poco conosciute (come la questione del Key Magazine, mai citata altrove). Arrivo anche a parlare della chiusura e della cattiveria (dell'epoca) dei nuovi anime/manga-fan.






Fabrizio Ponciroli intervista Nino Scardina, il doppiatore che ha prestato la voce (caratteristica!) di Mister X, nemico giurato dell'Uomo Tigre.
Sempre lui rispolvera Don Chuck, serie anime che abbiamo visto anni fa sui canali regionali.




Maurizio Ercole conclude la sua intervista al sommo Andrea Romoli, e scopriamo il resto della sua carriera e della sua produzione.




E veniamo al cuore del numero, il dossier Sigle a 45 giri.
Eccone i contenuti:





Queste pagine sono curate da Emmanuel Grossi e Dario Muras, due nomi che ci hanno già portato il primo volume di Sigle degli anime (QUI) - e presto arriverà il secondo -, una garanzia insomma.
Viene da lì riproposta l'ultima intervista a Olimpio Petrossi, anche se più lunga e con le risposte aggiunte di Massimo Cantini... insomma, anche se già parzialmente letta, è inedita in questa forma.
C'è spazio anche per l'intervista a Wilma Battigelli della Fonit Cetra.





Tante sono le curiosità e le chicche proposte in queste pagine, che arrivano fino ai 45 giri degli anime Fininvest.
Ci vengono mostrati anche i rarissimi depliant delle fiere di settore, foto inedite dall'archivio Fininvest e tutta una serie di particolarità collezionistiche, come livello di rarità e quotazioni di mercato.



Grossi, in questo numero, ci regala anche una (veramente!) interessante intervista alle persone che sono dietro l'idea della mitica Junior TV: una chiacchierata (prima parte) per ripercorrere la storia di una syndication importantissima.




Gianni Soru e l'editor Vincenzo Perrone tornano sul 1986 delle stickers, presentandoci tre album (di cui uno veramente raro).



Nuova incursione nei modellini vintage de I Cavalieri dello Zodiaco: l'esperto Francesco "Frank Cat" Catarcio torna ad occuparsi di questo mondo, svelandoci ogni segreto possibile sia della versione di inizio millennio, sia dei bootleg degli anni '90. Imperdibile.




Giorgio Messina ci parla di Groixer X, tra serie e giocattoli, mentre Alessandro Bottero intervista il nostro Davide Castellazzi, ripercorrendone la sua lunga carriera tra i manga... fino all'editore Toshokan.






Andrea Guglielmino ci porta una retrospettiva sui live action tratti da anime e manga, in una panoramica che arriva fino ai giorni nostri.





Luca Raffaelli recensisce Pollon, mentre Nicola Carrassi torna ad aprire il suo archivio segretissimo per parlarci dell'edizione italiana di Rayearth, con documenti veramente esclusivi e mai visti prima (io li ho parzialmente censurati per correttezza, sul volume li trovate integrali).






Insomma, anche questo mese tanta roba da leggere, scoprire e riscoprire, per chi sceglierà di passare del tempo con noi su Anime Cult!
Fateci sapere che ve ne pare!

24 commenti:

  1. Bellissima copertina.
    Numero che sembra molto interessante e come sempre bello ricco ma devo essere sincero? ☹️ Per me Anime Cult ha perso molto interesse rispetto a Japan Magazine... 45 giri, modellini dei Cavalieri dello Zodiaco. album 1986, Junior TV ecc ecc di sicuro articoli scritti con passione e competenza ma lontanissimi dai miei gusti ☹️ già nei numeri scorsi robottoni, Lamù, Gundam non mi avevano preso la classifca lettura per "dovere" poi i retroscena di Carrassi lunghi focus su pagine oscure non solo della tv italiana ma di tutta la storia italiana tanto spazio per cose tristi di gente che dovrebbe solo scusarsi ma invece vengono trattati come eroi 😱
    Nel mezzo nessuno spazio per Orange Road, Masakazu Katsura, il mondo anni 2000 ecc ecc

    Mentre lo sconforto mi prendeva Sprea Editori ha tirato fuori dal cilindro... Japan Magazine una rivista che da subito mi ha conquistato! Argomenti molto vari e più attuali, spazio al mondo giapponese con rubriche bellissime sulle riviste e sul Giappone stesso, retrospettive belle corpose su icone non solo del mondo "girellaro", belle anslidi dui mangaka e tanto altro io ci vedo anche ampi margini di crescita...

    Anime Cult è sicuramente una rivista di grande qualità ma Japan Magazine quella chec più apprezzo.

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    1. Quelli che citi sono comunque gli obiettivi di Anime Cult, e quindi sono centrati pienamente. Orange Road penso proprio che prima o poi arriverà anche su queste pagine, mentre si sapeva sin dall'inizio che i tardi anni '90 e i 2000 non ci sarebbero granché stati, a maggior ragione se pensiamo che appunto ora c'è JM che li tratta.💥
      Infatti, nel mio modo di vedere, JM e AC si completano a vicenda, offrendo uno spaccato 100% su questo mondo (ovviamente riferendoci agli obiettivi delle riviste: è chiaro che mancherebbero diverse cose, come anime e manga attuali, ma non è questo -almeno per ora- lo scopo delle riviste in questione)💪🏻
      Permettimi solo una parola sulla rubrica di Carrassi: scusarsi di cosa? Il suo era un lavoro che doveva essere svolto... e lui anzi sta raccontando proprio quello, i perché e i percome. Non siamo più all'epoca, penso che oggi quelle cose possano essere lette con lo sguardo più distaccato e lontano da ogni fanboysmo... la sua rubrica ci racconta proprio questi aspetti, ancora di più lo farà il volume speciale. È giusto sapere il perché delle cose, nessuno passa da eroe ;)
      Dopotutto oh, si è mai scusato qualcuno per aver cambiato tutti i nomi al Doraemon RAI, da Nobita a Guglia? Non credo... ma è interessante invece comprendere perché ciò sia stato fatto.
      Solo così potrem(m)o capire perché oggi, mentre scriviamo, Italia 1 sta censurando Evelyn, saltando tanti episodi e tagliando diverse scene... nel 2024!

      Moz-

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    2. Giusto Anime Cult sempre più una rivista "tecnica" ma veramente indirizzata ad un pubblico ultra specializzato sul mondo italiano della televisione, editoria, musica mentre Japan Magazine ha avuto l'idea vincente di essere generalista tanto da risultare godibile anche per le persone che preferiscono il mondo giapponese come me.
      Spero che JM si estenda maggiormente proprio verso i tardi anni '90 e 2000 che sono stati un successo clamoroso di pubblico... Se JM prosegue su questa positiva strada iniziale potrebbe diventare una rivista fantastica 🌟 spero che non si perda strada facendo... Su JM poi si potrebbero intervistare Margaria, Freccero, Vanni, i doppiatori che hanno segnato il periodo magico 1998-2005, articoli sul florido merchandising di quel periodo ecc ecc ovviamente non tutto e subito ci mancherebbe 😅 ma come si possono ignorare Detective Conan, One Piece, Naruto?

      Gli altri censori a differenza di Carrassi sono usciti di scena con sobrietà Carassi invece si è fatto da solo santo e martire 😅
      Le nuove censure su Evelyn? 😅 Provo compassione per Mediaset ormai sono finiti 🥀 ci hanno fatto vivere un'infanzia e adolescenza bellissima.

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    3. Ecco, io invece provo a capire perché c'è ancora necessità di censurare. È una cosa che riguarda la società, non solo la televisione o gli anime.
      Se segui la rubrica di Carrassi, specie questo mese, scoprirai che a cambiare nome ai LORO personaggi erano gli stessi giapponesi... è marketing anche questo. Insomma, non è mai tutto o nero o bianco, e a me piace capire come evolvono le cose (o perché, come con Evelyn) stiamo ancora al punto di partenza.
      JM per ora si concentra più fino ai '90... vedremo in futuro, molto dipende dal pubblico ;)

      Moz-

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    4. La Tekeuchi era molto arrabbiata per le censure italiane e internazionali in generale questo Carrassi e altri non lo dicono mai fanno sempre gli scaricabarili sugli studi d'animazione giapponesi ma anche in giappone ci sono stati numerosi litigi tra mangaka, case editrici, studi d'animazione.

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    5. Appunto, hai risposto tu. La Takeuchi può dire quel che vuole, l'anime è Toei e la Toei fa quello che gli pare, e fa fare quel che gli pare a chi vende. Altrimenti non venderebbe.
      La Takeuchi non mi pare abbia detto qualcosa sul suo manga, che nella prima edizione italiana è stato ribaltato e aveva i nomi dell'edizione televisiva... ma forse anche lì c'è qualcun altro di mezzo, la Kodansha.
      Quando ha potuto, la Takeuchi ha bloccato i diritti. Poi con Toei ha scelto proprio l'Italia per il rilancio dell'opera... quindi figuriamoci^^

      Moz-

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    6. Non so come funzionino le cose tra mangaka, casa editrice, studi d'animazione di sicuro però un fumettista giapponese dispone di un potere ben superiore rispetto agli autori di fumetti occidentali tipo Marvel o Bonelli, comunque non apprezzo per nulla quando Carrassi fa lo scaricabarile del tipo "io non c'entravo erano i giapponesi favorevoli" un modo facile di lavarsi la coscienza... Intanto Carrassi intascava i suoi bei quattrini per poi definirsi un appassionato di cartoni animati giapponesi ☹️ su questa tematica mi sembri proprio l'avvocato del diavolo...
      Tra l'altro Carrassi dice tutto senza contraddittorio.

      Sulla Takeuchi forse perché all'epoca era giovane e non del tutto consapevole della trasformazione di Sailor Moon da fumetto a giornalino 😅 era il primo o comunque uno dei primissim manga shojo pubblicati in Italia.

      La cosa migliore sarebbe una buona volta non difendere le cos che hanno fatto e ammettere le colpe ☹️

      Ma appena si parla di Rai, Mediaset, Panini (eufemismo) diventi un torrone morbido 😱 tre multinazionali che non hanno saputo in molti casi valorizzare i prodotti acquistati.

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    7. Su Evelyn ripeto provo compassione per Mediaset ☹️ ormai sono sul viale del tramonto 🥀 Italia Uno è seguita solo da chi dopo il lavoro si rilassa una mezz'oretta prima di riprendere il lavoro o chi non può permettersi internet fisso ☹️ sarebbe come sparare sulla croce rossa ormai hanno perso tutto anime, serie-tv, quiz show, sport possibilità di riprendersi 0% 🥀 sarebbe come se Anime Cult passasse da 116 pagine a sole 6 pagine! Si sono rovinatoi da soli allontanando il pubblico facendo continuamente per anni e anni scelte sbagliate senza fare mai mea culpa 😱 spero che l'agonia
      finisca al più presto.

      https://www.avvenire.it/economia/pagine/la-tv-generalista-e-sempre-piu-in-crisi-in-quattr-ede3720afbbf4e259f6442b98ee0a6fa#:~:text=I%20canali%20di%20Mediaset%20mostrano,86%20milioni%20di%20spettatori%20giornalieri).

      "In dieci anni Italia 1 ha perso il 47 per cento dei telespettatori, Raidue il 44 per cento, Retequattro il 42 per cento. Nell'ultimo anno il record negativo è di Raitre, meno 16 per cento, in 12 mesi è scesa da 721 mila a 604 mila spettatori medi sulle 24 ore."

      Fonte: Domani

      Mai che hanno preso un direttore di rete giovane con le BALL con un piano preciso cosa piace alla gioventù bambini e ragazzi? Cosa vogliono vedere? Cosa può attirarli? Mai!

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    8. Vedi, è qui che non comprendi il mio punto di vista, che ritengo invero equilibrato e realistico.
      Tu dici: "tre multinazionali che non hanno saputo in molti casi valorizzare i prodotti acquistati" e invece proprio per le censure e adattamenti fatti, hanno saputo valorizzarli.
      Sembra assurdo, ma è così: ti invito a rifletterci. Immagina Sailor Moon, nel 1995, coi nomi giapponesi. Non avrebbe avuto lo stesso successo, per mille motivi. Non c'era immediatezza.
      Considera tutto il comparto attorno, ossia la valorizzazione che citi: Giochi Preziosi, nel 1990, impose essa stessa (col benestare dal Giappone, ovviamente, che peraltro vendeva la sua serie già mancante di scene troppo crude, nota bene) la semplificazione dei nomi. Pegasus era già tale prima dell'armatura.
      Ecco come si ottiene il successo, la valorizzazione.
      I Giapponesi lo sanno, e perciò ti consiglio proprio di leggere questo numero di AC, la rubrica di Carrassi, che mostra il guidebook di Rayearth... così capirai cosa vendevano i giapponesi.
      Non c'è bisogno di contradditorio, con documentazione alla mano! :)
      Ripeto, io provo a comprendere, al di là delle emozioni da fan: solo comprendendo come stanno le cose, e perché, capiamo anche il dietrofront attuale su Evelyn (oltre alle censure, sono già stati saltati 4 episodi, tre dei quali regolarmente trasmessi negli anni...).
      Insomma, situazioni di questo tipo descrivono la nostra società: la Tv si adegua a cause di forza maggiore.

      Moz-

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    9. Ma anche tra i giapponesi esistono sensibilità diverse su cosa era o non era giusto fare.

      Un Takehiko Inoue che non voleva neanche la traduzione in piccolo delle onomatopee cosa pensa dell'adattamento dell'anime di Slam Dunk fatto da Carrassi?

      Capisco però che non è facile parliamo di un mondo troppo vasto troppe situazioni diverse.

      Su Evelyn cosa ci sarebbe da dire? Siamo tornati nell'medioevo? Riaprono i tribunali della santa inquisizione? Facciano quello che vogliono tanto a Cologno Monzese sono zombi che camminano.

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    10. Pensa, dell'adattamento di Slam Dunk ho saputo lavorando a Cartoni & Tv: nessuna variazione durante le scene tattiche e di gioco serio, il resto era modificabile.

      Evelyn: io più che chiedermi quelle cose che ti chiedi tu, mi chiedo i motivi di ciò. Perché Italia 1 NON può trasmetterle? Pensi che sia contenta, la rete, di censurare episodi (quindi pagare qualcuno che compie i tagli in modo comunque poco visibile) o di saltare episodi che invece garantirebbero durata maggiore della serie? Io mi chiedo invece cosa spinga Italia 1 a non poter rischiare, la mattina, con la trasmissione di certe scene e tematiche. E perché.
      La colpa non è della rete, è di ciò che c'è attorno... Te la faccio breve: Fininvest adatta e doppia i Cavalieri dello Zodiaco. Per anni, sui canali minori Fininvest (Italia 7, Junior Tv) passano senza censure video (tranne quelle tre quattro scene tolte a monte dai giappi).
      Quando vanno su Italia 1, Mediaset è costretta a censurare drasticamente molte scene, quindi rimettendo mano alla sua stessa versione. Perché?
      Ecco, io questo mi chiedo, non penso minimamente che la rete abbia delle colpe.

      Miki-

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    11. Sono tutti increduli perché nessuno si aspettava censure e soprattutto non così significative :( ci sono cose che non tornano l'orario di trasmissione. la piccolissima percentuale di pubblico, il regresso in atto dopo anni di miglioramenti.
      Mi sembra strano censurare un anime di prima mattina visto da pochissime persone :(

      Ormai rimane solo che le tv si facciano da parte.

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    12. Esatto, quindi capisci anche tu che QUALCOSA deve esserci, dietro, se si è tornati a questo...! Ed è ciò che mi interessa comprendere, perché è troppo facile dare addosso alle televisioni in sé senza provare a capire i motivi dietro certe scelte, in bene e in male... 💪🏻

      Moz-

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    13. Non me l'aspettavo proprio per un anime trasmesso alle 7:05 del mattino con 100.000 telespettatori medi 😬 era meglio che non lo trasmettevano proprio se dovevano fare tagli e censure così pesanti.

      Non sarebbe meglio non trasmettere più nulla di giapponese sulla tv?

      Però quello che Carrassi, Agnoli, MikiMoz non capite e che noi fan non possiamo vedere tante cose perché rovinate dalle modifiche e censure ☹️ l'unica cosa aspettare che di tanto in tanto qualche piattaforma streaming faccia almeno i sottotitoli fedeli.

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  2. "Arrivo anche a parlare della chiusura e della cattiveria (dell'epoca) dei nuovi anime/manga-fan."

    Tematica per me molto sentita! Grazie per aver avuto il coraggio di portarla su carta! Secondo me dipende dal fatto che ormai i manga/anime fan siano i prevalenza adulti quando invece prima erano nella stragrande maggioranza nella fascia 7-14 anni... Quando ero bambino/ragazzino la visione degli anime era un rito irrinunciabile e salvifico 🤗 dopo una lunga giornata di scuola o in estate prima di andare al mare... Quando c'erano i cartoni animati su Rai Due e Italia Uno si fermava il mondo 😍 con mio cugino eravamo presissimi da One Piece durante la saga di Skypiea con gli episodi il lunedì, mercoledì, venerdì commentavamo sempre qiello che era successo chiedondoci cosa sarebbe successo.... Altrove invece ragazzotti di 20+anni su internet inventavano cavolate come i filler 😅

    Ora che l'età si è alzata enormemente il pubblico sfoga le proprie frustrazioni sui manga e anime 😱

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    1. Io pensavo che invece fossero proprio i giappominkia ad aver via via decretato la fine delle riviste, ossia questi nuovi giovani lettori che oggi snobbano gli approfondimenti (al massimo se li leggono se gratis, sul web)... non per nulla il pubblico di AC e JM (ma anche di Nippon Shock Magazine, della concorrenza) è invece adulto, perché sono questi ad apprezzare ancora le riviste e le analisi che qui compaiono...

      Moz-

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    2. Ho capito male? Oppure non mi sono spiegato bene? Comunque concordavo con te sui giappominkia ma in generale erano adulti che sfogavano su internet le loro frustrazioni lo fanno ancora oggi.

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    3. Secondo me le cose sono andate così: parte di chi oggi è adulto e all'epoca aveva anche letto le riviste, come spesso succede, fu investito dalla furia iconoclasta che vuole sempre distruggere il passato perché la modernità è meglio (libera ecc, tipo il web). A loro si sono accodati i giovanissimi :)

      Moz-

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    4. Ora comprendo e condivido.

      Soluzioni non ne trovo ☹️

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    5. La soluzione è venuta da sé: come ho scritto nell'articolo su Kappa, oggi tutti vogliono tornare su carta ;)

      Moz-

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    6. Io intendevo far appassionare i giovani alla lettura di riviste cartacee non trovo un modo.

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    7. Non credo ci sia, resteranno a godersi le cose un po' superficialmente...

      Moz-

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    8. Recentemente ho chiesto a tre adolescenti cosa pensavano degli anime.
      A. Rimane vagamente stupito alla mia domanda poi mi risponde "non li seguo assolutamente" uno strano tono quasi da volerne stare alla larga.
      B. Mi dice un tremendo "mi fanno cag***" aggiunge poi un più positivo "non li seguo però potrebbero essere belli"
      C. Mi dice un semplice "mi piacciono" poi non abbiamo più preseguito perché andavano di fretta.

      Quando poi anche con altri giovani snocciolo i miei numeri "vedo anime da anni X", "possego numero volumi Y", "ho visto tot anime Z" rimangono sorpresi e meravigliati...
      Peroò noto alcune cose
      -poca attenzione come se andassero sempre di fretta
      -troppo stupore nei confronti del passato come se fosse qualcosa di un'altra dimensione

      Questo con i ragazzi post-2005 con quelli del 1998-1999-2000 ormai adulti li vedo del tutto disinteressati ☹️ ho mostrato la mia collezione ad un ragazzo di una conoscente di famiglia classe 2000 dopo 2 minuti (!) già non aveva più voglia ☹️

      Tra me e i nati nei primissimi anni 2000 esiste una voragine enorme ci separano 10 anni di differenza ma e come se fossero 100 anni... Io conosco Totò, Dino Buzzati, i film di Raffaello Matarazzo, Alfred Hitchcock, la musica classica napoletana ecc ecc di ragazzi di quell'età che conosco io di queste cose sanno poco o nulla 😅 come se il mondo fosse nato con loro 😱.

      Considerando tutto ecco perché per loro la lettura delle riviste cartacee non hanno appeal.

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    9. Purtroppo per loro perché capiscono a loro modo il mondo prima della loro nascita è preistorico e super arretrato è come parlagli degli uomini delle caverne e degli Egizi.
      Era così anche per i nostri coetanei alla loro età e ancora oggi in gran parte anche per chi è più grande di noi soprattutto i quarantenni, anche fra quelli della nostra generazione e le precedenti diversi sono bloccati al presente e al massimo conoscono e sono interessati alle cose solo della loro perché le hanno vissute in quest'ultimo caso soprattutto gli anziani settantenni-novantenni, impossibile che apprezzino il nostro mondo anni 70-00.

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