Sessant'anni per Diabolik, che festeggia con la conclusione di una storica avventura in tre puntate (cosa mai successa prima d'ora), e con questo albo finale si sciolgono tutti i nodi e le domande che attanagliano il lettore da settembre.
DOVE ERAVAMO RIMASTI
Diabolik fallisce un colpo e Baumann aumenta la sorveglianza ai suoi gioielli: il criminale e la sua complice ne approfittano per fare una vacanza in un luogo esotico, ma vengono riconosciuti e arrestati.
Finiti in carcere, i due vengono uccisi da due guardie, in una messinscena orchestrata dall'alto.
Ginko, desideroso di dare giustizia ai suoi nemici, trova però un muro di gomma.
Ma cosa sarà successo veramente? Come saranno andate davvero le cose?
Tutto ha una fine è il titolo che racconta, appunto, la fine di questa lunga avventura.
I lettori ovviamente già sanno da subito che Eva e Diabolik non possono essere morti, ma come sempre è bello scoprire la verità e come sono andate le cose.
In questo albo finalmente tutte le domande trovano risposta, e la trovano in senso logico.
I comportamenti precedenti dei personaggi, i motivi del perché alcuni fanno o non fanno qualcosa... tutto torna.
E l'oscura ombra di Diabolik, giovanissimo sessantenne (QUI la guida completa ai 60 anni del personaggio e della serie), incombe come sempre su tutti.
Tutto ha una fine vede impegnati addirittura più autori rispetto ai due albi precedenti: si aggiunge al lotto (Gomboli, Castelli e Faraci per storia e sceneggiatura, Nunziati e Brandi ai disegni) anche Stefano Giordano: il disegnatore è chiamato a realizzare le oltre sessanta pagine del flashback che spiegherà al lettore come stanno davvero le cose, rivelando la verità dietro ogni avvenimento precedente.
Molto bella la scelta di evitare l'uso del retino per queste vignette "di spiegazione", peraltro con un taglio che riporta il lettore direttamente allo stile degli albi di metà anni '90.
L'albo che celebra i sessant'anni di Diabolik ha scelto una via diversa rispetto a quella degli ultimi analoghi anniversari: una storia di ampio respiro tutta basata sul presente, tuttavia il numero precedente (QUI) rimane forse il migliore dei tre.
Anche qui si esplorano lati particolari dei personaggi, da Ginko ai due criminali, ma la parte centrale è stata sicuramente più profonda.
Scopriamo così un lato meno menefreghista e sicuramente più "umano" di Diabolik e Eva; un lato che più volte era uscito fuori, ma che con questo albo sembra voler essere messo definitivamente nero su bianco, esattamente come tutto ciò che ha riguardato l'ispettore.
Non manca comunque la lucida e spietata ferocia dei due ladri, alle prese con un complotto ordito alle loro spalle da qualcuno che ha pensato di eliminarli.
Una sorta di nuovo inizio per quanto riguarda certe consapevolezze ora espresse definitivamente.
Se si dovesse proprio trovare un lato negativo nella vicenda, potrebbe essere che una storia così "in grande" e ampia avrebbe forse dovuto riguardare magari nemici già noti o personaggi del passato, oppure avere un peso maggiore nella pur flebile continuity generale.
In realtà va benissimo così, a testimonianza di come la redazione possa elaborare avventure e albi speciali anche senza ricorrere a rimandi e ritorni: un altro grande punto di forza che testimonia la vitalità della testata.
In allegato, un albetto inedito ambientato a Milano, la città che nel 1962 diede i natali a Diabolik e che oggi lo vede tornare per un Colpo alla Rinascente.
Ancora buon compleanno al nostro simbolo di anarchica libertà: auguri Diabolik!
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RispondiEliminaAhaha quello è vero, però non è stato pesante^^
EliminaMoz-
Era da prevedersi un albo quasi integralmente dedicato alla ricostruzione dei fatti, ma è stato godibilissimo, a chiusura di una lunga storia che, almeno personalmente, ha un po' pesato per la cadenza delle uscite: un Diabolik, per "tradizione" nonché volontà delle Giussani, deve essere una lettura relativamente veloce, da viaggio, per cui il tempo di assaporare la vicenda e immergervisi è stata troppo diluita nei 60 giorni intercorsi tra l'uscita della prima e dell'ultima parte. Inoltre è mancato un riassunto ufficiale degli eventi.
RispondiEliminaA parte questo, storia che per me festeggia alla grande l'anniversario (a me ha fatto "comodo" l'assenza di riferimenti a vicende pregresse), e che forse è più significativa di quanto possa sembrare nella blanda continuità della saga. Già ne "L'isola degli uomini perduti" Eva dette prova tangibile di tenere perfettamente testa a Diabolik, anche di mettersi contro di lui, cosa impensabile nelle storie degli anni '60, e stava conquistando un ruolo ora consolidatosi, riuscendo a essere la parte emotiva della coppia, senza peraltro snaturarsi. Diabolik si vendica con freddezza, aggiunge una "tacca" al manico del suo pugnale e basta, ma Eva non nasconde le proprie emozioni quando medita ed esegue una vendetta, e ne abbiamo prova proprio in quest'albo, con un paio di splendide espressioni che dicono tutto.
Hanno nemici feroci soltanto perché il loro successo ha richiesto di alzare l'asticella della cattiveria dei loro avversari.
Vero, sicuramente è una storia che mette dei punti fermi -nero su bianco- ad alcune cose.
EliminaServiva farlo, e il paragone con L'isola degli uomini perduti è calzante.
Vero che Dk va letto nell'unica soluzione di 120 pagine, ma direi che hanno fatto bene a stravolgere questa regola con l'una tantum di tre albi (anche se ripeterei la cosa a ridosso del n.1000... )^^
Moz-