[FUMETTI] giappomania: la storia dei manga in Italia



È letteralmente scoppiata in Italia una nuova giappomania che ha investito prodotti dell'intrattenimento come fumetti e animazione di provenienza nipponica: due mondi che sono sempre andati di pari passo, procedendo su binari distinti che però si sono spesso intrecciati.
Edicola e televisione, manga e anime; sono state diverse le "esplosioni" di questa moda, nel nostro Paese, e la loro vicenda è complessa e avvincente.
In questo articolo ripercorreremo la storia italiana del fumetto giapponese, dalle prime timide apparizioni fino all'attuale massiccia presenza in libreria.


Leggi anche LA STORIA DEGLI ANIME IN ITALIA, dagli esordi ai giorni nostri:
https://mikimoz.blogspot.com/2022/05/storia-degli-anime-in-italia.html


LA PRIMA VOLTA
Uscito nel 1962 e rieditato nel 1965, I primi eroi -libro della Garzanti- costituisce la prima apparizione di un manga in Italia.
Il volume affronta con competenza l'arte giapponese che dalle illustrazioni portò ai fumetti e alle riviste satiriche, presentando al pubblico (in edizione non ribaltata!) le tavole di Son Goku, opera di Hifumi Yamane datata 1930 (circa).



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CANDY, MAZINGA & CO.
Bisogna attendere la fine degli anni '70 per vedere i personaggi giapponesi sulle nostre riviste.
Ciò avvenne di pari passo con l'exploit delle serie anime in Italia, che venivano mandate sia sulla Rai sia sui canali privati.

Infatti, i titoli proposti da queste riviste erano gli stessi che fino ai primi anni '80 potevano essere visti in televisione, qui riportati con storie a fumetti di fattura italiana.
TV Junior, settimanale della stessa Rai, pubblicava storie nostrane de L'Ape Maia, Anna dai capelli rossi, Capitan Harlock, Doraemon, Mazinga Z e diversi altri.




La Salani, a fine anni '70, pubblicava invece riadattamenti spagnoli dei robot come Mazinga (vedi QUI), e la Fabbri Editore fu la prima a portare un manga originale (Il Grande Mazinga) sebbene in edizione riadattata per il mercato italiano.
Il 1980 vede la nascita di La Banda, quindicinale che dalla metà del 1980 cambia definitivamente nome in Cartoni in Tivù.
Si pone come diretto concorrente di TV Junior, e al suo interno trovano spazio le storie (italiane) di Fantaman, Gordian, Jeeg Robot, L'Ape Magà, Judo Boy, Polymar, Gundam...



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Ma la vera novità venne rappresentata dal settimanale Candy Candy, della Fabbri.
In mezzo a tutte queste proposte di "finti manga", è proprio questa rivista a pubblicare fumetti giapponesi originali (sebbene colorati in Italia): oltre alla titolare di testata, sono presenti anche manga che -sebbene non abbiano un corrispettivo televisivo- conoscono un certo successo: Luna di Chieko Hara, Susy del Far West e Kitty la stella del circo della Igarashi.



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Quando il materiale originale di Candy Candy termina, si decide di proseguire la storia con fumetti realizzati in Italia.
Nel 1982 arriva, sempre ricolorato, il manga di Lady Oscar; nel 1984 quello di Georgie: due eroine che impazzavano in televisione.



Oscar e Georgie, immagine web


Sempre nel 1984, TV Junior chiude e si fonde proprio con Candy Candy.
I prodotti giapponesi piacciono al pubblico ma meno ai genitori e ai sociologi; nonostante tutto sono anni caratterizzati da una sorta di anarchia editoriale che porta ad altri prodotti analoghi, tutti con fortune altalenanti.


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In questa giungla, anche Il Corriere dei Piccoli si lancia sui prodotti nipponici, scegliendo dapprima di autoprodursi i fumetti (Daltanious) e poi la soluzione della Fabbri: tavole originali ma riadattate e colorate in Italia.
Trovano qui spazio titoli come Hello Spank!, L'incantevole Creamy, Mila e Shiro e Lady Love, oltre che degli anime comics realizzati in casa.


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Alla fine degli anni '80, tracce di fumetti realizzati basandosi su personaggi giapponesi si ebbero pure in Più e il suo gioco (vedi QUI), con le storie di Madamoiselle Anne e I predatori del tempo, e Masters e il team dell'avventura (che propose le avventure di Voltron).




Dall'estate del 1991, sulla rivista Magic Girl, apparve parzialmente Tre cuori per Rosie (Candy Romance, di Ito Kako), ultimo guizzo di questa moda.
Tuttavia, tutte queste pubblicazioni erano legate a ciò che passava in televisione, lontanissime da una coscienza "manga" critica e professionale.


da shoujo-manga.net


EUREKA
Fu questa rivista la prima a parlare di fumetto giapponese in modo critico, presentando un paio di episodi del killer Golgo 13 (nel numero dell'agosto 1980) e Black Jack di Osamu Tezuka nel 1983, in un numero che celebrava il Giappone.

Nell'estate del 1973 anche Sgt. Kirk parlò in un articolo dei "manga nipponici" (QUI gli approfondimenti e il materiale in questione sulle due pubblicazioni).
Si trattò di casi isolati, sebbene precisi e professionali, del tutto slegati a quel che avveniva attorno con le coeve produzioni ricche di eroi della TV.


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FANZINE E PRO-ZINE
Mentre la presenza degli anime in TV andava scemando, anche le riviste storiche chiusero poco a poco o smisero di pubblicare le storie dei personaggi giapponesi.
Gli anni Ottanta erano destinati a terminare così, ma nel sottobosco degli appassionati si muovevano diverse realtà.

Le fanzine erano spedite nella ristretta cerchia di abbonati a club e associazioni (come Yamato, che diede poi origine alla attuale Yamato Video); spillati di qualche decina di pagine erano produzioni casalinghe fatte col cuore e realizzate da appassionati.
Cartoni, Anime Fubun e Anime erano i titoli di alcune di queste fanzine, create dai quattro ragazzi che qualche anno dopo saranno conosciuti come Kappa boys.

Proprio loro vennero contattati dalla casa editrice bolognese Granata Press, che alla fine del decennio iniziava a sviluppare un piano editoriale per lanciare i manga in Italia.
Ma nel frattempo i quattro lanciano la prima pro-zine del settore: Mangazine.
Fu un successo da migliaia di copie.


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1990, ARRIVA AKIRA
Il primo manga monografico ad apparire nelle edicole italiane è Akira.
È l'aprile del 1990 e la Glénat batte tutti sul tempo, pubblicando in 38 volumi l'opera di di Katsuhiro Otomo, nella sua versione colorata dagli americani.

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1990, L'ERA DELLA GRANATA PRESS
Novembre 1990. La Granata Press esordisce in edicola con Zero: si tratta della prima rivista italiana di manga, e nelle sue pagine pubblica Ken il Guerriero e Xenon (a cui si aggiunge Baoh).
Una rivista di fumetti d'azione, trainata dalle avventure di Kenshiro che intanto spopolava in TV, e che nel corso degli anni (fino al febbraio 1994) avrebbe pubblicato, nelle sue 84 pagine, anche altri cult come Patlabor, Sanctuary, Macross.


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MANGAZINE, LA RIVISTA
Nell'aprile 1991 arriva la versione da edicola di Mangazine: il magazine-contenitore italiano di manga, che oltre ai fumetti (negli anni, Lamù, Mai, Ranma 1/2, Kamui, Patlabor, Rumic World) proponeva anche un'ampia sezione redazionale molto specializzata, tra news e dossier sul mondo del fumetto e dell'animazione giapponese.
A curarla era proprio lo staff della precedente versione pro-zine, con i redattori della Granata Press.
I fumetti proposti provenivano dalla versione Viz Comics americana: già ribaltati e riadattati per i mercati occidentali.


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LE PROPOSTE DELLA GRANATA
Nella prima metà degli anni Novanta, fino alla sua chiusura, la Granata Press pubblicò diversi titoli in albi monografici: Outlanders di Manabe, I Cavalieri dello Zodiaco, Lady Oscar, Bastard!!, Il Grande Mazinga e Mazinga Z, Devilman, Nausicaä della Valle del Vento di Miyazaki, Capitan Harlock.
Esordiscono in volume anche Ken il guerriero, Lamù e Ranma 1/2.
Quest'ultimo, assieme a Maison Ikkoku, è uno dei titoli che -nel 1996- resta momentaneamente incompiuto a causa del fallimento della casa editrice.



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1992, PLAY PRESS
I manga fanno gola a tanti, in questo momento storico: nel 1992 anche la Play Press lancia sul mercato una "divisione giapponese" proponendo tre titoli ma senza riscontrare il successo sperato: Space Adventures Cobra, Midnight Eye Goku e Hotel Harbor View disegnato da Jiro Taniguchi.





COMIC ART
Anche la storica casa editrice guarda al Giappone, proponendo a puntate, sulle pagine dell'omonima rivista, il manga Domu - Sogni di bambini, opera di Katsuhiro Otomo.



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1992: I KAPPA BOYS E KAPPA MAGAZINE
Sempre nel 1992 intanto succede qualcosa destinato a dare una svolta decisa alla storia dei manga nella nostra nazione: lo staff di Mangazine aveva abbandonato la Granata Press e comincia una collaborazione con la casa editrice Star Comics.

L'idea è quella di creare un filo diretto col Giappone, pubblicando i fumetti senza gli adattamenti americani. Grazie agli accordi con la casa editrice Kodansha, nasce una nuova rivista-contenitore di manga: Kappa Magazine (QUI una retrospettiva sul magazine).
E con lei, i quattro ex staff di Mangazine cambiano nome in Kappa boys.
Kappa Magazine è una vera e propria novità: al suo interno, storie nuove e paticolari (Ghost in the Shell, 3x3 Occhi, Oh, mia dea!) e un apparato redazionale ricchissimo di dossier e approfondimenti.



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LA PROPOSTA STAR COMICS
Dopo il successo dei primi numeri di Kappa Magazine, si pensò di lanciare anche albetti monografici dedicati a una sola serie.
La scelta ricadde su Orange Road, titolo che i fan italiani avevano amato in TV col nome È quasi magia Johnny (QUI la storia italiana dell'opera), a cui seguirono Video Girl Ai, Gon e Le bizzarre avventure di JoJo, oggi tutti titoli cult.
A questi seguirono titoli come Lupin III, Guyver, Caro Fratello.


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MANGA IN EDIZIONE PIRATA
Sui manga ci si buttarono anche editori non proprio professionali.
Le opere di Tsukasa Hojo vennero pubblicate illegalmente (e con assurde traduzioni inventate: ne abbiamo parlato QUI) dall'Editoriale Trastevere di Milano. Sia Occhi di Gatto che City Hunter finirono in edicola in edizione pirata.
Erano i primi anni '90, e anche sulle pagine della rivista Japan Magazine vennero pubblicati dei fumetti: erano anime comics, sequenze di cartoni a cui erano aggiunti balloons e suoni, ma anche in questo caso non è mai stato troppo chiaro quanto fossero legali; sicuramente venivano pubblicati in maniera poco professionale (ne abbiamo parlato QUI).



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1995, DRAGON BALL: IL PRIMO NON RIBALTATO
Un'altra svolta epocale arrivò nell'aprile del 1995, quando -escludendo l'altro Goku presente nel volume Garzanti del 1962- sempre la Star Comics pubblica il primo manga non ribaltato: Dragon Ball.
Con questo albetto il lettore italiano supera l'impatto della "lettura al contrario", che si rendeva necessaria perché la casa editrice Shueisha non intendeva permettere il ribaltamento delle tavole dei suoi manga.


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1996, MARVEL MANGA
Nel 1996, il colosso modenese Panini Comics aprì la sottosezione Marvel Manga (dal 1998 Planet Manga).
Nacque ufficialmente un secondo polo dei manga in Italia, grazie a titoli innovativi come Berserk di Kentaro Miura (QUI lo speciale sui 25 anni italiani), Silent Mobius e Dark Angel di Kia Asamiya.



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Alla Panini occorreva anche una rivista ammiraglia, e così nel 1997 esordisce Man-Ga! - voci e anime dal Sol Levante, forte dei contenuti redazionali dello staff Yamato Video (QUI tutte le info sul magazine).
Al suo interno manga come Drakuun e Crayon Shin-chan, oltre che l'americano Dirty Pair.



LA SECONDA INVASIONE
I colossi del momento sono Star Comics e Planet Manga, che rispettivamente aumentano il loro parco testate con titoli come Rayearth, Utena, BT'X, City Hunter e Occhi di Gatto da un lato (questi ultimi finalmente in edizione legalmente concessa); e Evangelion, Eat-Man, RG Veda, Slam Dunk, Marmalade Boy, Cortili del cuore e Slayers dall'altro.
Entrambe le case editrici riprendono perlatro in mano i diritti delle storie già pubblicate in precedenza dalla Granata Press, portando a termine quelle che rimasero interrotte.



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TUTTI I GENERI
Tante sono le sperimentazioni e ancora una volta la presenza dei manga in edicola corre parallela (e intrecciata) con la trasmissione degli anime in TV e le proposte per l'home video.
Ma stavolta c'è una vera e propria coscienza del prodotto, sia da parte dei fruitori (che leggono le avventure degli eroi televisivi ma sono prontissimi a titoli inediti e particolari) sia da parte degli editori.
La Star Comics arriva con una seconda rivista, ispirata a quelle giapponesi: Express (vedi QUI).

È una nuova "golden age", che esplode a fine millennio iniziando poco a poco a saturare il mercato: ormai negli ultimi anni tutti i generi erano stati sdoganati (dallo shojo, grazie a Sailor Moon e al contenitore Amici) fino ai manga a tematica omosessuale (con New York New York e Kizuna), passando ovviamente per l'erotico (My My My, La clinica dell'amore, Juliet, Chirality, Plastic Little) e per il pornografico, sia d'autore (Cream Lemon, Countdown) che di bassa lega.
Vengono importati anche fumetti coreani e cinesi, graficamente simili ai manga: tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000 in edicola c'è davvero di tutto.


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LE ALTRE CASE EDITRICI
La giappomania è alle stelle, e il mercato si affolla di tante proposte, alcune anche molto interessanti.
La Comic Art lancia L'Immortale, Noritaka, Il violinista di Hamelin, Detective Conan, Sei in arresto!, Bakuretsu Hunter, Caravan Kidd, Version.
La Dynamic Italia si dedica ai robottoni nagaiani ma non solo: forte della sua divisione video, pubblica la rivista ammiraglia Animemania, con all'interno il manga di El-Hazard. Oltre questo, negli anni pubblicherà anche Violence Jack, Il destino di Kakugo, Rossana, Trigun...
La Hazard Edizioni esplora le opere di Osamu Tezuka, la Coconino Press quelle di Jiro Taniguchi.


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IL NUOVO MILLENNIO
Il boom prosegue fino a tutta la prima decade dei 2000.
In questi anni molte case editrici e molti progetti in realtà chiudono; autori storicamente pubblicati da una finiscono nelle scuderie dell'altra; diversi titoli vengono ristampati cercando di seguire anche la proposta televisiva, ma non sempre con riscontri positivi.

Naruto, Hunter x Hunter, One Piece, Shaman King sono gli shonen del momento; ma non mancano manga per un pubblico più smaliziato, come Monster, 20th Century Boys e altri titoli "forti".
È ancora un periodo florido in cui il pubblico e il mercato si sono assestati dopo l'abbuffata precedente.


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PROBLEMI PER DRAGON BALL
Nella primavera del 2002 parte l'accusa alla Star Comics, a causa di una vignetta della terza ristampa di Dragon Ball.
Il disegno, che era sempre passato senza destare alcuno scandalo, finisce invece all'attenzione di genitori preoccupati e adulti isterici: Bulma sollevava la veste ed era nuda (ma lei ne era ignara).
Una gag che, decontestualizzata, finisce sul banco degli imputati come istigazione alla pedofilia (!), costringendo la casa editrice a correre ai ripari: da allora, per diverso tempo, il vestito della ragazza venne "allungato", modificando la vignetta.


da Vintage Comics - forumcommunity



ANCORA PLAY PRESS
La casa milanese, dopo il successo del magazine Benkyo!, torna a pubblicare anche alcuni manga.
Non tutti riescono a trovare consensi, venendo interrotti, ma esperimenti come Yatta! e Shogun (vedi QUI) sono interessanti anche se probabilmente arrivati fuori tempo massimo, quando ormai le riviste-contenitore non tiravano più.
Titoli come Magister Negi Magi, Zatchbell!, M.A.R. e altri restano incompiuti (salvo se ripresi da altre case editrici).


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MAGIC PRESS E FLASHBOOK
La prima, specializzata sui fumetti americani, tentò già nel 2001 un'incursione nei manga (con Dragon Head, poi interrotto).
Dal 2009 ha ripreso a pubblicare fumetti giapponesi: sue sono le nuove versioni di Georgie, RG Veda, Pollon.


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La seconda, dapprima focalizzata sui fumetti coreani, ha aperto le porte ai manga con titoli come Rozen Maiden, 2001 Nights, The Five Star Stories.


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LA NUOVA DECADE
Gli anni '10 vedono una graduale flessione nell'interesse verso i manga.
Pochi titoli fanno ancora grandi numeri (iniziando a uscire anche in allegato ai quotidiani), ma le edicole e le librerie si svuotano dopo qualche ultimo guizzo (come la GP Publishing che propone la ristampa deluxe di Sailor Moon, o la d/visual che rilancia Ken il guerriero).

J-Pop, dal 2006, si distingue per la scelta dei suoi titoli: da Tokyo Ghoul a Hellsing, passando per Saint Seiya - Next Dimension fino all'acclamato Tokyo Revengers, portano la casa editrice a essere premiata nel 2019. Tanti gli autori recuperati, come Moto Hagio o Keiko Takemiya (Il Poema del Vento e degli Alberi).

Assieme a questa, anche la KappaLab (guidata dai Kappa boys) e la Goen scovano materiale particolare e d'autore, così come la Hollow Press, la Shockdom e la Renbooks (prima casa editrice ad aver pubblicato bara manga, a tema gay).
Ma c'è poco altro per il grande pubblico, perlopiù ristampe, complice anche la sparizione degli anime dalle televisioni generaliste.



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UN NUOVO EXPLOIT
Titoli come My Hero Academia, L'attacco dei giganti e The Promised Neverland riaccendono l'interesse per i manga su più larga scala, mentre le stesse serie sono in TV o disponibili nei servizi streaming.
Poco a poco, anche gli anime tornano alla portata di tutti, storici e nuovissimi: un nuovo exploit, sebbene diverso dai precedenti, è alle porte.
All'inizio degli anni '20 del 2000 i manga iniziano a invadere le librerie: oggi sono l'articolo più venduto in qualsiasi store Mondadori, Giunti e via dicendo.





Nel marzo 2022 la metropolitana di Milano viene tappezzata con pubblicità di Kaiju n.8, di cui la Star Comics regala anche un piccolo albetto nelle librerie dello Stivale: un simile battage non si era mai visto, e sembra essere un importante nuovo indizio riguardo il ritrovato interesse per i manga.



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L'AVVENTURA CONTINUA! LEGGI ANCHE LA STORIA DEGLI SHOJO IN ITALIA, QUI!

SPECCHIETTO RIASSUNTIVO

Qual è e quando è apparso il primo manga in Italia?

  • Son Goku di Yamane, pubblicato nel 1962 nel volume I primi eroi della Garzanti. Non era stato specchiato, mantenendo quindi la lettura alla giapponese.

Qual è e quando è stato pubblicato in Italia il primo manga in volume monografico?

  • Il Grande Mazinga di Nagai, pubblicato in versione pesantemente riadattata per l'Italia nel 1979 da Fabbri Editori; Akira di Otomo, pubblicato dalla Glénat nel 1990 in edizione ricolorata in America.


    dal blog I manga italiani


Qual è e quando è stato pubblicato su rivista il primo manga a episodi in Italia?

  • Candy Candy della Igarashi, pubblicato dal 1980 sul settimanale Fabbri in edizione ricolorata.

Qual è e quando è stato pubblicato in modo "critico" il primo manga in Italia?

  • Golgo 13, apparso sulla rivista Eureka nel 1980

Qual è e quando è stata pubblicata in Italia la prima rivista contenitore di manga?

  • Si tratta di Zero, della Granata Press, uscita a partire dal 1990.

Qual è e quando è stato pubblicato in Italia il primo manga con lettura alla giapponese?

  • Il primo volumetto monografico con lettura non ribaltata è Dragon Ball, pubblicato dalla Star Comics nel 1995.

Qual è e quando è stata pubblicata in Italia la prima rivista contenitore di manga con senso di lettura originale?

  • Express, uscita nel 1998 per la Star Comics.

Chi è il primo mangaka ad aver regolarmente lavorato in Italia su fumetti italiani?

  • Yoshiko Watanabe, disegnatrice che negli anni '80 realizzò storie per varie riviste, sia su personaggi giapponesi (Judo Boy, Starzinger...) sia italiani e americani (Masters of the Universe).

da Più e il suo gioco, settembre 1983


Chi è il primo mangaka ad aver pubblicato una storia originale in Italia?

  • Monkey Punch, che nel 1994 disegnò una storia inedita di Lupin III scritta dai Kappa boys (Alis Plaudo).

Chi è il primo mangaka ad aver pubblicato in Italia un volume realizzato appositamente per il nostro mercato?

  • Keiko Ichiguchi, autrice che nel 1995 ha realizzato Oltre la porta assieme ai Kappa boys.

Chi è il primo autore giapponese a essere stato pubblicato direttamente in Italia, esordendo editorialmente nel nostro Paese?

  • Okura, che ha pubblicato il suo Sorairo Flutter per la Renbooks.

Siamo giunti alla fine di questo particolare e articolato viaggio.
Ma è solo la prima parte di una retrospettiva più ampia su anime e manga in Italia: cliccate sul link per un altro speciale sull'argomento: la storia degli anime in Italia:
https://mikimoz.blogspot.com/2022/05/storia-degli-anime-in-italia.html

Le immagini sono prese da fumetto-online.it e guidafumettoitaliano.com
Fonti consultate: L'invasione manga (Davide Castellazzi, Scuola di manga); Ma in Italia ci saranno almeno cento persone a cui piacciono i manga? (Kappa Boys, Kappa Magazine n. 120 e 121)
Si ringraziano Davide Castellazzi, Luca Lorenzon, Nino Giordano e Poplite Fumetti per le precisazioni e le informazioni.

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38 commenti:

  1. Mamma mia che lavorone hai fatto!
    Ho molte di queste cose; altre le avevo e le ho date via... Tanta storia in questo post!

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    1. Grazie mille! Ed è solo la "prima parte" di un viaggio in più tappe 😁👍
      Anche io ho veramente tanto a riguardo, tra riviste, fanzine, volumi... Che ho dovuto pure risfogliare per guardare checklist interne, pubblicazioni ecc... Un altro mondo, proprio! 🤩

      Moz-

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  2. Nel 1980 Castelli e Silver non dirigevano ancora Eureka ;)
    Di manga ne parlò anche la rivista Sgt. Kirk nei primi anni '70 (mi pare...)

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    Risposte
    1. Grazie per le precisazioni! Se sai dirmi di più su Sgt. Kirk posso aggiungere la notizia (anche se ovviamente qui ho voluto parlare di manga veri e propri, storie pubblicate, non di riviste di settore tout-court a meno che non siano fondamentali per altro -come la prima Mangazine-) 👍
      Purtroppo non è stato semplice ricostruire tutto questo, e chissà quante altre cose saranno sfuggite...

      Moz-

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    2. oplà:

      http://lucalorenzon.blogspot.com/2012/01/i-primi-manga-in-italia.html

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    3. Ecco, immaginavo fosse un articolo... niente manga a corredo.
      Sicuramente importante, sarà stata tra le primissimissime volte che in Italia si era parlato di manga in modo serio: aggiungo la postilla col link al tuo articolo.
      Thanks!! **

      Moz-

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    4. Ah, e c'era pure quel fumetto fatto da un giapponese che pubblicò Metal Hurlant sulla scia dell'edizione originale francese, ma quello credo che fosse stato fatto apposta per il mercato francese, non era un manga "DOC".

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    5. Beh, come autore in sé infatti non so se valga, perché altrimenti c'è la Watanabe anche... che ha realizzato diversi fumetti (anche i Masters!) per la rivista Più e il suo gioco...^^

      Moz-

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  3. Sì, tra Granata e Star Comics nel periodo 1992-1995 ci fu la "botta" editoriale che spianò la strada all'invasione di fine/inizio millennio!
    Thanks! Stato tuned che più in là arriveranno altre "parti" della retrospettiva "giappomania" 😎👍💥

    Moz-

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  4. "Ma nel frattempo i quattro lanciano la prima pro-zine del settore: Mangazine."

    Che bei ricordi, i tempi in cui si andava in fumetteria e non si sapeva cosa si sarebbe trovato, giusto i comic marvel della Star avevano un calendario d'uscita, per il resto era sempre una sorpresa trovare delle novità, e allora le fanzine-prozione ne erano l'esempio più fulgido (aggiungo Made in USA e Fumo di China).

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    Risposte
    1. Esatto... un bel periodo!
      Ed è continuato anche negli anni '90, con Lodoss (diventato poi rivista reale) e tutte le altre (Tako-San, Ukyo-e, Sushi...) madonna quanto era bello!^^

      Moz-

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  5. Ciao, sintetico ma bello. Però l'Eureka con Golgo non era diretta da Castelli e Silver, quella con Tezuka sì. Bye. Davide Castellazzi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Davide, grazie della precisazione!
      Sei stato una delle fonti consultate, è quindi per me un onore ricevere un tuo commento :)
      Sintetico per ovvi motivi, ho cercato di metterci di tutto ma ho già in mente di estendere il discorso con altri articoli che si diramano da questo :)

      Moz-

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  6. Ma porc...
    Ma guarda se devo scoprire da qui che è già uscito il numero XV di Five Stars Stories!!!
    Un'anno fa! Riuscirò a recuperarlo?!?!?
    Giù

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    1. Ahah vedi tu! 🤓🤣
      Dai, penso sia facile recuperare il volume!

      Moz-

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  7. In tempi recenti stanno uscendo anche "altri" manga. Non conosco la proposta della Shockdom, ma conosco quelle della Hollow Press che sta pubblicanto autori quali: Shintaro Kago, Tetsunori Tarawaya, Daisuke Ichiba e, in questi giorni, il giovane Asagi Yaenaga, forse il primo giapponese a esordire con un editore occidentale. Non sono prodotti da edicola, ed hanno tirature molto basse, ma se li affianchiamo ai libri della Coconino, della Oblomov e di altri, costituiscono un fenomeno interessante.

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    Risposte
    1. Ciao!
      Hai fatto bene ad aggiungere queste notizie, io purtroppo non sono potuto andare troppo nello specifico in generale, altrimenti sarebbe venuto un post lunghissimo.
      Ogni contributo è fondamentale, w i commenti e grazie ancora 👍💥

      Moz-

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    2. No, è il secondo. Il primo è Okura. ;) Lo pubblicammo noi di renbooks.

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    3. Ottimo, questa notizia la aggiungo perché è importante! Appena sono a casa scrivo tutto 🤩🤩🤩

      Moz-

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  8. Accipicchia, innanzitutto complimenti per questo lavorone, e poi che leggerlo è stato molto interessante ;)

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    Risposte
    1. Grazie mille, effettivamente è stato un lavoro complesso... Però soddisfacente! Specie per gli interventi (pure Castellazzi in persona, che ho "usato" come fonte!) 💥💪

      Moz-

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  9. Nostalgia canaglia, la lacrimuccia all'occhio già fa capolino... I primi numeri di Mangazine, i primi numero di Kappa, l'edizione di Kimagure Orange Road della Star Comics... tutte riviste che compravo, leggevo... alla fine le ho regalate a una mia amica ugualmente nipponofila perché mia madre mi aveva imposto di "sgomberare" il mobile libreria...
    E comunque, anche se con meno frequenza, continuo a comprare manga. Infatti la libreria di casa mia comincia a essere strapiena :-D

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    Risposte
    1. Almeno sono finite sicuramente in buone mani, apprezzate! Hai fatto bene a regalarle a chi le amava... :)
      Sì, ripercorrere la storia editoriale dei manga in Italia ha immerso anche me nella nostalgia: tantissime delle cose di cui ho parlato le ho, sono andato a rivederle, risfogliarle, cercare info e pubblicità, notizie interne... per ricostruire tutto.
      Altri tempi, in cui ci si stupiva ancora per tante cose^^

      Moz-

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  10. Hai fatto un lavorone della Madonna. Alcuni particolari storici li conoscevo, altri per nulla. E pensare che questa (come hai scritto da qualche parte) è solo la prima parte...

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    Risposte
    1. La seconda parte riguarderà però gli anime, anche se spesso le cose si sono intrecciate.
      In ogni caso, posso dirti che non ho manco riportato TUTTO... ci sono tantissime cose perse nel tempo... chissà chissà :)
      Thanks!

      Moz-

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  11. Interessante
    certo che candy in sfumature di giallo non se pò vedè

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille :)
      Eh lo so, ma i gusti erano quelli, e andava bene^^

      Moz-

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  12. Nel 1992/1992 la Granata lanciò in edicola non solo le ammiraglie antologiche Mangazine e Zero. Le testate apripista, in quel tipico formato brossurato a mezza via tra il tankobon e un comic book, con le cover fatte di disegni interni ingranditi e dal fortissimo sapore d'inchiostro e la colla che spesso si staccava dagli albi, erano in realtà quattro. C'era infatti Manga Hero, che prima di lanciare Versailles no Bara della Ikeda, pubblicò due manga di un autore oggi dimenticato: Yoshihisa Tagami coi suoi "Grey" e "Horobi", una storia di fantascienza distopica e una horror, disegnate con un tratto insolito a metà tra il parodistico/deformed e lo stile minimal degli anime real robot anni Ottanta, basata sui mostri nipponici, due generi abbastanza diversi che mostravano la versatilità di questo autore il quale, anche dopo essere stato ristampato di recente da altri editori, non ha mai goduto dell'attenzione che meritava... e in Giappone è scomparso perfino dal mercato, forse per problemi di salute. Poi c'era la prima apparizione assoluta di un autore anche oggi abbastanza noto tra gli appassionati, ossia Ryochi Ikegami, che fece conoscere agli italiani un altro aspetto del fumetto giapponese, quello che si è evoluto non dagli stilemi di Tezuka ma da quelli del Gekiga, il fumetto nipponico più crudo, realistico e spesso denso di temi sociali. Ikegami apparve sulla testata Z comics, che pubblicò il suo Crying Freeman, una storia di yakuza tra corpi nudi e tatuati, scene di sesso esplicito, sparatorie, arti marziali e filosofia orientale, ideato su testi di Kazuo Koike, altro nome importantissimo, anch'esso alla sua prima apparizione italiana, noto soprattutto per Lone Wolf and Cub. Insomma, tra Mangazine, Zero, Manga Hero e Z Comics, tra il 1991/1992 potevi avere un assaggio/panoramica dello shonen manga anni Ottanta tipo commedia scolastica sentimentale o da combattimento (Hokuto no Ken, Lamù), il gekiga di Sampei Shirato e di Ikegami, un autore destinato a diventare una star in futuro, ossia Araki con il suo Baoh, che nel '91 era considerata la serie più scarsa dello Zero che ospitava Ken e Xenon... chi lo avrebbe detto che l'avremmo visto ospite speciale di Lucca e destinato a diventare autore storico per Shonen Jump e stranoto mangaka entrato nella cultura popolare e perfino nei meme internettiani? Tanti presagi del futuro insomma... e questo solo grazie al talento dei non più fanzinari Kappa Boys, pronti a divenire editor di successo e scopritori di best seller e formule editoriali geniali... e dell'intuito del grande Luigi Bernardi che fondò la Granata dando libero afflusso al manga in Italia.

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    1. Ciao Marco, benvenuto e grazie!
      Sì, ovviamente non ho potuto inserire tutto, limitandomi alle cose fondamentali e che hanno costituito le "pietre miliari". Grey & co. che citi erano edizioni della VIZ, ecco perché le copertine erano disegni ricolorati.
      Vero, i Kappa Boys hanno praticamente dato tutto, erano solo loro dietro al successo (anche chi li ha preceduti non aveva chiaro il quadro generale, vedi la Glénat), sono stati loro a portare DAVVERO i manga in Italia, con un percorso sempre più consapevole e critico.

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  13. Le generazioni più adulte/anziane devono sempre guardare male gli intrattenimenti del presente.
    Unica cosa che mette tutti d'accordo è la musica trap, fa schifo a prescindere XD

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  14. Grazie per aver citato la fonte per le immagini sulla censura in Dragon Ball (visto che le scattai io anni fa), altri - purtroppo - non sono stati così gentili e hanno saccheggiato e ripostato piu' volte senza ritegno e senza mettere alcuna fonte. Stendo un velo pietoso soprattutto per chi le utilizzò (e continua a farlo) per vendere su eBay fumetti che non possiedono (visto che sono miei e quando si vende un fumetto è necessario postare ciò che si sta vendendo per valutarne le condizioni).

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    1. PS: sono del forum citato come fonte nell'articolo e che ha aperto il topic dove ho postato io stesso le immagini (lo scrivo giusto per trasparenza).

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    2. Ciao!
      Quando riesco a risalire alla fonte, metto sempre la dicitura.
      Ammetto di non riuscire a farlo sempre, perché magari le immagini me le ritrovo salvate chissà da quanto tempo prima e magari quei siti/forum/blog manco più esistono 😅🤣
      Mi spiace per le scorrettezze, purtroppo il web è comunque un far west in questo senso...
      Benvenuto? 🤓💪

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    3. Senza ? finale: Benvenuto!! 💪😎

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    4. Grazie per il benvenuto e complimenti per il blog ;)

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    5. Grazie mille, davvero! 🔥💪

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