Una copertina che promette azione e furti. Con un gioiello ben noto ai lettori della diabolika saga.
La lunga attesa, titolo emblematico, segna anche i miei 25 anni di collezione.
E già così è un ciclo che si chiude. Ma io Diabolik lo leggevo da più tempo, e iniziai proprio con un po' di albi che comprendevano la mia storia preferita, citata e ripresa proprio ne La lunga attesa.
Dunque, un misto di questioni anche personali, emozioni che si sono intrecciate in questo albo davvero bello, corposo, ricco di vicende.
La lunga attesa regala una lettura potente, che mette in campo un'ottima gestione del personaggio e della collana in sé.
Non è facile infatti maneggiare una storia che affonda le sue radici in un albo del 1968, quando Diabolik e Eva si impadronirono di due gioielli fantastici: la Stella di Ampur e il Diadema delle Spade.
Nel corso degli anni, le due coroncine sono tornate spesso alla ribalta tra le pagine degli albi, specie perché a un certo punto Diabolik venne sconfitto da Ginko, che recuperò praticamente tutta la refurtiva rubata negli anni di carriera criminale (leggi lo speciale sulla storia, QUI).
Non è facile dunque, dover parlare di un iter particolare avvenuto
"fuori pagina", mentre informi il lettore di tutto quello che è successo
cronologicamente riguardo i due gioielli.
Eppure La lunga attesa
riesce perfettamente in questo compito, fondendo scene del passato (a
partire proprio da La vittoria di Ginko), retroscena inediti dell'epoca e la storia che si svolge nel presente.
Inutile dire che Diabolik vuole il Diadema delle Spade, che da tempo gli
sfugge: non appena sulla piazza si diffonde la voce che la preziosa
coroncina è riapparsa, lui e Eva escogitano un piano.
Ma, come in ogni storia che si rispetti, le cose non possono filare lisce...
Da un'idea di Michele Iudica, con soggetto di Andrea Pasini e sceneggiatura di Roberto Altariva, La lunga attesa riannoda i fili di un grande discorso di tutta la saga di Diabolik (vedi QUI gli albi fondamentali!), riuscendo con naturale facilità a non risultare minimamente ostico per chi non conosce gli albi citati: scene del passato, unite a spiegazioni semplici e chiare, forniscono lo scheletro di una storia ben scritta, che non cala mai di ritmo pur mettendo in scena tanti personaggi e situazioni inaspettate.
l'originale e il flashback |
Ottimi e dettagliati i disegni di Elia Bonetti, curatissimi fin nei minimi particoli (anche minuscoli).
Riuscirà Diabolik a chiudere i conti col passato, riappropriandosi di un oggetto che insegue da tempo?
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Quindi un albo di Diabolik in continuity, con i dovuti rimandi alle storie correlate e non semplici didascalie? 😍
RispondiEliminaEsatto: le didascalie con asterisco ci sono, ma è anche tutto spiegato narrativamente^^
EliminaMoz-
Mi sa che lo prendo.
Elimina🤓👍
EliminaMoz-
Non posso farmelo sfuggire. Visti richiami alla continuity, promette di rivelarsi un albo prezioso per tutti gli appassionati del personaggio "Diaboliko".
RispondiEliminaSì, peraltro sono citati tutti e quattro gli albi precedenti 💪🤓
EliminaMoz-
Immagino che bello deve essere stato per te che sei un lettore storico!
RispondiEliminaIl lavoro per rendere tutto accessibile al lettore occasionale o a quello abituale più recente, come me, è strepitoso ma Diabolik è sempre stato così, nulla di nuovo! Farei fare un corso accelerato alla redazione dell'Astorina a tutti gli editori della DC!
È il secondo numero che leggo disegnato da Bonetti ma la prima volta non mi ha compito come questa... strano perché è stato bravissimo anche in Amore Criminale.
Qui ha fatto un ottimo lavoro specie negli sfondi e nei dettagli, sicuramente molto "fotoritocco" ma ci sta da dio.
EliminaVero, Diabolik è (quasi) sempre stato così... ci sono state due o tre volte che un "precedente" non venisse segnalato, ma non comprometteva la lettura (era più un handicap per la testata stessa: non segnalandolo, le persone non sapevano cosa poter recuperare)^^
Moz-