[FUMETTI] i manga oggi: interessanti come nel passato?


I manga: fumetti di provenienza giapponese, né più né meno.
Anche se non si tratta solo di una questione geografica.
Un manga è anche uno stile più o meno definito, una moda più o meno codificata, una scuola o una corrente artistica riconoscibilissime.
E questo post vuole fornire spunti di riflessione su questo fenomeno: dal boom italiano fino alla saturazione. Idee, immagini, storie: non solo di mercato.

Non intendo fare una trattazione sul fumetto giapponese: sapete meglio di me che i manga sono uno dei principali settori dell'industria editoriale nipponica, i cui stilemi (che perdurano anche oggi) provengono dagli anni '40 ma che il manga stesso deriva dalle illustrazioni in sequenza di vignette di fine '700.
A supportare il fumetto -anzi a supportarsi a vicenda- ci sono spesso poi gli anime, quando derivano da un'opera precedentemente uscita sottoforma di fumetto.
Sono i cartoni animati, noti anche da noi: versioni animate di molti di omonimi fumetti che hanno riscosso un certo successo.

IN ITALIA

Il primo vero boom dei manga ci fu alla fine degli anni '80, protraendosi fino ai primi anni '90.
Certo, qualche "esperimento" c'era stato, in termini di pubblicazioni. Erano casi isolati, all'avanguardia, perlopiù come finestra culturale su un mondo sconosciuto ed "esotico".
Fino a quando le tv iniziarono a trasmettere tonnellate di anime: quello stile, quelle regie e quegli approcci così diversi rispetto a tutti gli altri cartoons fino ad allora trasmessi, costituirono una invasione capace di aprire del tutto la finestra sul Giappone.
Non più solo Goldrake e Heidi: le tv -pubbliche ma soprattutto private- si riempirono di titoli.
E anche il settore merchandising/giocattoli comprese definitivamente quanto fossero importanti e amati questi cartoni giapponesi.
Le case editrici si adeguarono di conseguenza. Il fenomeno esplose.

una delle prime riviste ufficiali a pubblicare manga, in Italia

ANNI '90

Dopo aver proposto i titoli già noti grazie alla televisione, e tanti altri inediti, in Italia le case editrici avevano coperto una buona base tra autori conosciuti e meno.
Il secondo boom si ebbe pochi anni dopo, nella seconda metà degli anni '90: una vera e definitiva coscienza (anche modaiola) di fanatismo manga.
Opere precedenti venivano ristampate, i grandi classici sempre sulla cresta dell'onda, ma il pubblico era prontissimo a scoprire tante nuove proposte: era sorta una vera e propria mania, tutto ciò che era giapponese era figo, e tra vere icone e per fortuna poche sòle, la questione è andata avanti fino ai primi anni 2000.
La tv, consapevole di questa cosa, ormai proponeva canali tematici, serate animate e programmi mirati.



DALLA FINE ANNI 2000 A OGGI

Qualcosa poi è successo.
Il mercato (italiano) si è saturato. Le case editrici sono sorte come funghi, ognuna con le sue proposte, non tutte particolarmente felici.
Le ennesime ristampe di titoli classici erano affiancate da nuove opere che però, per me, non avevano il benché minimo mordente.
Oggi, il mercato si è trasformato: dal passato sopravvivono le nuove edizioni dei classici, mentre altri titoli storici mai pubblicati in passato hanno visto la luce (come Il Poema del Vento e degli Alberi, QUI), e accanto a questi c'è una proposta più consapevole.
E proprio tra la nuova delizia e il precedente boom c'è la questione che voglio affrontare.




COME PERCEPITE I MANGA?

L'ho scritto poco sopra: le nuove proposte di metà/fine anni 2000 non hanno mordente, per me.
Non hanno nemmeno appeal. In passato c'è stato un periodo dove ho letto un mucchio di opere giapponesi: erano la nuova frontiera, anche come idea editoriale.
Ma poi? Dopo gli 2000 non ho trovato niente di veramente valido, niente che mi facesse scattare la scintilla. Come se tutte le opere fossero uguali; non trovavo più spunti validi o inediti.



Ho vissuto il boom di fine anni '90 e ricordo che ogni cosa sembrava figa.
E non disdegnavo il passato, anzi: i grandi classici anni '70 e '80 erano pura formazione.
Ma poi c'è stato qualcosa, qualcosa che non riesco a individuare.
Qualcosa che ha fatto collassare quel castello costruito saturando il mercato editoriale italiano.


I nuovi manga seriali non hanno fascino, a mio avviso.
Certo, il mio gusto lo conoscete: amo principalmente i fumetti che -pur inconsciamente- conservano quel mood "americano/europeo anni '80-'90" sposandolo con la giapponesità: che sia fantasy (Lodoss, Dragon Quest...), che sia heroic fantasy (Berserk, QUI le analisi), che sia poliziesco (City Hunter, Occhi di Gatto) o ancora d'azione (Ken il Guerriero, Sailor Moon, I Cavalieri dello Zodiaco...), o sportivo/sentimentale (Slam Dunk, Captain Tsubasa, Il giocattolo dei bambini...) erano opere forse più vicine a me.
Oggi, accanto a chi procede ancora sulla sua strada (Naruto/Boruto, Detective Conan, One Piece...) c'è interesse, da parte mia, solo per le opere più "undeground" o artistiche.
I manga interminabili, anche iniziati in un recente passato, mi hanno stancato quasi tutti: alcuni mi stancarono già subito.
Le novità non mi attirano minimamente.

E questa cosa non me la spiego, almeno non del tutto.
Perché?
Succede anche a voi? O trovate ancora nuove serie medio-lunghe interessanti?
Sarà che non ci sono quasi più serie supportate dal richiamo animato, perché gli anime non sono quasi più in onda?
I manga popolari hanno davvero detto tutto?

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62 commenti:

  1. Non seguendo manga non ho elementi di valutazione. Della mia poca esperienza posso dire che tra le opere recenti ho apprezzato non poco "Gundam Origini" (23 volumi), "Il marito di mio fratello", "Capitan Harlock", mentre sono arrivato a rivendere un volume unico dedicato a "Goldrake" e altre cosette in due volumi che ho non sono certo le mie perle di collezione.
    La mia umile tesi è che, riconoscendo in un manga un prodotto giapponese, cerco inconsciamente lo stesso tipo di narrazione, caratterizzazione, emozione degli anime.

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    1. Ecco, ma Gundam Origini non è recentissimo e comunque riguarda un personaggio storico (poi, è disegnato da Yas, mica cazzi**).
      Probabilmente sì, si cercava il connubio con gli anime perché di fatto l'invasione parte da lì, dall'animazione^^

      Moz-

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    2. Infatti ho scritto "recenti" in corsivo... :)

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    3. Non avevo colto... XD

      Moz-

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  2. Per come la vedo è una questione di differenza culturale fra gli autori passati ed odierni: praticamente è lo stesso concetto che spiegavo nel mio articolo sul robot giapponese ed americano, se ti ricordi.

    Gli autori moderni sono nati in un contesto differente ed hanno motivazioni differenti da quelli che hanno creato i manga che sono piaciuti a te; diverse ma non altrettanto valide e questo si riflette nel loro lavoro.
    Vale sia per lo stile di disegno (oggi sembrano quasi tutti uniformati ad un certo standard) che per le storie che raccontano e come le raccontano.
    Fra il voler raccontare una storia che può vendere un prodotto e voler vendere un prodotto montandoci sopra una storia, c'è una robusta differenza ed ormai la motivazione dietro alla quale creare un manga è diventata la seconda.
    Tu dici "non me ne spiego il motivo" e voglio provare a darti la mia opinione: perchè le storie non sono interessanti, sono create su uno schema sempre uguale (un pò come gli shonen jumpisti, che sono il peggior esempio di narrazione che io possa immaginare) e si trascinano stancamente perchè di reale passione dietro non c'è.
    Ci sono notabili eccezioni, ad esempio Attack on Titan (ha una trama estremamente complessa e ben articolata, anche se sta iniziando a sentire la fatica e spero si concluda a breve) ma in generale quale messaggio traspare da molte opere giapponesi odierne per tenerti attaccato alle pagine? Nessuno o almeno in paragone io non ne sento nessuno.

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    1. Per quanto riguarda gli stili, anche in Disney si sono uniformati: sembrano tutti cloni di Cavazzano ormai...
      Ottima l'osservazione sulle differenze culturali, ma c'è da capire se in Giappone i nuovi manga vendono come prima o se risentono degli stessi problemi del fumetto italiano.

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    2. In patria i manga direi che tirano sempre, hanno un posto nella mentalità comune che non è la stessa occidentale e sono un pò come Tex da noi: Tex è un fumetto che è sempre stato considerato normale che lo leggesse anche un adulto. Il loro mercato è più ampio, quindi non credo abbiano questo problema.
      Per ampliare il discorso di gap culturale..
      Se tu ad esempio sei un Go Nagai, un Gosaku Ota o un Matsumoto negli anni 70, farai un fumetto che ti piaccia e che racconti le cose che vuoi trasmettere dalle tue esperienze di vita eccetera e creare una bella storia. Fai successo tanto da diventare un cartone animato e far cicciare fuori del merchandise? Figo, tanto meglio ma è semplicemente una conseguenza.
      Se tu sei un autore nato durante gli anni 80 e 90, tu vuoi fare il colpaccio come Kurumada e Toriyama, vuoi creare un fenomeno commerciale di successo redditizio ed è quello il tuo obbiettivo. La bella storia e le tue esperienze sono al massimo una conseguenza.

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    3. Discorso articolato, con cui concordo.
      Il mercato c'era anche negli anni '80 e '90 ma le storie erano belle.
      Pensiamo ai CdZ: opera fatta per vendere, costruita a tavolino, ma l'anime era fatto da dio e comunque era emozionante.
      Oggi tra l'altro c'è poca roba che finisce in tv in modo cult, che sia una storia medio-lunga che faccia appassionare.
      E di conseguenza, faccia appassionare al fumetto che viene importato.
      Vero, le motivazioni sono cambiante, così come è cambianta anche la cultura... Ed è vero che gli schemi oggi sono sempre quelli, specie shonen: li ha fondati Dragon Ball e lì si prosegue...

      Moz-

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    4. Si e purtroppo c'è un'altro problema. Se io faccio questo tipo di discorso ad un giovane potrebbe prenderne atto ma non ne capirà mai il significato solo tramite le mie parole. Perchè il suo standard, cioè quello con il quale è cresciuto, è quello lì che io sto criticando: non ha un metro di paragone con il quale fare il confronto... è un pò come spiegare ad uno nato nel 2000 che i Prequel di Guerre Stellari sono una cagata: sarà difficile perchè per lui i Prequel sono una cosa normale, non ha vissuto i decenni di quando Guerre Stellari era solo la trilogia originale + altro materiale, quindi non può rendersi conto di cosa hanno stravolto e cambiato.
      Lo standard qualitativo e le aspettative del pubblico si abbassano di conseguenza, ma è normale perchè appunto non si hanno altri metri di paragone.

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    5. Sì, questa cosa dei giovani la tratteremo tra un po' di tempo: ho notato anche io questa cosa.
      Conosco molti giovani che magari non hanno fratelli maggiori o genitori appassionati: beh, loro non hanno metro di paragone, ignorando il passato.

      Moz-

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    6. Posso citare Fuyumi Soryu, di Mars... non voleva diventare fumettista.
      Certo, è vero, ma è anche vero che c'è stato un periodo-pantano, per anime e manga, in cui davvero non c'era niente di veramente bello e profondo.
      Pochi titoli validi, ma comunque nessuna nuova avanguardia o linea artistica riconoscibile.
      Tuttora, anche se gli anime stanno prendendo piede, manca del tutto ad esempio un Ikuhara (vedi articolo di oggi) che ti fa un'Utena (ma fece grandi cose anche su Sailor Moon) oppure un Anno che ti fa Evangelion...

      Moz-

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    7. Nel cinema in realtà ci sono dei registi autori, vedi Nolan, per dire.
      Oltre ai mostri sacri ancora viventi, c'è qualcuno di nuovo che è un autore riconosciuto.
      Certo, è stato un periodo che ora l'industria dell'intrattenimento giapponese sta superando.
      Ci fu anche a fine anni '80 e nei primi anni '90, una cosa di questo tipo... e anche lì sorsero comunque cose importanti (vedi Berserk), ma bisognava attendere Sailor Moon per far ripartire tutto (e appunto, c'erano Ikuhara e Anno...)

      Moz-

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    8. Your Name però è un film.
      Non ci sono più artisti che si imbarcano nella serialità-
      Ma vogliamo parlare di Dezaki? O Tezuka stesso? O i charades di Araki/Himeno, riconoscibilissimi?
      Insomma, cose così, che rendevano tutto meno anonimo, o forse... più avvolgente.

      Sull'altro discorso: c'era una tendenza remake, diciamo, poche novità forti ma devo estendere il discorso agli altri mercati. Non ci arrivava più niente di forte...

      Moz-

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  3. Non sono un grande esperto della materia, ma a sensazione mi sembra che invece, nell'ambito dei manga, ci siano sempre nuovi spunti interessanti. Tra i manga moderni potrei dire Attacco dei Giganti, Death Note, One Punch Man, proprio per stare tra i titoli più conosciuti.
    In ambito calcistico "Giant Killing" ha una scrittura e una costruzione della storia che piscia in testa al buon Capitan Tsubasa e non solo perché è realistico, senza tiri della tigre e affini.
    Poi come rileva Alex qui sopra, indubbiamente i nuovi manga possano aver perso quella forza comunicativa in termini di messaggi che avevano le opere del passato.
    Secondo me forse il problema è la "saturazione".
    Mancano quei titoli che diventano così popolari diffondendosi già tra i bambini, complice anche il traino del merchandising.
    Penso ad esempio a Dragonball, ai Cavalieri dello Zodiaco.
    Opere che peraltro la maggior parte ha conosciuto prima come cartone animato che come fumetto, o sbaglio?

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    1. Death Note lo consideravo comunque figlio del passato.
      Poi citi due titoli noti, vero, e che hanno successo. Ma sono due.
      Il resto?
      Inoltre, One Punch Man non è così noto da andare su Italia1, da vedere zaini, cartelle e via dicendo... non so, manca questo, oggi.
      Prima sì, arrivava il cartoon, ma il fumetto aveva eguale successo: l'opera funzionava.

      Moz-

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    2. Esatto: manca quell'anime che diventa un cult "mainstream", conosciuto come cartone ancor prima come manga e con tanto merchandising

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    3. Ecco, anche dal lato commerciale... forse le opere giapponesi non "attirano" più come prima...

      Moz-

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  4. Io l'epoca Granata press non l'ho vissuta, c'erano però due grandi case editrici nella mia adolescenza che dettava o legge sul mercato dei manga: Star Comics e Planet Manga. Era più bello qua do i volumi erano meno curati, con le tavole ribaltare e le traduzioni sbagliate, planet si distingueva nella pubblicazione di fumetti più adulti, Star per quelli più commerciali. Il meglio dei due mondi. A me perso al è te quell'epoca manca. Per Co tro, oggi con case editrici come la J - Pop abbiamo una qualità più alta, ma abbiamo perso qualcosa

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    1. Ps: chiedo scusa per gli errori grammaticali del correttore ;)

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    2. Quella è stata l'epoca d'oro.
      Il secondo boom, ma certo il boom più rumoroso.
      Due case editrici, altre che nascevano su quella scia.
      Lì abbiamo avuto i classici e anche la contemporaneità: e tutto era validissimo, o quasi tutto.

      Moz-

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  5. preso Zero e Mangazine fin dal numero 1. Negli anni 90 siamo partiti con il meglio di cio che era disponibile da decenni ed era quindi tutto strepitoso. Chiaro che quel che è arrivato in seguito non poteva reggere il confronto. Ma occhio: gli anni 80 c erano anche in Giappone e lo sappiamo che decennio era ;) Le mode e le tendenze cmq ammazzano la creatività e in Giappone non è diversa la situazione.

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    1. Verissimo: avvisaglie del declino ci sono state col dopo Pokémon e tutte quelle serie similari.
      Poi, non si è capito più niente.
      Oggi, da tempo, quando vado in edicola e guardo lo scaffale manga, non trovo niente che mi invogli all'acquisto.
      Un tempo avrei provato decine di opere, sicuramente apprezzandone almeno la metà.

      Moz-

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  6. Personalmente dico solo che ero più interessato prima, e ti parlo di vent'anni fa, che adesso, tuttavia spero che questo "movimento" non muoia mai, i manga devono vivere ;)

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    1. Non penso moriranno, perché sono fondamentali per l'economia giapponese.
      Ma in effetti manca qualcosa, rispetto al passato...

      Moz-

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  7. Ma non saranno magari cambiati i tuoi gusti nel frattempo?
    Cioè, ora io non sono più molto serrato, poiché mi sono evoluto e nel frattempo sono passato ad altro e quindi ( Berserk a parte ) sono dieci anni che sono fuori, però credo che orientativamente parlando l'offerta di Manga è ancora molto ghiotta, specie per ciò che concerne i Seinen che un tempo si filavano in pochi.
    Se pensiamo che Taniguchi ora esce in allegato con un quotidiano significa che come genere il Manga sta ancora più che bene.
    Infine un'ultima cosa: se vado in fumetteria il 90% dei volumi in catalogo che hanno ( inteso come magazzino e giacenza ) sono Manga, mentre per le Graphic persino quelle più famose spesso arrivano centellinate ed in preordine.

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    1. Sai, non credo siano cambiati, perché sono uno che non ha mai badato alla provenienza geografica di un'opera. Manca proprio quell'opera che mi piaccia in modo trasversale.
      Taniguchi è un maestro, giusto che sia celebrato: e comunque le sue opere sono "vecchie", per dire.
      Oggi, quindi, da un lato c'è questa maggiore coscienza "qualitativa" e i classici mai arrivati, ma di contro non ci sono più i titoli commerciali di un tempo, come un tempo...

      Moz-

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  8. Oggi tutto è fatto per vendere e le storie vengono costruite a tavolino secondo uno stesso schema sempre uguale e ripetitivo che da noia. Un tempo prima c'era una buona storia, le idee e poi ci su quelle ci si lucrava sopra. Se le tv generaliste non trasmettono più Anime il motivo è semplice: quelli moderni fanno cagare e non attirano pubblico. I manga sopravvivono perchè c'è un mucchio di appassionati che continua a comprare non curanti della bassa qualità. Io ho smesso tutto ciò che è giapponese; a parte Dragon Ball e Lupin che sono comunque opere del passato che continuano oggi, niente più è di mio interesse

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    1. In effetti sì, oggi gli anime in tv sono pochissimi, e il 90% sono repliche o nuovi episodi di serie vecchie.
      Mancano le opere cult odierne, cult come nel passato... e non capisco perché, cosa ci sia a essere cambiato: il periodo post-pokèmon ha saturato il mercato?

      Moz-

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    2. Per me invece buona parte della "colpa" è dei mangofili stessi che non vogliono più vedere i propri cartoni censurati o modificati o addirittura pretendono le voci originali.

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    3. In effetti anche questa cosa è da discutere.
      L'appassionato che si è fatto "fascista": ok pretendere zero censure, ma davvero molti sono contro le edizioni italiane stesse...

      Moz-

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    4. Quello si chiama snobbismo o anche manico di scopa infilato non dico dove. Sono anche quelli che hanno due anni per gamba e pretendono di correggerti se dici "cartoni giapponesi" invece di "anime": quando mi capitano a tiro li ribalto sempre che è un piacere XD

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    5. Ah ecco, anche io: quelli sono i giappominkia, odiosi.

      Moz-

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  9. Di nuove leve in realtà è pieno, solo che bisogna vedere se incontrano il tuo gusto XD
    My Hero Academia (che è fortemente occidentale già a pratire dallo stile di disegno), Black Clover, l'Attacco dei Giganti (il nuovo Fullmetal Alchemist, per quanto mi riguarda), The Seven Deadly Sins, Platinum End, Samurai 8 (il nuovo manga di Kishimoto che inizierà tra 10 giorni), The Promised Neverland (un fenomeno di massa in Giappone, e questo me l'ha riferito un'amica che è andata in Erasmus 6 mesi lì, sono tutti in fissa con questo fumetto) ecc ecc.
    Di carne al fuoco è pieno, solo che sei cresciuto tu, probabilmente i tuoi gusti son cambiati, è naturale XD

    Per quanto mi riguarda, questo è l'inizio dei nuovi manga che saranno ricordati dai futuri trentenni come "capolavori del loro tempo" :)

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    1. Ma ci saranno anche manga che trovano il mio gusto, qualora io fossi cresciuto, no?
      Mi chiedo, al di là dei miei gusti, dove sono le opere cult come quelle del passato? E quelle commerciali?
      Ok, in Giappone sono tutti sotto per Promised, ma in Italia? Lo conosce il grande pubblico? C'è del merchandising generale? Danno l'anime in tv?
      Ecco, questo è cambiato...

      Moz-

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    2. Ho una mia teoria sul rapporto del grande pubblico coi manga e gli anime. Oggi la TV non è più il media preponderante, ora se vuoi avere successo devi investire su internet, su Netflix, su YouTube, sui social ecc ecc. Le società di distribuzione di anime, secondo me, se devono scegliere se mandare un cartone nuovo in TV o su Netflix, scelgono Netflix perché la gente oggi è lì.
      Per i manga il discorso è diverso, perché il posto per loro è comunque la solita vecchia fumetteria (online o fisica poco cambia, in ogni caso è un posto solo per appassionati).

      Andando alle fiere vedo una valanga di cosplay dei nuovi manga, gli stand li mettono in prima fila e sui social si parla di quelli. La piazza si è spostata dalla TV a internet, ma, secondo me, queste opere sono già dei cult e in futuro saranno pietre miliari del fumetto e dell'animazione.

      Per quanto riguarda il merchandising, ci sono action figure, gadget, accessori e molte altre cose anche di queste nuove serie, si vedono bene alle fiere. Non ci sono le pubblicità in TV dei giocattoli, ma, di nuovo, le abitudini del fandom sono completamente diverse rispetto al passato.

      Oggi, con la fine dell'era televisiva, gli anime nuovi arrivano solo a chi segue anime. Non si sente l'onda mediatica che generava la TV perché la gente può scegliere cosa vedere e non è obbligata a seguire un palinsesto preciso (quindi una volta pure mia nonna si vedeva Dragon Ball pure se non le interessava se io ero da lei e volevo vederlo).

      Ho scritto il commento da cellulare, spero di essere stato chiaro ahahah

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    3. Io ho provato a leggere buona parte dei titoli citati, ma davvero se le metto a confronto con le opere del passato non impallidiscono... le sotterrano proprio. Forse saranno cambiati i miei gusti, strano però che le opere di alcuni anni fa (parliamo di dieci non ventimila anni) ancora le trovo tutte ottime e quelle di oggi (tutte, nessuna esclusa) non incontrino mai i miei gusti

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    4. Dunque, anche io come SuperGoku non trovo più stimoli nelle opere "commerciali" odierne, parlando di manga.
      So che sono cult, e sono d'accordo con Kiral quando parla del panorama cambiato.
      Ma appunto, mancando dell'onda lunga televisiva e comunque di una diffusione capillare, immagino che le vendite non facciano il boom. Secondo me, a vendere tanto, sono sempre le ristampe dei classiconi e i nuovi volumi di serie in corso dagli anni '90/2000... :)

      Moz-

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    5. A livello di vendite e dati non sono informato, quindi non saprei se sono cambiate rispetto al passato (sarebbe materiale per un articolo, magari faccio una ricerca!).
      Per quanto riguarda il gusto, lì c'è poco da fare, siamo tutti affezionati alle opere che ci hanno cresciuto. Bisognerebbe chiedere alle nuove leve, tra 20 anni, cosa pensano di My Hero Academia e compagnia bella! Se ne parlano come noi oggi parliamo di Dragon Ball, Ken, I Cavalieri dello Zodiaco ecc ecc, allora è tutta una questione di punti di vista XD

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    6. Si ma c'è tutto un mondo al di fuori dei battle shonen che vanno di moda, cosa da non confondere con l'essere cult, cosa che differisce notevolmente con i classici. Quelli hanno incontrato il favore del pubblico per davvero, oggi si passa di moda in moda, si parla tanto di One Punch Man per poi accantonarlo e passare a Promised Neverland e così via.
      Di manga belli e meritevoli che possono piacere ad un trentenne e oltre ce ne sono un sacco ma quasi sicuramente non stanno tra quelli. Non si può far alteo che informarsi e provare.

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    7. Kiral: sì, prova a fare quella ricerca!
      In ogni caso, io ho continuato a leggere manga nuovi, a trovarli belli, fino a una decina di anni fa. Prendevo sempre le nuove serie, e riconosco che My Hero Academia sia uno shonen buono.
      Ma il resto? Sembrano tutti copie di copie di cose del passato... non trovo più quei titoli che ti facevano "esplorare" il mondo manga.
      E qui rispondo quindi ad Arcangelo: informarsi e provare, vero. Sempre fatto, ma prima c'era proprio un mondo da esplorare, oggi non più: trovo molta scialbezza, tranne rari casi...
      Forse per questo ho detto che i manga hanno dato e detto tutto... come se non fosse più un universo esplorabile...

      Moz-

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    8. Tipo? Cosa hai provato?
      Io My Hero Academy lo evito come la peste, sti shonen non sono più genuini come un tempo.
      Di validi ce ne sono, penso a Tetsuya Tsutsui, Tsutomu Nihei se piace il suo stile, ma andando anche tra gli shojo, spokon, ecc. Se si cerca sempre tra quelli che vanno tanto si finisce col bruciarsi.

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    9. Io però appunto distinguevo tra gli shonen commerciali e altri generi.
      In generale, salvo alcuni seinen underground o autori già noti (Nihei, che tu citi) non ritrovo più quel mondo brulicante che era tutto da esplorare.

      Moz-

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    10. Beh, io avrei citato proprio alcuni dei titoli citati da Kiral, e ho più di trent’anni.
      Posso quindi fare dei confronti e assicurarvi che ci sono opere molto interessanti anche oggi, con spunti ottimi e anche messaggi importanti.
      Non parlo degli anime perché per me non hanno mai avuto rilevanza!

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    11. Immaginate però se My Hero Academia fosse pompato su Italia1 a ora di pranzo... quanto successo avrebbe?^^

      Moz-

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  10. Cos'è cambiato? Beh tante cose.
    Innanzitutto siamo passati dal non avere niente ad avere tutto in pochissimo tempo, quindi ovvio che si vendesse la qualsiasi cosa. In più c'era il traino dei cartoni animati, quindi il lettore andava a comprare qualcosa che già conosceva.
    Adesso non c'è più il traino degli anime, quindi a meno che non si parli di autori più famosi, a cui il lettore è già stato fidelizzato (es. le Clamp, Taniguchi...), si è molto più diffidenti: è ovvio che una Planet manga mi dipinga un One Punch Man, un Attack on Titan... come il "nuovo shohen ultrafighissimo", lo fa per vendere. ^^" Ma prima che diventasse di moda, mi ricordo benissimo di come i Giganti facessero schifo a tutti, è solamente adesso che vanno via come il pane.

    È cambiato il modo di raccontare una storia a fumetti. Non dimentichiamo che gli autori si leggono e influenzano tra di loro, così come sono influenzati dal periodo storico in cui vivono (a meno che non vivano sotto i sassi).
    Non dimentichiamo inoltre che Evangelion ha fatto scuola, per cui se gli autori di un Dragon Ball, o un Saint Seiya tendevano molto ad andare a braccio, oggi la sceneggiatura di un manga è molto più studiata, se non progettata a tavolino, e viene riservata un'attenzione quasi maniacale alle sottotrame e all'approfondimento psicologico dei nemici.

    L'altro grosso problema è che, anche in Giappone, non tutto quello che viene pubblicato su rivista è automaticamente bello e meritevole di essere esportato: alla fin fine qui in Italia quello che vale la pena di essere letto se lo sono spartiti Planet, Star e ultimamente Jpop. Alle altre case editrici non resta che arrancare con le briciole, quindi o puntano su qualcosa di nicchia, o arrancano sperando nel colpaccio come fece Gp-Publishing (che si aggiudicò nientedimeno che i diritti di Sailor Moon, quando finalmente furono sbloccati *-*).

    Di contro, però, siamo in un'epoca abbastanza favorevole agli appassionati: ora si cerca di presentare un prodotto quanto più rispettoso dell'originale, senza tavole ribaltate, mantenendo le pagine a colori, perdendo il vizio delle orride sottilette... In più le ristampe sono finalmente state sdoganate, il che è un bel vantaggio per chi per vari motivi si era perso la prima edizione. ^^"

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    1. In effetti i giganti sono diventati cult, ma davvero se prendi il manga sembra disegnato da un demente... almeno all'inizio XD
      Sì, comunque: questa epoca è felice perché dopo la saturazione e il collasso, oggi persistono i classici, le avanguardie moderne e qualche cult inedito. Il periodo è roseo, dopo un recente passato ricco di titoli che non servivano a niente...

      Moz-

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    2. E c'è ancora uno stracult che non è mai stato stampato e diffuso come si deve: Candy Candy!
      Prima o poi dovranno pur sbloccare i diritti! ^^"

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    3. Eh, speriamo... le due autrici hanno rotto XD

      Moz-

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    4. Già... Pensa a quanti #bigmoney stanno perdendo: i soldi che avrebbero guadagnato dalla vendita dei diritti di trasmissione, dalle stampe, ristampe e traduzioni del manga, dai pupazzini e dalle bamboline, da eventuali spin off, sequel e remake... E i blu-ray? No perché che me ne faccio delle VHS nel 2019, mi riconvertirai il formato no? XD
      #babbee

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    5. Eheh, chissà cosa hanno in testa... fossi in loro subito pace anche finta!

      Moz-

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  11. Io credo che i manga cambiano con i loro più giovani autori che vivono in una nuova epoca (e anche con i miei personali gusti "da vecchia" che non sempre seguono il passo, oltre a non avere tempo di approcciarmi troppo alle novità).

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    1. Sicuramente, e infatti per mio gusto personale trovo meglio i manga del passato, molto debitori della cultura occidentale :D

      Moz-

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  12. Non pensò che la questione riguardi prettamente i manga pop, o addirittura i fumetti pop (compresi comic e bonelliani) ma si estensibile a tutto ciò che riguarda l’intrattenimento.
    Forse ciò cui siamo più legati durante la nostra crescita viene visto in modo diverso, che cioé non dipenda tanto e solo dall’opera quanto da chi ne usufruisce.

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    1. Potrebbe anche esserci una componente "formativa", che quindi ti segna... assolutamente sì :)

      Moz-

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  13. Vero, sicuramente le cose STANNO cambiando, c'è un ritorno a un certo pensiero dietro ai manga/anime che per anni era mancato.
    È però un inizio, manca ancora qualcosa... 💪🤓

    Moz-

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  14. Vero, titolo già diventato cult 🧡

    Moz-

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  15. Promised lo considero quasi uno dei nuovi apripista per la nuova invasione manga/anime di questi giorni...
    Jujutsu mi intriga moltissimo...

    Moz-

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  16. I disegni non mi dispiacciono, così come questo nuovo approccio shonen più maturo.
    Devo capire se può piacermi, non è che sia così appassionato di horror in tal senso...

    Moz-

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  17. Sai cosa!? Oggi i fumetti giapponesi così come le versioni animate, sono per un pubblico diverso non c’è che dire. Io non amo gli harem, gli slice of life, gli ecchi ed oggi sono quasi tutti così, diversi ma simili, disegnati pressappoco tutti uguali, con uno stile più anime friendly, ragazze con gli occhioni (tutte uguali) e seno enorme, ragazzi tutti con i capelli uguali, tutti mezzi arrappati. Disegnati in modo digitale ovviamente ma nel modo più easy, come si usava un tempo disegnare una fan art magari… e le storie sono pressappoco tutte piene di cagatine varie che la domanda che ti fanno porre è solo una. Perché? Anche io amo alla follia lo stile tra gli 80 e 90 è molto spesso erano simili anche li ma almeno le storie erano più serie. Anche nella loro stupidità. Anche nella loro comicità. In quei frangenti meno seri della storia il sorriso era dolce. Qui oggi ormai ridono solo per tette enormi che sballonzolano o un cane che si monta una loli. Ecco poi pieno di loli sti prodotti moderni. Boh.

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    1. Ciao Morris, benvenuto! :)
      Esatto, oggi molto è fan-service in questo modo veramente gratuito, manco più come un tempo... Peccato davvero. Certo qualcosa sta cambiando a dire il vero, e questa epoca sembra destinata al tramonto...

      Moz-

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    2. Non ha certo torto, purtroppo anime/manga hanno passato un ORRIBILE periodo di declino dove dovevano compiacere il pubblico americano...
      Gli stessi registi e animatori giapponesi hanno ammesso la cosa. Per fortuna ora sembra un capitolo chiuso 👍

      Moz-

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  18. È cambiato il linguaggio, e non so perché.
    A un certo punto anime/manga hanno rinunciato alla loro stessa estetica di sempre.

    Moz-

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