[RIVISTE] Anime Cult 26, ecco com'è!

 

Un numero davvero tutto o quasi anni Novanta, questo.
E con taaaaanto di me: davvero, ho tantissime pagine tutte firmate MikiMoz, stavolta.
Apro il nuovo Anime Cult ma sono massicciamente presente anche nel dossier interno dedicato alle CLAMP. 
E spero di aver scelto un approccio inedito, divertente e che possa piacervi.



Ecco il menù di questo frizzantissimo ventiseiesimo numero, con cui speriamo di potervi portare dritti in un decennio magico:



Apro io, con una retrospettiva su estetica, tematiche, design e atmosfere che hanno segnato gli anni '90, tra contaminazioni e una finestra su dove stava andando il mondo.
È un articolo che segue quello analogo, sugli anni '80, pubblicato nel numero 10.
E, come allora, si avvale del prezioso contributo iconografico di Ivan Ricci, che conoscete per essere il grafico di vari prodotti Sprea.
Sono dieci pagine che rispecchiano appieno tutto ciò che amo e come amo esplorare i decenni.
In un certo senso, questo spazio anticipa e completa anche certe tematiche che poi saranno affrontate nelle pagine sulle CLAMP, come l'esoterismo, le nuove maghette e i sentori apocalittici di fine millennio.




Emmanuel Grossi conclude l'intervista al direttore del doppiaggio (e doppiatore) Federico Danti, che come la prima volta racconta aneddoti e particolari in assoluta esclusiva.






Un salto nel passato, con Massimo Manfredi e Maurizio Ercole, per una intervista a Giovanni Carozzo, personalità legata alla primissima invasione giapponese in Italia.






Sempre dal lontano passato, un anime amatissimo ma da tempo scomparso dai radar: è Fabrizio Ponciroli a parlarci de La spada di King Arthur, con le sue due stagioni e le particolarità delle stesse.





Ed eccoci al dossier sulle CLAMP.
Una panoramica sulla storia di questo gruppo, by Alessandro Bottero, nato nel contesto delle produzioni amatoriali e poi diventato tra i più influenti sul mercato fumettistico giapponese.







Il mio primo intervento è, o spero possa essere, particolare: prendendo le opere delle CLAMP in Italia (e le loro versioni animate disponibili sul nostro mercato) traccio una linea che, proprio attraverso questi titoli, ci mostra come nel tempo è cambiato l'approccio tricolore verso gli anime e i manga. Tra censure, cambiamenti e rinnovamenti.





E quindi ecco che si parla delle opere vere e proprie: da RG Veda, la prima da professioniste, passando per Chobits, la prima del nuovo millennio.





E poi provo a fare un'altra cosa particolare: sì, parlo ancora delle opere principali delle CLAMP ma per analogie. Prima affronto tutte quelle ambientate nell'Istituto Clamp (ripercorrendo la storia stessa di questa particolare scuola)...





...e poi tratto il filo rosso che da Tokyo Babylon porta a quel capolavoro incompiuto che è X/1999.
Mi sono divertito quindi a decostruire e ricostruire, per cercare connessioni nel multiverso CLAMP.






Ma ampio spazio è dedicato alle due opere principali del quartetto. Si inizia con Magic Knight Rayearth, in un articolo firmato da Leone Locatelli che analizzando approfonditamente l'opera, descrive anche derivazioni e assonanze con Sailor Moon.

 



E poi la palla passa ancora a me, per il reparto Card Captor Sakura: un'analisi che mi sono divertito molto a scrivere, affrontando le tematiche dell'opera (soprattutto quelle sentimentali, e come i giapponesi sono maestri nel maneggiare certe situazioni...).





Ma non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di fare una chiacchierata con la prima storica voce di Sakura Kinomoto, la grande Renata Bertolas, con la quale ripercorro la carriera dagli inizi nelle telenovelas e per i cartoni di Junior Tv, fino agli anime più recenti... passando per la direzione del mio amato Cobra Kai!






Maurizio Iorio conclude raccontando i multiversi delle CLAMP, col loro progetto di universi condivisi che parte da lontano fino ad arrivare ad opere complesse e intrecciate come xxxHolic.




Quinta e ultima parte dell'interessantissima intervista al patron di DORO Tv, il signor Galatoli: un incontro che ha svelato tantissimi retroscena inediti, su acquisizioni e lavorazioni di anime e non solo.
Si parla di tutto, anche del rapporto con la Fininvest. Pagine incredibili che so essere molto apprezzate e discusse sul web, data l'importante testimonianza che propongono.






Giorgio Messina affronta un altro dei mitici robottoni: Gaiking!




E, lo stesso autore, ci parla anche di alcuni misteriosi giocattoli: i Gokaiser. Una linea particolare, che nasconde una storia altrettanto particolare.





Per le figurine, siamo arrivati al periodo del primo album di Dragon Ball e il minialbum di Sailor Moon... ma non solo! Ce ne parla Fabrizio Ponciroli.





Giorgia Vecchini torna per noi in Giappone, stavolta alla scoperta di Osaka... anzi, degli Universal Studios della cittadina giapponese e del mitico Nintendo Land!





Si conclude la vicenda che riguarda Utena/Ursula e l'eventuale trasmissione Mediaset. Come sarebbe stata la ragazzina rivoluzionaria sulle reti del Biscione? Perché non l'abbiamo vista su Italia 1?
Ce lo spiega, in esclusiva assoluta e come sempre con materiale mai mostrato prima, Nicola Carrassi.
Rispondendo anche alla questione che voleva Utena come nuova Lady Oscar...!





Emmanuel Grossi intervista Mitzi Amoroso, fondatrice e direttrice del coro le Mele Verdi, che ha interpretato diverse sigle televisive!






A chiudere questo ricchissimo numero, come sempre, recensioni varie e quella "fuori tempo massimo" di Luca Raffaelli, che stavolta analizza il primo episodio de Il fiuto di Sherlock Holmes.






Anime Cult 26 vi aspetta in edicola, libreria, fumetteria e ovviamente sugli store online.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se lo leggerete; fatemi sapere cosa ve ne pare dei miei articoli!
Il prossimo numero, in vendita a luglio, avrà come tema centrale Il mistero della pietra azzurra e le altre opere dello Studio Gainax.


10 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Più che altro, bisogna amare la storia di anime/manga in Italia, che è ciò che stiamo raccontando. Che poi, è la nostra storia, ci permette proprio di comprendere i vari boom, i momenti morti, l'inasprirsi e il placarsi delle censure... 💪💥comunque, non mancano analisi solo dal punto di vista delle opere in sé, quindi giapponesi: in questo numero ne ho scritte io diverse, ma l'articolo di cui vado più fiero (giapponesissimo ma con raffronti occidentali) è quello che apre il numero. Non si parla di Italia 🤓

      Sul fronte solo japan, ci sono I bellissimi volumi Dossier, tipo Ghibli ora in edicola... anche lì sono abbastanza presente, con vere e proprie analisi cinematografiche! 💙

      Moz-

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  2. Copertina molto prevedibile ma sommato tutto abbastanza bella.

    Per amare questa rivista ci vuole tantissimo amore per l'Italia piuttosto che per il Giappone.

    "Il prossimo numero, in vendita a luglio, avrà come tema centrale Il mistero della pietra azzurra e le altre opere dello Studio Gainax."

    Il prossimo numero mi interessa 🤩 spero che l'articolista non scivoli sulla bistrattata saga delle isole.

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  3. Avevo cancellato il messaggio 😅.

    Per questo Japan Magazine era l'ideale per me...

    Aspetto luglio!

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    1. Io, come sai, ho sempre preferito AC, proprio perché si può lavorare doppiamente riguardo un'opera: il titolo in sé, e la sua versione (e storia) italiana. Per me sarebbe una grave mancanza ignorare le vicende italiane di un'opera, visto l'impatto di anime/manga nella nostra cultura... 😎🔥

      Moz-

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  4. Nipote mio sai mi "Manga" la cultura di questi fumetti ahimè 😂

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    1. Hai altri tipi di interessi e di cultura, ci sta ☺️
      L'importante è che i miei pezzi piacciano e arrivino a chi ama questo genere di produzioni... almeno, lo spero 💪🌸

      Moz-

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