[CINEKIDS] Stand by me e la stagione dell'adolescenza (di Mick)



Oggi lascio spazio al grande Mick del blog Pulp Standoff (visitatelo QUI): con lui ho pensato questa nuova rubrica fissa, dal titolo Cinekids, dove si parlerà di film con ragazzini protagonisti.
Non si tratta di una semplice recensione, ma di una riflessione, e di tanti ricordi, che il titolo proposto può portare con sé.
E come non iniziare da Stand by me, opera-simbolo del Moz O'Clock stesso e della mia persona?
Ebbene, cedo la parola a Mick perché oggi l'onore di parlarne è tutto suo, e non si poteva iniziare meglio!

Correva l’estate del 1999 e dopo l’ennesima giornata passata a giocare a calcio in spiaggia per poi scorrazzare in bici finché non giungeva l’ora di riporre in garage il bolide, con annessa cena ristoratrice, mi spalmavo davanti alla TV in cerca di qualcosa di interessante quando mi passa davanti un film in cui quattro ragazzi si imbarcano in un’avventura incredibile alla ricerca di un cadavere.
Ma io questa storia la conosco, mi dico. E certo, l’avevo letta qualche settimana prima in quella che è diventata la mia raccolta di racconti preferita di Stephen King: Stagioni Diverse.



Stand By Me - ricordo di un’estate è un inno all’amicizia e anche alle stagioni perdute della vita. Gordie, Chris, Teddy e Vern sono quattro amici accomunati dallo spirito dell’avventura che condividono un legame di amicizia talmente profondo da far superare loro le piccole differenze caratteriali in una fase della crescita molto delicata che è la stagione dell’adolescenza.
Per me King si riferiva proprio a questo con il titolo dell’antologia.
L’adolescenza non è semplicemente una fase della vita che inizia e finisce ma come una stagione passa e fa sentire la sua eco nelle altre fasi della crescita perché è quella più complessa, la fase in cui entri che sei un moccioso con la testa piena di belle speranze e sogni e ne esci più adulto, in alcuni casi disilluso, in altri casi convinto che quei sogni siano la tua ragione di vita, in ogni caso, però, pronto ad affrontare il resto della vita.
E non finisce qui perché l’adolescenza è una stagione del cuore per cui rimane sempre con te attraverso ricordi, sensazioni, pensieri. Echi potenti di una stagione diversa.



Nel film il pretesto per partire all’avventura è la notizia di un cadavere sbalzato da un incidente ferroviario.
Una cosa ripugnante per qualsiasi adulto ma non per un gruppo di dodicenni o poco più che vedrà nella ricerca del corpo uno scopo fondamentale.
Quanti di noi non sarebbero partiti a razzo sapendo che c’era un cadavere a pochi chilometri da casa, per quanto questo possa suonare macabro?




E poi c’è la tenacia di fronte alle difficoltà, il fare gruppo di fronte al pericolo.
Tutti noi crescendo abbiamo incontrato dei prepotenti, dei bulli, o come nel caso di Ace Merrill un criminale in erba.
I ragazzi si fanno scudo l’un l’altro in una sfida che qualsiasi adulto definirebbe assurda e anche pericolosa quando nella mano di Merrill compare un coltello.
La compagnia del cadavere però non si scompone e affronta il pericolo avendone anche ragione.



Stand By Me è un grande film, un film che racconta una storia immaginaria con personaggi immaginari ma che al tempo stesso è realistica, potrebbe anche essere una delle nostre storie.
È un film a cui voglio bene come a una persona perché da quella sera del 1999 di anni ne sono passati tanti e il film l’ho visto parecchie volte ma tutte le volte, ogni singola volta, rido alle battute di Teddy, mi commuovo di fronte all’umanità di Gordie, mi impietosisco per la situazione di Chris, sorrido per la simpatia di Vern e mi innervosisco per i modi di Ace Merrill.
Con gli anni ho anche realizzato una cosa: in questa storia non c’è posto per gli adulti. E questa cosa è tanta, tanta roba.
Buona vita, gente.


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40 commenti:

  1. Un film meraviglioso scritto da un eccezionale King. Lo Stephen King che amo di più, che può far serenamente a meno di mostri e orrore facile, perché i mostri li abbiamo quotidianamente accanto, e possono essere anche più spaventosi, ma quando qualcuno ce li narra delicatamente diventano cinema fantastico, e possono commuovere come pochissimi altri. Merito quindi anche a Reiner, che traspone il racconto in una pellicola delicata e ricca di significato. E grazie di cuore a Mick, per averlo ricordato a tutti noi.

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    1. Assolutamente, l'orrore quotidiano di King, che a sua volta ahimè si fa sempre mostro, qui diventa quotidiano e basta, umano anzi ragazzino. Un testamento totale, che esiste però anche e soprattutto grazie a Reiner 🔥💪

      Moz-

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    2. E' vero, Franco. Il King migliore è quello che si confronta con gli orrori del reale. Non per niente i suoi lavori che più apprezzo sono quelli in cui i mostri sono frutto dell'immaginazione dei protagonisti.

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    3. Tipo IT, appunto... uno Stand by me col mostro^^

      Moz-

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  2. Ma infatti mi permetto di dire che senza Reiner, che ha davvero colto lo spirito della cosa al di là di King, non ci sarebbe stato un cult simile... 😍🤩🤓

    Moz-

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  3. E' un vero peccato che io questo film lo abbia guardato per intero solo pochi anni fa e fuori tempo massimo. L'avessi visto da ragazzina, sarebbe diventato sicuramente uno dei miei cult, invece è rimasto "solo" un film commovente e delizioso.

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    1. Mi sento di dirti (e di densing): non è mai troppo tardi.
      La scorsa estate ce lo siamo rivisti una sera, e il giorno dopo siamo andati al fiume XD

      Moz-

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  4. Bella la definizione di "memoria condivisa". A volte quando trovi la storia giusta e il regista giusto nascono queste perle

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  5. "Con gli anni ho anche realizzato una cosa: in questa storia non c’è posto per gli adulti".

    Beh, Mick, in effetti è una succosa metafora. E' vero che i genitori devono essere vicini ai loro figli nell'adolescenza, anche per evitare "derive pericolose" (specie oggi nell'età dei social), ma è altrettanto vero che in questo momento della vita per certe cose si deve essere giocoforza da soli e condividere esperienze con i propri amici fidati.
    Il periodo tra i 12 e i 14 anni resta davvero nel cuore, davvero...

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    1. E' quel periodo in cui le esperienze di permettono di maturare ma c'è ancora quella spensieratezza per non prenderle troppo sul serio e in questo Stand By Me è centratissimo: un adulto avrebbe chiamato la polizia per il cadavere, i ragazzi invece sono andati a cercarlo.

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    2. Esatto, SBM ha catturato la forza di quel periodo: spensieratezza ma proiezione verso un'età adulta.
      C'è ancora spazio per giochi, sogni e fantasia, ma anche per cose serie... non so, È IL MIO film, descrive non solo me a 12 anni, ma anche me SEMPRE... non sono mai cresciuto, sono sempre stato by me... :)

      Moz-

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  6. Esatto: è quasi una canonizzazione dell'amicizia maschile da ragazzini. Incredibile.

    Moz-

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  7. Uno dei mieie film preferiti, mi sono premurata di farlo vedere ai miei figli non appena sono stati abbastanza grandi e ora lo amano anche loro ^___^

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    1. Ottimo davvero... è giusto che lo abbiano visto, ed era scontato che lo potessero amare anche loro^^

      Moz-

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  8. Assurda coincidenza, rivisto proprio giorni fa, ne scriverò venerdì, anzi, già scritto ed ovviamente, giustamente, proprio in questi stessi termini. Non è il MIO film ma è comunque un grande film ;)

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    1. Yes!!
      Qui è un titolo sempre benvenuto, sia se parte da me, sia per i guest come in questo caso :D

      Moz-

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  9. Stand By Me è l'inno al cinema adolescenziale che porta verso una certa maturazione del mondo che sarà dopo questa fase dell'esistenza. Mick ha riportato alla perfezione quello che è il vero senso di fondo dell'opera basata sul romanzo di Stephen King, uno scrittore che non è solo pagliacci e mostri, ma anche riflessivo e romantico.
    Quella di Stand By Me non è un'avventura in stile "Goonies", non è fantascienza in stile "E.T." ma è un ritratto delle dure leggi a cui un gruppo di ragazzi coraggiosi (verso la vita) fanno riferimento inconsapevolmente, scoprendo qualcosa di sé minuto dopo minuto.L'unione fa la forza ma attenzione perché il peggior nemico dell'amicizia è il tempo, il crescere.
    È la loro innocenza (al di là dei loro singoli caratteri) a rendere questo film qualcosa PER gli adulti ma non CON gli adulti. Il finale è un chiaro riferimento che la vita prima o poi riserva qualcosa di diverso per ognuno di noi.
    La cosa interessante è che ciascuno dei ragazzini incarna un sentimento e una condizione esistenziale: questo rende Stand By Me un film che potrebbe insegnare molto alle generazioni di oggi, ormai lontane dai vecchi modelli formativi che noi conosciamo

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    1. Hai colpito un punto di pressione quando scrivi che "il peggior nemico dell'amicizia è il crescere" poiché il tempo della crescita a volte stronca amicizie che da piccoli sembravano rocciose. Per fortuna non va sempre così, però.

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    2. Eppure in verità, in verità vi dico: i ragazzini di oggi adorano SBM.
      E il merito è anche di Stranger Things che glielo ha fatto scoprire...!^^

      Moz-

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  10. Ho visto questo film molti anni fa, ma purtroppo non lo ricordo affatto.
    Lo stesso non si può dire di altre pellicole aventi come protagonisti i ragazzini.
    Seguirò con piacere questa rubrica, sperando di trovarne qualcuna delle mie preferite.
    Bravi Moz e Mick.

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    1. Tanto per farvi un esempio, mi viene in mente "Papà ho trovato un amico".
      Uh quante lacrime.
      Non vorrei che Moz ne avesse già parlato, però.

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    2. No, mai!
      Ed è un piccolo cult sebbene il titolo vuole rifarsi a Mamma ho perso l'aereo (visto che l'attore è lo stesso)^^

      Moz-

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    3. Mi sembra di non averlo visto. E' consigliato un recupero?

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    4. Non male, dovrebbe esistere anche un sequel.

      Moz-

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    5. Claudia scrive:
      Miiiiiick!!! È obbligatorio un recupero. Altro che! Come puoi avere circa la mia età e non aver pianto due ore per SPOILER!
      Ancora mi si stringe lo stomaco, se ci penso.

      Moz-

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  11. Stand by Me verga indelebilmente la mia adolescenza. Non solo è il mio film preferito, (dove il film in questo caso è più potente del romanzo stesso di King) ma è una sorta di testamento scritto di quegli anni. Ripercorro in questo film gli anni dei protagonisti, perché ho avuto la fortuna di vivere una preadolescenza molto kinghiana. Questo mi ha sempre reso così vicino e così amico dei personaggi di King, come i bambini di It, e questo film non può che fare il paio col mio romanzo preferito, It stesso, che per me è l'apoteosi dell'amicizia e della lotta ai mostri della vita e al (non) voler diventare grandi. ;)

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    1. E' con opere come questa che King riesce a dare il suo meglio, poi che riesca anche a gestire la componente horror è un valore aggiunto. Quando presenta l'adolescenza e i rapporti che si instaurano durante quella fase ha una profondità narrativa anche superiore a qualche classico del genere.

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    2. Esattamente. King riesce bene a descrivere certe fasi, ma Reiner qui ha fatto il capolavoro assoluto.
      Comunque, per fortuna, anche io ho vissuto quegli anni lì come fosse uno SBM :)

      Moz-

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  12. Un film meraviglioso.
    Una tappa di passaggio.
    Indipendentemente dalla generazione a cui si appartiene.
    King, quando non scomoda i mostri, lo amo ancora di più. Consiglio Joyland, romanzo di formazione suo sottovalutatissimo.

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    1. Ora sono curioso anche io :)
      Vero, viva King senza mostri... effetto Dylan Dog (o meglio, Dyd ha l'effetto King)^^

      Moz-

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  13. un colpo al cuore ogni volta che ne parliamo qui al MOC, e poi ha ispirato Stranger Thing senza ombra di dubbio! è da un po'che non lo vedo, penso che lo farò nel fine settimana!

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    1. Io questa estate, ultima volta... ma lo devo rivedere ogni cazzo di anno!^^

      Moz-

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  14. Ottima partenza per la nuova rubrica, Mick!
    Ti dirò, il film l'ho visto tanti anni fa la prima volta ma non ci avevo prestato abbastanza attenzione e quindi ne avevo un ricordo vago. Poi, a forza di essere un must di Moz che ce ne parla spesso e volentieri, qualche tempo fa mi sono decisa a guardarlo nuovamente. È un film che può sicuramente essere un punto di riferimento per dei ragazzi. Forse se lo avessi visto a quella stessa età pure io, ne avrei tratto le tue stesse considerazioni. Ma con lo sguardo disincanto dell'adulta lo reputo una bella storia e niente più.

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    1. È un peccato, però... Non c'è modo di tornare a uno sguardo preadolescente?
      Sarebbe fighissimo, per stupirsene, per godersi questa e tante opere.
      Chissà se la magia si può fare!!

      Moz-

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  15. Magari nella storia non c'è posto per gli adulti, ma da adulto io continuo a godermi questo capolavoro, lo riguardo periodicamente! :--)

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  16. Mah...?
    Son d’accordo con Mariella.
    Anche a me non fa né caldo né freddo.
    Sarà un problema generazionale non saprei...alla fine mi resta il senso di bella favoletta e niente di più.
    Ti dico che ho amato di più IT e poi non penso
    sinceramente che sto film resterà per le generazioni a venire un manifesto delle età dell’adolescenza.
    Perdonami la penso più come una delle tante americanate dove i ragazzi possono pure entusiasmarsi ma non riconoscersi.... per dirti credo di più a quelli che dicono di avere nostalgia dei Ragazzi della Terza C che a quelli che hanno nostalgia di Happy Days, per farti capire😂
    Comunque bravo Mick


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    1. Oddio, però i fatti stessi smentiscono quel che dici, nel senso che è un cultissimo per chi c'era (chi lo ha visto negli anni '80) ma anche chi lo ha visto negli anni 2000...
      Poi, ispirazione per Stranger Things che è una serie recentissima e amatissima dai ragazzini di oggi (oltre che dai ragazzini di ieri)^^

      Moz-

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  17. Meglio così che i fatti smentiscano quello che penso!😁
    Io parlo per quelli che conosco io.
    Te sicuramente hai un bacino di ragazzini più grande a cui far riferimento.
    Di quelli della mia età ti assicuro che c’è ne sono ben pochi che l’hanno “amato” così tanto o almeno nel senso che gli attribuite voi.
    Poi non voglio fare il solito bastian contrario ....-;)

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