Avete presente quei film di trenta/quaranta anni fa, che in un'ora e mezza riuscivano a raccontare una (bella) storia, classica, lineare, con un percorso preciso e un finale soddisfacente?
Ecco: Karate Kid: Legends è proprio questo.
Un mezzo miracolo; un film "come una volta", che riesce trasversalmente a unire diverse generazioni, e può piacere tanto ai grandi quanto ai piccoli. Adatto a tutti.
Ecco: Karate Kid: Legends è proprio questo.
Un mezzo miracolo; un film "come una volta", che riesce trasversalmente a unire diverse generazioni, e può piacere tanto ai grandi quanto ai piccoli. Adatto a tutti.
Compito di quest'opera è quello, difficile, di non deludere tre tipologie di spettatori distinti, che magari in quanto fan convergono pure, ma non è detto che qualcuno conosca proprio tutti e quattro i film originali, il reboot del 2010 e pure le tante stagioni di Cobra Kai.
Eppure, Legends deve tenere conto di queste eredità, innanzitutto per non scontentare nessuno, e poi per mantenere viva la mitologia del "miyagiverse": una coerenza interna che lega tutte le opere e che ora ingloba saggiamente anche il "Kung Fu Kid" cinese, quello con Jackie Chan.
Ma questa è esattamente anche la trama del primo Karate Kid, eppure niente sapeva di "già visto".
In Legends lo schema si ripete, al contrario: Han ha ora una scuola di kung fu a Pechino, dove si allena anche il giovane e preparato pronipote Li Fong.
Ma, anche per voltare pagina dopo la morte del figlio maggiore (un trauma che ancora incatena Li), la madre del ragazzo decide di trasferirsi a New York.
Una nuova vita e soprattutto niente più arti marziali, per lui.
Così, Li - che subito fa amicizia con Mia Lipani, innamorandosene - attira le gelosie dell'ex di lei, il karateka Conor Day. Violento, supponente e pure campione cittadino nella sua disciplina.
Sembrerebbe già tutto fatto: ragazzino che le prende, impara in un mese le arti marziali e risolve tutto al torneo che sta per arrivare, il 5 Borroughs.
Ma Legends inserisce anche un'altra trama, che prova (e riesce) ad arricchire un po' le cose descrivendoci ancora meglio il personaggio di Li, anche tra le righe.
È un film su tre figure adulte/genitoriali per il giovane ragazzo cinese: c'è lo zione Han, rimasto a Pechino ma che presto dovrà correre a NYC, e c'è anche il tosto italiano Victor, papà di Mia.
Un personaggio molto bello: ex pugile e ora gestore di una pizzeria, un po' irresponsabile e ancora sognatore, ha contratto un debito col pericoloso O'Shea, proprietario della palestra Demolition dove si allena proprio Conor.
Un personaggio molto bello: ex pugile e ora gestore di una pizzeria, un po' irresponsabile e ancora sognatore, ha contratto un debito col pericoloso O'Shea, proprietario della palestra Demolition dove si allena proprio Conor.
Ed è qui che tutto si intreccia.

In ultimo, abbiamo Daniel LaRusso, che abbiamo lasciato "tre anni prima", nel finale di Cobra Kai (vedi QUI) e che si fa portavoce non solo di se stesso - ormai protagonista riconosciuto e riconoscibile - ma anche dell'eredità di Miyagi.
Scopriamo così un altro tassello del misterioso passato del sensei giapponese, connesso proprio al maestro Han.
Scopriamo così un altro tassello del misterioso passato del sensei giapponese, connesso proprio al maestro Han.
E qui, invece, i due rami si intrecciano e confluiscono in un solo albero. Rendendo il quadro complessivo ancora più ricco e bello.
Legends è un film che va dritto al sodo, un nuovo "cinekid" semplice (ma con sorprese) e dalla durata giusta, adatto a tutti e soprattutto accurato riguardo il comparto sportivo.
Può contare inoltre su un'estetica molto precisa e ben costruita, anche grazie a una fotografia niente male. È un film che parla di bassifondi newyorkesi ma anche di altissimi grattacieli, senza mai stare nel mezzo: e riesce per questo.
Spettacolari le riprese della città, dalle strade ai vari luoghi, ma soprattutto dei suoi slanciati palazzi, i tetti che svettano sul mondo. Legends è un film che si svolge in cima a tutto, e forse la sua positività traspare anche in questo.
Ma c'è positività sin dalla messa in scena, coi suoi colori luminosi e sereni, con le sfumature dei neon e il tramonto/sfondo della finale del torneo, che incornicia il tutto di una magia da "nuovi anni '80".
Il linguaggio (tecnico) scelto è simpatico, e fa uso di scritte fumettose/graffitare in sovrimpressione e anche brevi sequenze animate, che rendono il tutto ancora più urban-glam, contribuendo ad alleggerire una trama che pure ha degli episodi violenti, ma che si tiene ben lontana da mostrare eccessi sanguinosi. E così può arrivare davvero a tutti.
I combattimenti sono scenografici, e passano da quelli "alla Jackie Chan", omaggiando l'attore con leggeri inserti comico/ironici, fino a quelli totalmente seri del torneo di karate.
Il cast è sapientemente amalgamato: oltre a ritrovare Ralph Macchio (che vediamo anche da giovane, in una scena ambientata a Okinawa con Pat Morita) e Jackie Chan, qui meno tormentato rispetto al film precedente, abbiamo i giovani Ben Wang (attore disneyano nonché artista marziale), la simpatica ed energica Sadie Stanley, il "nerd" Wyatt Oleff (in un divertente ruolo da stralunato) e Aramis Knight (riuscito rivale, rabbioso e scorretto).
E poi un inaspettato Joshua Jackson, Ming-Na Wen (che fu Chun Li nello Street Fighter con Van Damme, vedi QUI) e Tim Rozon, assolutamente perfetto nel ruolo dello stronzo proprietario della palestra dei "cattivi".
E poi un inaspettato Joshua Jackson, Ming-Na Wen (che fu Chun Li nello Street Fighter con Van Damme, vedi QUI) e Tim Rozon, assolutamente perfetto nel ruolo dello stronzo proprietario della palestra dei "cattivi".
Legends è un film per i fan della saga e per i nuovi spettatori, ma soprattutto è un film per ragazzi e che sa parlare a loro, in una forma complementare a quanto già ampiamente fatto (e bene) con Cobra Kai. Sceglie quindi di riconnettere saggiamente tutto senza risultare invalidante per chi non ricorda e chi non ha visto le "puntate precedenti" (sia cinematografiche che televisive), una nuova strada che è anche un tassello, fatto comunque di piccoli rimandi e omaggi (e c'è qualcosa anche per gli amanti di Cobra Kai, e del Cobra Kai - che non muore mai, ça va sans dire - !).
E adesso ne vogliamo ancora, che ce n'è da raccontare.
E adesso ne vogliamo ancora, che ce n'è da raccontare.
Perché abbiamo bisogno di questa positività.
Finalmente ho scritto la mia recensione di questo bellissimo film.
RispondiEliminaLa risposta alla tua domanda è no. A Lorenzo, ahimè, non è piaciuto. Ma te l'avevo detto che è un fifone.
Però ha ammesso che non ci fossero scene troppo cruente, ma che il suo era solo un grosso pregiudizio.
In compenso, io e Leo, ne abbiamo apprezzato ogni frammento.
Promosso a pieni voti. Inevitabilmente.
Uhh mi spiace che a Lorenzo non sia piaciuto! Ma son contento che invece abbia gasato voi adulti! 💪🥋
EliminaChe comunque, il suo scopo lo ha raggiunto: portare una famiglia al cinema!!
Moz-
Per vederlo dovrò aspettare che arrivi su Netflix o un'altra piattaforma streaming.
RispondiEliminaSe non piace si bambini forse perché tocca più i temi adolescenziali quando ci si stacca dai genitori...
Questo però è molto più "anche pr i bambini " rispetto a Cobra Kai, sai? Ha proprio quel mood da film per tutti 🥋😉
EliminaMoz-
Sadie Stanley questa volta hanno azzeccato con un'attrice molto bella! Più delle altre dei film precedenti.
RispondiEliminaSì, una bella ragazza!
EliminaMoz-