[FUMETTI] Diabolik, La morte nel cuore: la recensione (no spoiler)

 

Una storia tra le più classiche, quella proposta ne La morte nel cuore: un colpo che genera le sue conseguenze e innesca una seconda parte di trama votata totalmente all'investigativo.
L'albo di novembre è soprattutto, infatti, per chi ama Ginko.

Diabolik ed Eva, si sa, tengono costantemente d'occhio giornali e riviste, anche quelle scandalistiche: e proprio dalle pagine di una di quelle vengono a conoscere un dettaglio che non sarebbe mai dovuto essere rivelato.
I due ladri vogliono ora mettere le mani su una collezione di preziosi custoditi un po' ingenuamente in una villa.

Per riparare al danno della fuga di notizie, la villa viene messa sotto protezione... ma questo non basta certo a fermare Diabolik, che riesce col suo ingegno a superare i tre livelli pensati a difesa del piccolo tesoro: riuscirà a rubarlo?

La morte nel cuore è la storia di una famiglia e, nello specifico, di una particolare pietra preziosa, che ritroviamo in copertina e al centro della storia.
Lo svolgimento è molto lineare, non si cerca nemmeno il colpo di scena, per un ritorno al giallo classico che vede poi Ginko assoluto protagonista di un'indagine legata all'apparizione di Diabolik nelle vite di quella tranquilla casa.

Albo che quindi potrebbe non sorprendere se si è alla ricerca di plot twist, ma che comunque costruisce bene tutto l'avvenimento, un giallo senza whodunnit che si concentra sull'indagine di Ginko.
Due parti, dunque, tra azione del colpo e un poliziesco classico, con personaggio ricorrente (Bruno, agente della squadra del nostro ispettore) a contribuire alla costruzione di un grande universo diaboliko che però - per fortuna, come sempre - non invalida mai la lettura.
Firmano la storia il direttore Gomboli con Faraci, con sceneggiatura di Lotti e Mainardi. I disegni portano l'inconfondibile tratto di Candita (coadiuvato dai retini di Chillura), che stavolta ci regala in qualche vignetta anche un Ginko molto anni '90.