[FUMETTI] Nick Raider: dagli esordi al ritorno - la guida


Alla fine degli Ottanta, la Bonelli lancia sul mercato una nuova testata.
Genere giallo-poliziesco, con tocchi hard-boiled e sicuramente noir: Nick Raider.
Vestiti comodi, scarpe da ginnastica, impermeabile e pistola nel cinturone: come un cowboy (l'ideatore, Claudio Nizzi, aveva lavorato a lungo proprio su Tex), Nick vive in una New York frenetica e selvaggia, ricca di criminali grandi e piccoli, ricca di storie coinvolgenti e drammatiche.
Dopo diversi anni, Nick Raider è tornato in edicola con una collana inedita: Le nuove indagini.
Ripercorriamo la storia editoriale di questo personaggio, tuffandoci poi nell'atteso sequel...


1988: Claudio Nizzi inventa Nick Raider, una serie incentrata sull'omonimo detective della Squadra Omicidi di New York.
L'idea è quella di un poliziesco realistico e pure crudo, se necessario.
Un distretto coinvolto in casi quotidiani, un intero commissariato popolato di poliziotti semplici; la serie è subito un successo.
Il primo numero, pubblicato dalla Daim Press (che subito dopo diventa la Sergio Bonelli Editore), si intitola La vittima senza nome e esce nelle edicole a giugno.




Un'ascesa che porta Nick Raider sia alla pubblicazione di diversi speciali (10 numeri, dal 1989 al 1998) sia a diventare il titolo dell'Almanacco del Giallo (12 albi, dal 1993 al 2004 - oggi il suo posto è stato preso da Julia).





L'ascesa dura fino al gennaio 2005. Quando, col numero 200 della serie regolare, Nick Raider chiude i battenti.
Le vendite non erano più quelle di un tempo, e si preferisce uno stop genuino a un lento trascinarsi magari tra soluzioni che avrebbero snaturato testata e personaggio.



Ma Nick ha una grande schiera di fan: nel marzo dello stesso anno iniziano le ristampe per la casa editrice If Edizioni, che riesce a proporre i primi 71 albi raccolti in 38 uscite (dopo il numero 5, ogni volume contiene due storie) con un ricco apparato redazionale (tra le firme, anche Diego Cajelli).
Ma non solo: la ristampa è preceduta da uno speciale contenente due storie inedite (firmate Ferdinando Tacconi) e un volume dal titolo Making of Nick Raider.



Sempre internamente alla If Edizioni, proprio il creatore Claudio Nizzi scrive una miniserie inedita in 4 episodi da oltre 100 pagine ognuno: Tempo di uccidere, Un uomo tranquillo, Vivere e morire a New York, Il gioco del sospetto.



Nel 2016 la Bonelli propone un volumone dal titolo Nick Raider - Cinque casi per la Squadra Omicidi, ristampa di cinque storie classiche. Nel 2017 bissa con Nuovi casi per la Squadra Omicidi.




Ma è nel 2020 che arriva l'annuncio ufficiale: il detective di New York sarebbe presto tornato in edicola con nuovi e inediti casi da risolvere, e a dicembre viene distribuito un "numero zero" che fa da anteprima a questa serie.

CHI È NICK RAIDER
Nipote di immigrati toscani, il cui vero cognome era Raidero (la o fu tolta per sbaglio all'ufficio immigrazione americano), Nick porta il nome di suo nonno Nicola, che con la moglie Francesca cercò fortuna a New York nel 1928.
Suo padre John era poliziotto, sua madre Liza è di origini irlandesi.
La storia di Nick ci viene raccontata all'interno degli albi, contribuendo a costruire un personaggio credibile: dalla crisi adolescenziale che lo porterà a scontrarsi col padre fino ai problemi della madre, passando per l'esperienza in Vietnam.



Usa una Colt 38 Special e guida una Pontiac Firebird: se il maggiolone di Dylan Dog ha come targa il noto 666, l'auto di Nick è targata NYC 777.
Tornato dal Vietnam dove prestava servizio nella polizia militare, Nick ha iniziato la sua carriera come agente di pattuglia nel Bronx.
Nizzi indicò come modello di riferimento il Ryan O'Neil del film Driver, l'imprendibile, ma il passaggio di matite mano a mano lo rese simile a un giovane Robert Mitchum, del quale si possono intravedere certi tratti.




LA TESTATA
Le storie di Nick Raider sono perlopiù autoconclusive, e spaziano dal thriller al classico giallo, fino al noir e al crime, tutto con ampie dosi d'azione.
La casa editrice e il creatore della serie individuano nel police procedural il genere d'appartenenza della testata, che ha sempre guardato ai telefilm polizieschi metropolitani tipici degli anni '70 e '80.




Ma gran parte dell'ispirazione viene dai romanzi di Ed McBain sul noto 87° Distretto e i suoi agenti: anche in Nick Raider l'attenzione per il realismo è forte, con indagini eseguite da una vera e propria squadra e qualche spiraglio sulle vite private dei protagonisti, con le loro caratterizzazioni e personalità che evolvono col passare degli albi.
La scelta di New York come teatro delle vicende è dovuta al fatto che si tratta di una città multietnica, ricca di culture e problematiche varie ottime per mettere in scena le vicende della Squadra Omicidi.





ALTRI PERSONAGGI
Marvin Brown è il partner fisso di Nick nelle indagini. Afroamericano, ironico e chiacchierone, può sembrare poco serio ma in realtà è un poliziotto estremamente abile.
Arthur "Art" Rayan
è il tenente del distretto; padre, nonno, è anche un secondo padre per Nick.
Porta sempre il cappello e fuma il sigaro; difende spesso l'irruenza del suo protetto contro gli strali del capitano Vance.
Philip Vance
è il capitano del distretto; burocrate e a tratti opportunista, è tanto attento ai piani alti quanto succube di sua moglie.
Jimmy Garnet è un giovanissimo poliziotto esperto di informtica. Prezioso nell'archivio, è anche molto timido.   
Ward Mulligan è il sergente addetto alla guardiola A lui si devono i momenti più allegri della serie: racconta spesso barzellette, ma non fanno ridere.
Alfie
è un nano che passa le giornate a giocare a poker in un bar, ma è anche l'informatore numero uno di Nick Raider.  
Bowmann è il tenente capo della Scientifica.
Blum
è il medico legale, competente e preparato, che dopo tanti anni alle prese con la morte ha sviluppato un divertente umorismo nero.
Violet Mcgraw, giornalista dell'Herald, è colei che ha fatto poco a poco breccia nel cuore di Nick.
Lui, così poco propenso ai legami duraturi, sembra aver trovato in lei la donna della sua vita.
Sarah Himmelman
è un investigatore privato, ma anche ex poliziotta che ha rinunciato alla divisa per incompatibilità varie sul lavoro.
Lei e Nick si coinvolgono a vicenda in alcuni casi.
Mary Ford è una poliziotta del commissariato; ha avuto una relazione con Nick e ne è ancora innamorata.
D'Angelo, poliziotto di origini napoletane, è sempre in giro nel distretto preparando (pessimi) caffè per tutti.




I CASI
Le vicende raccontate in Nick Raider spaziano dai gialli dove risalire al colpevole fino a storie di criminalità più grande (che coinvolge vari cartelli mafiosi e precise famiglie ricorrenti).
Terroristi, sette, rapinatori e violenze quotidiane sono all'ordine del giorno in una New York da telefilm.
L'aspetto buddy movie è garantito dalla coppia Nick/Marvin, ben assortita.
Non mancano uscite "extra", in giro per il mondo: il funzionario dell'FBI Max Random ingaggia di tanto in tanto Nick (per cui ha profonda stima) al fine di risolvere casi particolari.
Un paio di volte Nick è stato affiancato all'avvenente Brenda Stacy, con la quale ha svolto delle missioni in Italia e in California.




LE NUOVE INDAGINI
Ed eccoci al 2021: Nick Raider è tornato, ed è tornato a casa Bonelli.
Un caso che fa da prequel alla serie classica, con Nick e Marvin all'inizio della loro rapporto lavorativo nelle strade di New York.
Ambientazione di fine anni '80, storie scritte da Claudio Nizzi, e esplorazione di un passato ancora poco battuto all'interno della serie.
In omaggio col primo numero anche la medaglia celebrativa col volto del protagonista (4,40€ il tutto).


Dieci numeri che fanno avanti e indietro tra il 2019 e il 1987, ossia tra un presente attuale e l'anno prima che cominci la serie regolare.
Un vero e proprio nuovo inizio, comprensibile anche da chi non era mai venuto a contatto con questa testata.
Il sapore è sempre quello di un tempo...

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50 commenti:

  1. Nella prima immagine ha la faccia da Al Pancino abbastanza brutto.
    Questo stile di disegno lo vedevo in un fumetto che leggevo su IlGiornalino l'autore deve essere lo stesso.
    Questo perde di credibilità con il fatto che certe storie sono ambiente qua non daranno la stessa serietà e azione di quelle ambientate a NY le vedo caciarone.

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    1. Un paio di volte sarà venuto in Italia, su oltre duecento albi! Il resto è sempre ambientato a NY, da sempre e anche nella serie nuova!
      🤩💪

      Moz-

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    2. Sì, nel n° 100 Nick è in Italia per via di una eredità, anche se dovrà scavare sulle ragioni della morte di suo zio, e ci torna almeno un'altra volta, quando deve ostacolare un incontro tra cartelli mafiosi previsto a Roma.
      Negli Speciali spesso indaga fuori sede: in uno Nick e Marvin sono dai parenti del nero per un matrimonio.

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    3. Sì, e spesso a coinvolgere Nick fuori dalla sua giurisdizione newyorkese è l'FBI... 🤩

      Moz-

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  2. Al Pancino, oh yeah !

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    1. Sì, Nizzi aveva lavorato anche su altre testate, tra cui Il Giornalino... disegnando un western (Larry Yuma) 💪🤩

      Moz-

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  3. Bel riassuntone di un fumetto che conoscevo di nome e che ho "assaggiato" quando oramai aveva chiuso i battenti.
    Ho una dozzina di numeri, tra i quali il 100 e i primi cinque Speciali.
    Un bel fumetto, che ricorda i telefilm polizieschi senza cercare di imitarli.
    Nick e Marvin caratterialmente ricordano a tratti la coppia di protagonisti di "Le strade di San Francisco" e un po' "Starsky e Hutch", ma da solista Nick sa vestire i panni di un Callaghan disposto a restituire distintivo e pistola d'ordinanza per chiudere un caso particolarmente sporco, con politici corrotti e gente intoccabile...
    Bonelli chiuse la serie per non snaturarla: ha fatto bene, peccato non aver adottato la stessa terapia con Dylan Dog...

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    1. Dovrebbero fare così con tutte le serie classiche italiane: le congeli, ogni tanto qualche speciale, oppure aspetti un po' e fai un rilancio.
      Questa idea di una nuova "stagione" di Nick, ambientata peraltro nel passato, è ottima 💪

      Moz-

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    2. L'hanno fatto anche con Mister No, ma sarei stato interessato a storie collocate nel tempo dopo la fine della serie regolare, quando lascia Manaus.

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    3. Sì, tendono a fare dei prequel.
      Forse hanno visto che con Tex funziona bene (collana Tex Willer) 🤔🔥

      Moz-

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    4. A Mister No hanno dedicato un reebot, "Revolution", mandandolo nel Vietnam anziché sul fronte della seconda guerra mondiale, e quindi spostando in avanti la sua nascita biografica.
      Poi hanno fatto "Le nuove avventure", ambientate durante la serie storica, ma con vicende precedenti alla lunga saga che ha chiuso il mensile, collocata volutamente qualche anno dopo e poi sfruttata soltanto per uno speciale.

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    5. Beh, hanno fatto bene a tenersi dei buchi nella narrativa, da poter colmare... Una cosa che io farei anche con Diabolik, per dire... ����

      Moz-

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    6. @Gas75

      Con Dylan Dog avrebbero dovuto chiudere non oltre il numero 200.

      Io credo che ci siano ancora ottime storie tra i numeri 101 e 150.

      @MikiMoz

      Non possono altrimenti fallisce tutta la Sergio Bonelli Editore, stesso motivo per cui continua DY nonostante già dal numero 200 (con rare eccezioni) fa pena :(

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    7. @Moz non è tanto questione di buchi narrativi da riempire: Jerry Drake vive in una bolla temporale, le sue avventure vanno avanti e indietro nel tempo, salvo volute storie sul suo passato. Per chiudere la serie storica Nolitta riprese a sceneggiarlo spostando però i tempi più in là, e se il creatore di un personaggio fa una mossa del genere, chi viene dopo dovrebbe rispettare tali impostazioni.

      @Gravo sono d'accordo, contento chi ancora lo legge e gli piace... Avessero almeno avuto la decenza di fare ripartire la numerazione da 1, come fatto per Morgan Lost dopo ogni saga.

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    8. @Gas
      Apprendo da te ora di questa retcon su Mister No. Da matti! Io ho apprezzato l'idea di Jerry Drake proprio perché diverso per ambientazioni: Manaus anni 50. Buttarlo nel Vietnam, invece della II guerra, per avvicinarlo ai giorni nostri non mi piace. Ecco, per me queste store staranno sempre in un universo alternativo.

      Devo dire ad onor del vero che i vari crossover effettuati nel tempo tra M Myster, Mister No e Dyd già prefiguravano bolle temporali. Ah che bello essere eroi di carta eternamente giovani.

      @tutti
      Anche se non è chiaro nei vostri commenti, sono comunque d'accordo con voi. In questo senso: una volta andavano di moda i sequel...che barba...poi negli ultimi anni sembra che non si possa fare a meno dei prequel...che barba...il troppo stanca. Ecco perchè sono a favore dei midquel. Quindi viva i buchi nella timeline che qualche autore può e potrà un giorno coprire con vera ispirazione, originalità e talento. Finchè non diventeranno una barba anche i midquel.
      Ciao
      Giù

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    9. @Gas
      Ho letto il tuo commento da appassionato di Dyd e di Drake. E ti racconto una strana storia di Mister No pubblicata a inizio anni 80 - cioè prima della nascita di Dyd - ma che io lessi su una vecchia raccolta di invenduti, di quelli che vendono nelle edicole al mare.
      La trama era questa: un uomo dotato di formidabili poteri mentali (faceva esplodere le teste come nel film Scanner) è inseguito dagli sgherri di una multinazionale farmaceutica. Finisce come finisce e a spiegare la morale cinica e comica compare nelle ultime pagine un tizio allampanato e coi baffetti che spiega ai lettori e a Drake come tutta la vita e l'esistenza sia assurda. Incuriosito da una trama così strana per il fumetto di Mister No, sono andato a controllare chi fosse lo sceneggiatore. Son sicuro che riesci a capire a chi mi riferisco. ;)
      Alla prossima
      Giù

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    10. Vediamo se il buon Gas sa aiutarti!
      Comunque, dico la mia: Dyd ora vuole provare a cambiare... certo, farlo da fumetto popolare italiano, con cardini precisi, è pericoloso e ti snaturi.
      Io preferisco sempre dei buchi volutamente lasciati nella narrazione, che poi puoi riempire a piacimento^^

      Moz-

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    11. Di Mister No ho i primi 100 numeri, la saga finale di Nolitta, i primi 8 speciali e qualche storia sparsa. Mi viene in mente la storia delle persone che prendono fuoco all'improvviso, nessuna testa che esplode, che sia una storia di Sclavi?

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    12. A me ricorda Canale 666...

      Moz-

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    13. Per me un classico di Dyd...

      Moz-

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    14. Esatto era Sclavi, la storia era "La casa di Satana" nel 104-105. Sclavi ha scritto poche storie di Mister No - su un sito specializzato ne ho contate 17 - anche se in un intervista disse che il personaggio gli piaceva. Prima del numero 100, sembra che il ciclo Ananga fosse di Sclavi.
      Sono rimasto colpito da questa specifica storia - letta in treno - perché ha suffragato la mia idea che l' "impronta digitale" di un artista si riconosce sempre, anche se è uno sceneggiatore.
      Viva i midquel e gli sceneggiatori che con rispetto riempiono i buchi narrativi.
      Ciao
      Giù

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    15. Vero, ma è questo che rende un autore... autore. La riconoscibilità, la sua impronta e la vena particolare^^

      Moz-

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    16. Canale 666 sarebbe molto attuale oggi, con quello che sta succedendo...

      A me risultava che Sclavi fosse un appassionato soprattutto di Zagor, di cui è stato anche curatore per un po' di tempo negli anni '80...
      Quello che ha sempre detto di amare Mister No è Alfredo Castelli 🙂

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    17. Vero, potrebbero fare un Canale 666 aggiornato a oggi!

      Moz-

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  4. E' molto Mitchum nei due numeri disegnati da Milazzo. Segnalo tra i disegnatori anche Tacconi, Toppi e Caramuta ( emulo di Chester Gould, il papà di Dick Tracy). De gustibus, ma a me piacevano molto le cover di Ramella, forse le più sketchy se paragonate con quelle di Casertano e MST. A mio modesto avviso, il tallone d'achille della serie era la mancanza di tridimensionalità dei personaggi - Raider è Tex senza le idiosincrasie linguistiche del ranger e tra i supporting characters conto stereotipi come un sidekick con catch phrase, un mentore secondo padre, un informatore svantaggiato verticalmente - forse necessaria per puntare lo spotlight sul plot del mese. So che le iniezioni di nuovi scrittori - Piani e Faraci per esempio - avrebbero dovuto energizzare il fumetto, ma forse le "regole di ingaggio " erano troppo rigide per tentare una sortita alla Mister No ( il ciclo che lo rilanciò intorno al n. 240 ).Vedremo come sarà questa nuova miniserie che può contare anche su beniamini dei fans SBE come Freghieri ( Martin Mystere, Dyd, Morgan Lost ).

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    1. Ciao Crep! 💪
      Vero, è comunque un Tex spostato a NY, la questione l'hai sottolineata benissimo.
      Magari in questa miniserie, che sembra dover avere una "linea gialla orizzontale" che lega bene o male i dieci episodi, riusciranno a rendere i personaggi maggiormente tridimensionali! 😃

      Moz-

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  5. Immagino che il nome Philip Vance sia un omaggio a Philo Vance, l'investigatore protagonista dei romanzi di S.S. Van Dine.

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    1. Potrebbe, dato il genere... Però non conoscendo la questione, non so dirti se sì o no! 🤔👍

      Moz-

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    2. Credo che Nizzi non sia un fan del detective dandy di Van Dine - autore anche di un decalogo per l'aspirante giallista anche se meno noto di quello di Chandler - perchè altrimenti non si spiega come abbia potuto chiamare così un personaggio dominato dalla consorte e da chiunque possa incidere nella sua carriera ( media e superiori ). Sergio Bonelli ha detto da qualche parte che aveva accettato la proposta perchè si trattava di un police procedural con tanta azione e di non amare particolarmente il classico whodunit alla Agatha Christie ( e quindi alla Van Dine). Non che alcune delle storie + celebri di Dyd non siano simili ai primi film "gialli" di Argento. In uno special di Martin Mystere compare trasfigurato il dinamico duo Nero Wolfe & Archie Goodwin. Berardi - altro non amante del genere - e Trevisan hanno fumettato alcuni casi di Sherlock Holmes.

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    3. Beh, Carpenter omaggiò il distributore europeo di Assault On Precinct 13 battezzando col suo nome il villain del suo film successivo. Tale Michael Myers. Sulla carta un'associazione non lusinghiera, ma comunque un gesto d'affetto e gratitudine.

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    4. In effetti sono tanti i casi di questo tipo.
      Fa ridere che Carpenter stesso sia stato omaggiato (diventando un personaggio di Dylan Dog XD).
      Effettivamente non so rispondere, magari per noi alcune cose sembrano poco lusinghiere visto il personaggio, ma per chi ha creato il personaggio stesso, deve essere diverso, ci sarà comunque affezionato^^

      Moz-

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  6. Mai letto purtroppo :(

    Nella mia fumetteria di fiducia dovrebbero esserci ancora molti numeri.

    Comunque la Bonelli degli anni '80 e '90 era il top del fumetto italiano e non solo.

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    1. Sì, era ancora molto classica... a me piaceva^^

      Moz-

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  7. Fumetto mio coetaneo :)
    credo abbia il suo punto di forza nei personaggi, perché di polizieschi è pieno il mondo e ciò che può davvero fare la differenza sono proprio i personaggi, che qui risultano fra i più simpatici in Bonelli...
    Eccher mi rivelò in privato che la casa editrice per il ritorno di NR in edicola se l'è presa molto comoda, a me piace il realismo come lettore ma se parliamo di fumetti "fatti da me" non garantisco...
    ╮(. ❛ ᴗ ❛.)╭

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    1. Ahaha idem, lo stesso vale per me!
      Adoro i polizieschi e adoro l'aderenza alla realtà di Nick.
      Effettivamente ci ha messo un po' troppo per tornare in scena, ma magari stavolta resta^^

      Moz-

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  8. Bonelli non amava chiudere le sue testate. Però molti disegnatori con cui ha parlato mi hanno detto che in due occasioni ci soffrì di più: Mister No ( per ovvi motivi) e Nick Raider.

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    1. In entrambi i casi sono personaggi tornati in scena, quindi ogni chiusura è sempre seguita da un possibile rilancio... Ed è così che dovrebbe essere, in questi casi 😎👍

      Moz-

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  9. Ah, che bello leggere del buon vecchio Nick. Non sapevo che lo avessero tirato fuori dalla naftalina.
    Originariamente avrebbe dovuto chiamarsi Nick Falcon, ma mi pare di ricordare che fosse uscito un altro fumetto con lo stesso nome nel periodo immediatamente precedente al lancio.
    In realtà, la pezza fu peggio del buco, perchè Nick Raider non può non ricordare la famosa merendina (che poi, chissà perché, diventò "Twix").
    Lo seguii per un po', poi mi stufai. Consiglio a tutti di procurarsi il numero 2-29 di Fumo di China (Luglio 1987) dove c'è un articolo rigurdante questo nuovo nato, Nick Falcon, in casa Cepim (ci sono i disegni "preparatori" dei personaggi ad opera di Claudio Villa).
    Marvin Brown era modellato su Eddie Murphy, che allora era in auge con i suoi film di Axel Foley.

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    1. Ti svelo una cosa: Twix è il nome originale, fummo noi italiani a chiamarlo Raider per un periodo, fino a quando non divenne Twix come in ogni parte del mondo 👍😎
      Parentesi snack a parte, per me Nick Raider è un nome azzeccatissimo... Più di Falcon (non ne sapevo niente!! 😮😮)
      Grazie per la dritta su Fumo di China!!

      Moz-

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    2. Grazie Moz, avevo già visto (ora-ora) il tuo post a riguardo degli snack... sospettando che l'avessi già trattato. :)

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    3. Gravo - I criminali del Governo Draghi vogliono far male ai bambini!26 nov 2021, 12:43:00

      Non credo sia facilissimo reperire quel numero di Fumo di China.

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    4. Penso anche io! Forse in qualche mercatino! 💪😎

      Moz-

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  10. Lo conoscevo, come conosco un po' tutte le testate Bonelli, però mai capitato sotto mano, quindi mai letto. Pensavo fosse un po' più recente, posteriore a Dylan Dog, invece scopro che l'ha preceduto. Non sapevo nemmeno che avesse chiuso i battenti (e che poi abbia ripreso). Scelta che magari non si condivide, però almeno evita agonie, snaturamenti e cazzatone brutte sul personaggio (vedi Dylan Dog).

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    1. Oddio. Dylan ha esordito due anni prima di Nick, no?
      Io anche sono per chiusure temporanee e rilanci con nuovi cicli di storie... la soluzione migliore.

      Moz-

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    2. Colpa mia: hai ragione. Dylan Dog è del 1986, Nick Raider del 1988.
      Intendevo dire che pensavo fosse molto posteriori, persino seconda metà degli anni '90, invece ho scoperto qui che usciva già negli anni '80.
      Su Nick Raider immagino avessero deciso per una chiusura definitiva e sia tornato solo per il pressing degli appassionati.
      Probabilmente quanto dici nel tuo commento è vero, lo condivido. SU Dylan Dog ho visto di recente robe veramente fatte male, svogliate e di scarsa qualità (la recente trilogia di Mana Cerace, per esempio).

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    3. Credo che la casa editrice si sia data sempre una possibilità: chiude un porta ma non il portone.
      Difatti, uscirono altre storie di Raider non bonelliane, tenute nelle mani dell'autore originale... Chissà cosa ha spinto la Bonelli a volerci riprovare (e comunque ha fatto bene)^^

      Moz-

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    4. Eh, immagino sia il grano... In questi anni si è visto la Bonelli vendersi e svendersi con progetti abbastanza discutibili, lasciando gli autori (e i lettori) comprensibilmente innervositi.
      Questo di Nick Raider mi sembra almeno un progetto onesto e con un senso.

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    5. Esatto, si vede che l'autore ha tenuto salde le redini del progetto^^

      Moz-

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