MOOZIK - ESCO O RESTO (PIERO PELU')
Ho pensato: come ci si sente da stranieri?
No, non deportati, extracomunitari, profughi e emigranti.
Ma deportati, extracomunitari, profughi e emigranti dell'anima.
Avete mai la sensazione di essere stranieri in una terra che non vi appartiene? A me è successo, ma sono sempre preso dalla voglia di esplorare e conquistare quella terra.
Però so che non è così per tutti. Spesso ci si sente stranieri nella propria terra.
Come se ci fosse una barriera invisibile oltre la quale non si può andare; come se la barriera invisibile rappresentasse il nostro caldo mondo. Un utero.
Ho sempre pensato che il sentirsi stranieri è quell'impressione che provavo quando, al campo estivo con gli scout, ci facevano visitare i paesini attorno all'area del campeggio.
Arrivavi, e l'estate li aveva già parzialmente svuotati. Sempre ammesso che fossero mai stati pieni.
Arrivavi, e la gente era tra il contento e l'indifferente: era normale. Come una dimensione sospesa nel tempo e nello spazio, ovattata.
L'altro giorno ho visto dei turisti passeggiare qui da me. Non era una giornata particolarmente bella e calda, e il posto era semideserto. Devono essersi sentiti così, estranei, straniati.
Almeno, è quello che avrei provato io.
Ma credo ci si possa muovere, si possa far propria quella terra. E poi partire ancora e ancora.
Essere stranieri forse, per me, è il non-appartenere ma riuscire a conquistare. E poi ripartire.
Come dice la canzone che ho linkato "pistolero, dove vai ti sembra sempre di essere straniero, sotto un altro cielo con il suo mistero... con il tuo doppio..."
No, non deportati, extracomunitari, profughi e emigranti.
Ma deportati, extracomunitari, profughi e emigranti dell'anima.
Avete mai la sensazione di essere stranieri in una terra che non vi appartiene? A me è successo, ma sono sempre preso dalla voglia di esplorare e conquistare quella terra.
Però so che non è così per tutti. Spesso ci si sente stranieri nella propria terra.
Come se ci fosse una barriera invisibile oltre la quale non si può andare; come se la barriera invisibile rappresentasse il nostro caldo mondo. Un utero.
Ho sempre pensato che il sentirsi stranieri è quell'impressione che provavo quando, al campo estivo con gli scout, ci facevano visitare i paesini attorno all'area del campeggio.
Arrivavi, e l'estate li aveva già parzialmente svuotati. Sempre ammesso che fossero mai stati pieni.
Arrivavi, e la gente era tra il contento e l'indifferente: era normale. Come una dimensione sospesa nel tempo e nello spazio, ovattata.
L'altro giorno ho visto dei turisti passeggiare qui da me. Non era una giornata particolarmente bella e calda, e il posto era semideserto. Devono essersi sentiti così, estranei, straniati.
Almeno, è quello che avrei provato io.
Ma credo ci si possa muovere, si possa far propria quella terra. E poi partire ancora e ancora.
Essere stranieri forse, per me, è il non-appartenere ma riuscire a conquistare. E poi ripartire.
Come dice la canzone che ho linkato "pistolero, dove vai ti sembra sempre di essere straniero, sotto un altro cielo con il suo mistero... con il tuo doppio..."
Ci si sente smarriti,persi in una terra che non si può considerare "nostra". Sopratutto se ti accolgono disprezzandoti,come se fossi un insetto o qualcosa di più schifoso. Non tutti abbiamo una tolleranza,anzi..possiamo dire che chi ci governa è cattivo,privo di umanità. Basta sentire cosa scrivono certi politici d'oggi che onestamente mi fanno più schifo loro che qualsiasi altra persona sulla terra. C'è tanta mancanza di umanità. Tanta.
RispondiEliminaUn bacio Mozzinobbello :*
Ciao Phibi!
EliminaE' vero, l'umanità negli altri manca, manca in noi stessi.
Io ad esempio sono piuttosto indifferente al sentirsi stranieri in senso fisico, ma non per cattiveria: non è un argomento che per ora mi colpisce (profughi ecc). Mentre il sentirsi stranieri internamente, sì... è un argomento che mi piace^^
Moz-
A me per sentirmi straniero non occorre andare in un paesino dell'entroterra o fuori regione, basta che sia nel mio paese, tra la "mia" gente. Tu, a differenza mia, sei molto attivo nel tuo paese - per lavoro e/o passione/i - io, invece cerco di estraniarmi da tutto perché quel tutto, per me, non mi riguarda. Stranamente mi sento meno estraneo in un paese che non conosco, perché mi sento più invisibile.
RispondiEliminaNon so, forse sono io che lo voglio, o forse è la vita che lo vuole per me, ma a me piace vivere al margine delle situazioni, non comparire, non essere riconosciuto, non integrarmi nei posti come bar, chalet, pro loco, o peggio ancora organizzazioni politiche... sono un solitario e mi sta bene così.
Ispy 2.0
Anche io sono sempre combattuto tra il vivere intensamente e il vivere ai margini; di fatto, darei fuoco a gran parte della gente che non considero degna di me XD
EliminaPerò queste due fasi possono convivere, alternandosi. Ma voglio comunque cercare di vivere pienamente ogni cosa...
Moz-
Capita spesso anche a me ed è un'emozione che mi piace rincorrere e vivere. Mi fa sentire libera, una sensazione che vivendo in paesino quale il mio è quasi impossibile provare. Da straniera vedo con altri occhi così tante cose, mi piace osservare, rinchiudermi fra i miei pensieri e mettermi in gioco. Sì, questa è la parte che amo maggiormente durante un trasferimento o durante un breve viaggio. Tu sei un avventuriero, ti piace conquistare quel luogo, a me piace mantenere quella distanza per più tempo possibile per ritrovarmi....
RispondiEliminaE' passato molto tempo dall'ultima mia visita, ho sempre detto che sarei stata più presente, credo sia la volta buona..
Ti auguro una serena notte..
Marianna
Ciao Marianna e ben trovata! :)
EliminaE' vero, c'è sempre quel brivido particolare, e ho riflettuto su una cosa: si tratta di sensazioni momentanee (o di luoghi precisi dati in un determinato momento morto della giornata) a farci sentire stranieri che non riescono ad afferrare qualcosa.
Moz-
Ma grazie :)
EliminaSai, pensandoci forse hai ragione, però sono piccoli istanti di raccoglimento interiore che mi mettono quiete, per una volta.
Ogni mio passaggio qui è segnato da una grafica nuova ed accattivante! Anche io ho stravolto un po' le cose, pensa anche il secolare blog di Sally è radicalmente cambiato.
Un sorrisone!
Marianna
Sì, ci sono passato! Aspetto nuovi post per rituffarmi nel tuo mondo^^
EliminaMoz-
boh, a volte mi sento straniero anche a Cinisello Balsamo, vedi te.....
RispondiEliminaAhahaa, appunto... capita ovunque^^
EliminaMoz-
Ultimamente mi sento troppo estraneo e straniero alle cose...
RispondiEliminaMi dispiace davvero, perchè vorrei sentirmi a casa
Hai smarrito te stesso? O non riesci a afferrare il tempo?
EliminaPuò capitare...
Moz-
Io sono straniero a Roma e molto più di casa Procida, Ponza, Sifnos, Creta, parchi nazionali d'Abruzzo o Simbruini, insomma ovunque mi senta montare il sorriso.. ma soprattutto, visto il feeling che ci attrae, vorrei la cittadinanza onoraria di Pianella. dentro un ristorante possibilmente.
RispondiEliminaAahah Pianella :):):):)
EliminaSì ma hai scordato Cipro! Lì non eri straniero per nulla, e mi hai richiesto mille fottuti euro^^
EliminaMoz-
A leggerlo considerando la dinamica degli altri, anche questo post è "straniero".
RispondiEliminaBeh, mi sembra giusto così, allora... :)
EliminaMoz-
Il senso di casa è davvero molto relativo. Ho sempre considerato un luogo alieno il centro della mia città, Firenze, mentre mi sono sentito a casa fin dal mio primo giorno a Stoccolma.
RispondiEliminaIn ogni caso più di tutto sono legato ai luoghi dove ho trascorso la mia infanzia che per me sono diventati paesaggi dell'anima.
Quello vale anche per me. I luoghi della mia infanzia (che poi collimano spesso con quelli attuali) sono seminali pure per me, imprescindibili.
EliminaMoz-
Sì, anch'io li visito spesso, almeno due di essi. Uno è a un chilometro da dove sto adesso, un altro a 5 chilometri e il terzo, quello più distante, a circa 65 km.
EliminaSostanzialmente vicini. Bellissimo **
EliminaMoz-
Avete mai la sensazione di essere stranieri in una terra che non vi appartiene?
RispondiEliminaSinceramente no. Nel mio paese, nella mia casa, mi sento a casa e mi appartiene. Ma allo stesso tempo, quando mi trovo in altri luoghi "che non mi appartengono" non mi sento estraneo, sento solo che mi sta dando emozioni diverse. Libertà, bellezza, rilassatezza, eccitazione e così via
Ho riflettuto sulle parole, ed è vero. Ma ci sono posti dove ti senti accolto in modo diverso, da estraneo. Come se non riuscissi ad afferrare la vita di quel mondo. Ma mi accorgo che si tratta di momenti (fisici o dell'anima).
EliminaMoz-
Vieni accolto per ciò che sei. Ma dipende dove vai. A Parigi ad esempio, per parlare di un viaggio recente e lontano, non ti senti (o almeno non mi sono sentito) affatto estraneo. Tutti a Parigi possono sembrare parigini e allo stesso tempo sembrare estranei :)
EliminaLe città riescono meglio ad accoglierti. Ma i paesini dell'entroterra, con giornate non bellissime e in orari smorti, secondo me ti rendono estraneo^^
EliminaMoz-
Vi inviterei volentieri tutti nel mio paesino, sotto gli occhi riflettori dei paesani che vedrebbero me con voi (estranei per loro), vi punterebbero facendovi imbarazzare e non esistono orari morti XD
EliminaMarianna
Non è una cosa che mi preoccupa, se hanno da guardare significa che c'è qualcosa da vedere :)
EliminaMoz-
Esatto Moz, che guardino e ci invidino xD
EliminaAnche io abito in un paesino, ma, sarà che io non ho quel modo di fare, non mi sembra che la gente venga "squadrata" e additata
sai però qual è il bello dell'essere straniero: puoi chiedere il perché di tutto, come fanno i bambini. Non sei tenuto a saperlo :)
RispondiEliminaVero, verissimo! :)
EliminaMoz-
Sicuramente non deve essere una situazione facile, anche perchè queste persone solitamente fuggono per necessità, non per scelta, quindi... la loro "interiorità" cambia, visto che parliamo di anima. Essere "profughi dell'anima", certamente, è uno stato molto particolare, che modifica ogni percezione di chi lo vive.
RispondiEliminaNon parlavo di chi fugge per necessità, non mi riferivo ai profughi reali (sono argomenti verso cui non provo molta empatia) ma alla sensazione che si prova a sentirsi stranieri anche nel proprio mondo.
EliminaChe poi è proprio la sensazione che descrivi^^
Moz-
Il titolo si ispira al fumetto di Moore?
RispondiEliminaTitolo a parte, credo sia uno stato d'animo che presto o tardi abbiamo vissuto tutti.
Quindi non è tanto il posto ( anche perché è sempre una nostra scelta trovarci in un determinato punto e momento), ma la nostra forma mentis.
Io però stranamente adoro posti abbandonati e desertici e le case fatiscenti, evidentemente il mio io è peggio di Bejelit, ossia sbiellato più che mai. :-p
Sì, sia al fumetto che alla canzone :)
EliminaAnche io adoro i posti che citi, tipo vecchie masserie abbandonate da esplorare nel caldo delle ore centrali... Ma ci sono luoghi -perché come dici è una nostra forma mentis del momento- che davvero sembrano non accoglierci, o sfuggirci.
Moz-
Viaggiare nobilita l'uomo ... e forse dipende proprio da quella sensazione che hai spiegato te. Comunque capita spesso anche a me e credo (o almeno spero) che sia normale.
RispondiEliminaSì, credo sia normale. A me è successo più volte (tipo la sera in qualche paesino, e la sensazione l'ho provata spesso da scout)^^
EliminaMoz-
Non bisogna mai sentirsi stranieri per conto mio o corriamo il rischio di esserlo sulla stessa nostra porta di casa
RispondiEliminaA volte non dipende sempre da noi, ma dal tempo e lo spazio.
EliminaPerò, sì... almeno nei nostri luoghi non dovremmo mai esserlo^^
Moz-
Io vorrei sentirmi straniera più spesso...quella "dimensione sospesa nel tempo e nello spazio, ovattata." che descrivi mi è sempre piaciuta e mi fa star bene...! Anzi, quando la vivo me la godo a pieno... è come sparire, è come essere per un momento in stand by con se stessi, è come non essere nessuno nella terra di nessuno e sapere che di lì a poco ricomincerai. Ad essere quello che sei o forse altro, se vuoi, se puoi. E' un black out dell'anima che mi rapisce...
RispondiEliminaInfatti non sempre è una sensazione sgradevole; forse lo diventa quando non si riesce mai ad afferrare la propria vita...
EliminaPerò momenti così sono persino piacevoli, come essere bloccati tra due dimensioni^^
Moz-
Il considerare altri luoghi (fisici e non) casa, dici? Sì, a me capita di continuo. Vivo con passività il luogo in cui mi trovo ora (casa dei miei, il paese dove son nata e crescita). Non lo sento parte di me. Mi sento straniera nel luogo nell'anima. Ma a volte, basta essere con la persona giusta, o col giusto raggio di sole a colpirti che, per un attimo, quella strana sensazione se ne va. Insomma, è un continuo essere e non essere nel posto giusto.
RispondiEliminaVero anche questo. Una battaglia continua con noi stessi...
Elimina...e coi luoghi che ci circondano. Luoghi comuni, spesso.
Moz-
Durante il periodo berlusconiano mi sentivo molto a disagio qui, nel mio Paese, straniera.
RispondiEliminaQuando andavo all'estero, incontrando persone che non avrei più rivisto, dicevo di essere svizzera ticinese, per giustificare la lingua.
Cristiana
Io mi sento molto peggio nel periodo renziano XD
EliminaMoz-
Io no, non c'è alterttanta nefandezza.
EliminaRenzi durerà l'espace d'un matin, quello è durato 20 anni, come il fascismo .
Cri
Renzi fa più danni, vedrai... :(
EliminaMoz-
Molte volte capita di sentirsi bene in altri luoghi, tranne dove si vive abitualmente.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Purtroppo anche questa è una realtà.
EliminaMoz-
Ciao Moz, quello che riesce a farmi sentire veramente straniera anche se sono a casa mia è il cielo troppo azzurro e profondo. E' una sorta di estraneità dell'anima, a volte molto dolorosa.
RispondiEliminaUn abbraccio e felice serata.
Antonella
Uh, interessante questa cosa! Come mai? C'è un qualche motivo?
EliminaMoz-
Io mi sento straniera nel paesino dove sono tornata ad abitare dopo tre anni e mezzo in appartamento a Padova... Beh, più che straniera, mi sento stretta. Tantissima gente ci si trova bene, ma non è un ambiente fatto per me. Non vedo l'ora di trasferirmi di nuovo in una città e spero di poterlo fare presto!
RispondiEliminaSì, sento spesso di gente a cui i paesini stanno stretti.
EliminaSpesso mi chiedo perché. Ok, l'offerta di una città è ultra-maggiore, ma ci sono anche molti contro XD
Moz-
Mi sento straniera ogni volta che visito un posto nuovo.Con un senso di libertà esagerato,quasi fossi invisibile agli altri.Certi luoghi dell'anima,invece,anche se abbandonati da anni, esercitano un richiamo quasi magico.Quando posso ci ritorno,anzi mi ci immergo,e sto bene,mi sento protetta.
RispondiEliminaQuoto totalmente il tuo commento.
EliminaI luoghi dell'anima sono magici, hanno come una patina che li sospende nei ricordi :)
Moz-
Più che posti ci sono dei momenti in cui mi sento fuori luogo. Ma è una sensazione che scaturisce dalla poca empatia con gli altri. Ciao Moz!
RispondiEliminaSe non ti trovi in situazioni "giuste" può succedere, sì.
EliminaIo cerco di adattarmi comunque, alla fine ho capito che siamo tutti umani... alcuni da bruciare, altri meno XD
Moz-
E' un dato di fatto che io sia letteralmente straniera nei molti spostamenti che faccio e che, comunque, amo fare. Faccio sempre il possibile per sentimi a mio agio e mettere a loro agio chi mi sta attorno. Il luogo che mi fa sentire bene è casa mia, non quella fatta di mattoni ma la casa dentro me, quella che mi fa sentire il più possibile serena. In questi giorni sono tornata nel mio piccolo paese del Piemonte e osservando tutto il verde che mi circonda e che contrasta con il bellissimo cielo azzurro , il canto degli uccelli (perchè qui si sente ancora il canto degli uccelli) devo confessare a me stessa che, anche se qui ho le mie radici, mi sento straniera. Questa sensazione mi da molta tristezza perchè invece vorrei provare quel senso naturale di appartenere a questa terra ed alla gente, mi sento straniera in casa mia e vorrei essere altrove.
RispondiEliminaCiao caro Moz
Sì, posso immaginare che non sia propriamente piacevole come sensazione... ma di contro tu fai il possibile per sentirti a tuo agio e mettere gli altri a tuo agio, è una grandissima cosa^^
EliminaMoz-
Caio, Moz! Gran bel post, questo...il senso di estraneità è qualcosa che prima o poi proviamo tutti lungo il cammino della vita. A me è capitato più spesso tra le mura di casa che fuori, nel mondo. So che non è solo una mia esperienza, i commenti prima lo confermano. Credo siano passaggi e stati che, in un modo o nell'altro, aiutano a crescere, cambiare, adattarsi... Condivido questo tuo post nella comunità #adotta1blogger perché mi piace! Abbraccio :)
RispondiEliminaIo ancora non capisco dove si trova questa comunità, ma va bene così... mi fido della superbiondona^^
EliminaSì, credo anche io che in ogni caso tutto ciò che proviamo -anche sensazioni come quelle descritte, in bene o in male- aiutino a crescere!^^
Moz-
non mi addentro, come non hai fatto intelligentemente tu, nella questione politica, perché il "politichese", decisamente non è lingua che mi appartenga... ciò posto, sono dell'opinione che, almeno una volta nella vita, mi piacerebbe perdermi nei meandri di un luogo sconosciuto, per vedere se me stessa ha la necessità di una casa, come concetto non come struttura, per sentirsi davvero lei
RispondiEliminaSì, non ho mai voluto parlare dei profughi reali, è un argomento che sostanzialmente non interessa questo blog.
EliminaBellissimo quel che dici, davvero. Il concetto di casa come appartenenza... come sentirsi vivi e parte di un insieme (non per forza con altri esseri umani)
Moz-
Personalmente adoro la sensazione del sentirsi stranieri in una terra nuova, è anche per questo che amo viaggiare all'estero. Io però, al contrario, non mi sento limitata ma mi sento più libera di fare quello che voglio, perchè non mi conosce nessuno e nessuno si aspetta qualcosa da me. Devo dire però che fuori dall'Italia non mi sono mai sentita così estranea come dici tu, un posto che mi ha fatto sentire così è stato un paesino in Molise!
RispondiEliminaUhh, ora sono curiosissimo. Cosa c'era in quel paesino, e perché ti sei sentita così??
EliminaMoz-
Io mi sento straniera in situazioni strane, per esempio all'inizio di un nuovo corso, quando non conosci nessuno. Oppure quando entro la prima volta in un cinema.
RispondiEliminaIn viaggio invece non mi sento mai straniera, o meglio, sono talmente a mio agio che non ci faccio caso.
A me il cinema, quando scosti i pesanti drappi... mamma mia, mi fa entrare proprio in un'altra dimensione!! **
EliminaMoz-
Io alle volte mi sento smarrito temporalmente, a guardarmi attorno e constatare che non è più il 2006 o il 2004 o il 2000 o il 1998...
RispondiEliminaUh, a chi lo dici!! Ma quanto è bello quando hai la sensazione di essere nel 1992? *__*
EliminaMoz-
Conosco bene la sensazione di smarrimento dell'essere straniero... la adoro, e ne sono completamente dipendente :D
RispondiEliminaC'è sempre l'altro lato della medaglia!
Vero, non per forza dev'essere una cosa brutta, anzi! E' una sensazione come molte, particolare, anche fica^^
EliminaMoz-
Che bel post lirico, Moz! Io mi sentivo straniera in Italia prima di traferirmi altrove, poi mi sono sentita decisamente italiana, ma anche un po' straniera... insomma, non mi sento di appartenere davvero a nessun posto, ma mantengo una spiccata preferenza per l'Italia :-)
RispondiEliminaEh, checché se ne dica, impossibile non amare questa nostra Grande Nazione :)
EliminaMoz-