[CINEMA] La valle dei sorrisi, la recensione (no spoiler)

 

C'è ancora un cinema italiano che esiste e resiste, che sa giocare con i generi (spesso inventati da noi stessi, in un lontano passato) e che riesce a evocare - senza pagarle fastidiosamente pegno - la gloria di un trascorso importante.
La valle dei sorrisi, col suo ritmo incalzante eppure compassato, col suo cast perfettamente in parte, ci ricorda come sia ancora possibile fare film di questo tipo, e osare, e sognare...


Un supplente di educazione fisica, con evidenti problemi alle spalle, finisce in un paesino di persone allegre. Come si può essere allegri in un borgo così, è un mistero.
E infatti, il mistero c'è: il titolo interazionale dell'opera di Paolo Strippoli è molto più esplicito rispetto all'italiano La valle dei sorrisi, che non accentra l'attenzione sul personaggio cardine della storia, ma sul luogo in cui questa si svolge.
Remis: di quei paesini caratteristici e sicuramente affascinanti, ma che per esigenze di trama devono apparire freddi e un po' alienanti, a riflettere l'impatto del prof Sergio Rossetti (un trasandato e scorbutico Michele Riondino, in un'ottima prova) con la nuova realtà.



Remis, quindici anni prima, ha vissuto una tragedia che ha generato una crepa nel cuore degli abitanti: un disastro ferroviario, decine di vittime. Vite spezzate che sanciscono un "prima" e un "dopo" nella triste comunità (che diventerà ridente), dove le forze dell'ordine non esistono (se non come minaccia del "chiamo la polizia") e dove la scuola (un liceo non meglio specificato) conta solo pochissimi discenti, ossia quelli che perlopiù occorrono a formare una classe per il prof meridionale, ex campione di judo in preda a un dolore che non può essere guarito.



La sofferenza è l'elemento cardine del film: un dolore che spacca il cuore e che genera appunto una crepa, attraverso cui si infila altro, "alieno".
Remis, come tutti i paesini irraggiungibili, presenta una collettività chiusa che fa quadrato attorno al suo stesso mistero: è un qualcosa di religioso, quasi settario, una droga da non poter condividere con nessuno. Ma Sergio la abbraccia, letteralmente; e l'alieno (lui) si scontra con l'alieno (l'altro) che pervade adesso il suo nuovo umore.


Il prof si dà una ripulita, ma non può soggiacere a lungo alle lusinghe sorridenti di un posto così innaturale, e dal modello alla Dale Cooper (innamoratosi della bellezza di Twin Peaks senza volerne cogliere i pericoli) diventa presto come il restauratore Stefano de La casa dalle finestre che ridono (tanto per citare due personaggi iconici ritrovatisi stranieri in un infido paesello), scontrandosi con il mistico segreto del luogo.

 


La religione cristiana, qui mai oltraggiata ma nemmeno preponderante nelle sue tipiche ritualità (come può invece avvenire in un qualsiasi film di possessioni demoniache, per esempio) è lo spunto per parlare, tra le righe, di quei meccanismi umani che spingono la gente a riunirsi nel dolore, a tenere gelosamente il riserbo, a far la fila come tossici in astinenza (non è un caso se prima della luminosità del luogo sacro, abbiamo un retro che sa di vicolo suburbano da spacciatori).




La splendida fotografia garantisce una calda freddezza dove occorre: paesaggi umidi, nebbiosi e isolati sono avvolgenti, e fanno da contraltare agli interni di legno e luci al neon.
Alcuni stacchi ricordano il Lynch di Twin Peaks (specie la serie del 2017) e sicuramente La valle dei sorrisi (che bisogna ribadirlo: è assolutamente originale!) ha assorbito qualcosa della produzione telecinematografica più recente, inconsciamente, ma senza doverla in nessun modo ricalcare: è qui la sua forza. Nel suo proporre qualcosa di nuovo, che riprende il filo del discorso "italian giallo" interrotto da troppo, con il coraggio di guardare oltre e proporre qualcosa di nuovo.




Spazi liminali, paesaggi lontani, personaggi ben scritti nel loro tormento, magari adulto, magari puberale: e infatti, oltre al dolore, è l'apocalisse adolescenziale l'elemento con cui tutti dovranno fare i conti.
Il bravissimo Giulio Feltri ha i tratti giusti per il ruolo di primo piano di Matteo Corbin, triste e tormentato ragazzino in preda a nuove emozioni cui dare forma; Paolo Pierobon (noto al grande pubblico come l'amato burattinaio De Silva nella serie Squadra Antimafia) è un padre a sua volta diviso tra un mesto passato e un presente che non sta più riuscendo a gestire.


Nel cast anche Romana Maggiora Vergano nei panni della locandiera Michela, anima fragile in cerca di una nuova normalità; Sergio Romano è il misterioso Pichler, altro elemento alieno ma non estraneo, mentre il sempre superbo Roberto Citran veste la tonaca di Don Attilio, forse il personaggio più particolare perché volutamente meno pronunciato, quindi sfuggente a una classificazione caratteriale precisa.



La pellicola del pugliese Paolo Strippoli (che segna un netto passo avanti dopo il già interessante A classic horror story, vedi QUI) sa giocare su contrasti e assonanze: una palestra scolastica e un luogo sacro che sembra una palestra scolastica; e c'è poi tanta differenza tra un bianco judoji e una tunica da taumaturgo? E la vecchia stazione, che è il segno tangibile di una ferita mai rimarginata.
La valle dei sorrisi affronta argomenti attualissimi e giovanili, come il bullismo (in un caso assurdamente simile a quanto avvenuto purtroppo nella nostra realtà proprio durante i giorni di programmazione del film), primi sentimenti, sport; bello e vero il rapporto di reciproco aiuto che si crea tra il nuovo docente e il giovane protagonista, fino al turbinio finale di eventi, forse liberatorio ma comunque disturbante e piacevolmente ambiguo.


L'opera (scritta dallo stesso Strippoli, con Jacopo Del Giudice e Milo Tissone) è infatti qui per non mostrarsi del tutto rassicurante - e meno male - tranne che sulla salute del cinema italiano di genere: sperando che possa riaprirsi una stagione proficua e valida, proprio a partire da La valle dei sorrisi.

18 commenti:

  1. Molto brutti e terroni i due come sempre i meridionali mostrano il loro mondo nella loro versione, un Twin Peaks tarocco senza anima che non sa coinvolgere con le immagini per invoiare a guardarlo.
    Le produzioni italiane sono inguardabili come tutte le europee se non ci sono le rarissime eccezioni riuscite.

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    1. Dillo senza piangere ora 🤣
      Questa è proprio una delle eccezioni riuscite, che non sono nemmeno poche (si vede che conosci poco e niente del cinema italiano). Garantisco io, che cinema e tv li conosco. Evita di commentare ulteriormente, specie da anonimo. Cancellerò ogni altro tuo messaggio, a prescindere.

      Moz-

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    2. Mai lette tante scemenze in una volta sola! Potrei citarne a dozine di grandi film italiani ed europei, e non pochi fra questi non asvrebbero nulla da invidiare nulla alle produzioni americane, perfino le più blasonate; certo che se poi uno si ferma solo alle fiction ed alla robaccia più recente...
      P.S. Almeno stare attenti alla punteggiatura, eh!

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    3. Concordo, sono un cultore del cinema italiano, e questo La valle dei sorrisi è una boccata d'ossigeno. Ci voleva, sperando che tanti acquisiscano questa lezione e vadano avanti così, come un tempo.

      Moz-

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  2. Visto il trailer e mi ispirava. E ho oensato a Twin Peaks, giuro! 😅
    Ecco, poi è dello stesso autore di A classic horror story, che già mi era piaciuto parecchio. Sta settimana se riesco me lo vedo.

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    1. Questo è un deciso passo in avanti rispetto a ACHR, quindi figurati... penso ti piacerà molto! 🔥💪

      Moz-

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  3. Scusa ma quel cartellone mi ha fatto pensare anche a me a twin peaks, come lo descrivi, penso sia nelle mie "corde". 🤗👋

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    1. Ma certo, immagino si un omaggio volutissimo :)

      Moz-

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  4. Interessante post, però avrei una domanda, sperando di non ricevere lo stesso trattamento riservato al commentatore anonimo. Perché scrivi prof meridionale? Esiste un rapporto tra lui e il contesto del film? Grazie e ciao

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    1. L'anonimo sa bene perché viene trattato in questo modo, non è nuovo a certe uscite stupide. E io mi diverto a prenderlo a parole e poi cancellargli le risposte, così si esaurisce e perde il suo tempo a stare qui da me 💙
      Ho scritto che è meridionale perché nel film viene da Taranto e si ritrova supplente in Friuli, è pugliese l'attore (Riondino) e anche il regista (Strippoli), quindi il fatto che il personaggio sia proprio del sud Italia immagino sia una sorta di auto-citazione.
      Il resto degli attori sono tutti del nord, invece.

      Moz-

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    2. Grazie, ora ho capito.
      Per la "diatriba" non voglio approfondire. 😉
      Buonanotte

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    3. Ti assicuro che non c'è molto da approfondire: l'anonimo da qualche anno ormai (ma chi glielo fa fare? 🤣) invia sempre messaggi di questo tipo, che provano a essere razzisti.
      Comunque, il film per me va visto, una ventata d'aria nuova al cinema italiano.

      Moz-

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    4. Perditempo, come me, un tempo che fu... Solo io poi ho capito che il web deve diventare un mezzo per costruire, non per distruggere.
      Grazie cmq per l'indicazione del film. Devo riprendere a frequentare i cinema, come ho fatto per il teatro dopo la pandemia. Buona giornata 💚👋

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    5. Io vorrei frequentarlo di più, ammetto. Per fortuna, andandoci poco, raramente becco film deludenti. Uno che mi ha mezzo deluso è stato Weapons... doveva sembrare chissà cosa...

      Moz-

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    6. Per me l'ultimo visto è "Io capitano". Bel film decisamente. Poi il nulla, confesso. Buon sabato 💚👋

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    7. Ecco, quello non l'ho visto!
      grazie e buon sabato a te! 😁💪

      Moz-

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  5. Una ventata d'aria fresca. Denso e scrittissimo, anche se con qualche problema di sceneggiatura nel finale. In una scena, mi sono commosso insieme a Riondino. Paradossalmente, ho pensato più a Twin Peaks che Midsommer nel trailer che davanti al film in sé!

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    1. Il finale, quel tipo di finale, non è mai stato tra i miei preferiti ma capisco bene la scelta. Però ne ho apprezzato l'ambiguità liberatoria.
      A me Midsommar non è venuto in mente (peraltro non mi ha fatto impazzire) e lo riconducono più alla prima opera (su Netflix) che a questo 🤓💪
      In ogni caso, gran film e spero si apra una nuova grandiosa stagione 🔥

      Moz-

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La possibilità di commentare da anonimo va e viene a seconda della mia presenza :)