Una domanda che mi sono sempre posto: ma gli altri avvertono i "cicli di vita" di cose, esperienze e passioni?
A volte è difficile mollare qualcosa, anche se vorremmo. Perché subentra in noi quella sensazione di "salto nel vuoto".
Il primo ricordo che ho di questo aspetto è stato con la religione, o meglio la chiesa, o ancora meglio la domenica a messa.
Una routine "perché si deve", con me che già non ero più minimamente vicino al cattolicesimo. Dopo la Cresima, ricordo che continuai per un po' a frequentare la Santa Messa ma solo per non interrompere un qualcosa di certo, nella mia vita. Poi mi decisi a farlo: dopotutto, mi dissi, è come quando in estate non vai più in chiesa.
La paura di sentirmi improvvisamente vuoto sotto quell'aspetto ci fu, lo ammetto, ma poi vinse la forza opposta. Che poi, a messa ci sarei tornato - causa forza maggiore: lo scoutismo - pochissimo tempo dopo.
E anche lo scoutismo (ad oggi, la migliore esperienza della mia vita) ha avuto una parabola, di cui mi accorsi quando era all'apice e quando stava per finire. Un fuoco che si spegne, ma la cui brace arde sempre sotto le ceneri. Anche lì, lasciando quel gruppo, sai che vai incontro a un vuoto che dovrai colmare.
Per diversi mesi continuai così a frequentare luoghi e amici scoutistici, fino a che l'estate spazzò via tutto. Era naturale. La risposta è sempre nel tempo.
Ma la prima cosa di cui avvertii la fine fu il kung fu: smisi il giorno stesso dell'esame della cintura blu.
Era una cosa che si trascinava, che facevo controvoglia anche se mi piaceva. Le contraddizioni della preadolescenza, né più né meno. Quello spazio lo colmai iniziando il basket e poi provando mille palestre (tra cui, la stessa dove avevo praticato l'arte marziale). Oggi, come sapete, sono tornato a fare arti marziali: tutto fa il giro.
Anche il blogging vive cicli di esistenza continui, e per fortuna è una cosa che, dal 2006, non mi ha ancora abbandonato (nonostante i vari picchi e altrettante discese).
Oggi ho imparato che, oltre a queste parabole di vita, devo considerare tutto come grandi bolle. Che esploderanno, che finiranno. Ma che porteranno anche sempre delle novità e dei ritorni al passato (ma, ovviamente, diversi: perché con gli occhi di oggi).
Quindi chissà, magari tornerò a essere scout o cattolico, fino all'avvertirsi del prossimo ciclo che si conclude (perché se ne apra un altro).
È così anche per voi?
Nel mio caso semplicemente le cose sono cambiate.
RispondiEliminaNel caso di One Piece dopo che per anni non fu più trasmesso in TV e dopo che mio cugino mollò il mondo nerd smisi di interessarmi finché qualche anno dopo iniziai la lettura del manga appassionandomi nuovamente.
All'epoca vivevo il presente nel senso che il futuro era lontano e non immaginabile se non le cose fantasiose che sognavo come fare il cuoco negli USA.
Interessante questa cosa del presente e del futuro... Anche io fino alle superiori non avevo percezione del futuro, non badavo a fare cose "per ritrovarmele" domani...
EliminaMoz-
I cicli esistono per tutti, magari con diverse classificazioni, e ognuno poi li riconosce o individua a seconda di personalità e motivazioni. Io ho avuto un ciclo da fidanzato, uno da sposato, uno da single e un altro di nuovo matrimonio, all'interno di queste parentesi ho fatto sport, scritto solo di cinema, e la poesia come fil rouge, poi il blog, il lavoro, i viaggi, la pensione, si scopre sempre qualcosa di nuovo ma fondamentale é che ci arricchisca e sempre disposti ad apprendere, a crescere..🤗👏🍀
RispondiEliminaSì, ogni ciclo di vita è determinato dalle proprie cose. Per me si tratta di un filo che le lega tutte, anche quando sono particolarmente diverse. L'essenziale, comunque, è che tutte siano positive.
EliminaMoz-
La maggior parte delle cose nella mia vita è cambiata/finita senza la mia volontà: legami affettivi, serie a fumetti, ora di inizio della "prima serata".
RispondiEliminaHo abbandonato anche io l'ambiente della Chiesa perché non mi comunicava né insegnava più nulla, anzi ogni anno liturgico era una replica; ben diverso l'approccio alla meditazione, di grande stimolo anche se dopo circa 2 anni lasciai anche lì perché erano cambiati alcuni assetti e mi sentivo un po' messo da parte perché non partecipavo ai ritiri spirituali lunghi.
Mh, brutto quando ti fanno sentire messo da parte: dovrebbero essere sempre cose INCLUSIVE, mai esclusive. Peccato.
EliminaVero che alcune chiusure di cicli le subiamo, ma possiamo cavalcarle per tramutarle in altre positive^^
Moz-
Guarda, quando uno è giovane ci sta provare a fare esperienze nuove, magari anche solo per curiosità, poi è normale che certe cose le teniamo e altre le molliamo. Oppure ancora, su certe cose, iniziamo in un modo e poi scopriamo che ci sono modi diversi che ci interessano di più. Per quello che riguarda la religione, dopo dieci anni dalle suore ero stufa, oggi mi definisco agnostica, non amo le imposizioni, di nessun tipo, e non amo però nemmeno pensare di rinunciare alla mia cultura e alle mie tradizioni. Per altre cose, mai stata una sportiva, ma nel periodo della maturità e del primo anno di Università andai per un po' in palestra e in piscina, poi preferii dedicarmi ad altro. Con i computer, feci anche corsi di programmazione, capendoci niente, e poi mi sono buttata su grafica, lavoro editoriale e creazione contenuti, in fondo il mio ambito. Sui manga e gli anime, me ne ero allontanata nella tarda adolescenza, ma poi sono tornata all'ovile.
RispondiEliminaMadò Miki, che piaga dolente tocchi!!! :(
RispondiEliminaIo - che giovane non lo sono più da decenni - sono in crisi "di cambiamento" da un bel po' e in questo c'entrano proprio (e quasi) tutte le tue passioni e attività. Da quando ho chiuso il mio blog, e sono oramai più di tre anni, e conseguentemente ho smesso di frequentare il 99% dei blog, mi sento perso... Prima avevo sempre la casella di posta elettronica zeppa di email e quindi l'illusione di avere "tanti contatti" - perché illusione era, almeno nel 99,9% dei casi - mi faceva sentire molto più vivo. Continuo ad essere convinto della giustezza di aver chiuso ed eliminato dal web il mio blog, non aveva davvero più senso, era letto e commentato solo da altr* blogger la maggior parte dei/delle quali, anche giustamente per carità, si aspettavano in cambio visite e commenti sui loro blog. Tutta una questione di EGO (non il pianeta vivente), imho. Il tutto ha coinciso con il veloce disinteresse verso i fumetti, passione, strapassione, megapassione che avevo da oltre cinquant'anni! Ancor oggi mi faccio un po' pena da solo perché provo a raccontarmi che sì dài in fondo i fumetti ancora mi piacciono e mi interessano... e invece non riesco a finirne uno che sia uno, non "provo" più nemmeno la centesima parte di ciò che provavo fino a qualche anno fa quando li leggevo, nemmeno se/quando provo a leggere i miei autori/autrici preferit*: continuo a riconoscerne l'immenso valore, ma dentro... niente o quasi. Oramai leggo solo (tonnellate di) libri pur avendo ancora la casa zeppa di fumetti. E quante centinaia e centinaia ne ho regalati!!! (No, tutti non ci stavano nella casa che abbiamo finalmente comprato io e mio marito un paio di anni fa). Il problema è che cessata, inspiegabilmente, la mia super-passione per i fumetti non c'è stato altro che potesse, diciamo così "sostituirli". Certo, per carità, ho mille interessi, ma... nessuno mi "prende" come mi prendevano i fumetti. E le fiere, le amicizie con grandi autori e autrici, le foto buffe fatte a Lucca o a Torino Comics o a Milano con Don Rosa o Jim Lee e tante e tanti altri, e le sceneggiature che mi mandavano "X" e "Y" e "Z" (non posso dire chi sono) in anteprima e le tavole che mi regalavano, gli acquisti per terminare con emozione le collezioni... Non c'è più nulla di tutto ciò. Nulla.
Già, sono in un momento di grande cambiamento, ma verso dove vado? Proprio non lo so...
Scusa lo sfogo Miki, ma forse ne avevo proprio bisogno. Ti abbraccio forte.