Era il novembre del 2001 quando, sui palinsesti dei giornali, gli appassionati poterono leggere qualcosa di sorprendente (per l'epoca): un anime trasmesso in terza serata.
Qualcosa di analogo era successo l'anno prima con la misteriosa trasmissione notturna di Wedding Peach (QUI un approfondimento sulla questione), ma qui le cose stavano un po' diversamente.
Il 2 novembre, poco dopo la mezzanotte, su Italia 1 andò in onda il primo episodio di Berserk...
La serie animata di Berserk è un anime in 25 episodi che in Giappone ebbe un incredibile successo, nonostante le limitazioni dovute ai contenuti forti e spesso espliciti (QUI trovate un'analisi sull'opera).
Berserk era un fumetto che in Italia era presto diventato un cult, appassionando migliaia di lettori adulti.
Rispetto alla stranezza del già citato Wedding Peach, "buttato" letteralmente nel calderone notturno estivo della rete, senza alcun (pre)avviso, la trasmissione di Berserk fu invece annunciata anche se certo non in pompa magna.
Ricorderete sicuramente il "dj" di Italia Uno che, durante le sigle dei programmi e durante gli stacchetti del canale, parlava di vari argomenti che riguardavano la rete.
Nell'estate del 2001, durante gli anime del lunch time, riferì che presto sarebbe arrivato sul canale Mediaset proprio l'acclamato Berserk.
Un'altra anteprima arrivò, sempre nell'estate di quell'anno, tramite il giornale Toki Cartoni & TV (rivedilo QUI) che annunciava la futura messa in onda su Italia Uno e la pubblicazione in VHS: non vi erano però riferimenti precisi sul periodo di trasmissione, e l'articolo (a firma Francesca Naccarelli) si rifaceva all'adattamento dei nomi del manga, non a quelli che avrebbero usato Yamato / Mediaset.
da TOKI Cartoni & TV n. 3, luglio 2001 |
Nello stesso magazine, troviamo anche un'altra traccia della futura messa in onda su Italia Uno, precisamente nei credits delle serie anime presentate in quel numero:
da TOKI Cartoni & TV n. 3, luglio 2001 |
BERSERK, L'ANIME IN ITALIA
La trasmissione di Berserk fu un esperimento voluto dall'allora direttore Fabrizio Margaria: si cercava di capire se una tanto desiderata fascia notturna per gli anime (da trasmettere senza censure) potesse effettivamente funzionare.
In realtà gli ascolti non furono incoraggianti e l'esperimento non fu ripetuto, ma nel suo piccolo Berserk fu un successo: chi incappò in quella trasmissione si appassionò all'opera, diventando automaticamente lettore del manga.
In ogni caso, Berserk su Italia 1 è stato un simbolo della "seconda invasione anime" in Italia (leggi QUI tutta la storia).
La versione italiana di Berserk e la sua proposta avvennero in tandem: Mediaset e Yamato Video si divisero la platea.
Da un lato, la trasmissione televisiva; dall'altro, le uscite dei medesimi episodi in VHS.
E la pubblicazione per l'home video andava praticamente di pari passo con la messa in onda, anticipandola di pochi giorni.
La prima VHS, contenente solo il primo dei venticinque episodi (Il cavaliere delle tenebre) fu resa disponibile al Lucca Comics & Games di quell'anno.
Le altre videocassette presentavano invece due episodi ognuna.
Di tanto in tanto, purtroppo non frequentemente, passavano su Italia Uno (ma sempre in fascia tardo-serale: come se non volessero attirare troppo l'attenzione!) gli spot che annunciavano la messa in onda della serie; pubblicità peraltro molto ben confezionate:
Colpisce che, per la prima volta (e quindi ammettendo implicitamente la pratica operata su altri anime) viene sottolineato il "senza censura".
Berserk andava in onda in edizione integrale, nessuna scena sarebbe mancata all'appello nonostante il tripudio di sangue e violenza.
Una piccola grande rivoluzione, per la rete e per gli anime-fan.
La stessa cosa avverrà solo molti anni dopo, con la trasmissione di Una donna chiamata Fujiko Mine.
In realtà una breve sequenza mancò all'appello (ma solo perché sfuggita sia a Yamato sia a Mediaset: era dopo i titoli di coda dell'ultimo episodio), recuperata per la versione in DVD e doppiata al volo.
LA VERSIONE ITALIANA
I fan di Berserk ormai conoscevano l'opera da cinque anni, grazie al fumetto che poco a poco divenne titolo di punta della Panini / Planet Manga.
Quando si trovarono di fronte alle puntate dell'anime trasmesse in televisione, tanta fu la sorpresa: i nomi dei personaggi non erano quelli usati nel manga, l'adattamento era abbastanza annacquato.
Tutto vero: se da un lato si verificò una situazione analoga a quella avvenuta qualche anno prima con l'anime Magic Knight Rayearth (potete leggerla QUI), dove gli editori italiani del manga criticavano l'adattamento fonetico dei nomi televisivi (rivelatosi invece più corretto rispetto a quello scelto per l'edizione fumetto), si deve sottolineare comunque un alleggerimento di termini e situazioni nei dialoghi italiani dell'anime, che specie nei primi episodi omettono terminologie più "forti" e si perdono in traduzioni non proprio accurate.
Si pensi all'appellativo dello stesso Guts, chiamato -anche nel titolo di puntata- "il cavaliere delle tenebre".
In realtà, la traduzione corretta di kenshi kuroi è "spadaccino nero" (il protagonista non è un cavaliere, né gira a cavallo durante quei giorni) ma comunque non è nemmeno quel "guerriero nero" scelto dagli adattatori del manga.
Sulle pagine della posta di Berserk si fantasticava, con divertimento, su come sarebbe stata massacrata la serie animata da parte di Mediaset.
Qualcuno credette anche alle ipotesi più assurde (la Squadra dei Falchi fatta passare per giocatori di polo...) e infine arrivò la stoccata alla pronuncia dei nomi: se in TV potevamo sentire Guts (riportato Gaz nei credits...), Griffith e via dicendo, i lettori del manga erano abituati ai Gatsu e Grifis che vennero fatti passare come soluzione più giusta.
Non era, ovviamente, così: per una volta, ad avere ragione fu la scelta televisiva, che optò per la giusta pronuncia all'europea dei nomi e basata sulla traslitterazione ufficiale.
da Berserk Collection n. 12, marzo 2002 |
Qualche differenza di editing si ebbe persino tra l'edizione home video e quella televisiva.
Diverse erano infatti le sigle: pur restando sostanzialmente inalterate nelle immagini e nella musica, proponevano scelte differenti nei credits e persino nel logo dell'opera: Yamato propose quello usato ancora oggi.
Mentre la Mediaset optò per quello originale in giapponese (!) aggiungendo la scritta "Berserk":
Proprio sulla sigla italiana di Berserk c'è un piccolo mistero: girava voce (sulle riviste dell'epoca) che ne esisteva una opportunamente confezionata per la trasmissione italiana. Non ci sono mai state conferme a riguardo.
Ecco come andò in onda su Italia Uno:
E questa era la sigla finale:
La trasmissione di Berserk proseguì fino alla tarda primavera del 2002, saltando solo due venerdì a causa del Motomondiale.
La recensione della prima VHS (quindi del primo episodio) sulle pagine di Kappa Magazine (n. 112, ottobre 2001) fu molto positiva. Era firmata Andrea Pietroni.
La prima replica in chiaro avvenne sul canale 7Gold: dal dicembre 2005, a ritmo di due episodi ogni mercoledì e giovedì notte (dalle ore 00.25), Berserk ottenne ottimi numeri per il canale.
Che lo "promuove", da gennaio, al lunedì in terza serata (23.15).
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Credo che Margaria abbia fatto un buon lavoro, trasportandoci dagli anni '80 e'90 valeri-maneriani in una nuova epoca, che però durò poco...
RispondiEliminaVero, l'esperimento non ebbe fortuna, oggi invece di notte Italia Uno trasmette di tutto XD
Moz-
Io lo seguivo e, ancor prima che arrivasse in Italia, ero riuscita a procurarmi delle vhs con la registrazione dell'anime in giapponese (direttamente da qualche tv del Giappone). Ovviamente non capivo i dialoghi ma avendo letto il manga sapevo più o meno quello che dicevano! ^^
RispondiEliminaIo pure, ricordo che c'era una newsletter attorno all'anno 1999-2000 dove potevi scaricare pezzetti di puntate... e se ne discuteva.
EliminaRicordo di aver visto lì, la prima volta, l'episodio filler rispetto al manga (sono due, in realtà: quello dell'attacco all'accampamento, e quello della fortezza di Brax).
Moz-
Alla fine quello specifico progetto non prosegui ma il progetto in linea più generica proseguì visto che sono anni ormai che fanno maratone notturne di anime. Oggi comunque non c'è investimento in nuovi anime quindi pure se quello specifico progetto fosse proseguito, oggi forse avremmo visto gli stessi anime che trasmettono già, repliche di repliche e nulla di nuovo
RispondiEliminaItalia 2 ogni tanto ci prova.
RispondiEliminaPoi in realtà la vera svolta si ebbe tre anni dopo questa trasmissione di Berserk, col canale Italia Teen Television, sempre Mediaset:
https://mikimoz.blogspot.com/2021/04/canali-del-passato-italia-teen.html :)
Moz-
All'epoca facevano South Park in tarda serata e anche Berserk!
RispondiEliminaRicordo che all'epoca ero abbastanza curioso su sto anime (sempre lo stesso, e l'ho scritto, di cui mi son sempre pentito di non aver comprato il manga poiché giudicato male il primo numero).
Cmq a me la sigla iniziale (ma anche finale a dir la verità) dei Penpals, Tell me Why, mi è sempre piaciuta, gran pezzo!
CAIO
Sì, peraltro South Park era censuratino... e con un doppiaggio diverso.
EliminaBerserk però è stato il primo anime, dichiaratamente senza censure, a essere stato trasmesso in certe precise condizioni.
Sei ancora in tempo, sempre, per il manga... e sì, la musica tutta di questa serie spacca^^
Moz-
Questa estate ne ho letto il manga e devo dire che ha molti aspetti positivi.
RispondiEliminaMa ricordo con molto più piacere, quasi orgiastico, la trasmissione di Italia 1 sebbene censurata.
Il motivo è che grazie a quelle iniziative, l'immaginario giapponese usciva dalla nicchia.
Una specie di geek/nerd/freak pride mediatica.
Contribuirono anche le maratone anime di MTV con cartoni inediti e quelle di TMC con repliche un po' sfigate di serie anni 70-80.
Ma vedere Berserk in seconda serata su una rete nazionale era una libidine.
Il secondo motivo per cui ricordo con piacere quella trasmissione è che iniziai a interessarmi a Berserk, pur non leggendolo. Spulciando in fumetteria le uscite non avevo capito opera e intento. Ora riuscivo invece a vedere una forte connotazione filosofica, un senso e anche una ricerca.
Infine come l'anonimo qui sopra mi esaltava la sigla finale. Se ci ripenso, il metallaro che ho in testa me ne canticchia il ritornello. Ai tempi mentre guidavo, la tamburellavo sul volante. Anzi ora vado a risentirmela.
Ciao
Giù
I'm waiting so looooong 🤩
EliminaComunque, a scanso di equivoci, non c'erano censure. Semplicemente, la versione anime è meno cruda rispetto a quella manga originale.
Degli anime in Italia parleremo presto... E anche di quelle cose che citi 😃💪
Moz-
Forse sono stati presi alla sprovvista dopo un clamoroso boom.
RispondiEliminaPer me le cose furono gestite male proprio durante il boom: lì dovevano battere ancora di più, più appuntamenti serali e varie cose speciali.
Moz-