[STORIE] Radio Parolaccia: il lato oscuro di Radio Radicale (e dell'Italia)



Torniamo a parlare di radio, ma questa volta non di cose misteriose come le number stations; torniamo a parlare di telefonate, senza le particolarità di strane cabine nel deserto americano (vedi QUI).
Perché la storia che //////v ci racconta oggi è avvenuta tutta alla luce del sole: antesignana degli show radiofonici come Lo Zoo di 105 o La Zanzara di Radio24, Radio Parolaccia è stata il doppelgänger di Radio Radicale.
E questo è quello che, di potente e fuori controllo, avvenne in Italia sulle sue frequenze, nel 1986...


Radio Radicale è un’emittente radiofonica italiana.

Di proprietà del Partito Radicale, è da sempre legata alla figura del politico e attivista Marco Pannella. Inoltre è stata la prima radio nazionale ad occuparsi esclusivamente di politica.
Nacque la fine del 1975 e l’inizio del 1976 ad opera di un gruppo di militanti radicali situati a Roma, in un piccolo appartamento di Villa Pamphili. Successivamente si spostò a Torino.


la nascita di Radio Radicale, fondata da Marco Pannella



Radio Radicale nacque libera.
Come tante altre piccole realtà radiofoniche che affioravano in quegli anni, grazie alla liberarizzazione delle trasmissioni via etere, agevolate da una sentenza della Corte Costituzionale e dall’abolizione del monopolio RAI.
Totalmente low budget, riuscì comunque fin dall'inizio a distinguersi dalle altre emittenti per la sua particolare filosofia editoriale che non assunse una funzione di organo del partito (come facilmente si poteva supporre), ma garantendo imparzialità e professionalità: un servizio pubblico innovativo alcun taglio o censura, nessuna mediazione e compromessi.
Conoscere per deliberare” è ancora oggi il suo slogan.

i vari loghi di Radio Radicale susseguitisi negli anni



Nel luglio del 1986, però, Radio Radicale rischiò la chiusura.
Consultati i bilanci e non disponendo di finanziamenti, i vertici decisero in un primo momento di sospendere le trasmissioni per protesta. Successivamente si pensò di lasciare i centralini a disposizione dei radiospettatori, per far sì che inviassero i propri messaggi alla segreteria telefonica.
La programmazione era basata unicamente sulle telefonate degli ascoltatori.
Lo spettro della chiusura si avvicinava, quindi bisognava inventarsi qualcosa di eclatante.
Da qui l’idea di Pannella: mandare ininterrottamente in onda senza alcun filtro (con una differita di 24 ore) tutto il materiale audio raccolto (oltre 800 ore non-stop).
I messaggi vennero così trasmessi sulle frequenze medie, dando origine a un fenomeno che oggi conosciamo -attraverso i social network- come shitstorm, ma che già esisteva nella sua forma primordiale.



la redazione



Emerse così un volto oscuro dell'Italia, fino ad allora sconosciuto.

Un freak show inimmaginabile chiamato Radio Parolaccia.
Una miriade di voci di italiani che telefonavano e offendevano pesantemente meridionali, donne, anziani, yuppies, extracomunitari, politici, ebrei, forze dell’ordine, enti istituzionali e religiosi.
Per non parlare dei turpiloqui sessisti, annunci erotici, blasfemie, minacce e istigazioni a delinquere; invocazioni all’Etna e al Vesuvio di adempiere al loro dovere.
Un botta e risposta alla cornetta del telefono che diventa aggressivo e inquietante, ma che trova anche un ritaglio di spazio per messaggi inusuali, annunci pubblicitari e dichiarazioni d’amore.






Non furono poche le proteste e le denunce alla procura della Repubblica di Roma per spegnere i microfoni. Ci fu anche un’interpellanza presentata a Carlo Azeglio Ciampi (all’epoca presidente del Consiglio) e ai vari ministeri competenti.
L’allora sostituto procuratore Pietro Saviotti firmò un decreto per il sequestro delle segreterie telefoniche per reati di vilipendio delle istituzioni e apologia di fascismo.
Tre funzionari della Digos e due tecnici della Questura si presentarono negli studi di Radio Radicale e confiscarono le segreterie telefoniche.
L’emissione fu interrotta il mese successivo per ordine della magistratura.



le segreterie telefoniche di Radio Radicale, che raccolsero i messaggi degli ascoltatori nell'estate 1986



Giuseppe Santaniello, garante per la radiodiffusione ed editoria, contestò ai responsabili di Radio Radicale la violazione della legge Mammì, che disciplinava il sistema radiotelevisivo pubblico e privato.
La radio, tuttavia, continuò a trasmettere musica classica fino all’annuncio di Marco Pannella che in diretta spiegò quello che stava accadendo.



Giuseppe Santaniello


L’emittente divenne sempre più un organo di partito, cessando di svolgere quello che fino ad allora era puramente un servizio pubblico. 
Intervenne anche il Parlamento, con Nilde Iotti e Francesco Cossiga alle rispettive presidenze di Camera e Senato, al fine di estendere a Radio Radicale (e anche alle altre radio attive sul territorio nazionale) i finanziamenti pubblici.
L’intuizione di Pannella riuscì a salvare Radio Radicale.




L’esperimento senza filtri fu bissato nel 1991 e nel 1993.
La segreteria telefonica venne riattivata per scongiurare una possibile seconda chiusura, stavolta anche attraverso i radioamatori che lasciavano i propri messaggi sui 27 MHz (sulla banda cittadina per intenderci, con i CB volgarmente chiamati baracchini).
In sole tre settimane Radio Radicale divenne una delle radio più ascoltate d’Italia.
Attualmente, nel suo archivio, sono raccolte oltre 300.000 registrazioni.



           



Nel gennaio del 1994 la vicenda finì con un’assoluzione di Radio Radicale da parte del garante per l’editoria: si escludeva il rischio che l’emittente potesse nuocere ai minori, poiché si rivolgeva a un pubblico adulto.
Pannella viene a mancare nel 2016, a trent’anni da quel «patrimonio di “voci senza nome” che costituiscono lo specchio del paese. Un dato di notevole importanza, sia dal punto di vista sociologico che da quello glottologico» (cit.).




Oggi, dopo altri sei anni, lo scenario non è molto cambiato.
L’unica differenza riscontrabile è che adesso ci si nasconde dietro un nickname anziché metterci “la voce”.
Il rischio di equivoci e incomprensioni è sicuramente diventato più alto, nonostante sia aumentato il potere comunicativo dei nostri mezzi.

articolo a cura di //////v

21 commenti:

  1. Non credo di avere capito come si correla la trasmissione di quelle telefonate alla sopravvivenza della radio. Io l'avrei chiusa senza deroghe, come chiuderei oggi i vari social che si fanno vetrina di provocazioni e denigrazioni.

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    1. Secondo me perché dimostrarono che bisognava tenere a bada le intemperanze delle persone, serviva un canale che desse costrutto alla loro rabbia, che fu fatta esprimere.
      Hanno fatto bene, secondo me, a dimostrare quanto livore ci fosse negli italiani... 🤓💪

      Moz-

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  2. Ognuno è libero di scegliere se ascoltare o no. Non sei legato su una sedia come Alex in Arancia Meccanica 😉

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    1. Assolutamente, ma infatti io avrei ascoltato eccome, se mi ci fossi trovato! 🤩👍

      Moz-

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  3. Nel 1986 ero militare e con la radiolina FM non potevo ricevere Radio Radicale, mi ricordo di averla ascoltata solo per pochi minuti, durante una licenza, ma di averne sentito parlare molto. Le "voci" dicevano le stesse cose che si sentono per strada. nei cori da stadio o si leggono sui muri dei bagni pubblici. A me queste cose facevano soltanto sorridere.

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    1. Effettivamente all'epoca deve essere passato più come una cosa goliardica che come una cosa davvero preoccupante
      Oggi la cattiveria è più brutta, effettivamente... 💥💪

      Moz-

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  4. Il partito radicale è, di gran lunga, quello per il quale provo maggior disprezzo. Falso come una banconota da 7 euro, sempre pronto a raccogliere firme contro il finanziamento pubblico ai partiti salvo poi ricevere un... finanziamento pubblico quando gli fa comodo (compresa la loro inutile radio che ha ricevuto e riceve soldi dallo stato), sempre pronto a lamentarsi per la poca visibilità sui mass media stando costantemente sui mass media, sempre pronti a a fare provocazioni da avanspettacolo che al confronto persino una vergogna nazionale come Sgarbi è quasi un pochino più credibile di loro (comunque siamo lì, è come stabilire se sia più inutile e parassita una zanzara oppure una cimice).
    Posso dire con soddisfazione di non aver mai ascoltato neppure per mezzo secondo la loro fonte di finanziamento pubblico. Però, visto che in quanto contribuente gli permetto di esistere impunemente nonostante che siano da sempre un partito da 2% o giù di lì che in un paese normale non avrebbe neppure un seggio in parlamento, ecco, in qualità di loro "manutentore involontario" mi permetto quanto meno di esprimere tutto il mio schifo verso questi banda di ipocriti politicanti, mentecatti attori consumati, finti piagnoni, arraffasoldi conclamati che però negano.
    Ecco, radio parolaccia secondo me ha espresso in pieno ciò che sono realmente: il peggio del nostro paese. Purtroppo, per uno dei tanti, strani misteri della politica nazionale, sono lì a ricevere soldi che non dovrebbero ricevere, a prendere attestazioni di stima totalmente gratuite e fondate sulla messa in scena, a recitare la loro parte con tanto mestiere da riuscire a fregare milioni di persone.
    (Finito lo sfogo, però ho cercato di contenermi, ok? ;-)

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    1. Ahaha non saprei manco che dirti, nel senso che non mi interesso di politica né di loro.
      Penso ci sia di molto peggio, peraltro...
      Ma il loro esperimento radiofonico è stato epocale.

      Moz-

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  5. Diciamo che all'epoca non c'era la sensibilità di oggi, ma c'era anche più leggerezza ottimistica nel prendere le cose: passò come uno sfogo senza filtri, anche divertente.
    Oggi passarebbe come voce di buzzurri arrabbiati.

    Moz-

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  6. Per quanto surreale, non c'è da stupirsi, gli hater sono sempre esistiti, tv, radio e internet, sproloqui insensati. E comunque radio o partito radicale proprio NO!

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    1. Al di là della politica, di cui qui non ci interessiamo, è particolare ricostruire l'accaduto: vero, gli hater sempre esistiti, ma all'epoca forse ciò venne visto in modo diverso rispetto alla cattiveria ossessiva di oggi...

      Moz-

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  7. Oddio che ridere ahahah alcuni messaggi erano fantastici... Ad ascoltarlo oggi sembra quasi un Twitter in versione audio... Pieno di fregnacce, insulti, messaggi inutili e farneticanti...

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    1. Vero, diciamo un Twitter ante-litteram ma un Twitter vecchia scuola, quando c'era del sarcasmo pungente, anche...

      Moz-

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  8. Una raccolta di edificanti messaggi si può ascoltare sui titoli di testa de Il branco di Marco Risi.

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    1. Vero! Complimenti per il colpo d'orecchio :)

      Moz-

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  9. Cringe cringe cringe
    Ora cose del genere però suddedono in tv

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  10. Ricordo soltanto quelle degli anni '90, soprattutto perché lasciavo la radio in sottofondo mentre giocavo ai videogiochi per Amiga.
    Scoprii questa trasmissione radiofonica una sera che andammo con mia sorella ed il suo futuro marito a prendere delle pizze e casualmente durante lo zapping radiofonico captammo una di queste telefonate.
    Si ascoltavano robe incredibili, al limite del trash, ma anche gente che durante le telefonate cantava o faceva imitazioni.
    Una su dieci era comunque orientata alla politica.
    Da allora divenne una compagnia quotidiana per un certo periodo.
    Tanto che preferivo ascoltare Radio Radicale piuttosto che mettere su una musicassetta registrata o altre stazioni radiofoniche.
    Ricordo esattamente anche i videogiochi a cui giocavo durante la messa in onda di quella trasmissione: The Chaos Engine, Speedball II e Sensible World of Soccer.
    Bei tempi!

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    1. Grande... vedi, tu associ questa cosa a più di un ricordo: la pizza con tua sorella e il suo fidanzato, e poi i giochi... bellissimo, praticamente ne avevi fatto un elemento avvolgente mentre facevi altro^^

      Moz-

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  11. Che poi si è sempre abituati a fare un raffronto con i tempi moderni, come è appunto twitter (ma anche altri SN) dove c'è gente si sfoga, superando i limiti della decenza.
    Non è una novità, dai all'uomo la possibilità di fare quel che gli pare,e può tirare fuori il peggiore di se...

    Detto questo, io Pannella l'ho sempre ricordato in primis per i cosidetti scioperi della fame, ma anche per quello sketch nel film di Fantozzi, dove quest'ultimo delirava e sentiva tutti i politici parlare contro di lui.

    La Radio? quasi mai sentita, e il quasi è sempre quando giravi la manopola per cercare quelle che ti interessavano.

    Caio

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    1. La radio è un mondo affascinante, a mio avviso, mai da me troppo esplorato.
      Vero, la gente -se può- tira fuori il peggio di sé... Pannella? Lo ricordo perché era praticamente un concittadino :D

      Moz-

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