Diciottesima uscita per Anime Cult, con un numero dal dossier centrale tutto dedicato ai 45 giri delle sigle delle serie animate giapponesi!
Ma, ovviamente, non è presente solo tale argomento: in questo numero torno anche io in modo attivo, con un articolo che ci tenevo proprio tanto a scrivere...!
Vediamo com'è, dunque, questo diciottesimo volume di Anime Cult!
Come sempre, vi lascio il sommario per una panoramica generale dei contenuti:
Fabrizio Ponciroli intervista Nino Scardina, il doppiatore che ha prestato la voce (caratteristica!) di Mister X, nemico giurato dell'Uomo Tigre.
Sempre lui rispolvera Don Chuck, serie anime che abbiamo visto anni fa sui canali regionali.
E veniamo al cuore del numero, il dossier Sigle a 45 giri.
Eccone i contenuti:
Queste pagine sono curate da Emmanuel Grossi e Dario Muras, due nomi che ci hanno già portato il primo volume di Sigle degli anime (QUI) - e presto arriverà il secondo -, una garanzia insomma.
Viene da lì riproposta l'ultima intervista a Olimpio Petrossi, anche se più lunga e con le risposte aggiunte di Massimo Cantini... insomma, anche se già parzialmente letta, è inedita in questa forma.
C'è spazio anche per l'intervista a Wilma Battigelli della Fonit Cetra.
Tante sono le curiosità e le chicche proposte in queste pagine, che arrivano fino ai 45 giri degli anime Fininvest.
Ci vengono mostrati anche i rarissimi depliant delle fiere di settore, foto inedite dall'archivio Fininvest e tutta una serie di particolarità collezionistiche, come livello di rarità e quotazioni di mercato.
Nuova incursione nei modellini vintage de I Cavalieri dello Zodiaco: l'esperto Francesco "Frank Cat" Catarcio torna ad occuparsi di questo mondo, svelandoci ogni segreto possibile sia della versione di inizio millennio, sia dei bootleg degli anni '90. Imperdibile.
Andrea Guglielmino ci porta una retrospettiva sui live action tratti da anime e manga, in una panoramica che arriva fino ai giorni nostri.
Insomma, anche questo mese tanta roba da leggere, scoprire e riscoprire, per chi sceglierà di passare del tempo con noi su Anime Cult!
Fateci sapere che ve ne pare!
Quelli che citi sono comunque gli obiettivi di Anime Cult, e quindi sono centrati pienamente. Orange Road penso proprio che prima o poi arriverà anche su queste pagine, mentre si sapeva sin dall'inizio che i tardi anni '90 e i 2000 non ci sarebbero granché stati, a maggior ragione se pensiamo che appunto ora c'è JM che li tratta.💥
RispondiEliminaInfatti, nel mio modo di vedere, JM e AC si completano a vicenda, offrendo uno spaccato 100% su questo mondo (ovviamente riferendoci agli obiettivi delle riviste: è chiaro che mancherebbero diverse cose, come anime e manga attuali, ma non è questo -almeno per ora- lo scopo delle riviste in questione)💪🏻
Permettimi solo una parola sulla rubrica di Carrassi: scusarsi di cosa? Il suo era un lavoro che doveva essere svolto... e lui anzi sta raccontando proprio quello, i perché e i percome. Non siamo più all'epoca, penso che oggi quelle cose possano essere lette con lo sguardo più distaccato e lontano da ogni fanboysmo... la sua rubrica ci racconta proprio questi aspetti, ancora di più lo farà il volume speciale. È giusto sapere il perché delle cose, nessuno passa da eroe ;)
Dopotutto oh, si è mai scusato qualcuno per aver cambiato tutti i nomi al Doraemon RAI, da Nobita a Guglia? Non credo... ma è interessante invece comprendere perché ciò sia stato fatto.
Solo così potrem(m)o capire perché oggi, mentre scriviamo, Italia 1 sta censurando Evelyn, saltando tanti episodi e tagliando diverse scene... nel 2024!
Moz-
Ecco, io invece provo a capire perché c'è ancora necessità di censurare. È una cosa che riguarda la società, non solo la televisione o gli anime.
RispondiEliminaSe segui la rubrica di Carrassi, specie questo mese, scoprirai che a cambiare nome ai LORO personaggi erano gli stessi giapponesi... è marketing anche questo. Insomma, non è mai tutto o nero o bianco, e a me piace capire come evolvono le cose (o perché, come con Evelyn) stiamo ancora al punto di partenza.
JM per ora si concentra più fino ai '90... vedremo in futuro, molto dipende dal pubblico ;)
Moz-
Appunto, hai risposto tu. La Takeuchi può dire quel che vuole, l'anime è Toei e la Toei fa quello che gli pare, e fa fare quel che gli pare a chi vende. Altrimenti non venderebbe.
RispondiEliminaLa Takeuchi non mi pare abbia detto qualcosa sul suo manga, che nella prima edizione italiana è stato ribaltato e aveva i nomi dell'edizione televisiva... ma forse anche lì c'è qualcun altro di mezzo, la Kodansha.
Quando ha potuto, la Takeuchi ha bloccato i diritti. Poi con Toei ha scelto proprio l'Italia per il rilancio dell'opera... quindi figuriamoci^^
Moz-
Io pensavo che invece fossero proprio i giappominkia ad aver via via decretato la fine delle riviste, ossia questi nuovi giovani lettori che oggi snobbano gli approfondimenti (al massimo se li leggono se gratis, sul web)... non per nulla il pubblico di AC e JM (ma anche di Nippon Shock Magazine, della concorrenza) è invece adulto, perché sono questi ad apprezzare ancora le riviste e le analisi che qui compaiono...
RispondiEliminaMoz-
Secondo me le cose sono andate così: parte di chi oggi è adulto e all'epoca aveva anche letto le riviste, come spesso succede, fu investito dalla furia iconoclasta che vuole sempre distruggere il passato perché la modernità è meglio (libera ecc, tipo il web). A loro si sono accodati i giovanissimi :)
RispondiEliminaMoz-
Vedi, è qui che non comprendi il mio punto di vista, che ritengo invero equilibrato e realistico.
RispondiEliminaTu dici: "tre multinazionali che non hanno saputo in molti casi valorizzare i prodotti acquistati" e invece proprio per le censure e adattamenti fatti, hanno saputo valorizzarli.
Sembra assurdo, ma è così: ti invito a rifletterci. Immagina Sailor Moon, nel 1995, coi nomi giapponesi. Non avrebbe avuto lo stesso successo, per mille motivi. Non c'era immediatezza.
Considera tutto il comparto attorno, ossia la valorizzazione che citi: Giochi Preziosi, nel 1990, impose essa stessa (col benestare dal Giappone, ovviamente, che peraltro vendeva la sua serie già mancante di scene troppo crude, nota bene) la semplificazione dei nomi. Pegasus era già tale prima dell'armatura.
Ecco come si ottiene il successo, la valorizzazione.
I Giapponesi lo sanno, e perciò ti consiglio proprio di leggere questo numero di AC, la rubrica di Carrassi, che mostra il guidebook di Rayearth... così capirai cosa vendevano i giapponesi.
Non c'è bisogno di contradditorio, con documentazione alla mano! :)
Ripeto, io provo a comprendere, al di là delle emozioni da fan: solo comprendendo come stanno le cose, e perché, capiamo anche il dietrofront attuale su Evelyn (oltre alle censure, sono già stati saltati 4 episodi, tre dei quali regolarmente trasmessi negli anni...).
Insomma, situazioni di questo tipo descrivono la nostra società: la Tv si adegua a cause di forza maggiore.
Moz-
La soluzione è venuta da sé: come ho scritto nell'articolo su Kappa, oggi tutti vogliono tornare su carta ;)
RispondiEliminaMoz-
Pensa, dell'adattamento di Slam Dunk ho saputo lavorando a Cartoni & Tv: nessuna variazione durante le scene tattiche e di gioco serio, il resto era modificabile.
RispondiEliminaEvelyn: io più che chiedermi quelle cose che ti chiedi tu, mi chiedo i motivi di ciò. Perché Italia 1 NON può trasmetterle? Pensi che sia contenta, la rete, di censurare episodi (quindi pagare qualcuno che compie i tagli in modo comunque poco visibile) o di saltare episodi che invece garantirebbero durata maggiore della serie? Io mi chiedo invece cosa spinga Italia 1 a non poter rischiare, la mattina, con la trasmissione di certe scene e tematiche. E perché.
La colpa non è della rete, è di ciò che c'è attorno... Te la faccio breve: Fininvest adatta e doppia i Cavalieri dello Zodiaco. Per anni, sui canali minori Fininvest (Italia 7, Junior Tv) passano senza censure video (tranne quelle tre quattro scene tolte a monte dai giappi).
Quando vanno su Italia 1, Mediaset è costretta a censurare drasticamente molte scene, quindi rimettendo mano alla sua stessa versione. Perché?
Ecco, io questo mi chiedo, non penso minimamente che la rete abbia delle colpe.
Miki-
Non credo ci sia, resteranno a godersi le cose un po' superficialmente...
RispondiEliminaMoz-
Esatto, quindi capisci anche tu che QUALCOSA deve esserci, dietro, se si è tornati a questo...! Ed è ciò che mi interessa comprendere, perché è troppo facile dare addosso alle televisioni in sé senza provare a capire i motivi dietro certe scelte, in bene e in male... 💪🏻
RispondiEliminaMoz-
Purtroppo per loro perché capiscono a loro modo il mondo prima della loro nascita è preistorico e super arretrato è come parlagli degli uomini delle caverne e degli Egizi.
RispondiEliminaEra così anche per i nostri coetanei alla loro età e ancora oggi in gran parte anche per chi è più grande di noi soprattutto i quarantenni, anche fra quelli della nostra generazione e le precedenti diversi sono bloccati al presente e al massimo conoscono e sono interessati alle cose solo della loro perché le hanno vissute in quest'ultimo caso soprattutto gli anziani settantenni-novantenni, impossibile che apprezzino il nostro mondo anni 70-00.