[RIVISTE] Anime Cult.it n. 2, la recensione (ci sono anch'io!)

 

Uno sfondo dorato che ci fa entrare nel mese del Natale, una copertina ricca di icone anni 80 e 90...
e nella presenza di una di queste icone c'entro anche io.
Da questo numero, infatti, mi potrete leggere anche su Anime Cult.it, con i corposi dossier a cui vi ho abituato qui sul blog.
Il primo è toccato a Sailor Moon, ovviamente abbracciando il mood della rivista che non è quello della sterile nostalgia tout-court, ma una visione del passato attraverso le lenti del presente.


Lo specialissimo di questo secondo numero di Anime Cult è dedicato alla regina dei manga, lady Rumiko Takahashi.
Presente con un'intervista rilasciata nel 2019 (inedita in Italia) e con una retrospettiva completa sulle sue grandi opere: Lamù, Ranma, Inuyasha e tutti gli altri titoli che l'hanno fatta amare dal pubblico.



Di interviste è pieno zeppo, questo numero di Anime Cult: in copertina troneggia Kenshiro perché tra le pagine del magazine è ospitato Spectra, il cantante della famosa sigla italiana.
C'è anche quella a Cristina D'Avena, in occasione dell'uscita del suo nuovo album (e Cristina è presente anche nell'articolo su Kiss me Licia e i telefilm italiani derivati).
Prima parte di una lunga chiacchierata coi Kappa Boys al completo, nucleo fondamentale per la diffusione dei manga in Italia (ne abbiamo parlato QUI).



Altre due interviste sono per Claudia Bovini di Star Comics e l'autrice Yoshiko Watanabe, che i lettori del Moz O'Clock conoscono per essere stata l'autrice dei fumetti italiani di He-Man (vedi QUI).





Tra le firme, tanti nomi noti agli appassionati.
Sono infatti affiancato da Silvio Andrei, Alessandro Bottero, Loris Cantarelli, Enrico Fornaroli, Susanna Schimperna, Maurizio Costa, Giuseppe Cozzolino, Pierluigi Manieri, Giorgio Messina, Marco Pellitteri, Susanna Scrivo, Luca Raffaelli, Mario A. Rumor, i ragazzi di Passion4Fun e ovviamente il direttore Vincenzo Perrone.
Io ho scritto una retrospettiva di 8 pagine dedicata al fenomeno televisivo di Sailor Moon in Italia, tra censure, particolarità, dettagli spero poco noti.
Una programmazione che, negli anni, ha generato tutta una serie di episodi particolari che ho voluto raccontare, anche per fare finalmente chiarezza su certi punti ancora vittime di leggende urbane.


p.s. titolo, sottotitolo e alcune didascalie non sono mie


Il ricco menu prevede anche un editoriale del CEO Alessandro Agnoli (che ha già fatto discutere!), riguardo alla censura anime vista col senno di poi; si parla anche di censura giapponese, Daltanious, giocattoli da collezione, brevi recensioni di opere anche e soprattutto contemporanee e una nuova rubrica: recensioni fuori tempo massimo, un'analisi particolare per riscoprire l'importanza storica/estetica/narrativa di determinati momenti. Si inizia con l'episodio 12 di Evangelion.
Una rivista "bella piena", ricca, che andrà a rallegrare il vostro mese tenendovi compagnia fino alle Feste, per un Natale di ricordi.


8 commenti:

  1. Ciao! Concordo. Ricordo la serie tv e la trasposizione non si poteva guardare. Dalla parrucca della D'Avena fino a tutta quella melassa all'italiana. Tutto molto poco credibile. Snaturarono il cartone, le atmosfere, quella stuzzicante storia d'amore tutta rock e Marrabbio.

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  2. Non sono mai stato troppo cattivo o pretenzioso su Licia, per assurdo i personaggi assomigliavano davvero alla controparte animata, molto più che nei live action giapponesi dove non c'è distinzione visto che sono "tutti uguali"* e che se mettono le parrucche (cfr. live action di Sailor Moon) i risultati sono assolutamente peggiori che Love me Licia.
    *nel senso che geneticamente sono tutti chiari e coi capelli neri lisci, c'è poca varietà in tal senso, a differenza degli anime che propongono acconciature di ogni tipo e colore.

    Su Sailor Moon ho voluto mettere un punto fermo, attraverso questo articolo. Qualche mese fa lessi delle cose inesatte su Uranus e Neptune, e su Wired gira da tempo un articolo che lascia intendere che Mediaset abbia censurato un bacio tra Uranus e Bunny, ma non è vero niente.
    Sto già per terminare lo specialissimo che andrà sul terzo numero, stavolta avrò ben 14 pagine... un viaggio lunghissimo, dal 1989 al 2021 :)

    Moz-

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  3. Sì, non è certo un capolavoro ma contestualizzato non è così male. Inoltre è andato avanti per anni, generando spin-off e sequel... Se fosse stato così brutto non avrebbe avuto il sostegno per proseguire.
    Dai, per una volta abbiamo fatto le cose meglio dei giappi 😂💪

    Moz-

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  4. Secondo me va contestualizzato ancora di più, mi spiego: lo seguivano anche i più grandi, e non era così scontato. Non era scontato proprio il progetto in sé: ricreare in Italia, negli studi Merak, le ambientazioni dell'anime (guarda il Mambo, il ristorante).
    Quel che dici è vero, cioè che è una serie comunque abbastanza kitsch, ma non va dimenticato che fu pionieristica sotto tanti profili, un folle esperimento che riuscì e che secondo me -tolte le italianaggini- nella forma è meglio dei tanti live action giapponesi, almeno sull'aderenza all'aspetto dei personaggi.

    Moz-

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