[RACCONTO] Misto Unico - un dramma cazzaro tra cinema e nostalgia


Misto Unico è il primo racconto a puntate che proposi qui sul blog.
Era il 2008, e fu un vero e proprio esperimento: scrissi di getto i primi capitoli, senza alcun piano in mente, cercando poi alla fine di far combaciare tutto.
Sono legatissimo a Misto Unico perché racconta molte delle mie passioni: protagonisti ragazzi e ragazzini, pulp alla Tarantino, cazzeggio, parolacce e il mio grande amore per il cinema, che qui è protagonista assoluto a partire dalla location, che immaginai essere proprio quella che vedete nella foto qui sopra, a pochi metri da casa mia.
Oggi, in un'unica soluzione, vi ripropongo Misto Unico: dieci brevi capitoli riveduti e corretti che spero apprezzerete.
Anche se da allora sono passati più di dieci anni, fatevi sotto con consigli e critiche.
Buona lettura!


CAPITOLO 1

Grida. Le grida isteriche arrivavano da un villino, anonimo in mezzo agli altri villini, anonimi anch'essi nel loro biancore ingrigito che quel giorno era anche il colore del cielo.
Potevano provenire da qualche tv, quelle grida. A giudicare da quanti padelloni bianchi si vedevano svettare sui tetti. E invece no, non era la tv.
- Senti, se vuoi litigare, fatti passare questa idea.
Una voce calma dal tono menefreghista giungeva dal divano.
- Ecco lo vedi? LO VEDI?
- Ma lo vedo cosa? Ecco, le mie palle stanno cominciando a girare.
- TU NON CAPISCI! NON PUOI FARE IL TUO COMODO!
- Ines cara - proseguì l'uomo, - ti dico che non ho voglia di discutere. Sono stanco, sono appena tornato da una giornata massacrante. Se ti sono tornate, non prendertela con me, per piacere.
Probabilmente il modo pacato con cui queste parole venivano pronunciate faceva indisporre ancora di più Ines.
- MA CHI CREDI DI ESSERE? EH?
- ossignoreiddìo. Non!...voglio!...discutere! Lo capisci? So che i litigi sono cose comuni e in un certo senso obbligati, in una coppia. Anche terapeutici. Ma IO non voglio. Lo capisci, vero?
Ines ammutolì.
- Lo capisci che non voglio sorbirmi queste paranoie?
Ines tornò alla carica.
- TU LE CONSIDERI STRONZATE!! LO VEDI?
- Aaaahhh - fece lui, come fa chi si è rotto le palle, - stai ricominciando? Senti, facciamo così: tu hai voglia di litigare per sfogarti. Io non ho nessuna voglia né di litigare con te né di stare a sentire le tue stronzate. Siamo una coppia libera, no? Esci, va' da qualche parte, sparisci.
- IO... - cominciò lei quasi piangendo, - se esco... non torno più!
- Come credi. Mi mancherai, giuro. Ma me ne farò una ragione. Certo, quando mi chiederanno "perchè Ines se n'è andata?" io cosa devo rispondere? "eh, sai, non avevo voglia di litigare con lei..."!! Ma ti rendi conto? No, dico, ti rendi conto?
- ...tu...
- Ines, quando tu hai voglia di litigare significa che è successo qualcosa. E siccome fino a ieri sera eri tutta contenta, significa che questo qualcosa è successo stamattina.
Lei ci pensò un attimo. Poi corse ad abbracciarlo sul divano, gettandosi piangendo nelle sue braccia.
- Su, calmati piccola. Dimmi tutto...
- Ha telefonato - disse lei singhiozzando, - quella... quella strega...
- Lo immaginavo. Ti fa sempre andar male la giornata. Ma ora è tutto ok, vedrai. Ripeti con me: "è tutto ok".
- È... è tutto ok - ripeté Ines asciugandosi le lacrime.
- Brava, piccola. È tutto ok. Olrait.
- Olrait.
- Sei un genio, piccola. Conosci anche l'inglese.
Alzandole il viso bagnato, la baciò appassionatamente.
- Tutto bene... olrait.

CAPITOLO 2


- Eh? - fece Dany con una faccia di chi ha capito una cosa che però continua a sembrargli improbabile.
- Sì, lo facciamo!
- Sei pazzo.
- Ma che pazzo! Dai, lo so che tanto alla fine ci vieni!
- Abbassa la voce, scemo!
Parole che rimbombarono nella palestra. Facendo girare gli altri.
Dany e Gim fecero finta di niente. I poster sbiaditi dei Giochi della Gioventù di qualche annata troppo indietro nel tempo svolazzavano a causa del venticello che entrava dalla finestra orizzontale.
- Ha organizzato tutto Basetti, quello di terza!
- Ma chi, Mirko?
- Certo, Mirko Basetti!
- Ma… quello è un teppista, lo sai! L’altro giorno ha rubato i soldi dalla macchina di Don Fernando, sai che casino!
- Ma no, sono stati quelli del garage alla discesa. Non Mirko.
- Sai che differenza. E poi facile dire che è di terza… è stato bocciato mille volte!
- Solo tre - puntualizzò Gim quasi con saccenza, girandosi verso il quadro svedese.
- Evvabbene, ci vengo… - Dany stava per finire di parlare ma Gim lo interruppe contento.
- Lo sapevo!! Evvai! Vedrai che ci divertiremo, Dany!

Dany prese del tempo, una boccata d'ossigeno, e fece la sua domanda:
- Però… ti va bene se chiamo... anche Ines?
- Ah-ha!! Allora ti piace, lo sapevo!
- Smettila, idiota!
Stavolta gli altri non fecero in tempo a girarsi che il suono di un fischietto attraversò l’ambiente.
- Che palle, è arrivato.
- Speriamo ci faccia giocare a pallavolo, almeno.
- FIIIT FIIIT FIIIT!! TUTTI IN RIGA, PELLEGRINI!!
Una fila di tute colorate si parò innanzi al professore.
- Bene bellimbusti! Tanto per cominciare, venti giri di corsa, AVANTI MARCH! MUOVERSI!
- No prof! Dai, son troppi! – le lamentele non si fecero attendere.
- ALLORA TRENTA GIRI! AVANTI BELLIMBUSTI! FIIIT FIIIT FIIIT!
- Uffaaa…
Gim tirò fuori dalla tasca un lettore mp3, e si infilò le cuffie nelle orecchie.
- Cosa ascolti? - chiese Dany cominciando a correre.
- Ganzenrosis!
- Figo!
- Ehi, comunque a me sta bene se viene anche Ines! Dopotutto è del gruppo!
Dany si fece rosso in volto.
- Grazie - mormorò, - allora ci vediamo nel pomeriggio, all'officina.
- Certo! Porto tutto io! Vedrai che ci divertiremo! - Gim era al settimo cielo.
- FIIIT FIIIT FIIIIT! BELLIMBUSTI, CORRERE IN SILENZIO!

Appena al secondo giro di corsa, e il brutto era che si potevano sentire solo due rumori: o lo stridio fastidioso delle scarpe da ginnastica sul parquet, o i fischi indisponenti del professore.
- FIIIT FIIIT FIIIIT! SILENZIO PELLEGRINI! MUOVERSI!!
Meglio il rumore delle scarpe sul parquet.
Scriich scriiich, a ritmo di Sweet Child O' Mine.

CAPITOLO 3

- Che cazzo ci hai messo, brutto idiota?
- Uh? – domandò il barista cadendo dalle nuvole.
- Pezzo di merda, ti avevo detto che il cocktail lo volevo senza alcool!
- Mi sarò sbagliato, ora te lo rifaccio.
- Ti sei sbagliato il cazzo che ti entra in culo, brutto scemo! Sai che cosa mi succede se prendo alcool? MUOIO pezzo di merda! Bye bye, adios, hasta tua madre, cesso! VADO AL CAMPOSANTO! Ma tu questo non lo capisci vero? NON LO CAPISCI!
Il barista avrebbe voluto sparire. Via verso un altro pianeta. Oltre la galassia di Pegaso. Se esiste una galassia di Pegaso, ovviamente.
- Era meglio se dietro al bancone ci mettevano quello storpio di tuo fratello! Lui lo sa che con l’alcool mi si buca lo stomaco!
- Mi dispiace! Dai, ora te lo rifaccio doppio, e gratis!
- Non è questo il punto, dio scalzo nella valle dei chiodi! Il punto è che tu, gran barista dei miei coglioni, stavi per uccidermi!
- Sem’pee e’sageato amigoh! - intervenne una voce alle spalle del bevitore.
- Sei arrivato. Esagerato un cavolo! Tuo fratello mi ha messo rum nel cocktail! Dovresti starci tu qui dietro, Maicol!
- Mioh f’atello ce’te vo’te ha la te’ta tah le ‘uvole! 
- Cazzo, ci vuole una laurea apposita in interpretariato per capire quello che dici, Maicol.
- “certe volte mio fratello ha la testa tra le nuvole” - ripeté il barista, mentre shakerava il Piña Colada facendo finta di ballare la musichetta latinoamericana nel bar deserto.
- Avevo capito perfettamente, genio! Era per fare una battuta stronza. E credimi se ti dico che faccio più fatica a comprendere te che tuo fratello.
- Eccoti il doppio, senza alcool!
- Bah! – l’uomo cominciò a bere, poi si rivolse a Maicol, - allora gringo, siamo pronti?
- C’i ‘uoi ‘commetere!
- Perfetto gringo, così ti voglio! Storpio ma cazzuto!
- Siem’pee ‘isto, amigoh! 
- Siempre listo, certo! - annuì sorridendo, scolandosi la schiuma dal bicchiere.
- La cassetta di sicurezza è la numero 345. È di un certo Mr. Milton, qualche gentleman inglese del cazzo. Lì c’è quello che dobbiamo prendere. Né la 344 né la 346 e manco la fottuta 873. La 345: capito, gringo?
- Tu’to ‘otto con’rollo, amigoh!
- Siamo pronti allora, gringo. Possiamo andare, per mezzogiorno dobbiamo stare lì.
L’uomo lasciò sul bancone 8 e 50 in monetine. Il barista guardava suo fratello uscire dal locale, prese i soldi e li mise nella cassa. Anche se aveva detto che il cocktail era un omaggio. Non era stato propriamente onesto.
- Cazzo non andare, Maicol! Sei finito storpio per una cazzata come questa! – ma non lo disse: lo pensò soltanto. Proprio un bravo fratello maggiore.
Il pensiero lo impegnò per tre minuti. Forse la coscienza spingeva troppo, e pompava più del cuore.
Forse si sentiva in dovere di fare qualcosa. Ma cosa?
Poco dopo, un cartellino era appeso sulla porta del locale.
Due ragazzi passarono di lì per prendere un aperitivo.
- cavolo, ma da quando in qua 'sto cesso di bar è chiuso il mercoledì mattina?
- avrà cambiato giorno di chiusura, lo stronzo. Andiamocene in centro.

CAPITOLO 4

Era una bella mattina. E faceva anche caldo, dopotutto era aprile. Mercoledì 20 aprile. Millenovecentoemoltianni.
Ma ne mancava ancora qualcuno, di anno, per arrivare al nuovo millennio. Quel giorno gli studenti avrebbero proprio dovuto fare un tema su “cosa ti aspetti dal 2000”. Le solite cretinate. Nel 2000 non ci saranno né macchine volanti né raggi laser che puoi sparare dagli occhiali. Nel 2000 ci saranno sempre le stesse cose di vent’anni prima, gli stessi cazzoni di vent’anni prima e la stessa merda di sempre. Il tutto, probabilmente, addirittura amplificato.
Ma nessuno deve impedire a giovani studenti di sognare e scrivere una relazione fantascientifica su un mondo migliore. E di prendere un sette, se scritta bene. Perché no.
Ma due degli studenti in questione non stavano minimamente pensando al futuro prossimo, anzi, erano ancorati ora più che mai al presente, e avrebbero voluto che il tempo non passasse mai.
E si godevano la giornata di sole ai giardini pubblici.
- Ti va un gelato? Offro io.
- Va bene - fece lei, arrossendo un poco.
- Che gusto?
- Come ti pare, dai… - lei era proprio imbarazzata.
- Ma no, facciamo così, vieni anche tu al carretto di Carluccio, così scegli.
- No, dai…fai tu, davvero!
Il ragazzo comprese l’imbarazzo della sua amica.
- Stracciatella va bene?
- Va benissimo!
- Ok, allora aspettami, ora torno.
Matt sorrise e andò dritto verso il carretto dei gelati di Carluccio. Carluccio era un highlander, probabilmente: trent’anni prima aveva venduto gelati anche ai genitori dei ragazzi.
Matt tornò poco dopo. Lei era ancora sulla panchina. Una frizzante brezza le accarezzava i capelli lunghi e castani.
- Tieni Ines, per te!
- Grazie mille – non si scompose più di tanto.
Mangiarono il gelato mano nella mano. Passò del tempo.

La fontana disegnava piccoli archi d’acqua nel cielo.
Poi, passi spavaldi andavano verso la panchina dove erano seduti i due ragazzi.
Ines si voltò. Erano due tipi, vestiti forzatamente da duri.
- Ehi, darling! Vai ancora appresso a questo cazzomoscio?
L’altro ragazzo faceva da spalla, e stava in silenzio, ma aveva un ghigno sotto i baffi.
- Ciao Billy…nemmeno tu a scuola? - la voce serena di Matt ruppe il momento.
- Chi cavolo ti dà il permesso di rivolgerti a me, gringo?
- Me lo prendo da solo, il permesso, sceriffo. - ribattè Matt senza scomporsi affatto.
Gus stava per mettere le mani addosso a Matt, ma Billy lo fermò col braccio,  come fosse una sbarra del supermarket.
Ines si spaventò un poco.
- Questo fottuto cheyenne deve capire chi comanda, ma non qui. Ci vediamo dopo la scuola, gringo!
- Dopo... ahahaha… questa è bella, amigo. Dopo la scuola? Ma se nemmeno ci siamo andati, a scuola!
- Stai provocando, palla di merda? Stai provocando, pellegrino? DEVI STARE ZITTO! - intervenne Gus con fare minaccioso. Ma che a Matt faceva solo ridere.
- Dite un po’, sceriffo e compare, che film avete visto ieri, per fare questa scenetta da dementi?
- M-Matt, dai… per favore, non… - Ines avrebbe voluto dire al suo amico di non continuare a istigare i due ragazzi, che intanto si guardavano in cagnesco con Matt.
- FIIIT FIIIT FIIIT! Gustavo Casermari! FIIIT FIIIT FIIIT! Da oggi sei in punizione PERENNE! CHIARO, BELLIMBUSTO?
Sentendo il fischietto che strideva nell’aria, Gus tornò nel mondo reale, dimenticandosi di ogni scenetta da film.
- Oh, Cristo…mio padre.
Un tizio si avvicinava minaccioso come un marine, attraversando l’aiuola nella sua tuta blu scuro.
Anche gli altri tre presenti tornarono nel mondo reale, mondo in cui ora avrebbero dovuto scrivere il tema sul 2000.

- Tuo padre è un sergente, cazzo!
- Ama l’ordine e la disciplina come tu ami le stronzate dei cowboy e indiani.
- Non poteva che fare il professore di educazione fisica, porco mondo.
- Dice che toccherà anche a me fare il professore di educazione fisica.
- Non ti ci vedo col fischietto in bocca, gringo.
- SILENZIO! NON SIETE AL BAR, QUI! QUESTA È UNA SCUOLA! - gridò la preside. Una cagacazzi assurda, poteva sembrare.
- Di voi due non mi meraviglio affatto, ma da voialtri - girandosi verso Matt e Ines - proprio non me lo sarei mai MAI aspettata!
Billy stava facendo delle boccacce alla preside, mentre era voltata a parlare con gli altri.
- Guarda che ti vedo, imbecille.
Billy smise di fare boccacce.
La porta si aprì. Era una signora giovane, ma che pareva antica nel portamento e negli abiti che indossava.
Ines diventò bianca come il foglio su cui sto scrivendo.
- Signora Preside, non so che dirle…
- Signora, non si preoccupi, per questa volta non succede nulla… Ines è sempre stata così brava, non…
SCIAAAF! Uno schiaffone tuonò nella stanza.
- E a casa facciamo i conti, signorina! Ma tu guarda, marinare la scuola con tre maschi! Svergognata! Brutta ingrata! Sgualdrina di mare!!
- Signora, la prego, non…non mi sembra il caso di... - la Preside era imbarazzata. Il resto dei presenti era ammutolito. Ines stava per piangere, ma riuscì a trattenersi.
Era partita come una bella giornata di sole, ma non continuò così bene come era iniziata. Per nessuno di quei quattro ragazzi.
 

CAPITOLO 5

 …Hate your next-door neighbor, but don’t forget to say grace/And… tell me over and over and over and over again, my friend/You don’t believe we’re on the eve of destruction/Mmh, no no, you don’t believe/We’re on the eve of destruction…- E questo era Barry McGuire con una stupenda canzone ormai entrata nel cuore di tutti! Noi torniamo dopo lo stacco pubblicitario, per darvi aggiornamenti riguardo la rapina alla Banca Centrale che in tarda mattinata ha creato attimi di angoscia nella nostra città… Marcia Alla Turca di Mozart.
Era una suoneria di cellulare. Paolo abbassò il volume della radio, che in quel momento stava decantando le lodi di una nuova auto lussuosa. La stessa che Paolo stava guidando.
- Pronto? Sì, sono Fabietti. Sì… sì… no, non oggi. Ora sto andando a visionare il locale di cui ti ho parlato la settimana scorsa… sì, quello a due piani. Eh, sì… me l’hanno detto…è in quello stato da una trentina d’anni. No, no… certo, senza dubbio. Ok, mi faccio risentire io. Buona giornata.
Rialzò il volume della radio.
- …e che, intorno alle 12 e 20 di questa mattina, sono entrati in banca e hanno rubato il contenuto di alcune cassette di sicurezza del caveau. Nessuna chiarezza ancora sulla refurtiva, la Banca Centrale non rilascia dichiarazioni. Pare che i due malviventi siano riusciti a sfuggire alla polizia grazie a un loro complice, che è intervenuto dall’entrata posteriore del palazzo. C’è stato uno scontro a fuoco in cui ha perso la vita una guardia giurata- Muoiono sempre loro, ‘sti sfigati - commentò Paolo.
- ...ma anche uno dei rapinatori pare essere stato colpito da un proiettile di un poliziotto. Le indagini sono tuttora in corso, sembra che i tre uomini abbiano fatto perdere le loro tracce dopo aver proseguito per Corso Nazionale. Stando alle prime informazioni in mano alle Forze dell'Ordine, potrebbe trattarsi di extracomunitari, come riferito dai presenti, che avrebbero udito i discorsi dei crimi-CLICK.
Radio spenta.
Paolo si infilò nel traffico della città. Oggi era snervante, per via della Polizia e dei Carabinieri che correvano a destra e sinistra. Sirene, casino, clacson…e un fottuto caldo per una giornata primaverile. Paolo vide un carretto di gelati, accostò.
- Buongiorno… mi fa un cono?
- Scerto, come lo fassciamo, scignore?
- Mhh…vediamo… stracciatella.
- Vualà, sciupercono alla shtracciatella in arrivo!
- Grazie mille. Ma… per caso tu sei il figlio di Carluccio?
- Oh, sci puoi shcommettere, Scerpico! Ashienda di famiglia!
- Amavo i gelati di Carluccio, quanti ricordi…
- Sciamo i migliori! Qualità e garanscia da scent’anni! Due euros, Scerpico.
- A lei.
***

- Shhht! Ora state zitti che siamo arrivati… per fortuna oggi c’è un bordello infinito tra sirene e sbirri, nessuno ci noterà. - disse Mirko con fare adulto.
- Ma forse proprio per questo dovremmo rinunciare. - replicò Dany, visibilmente spaventato.
- Ehi, cervellone, vuoi fare la figura del cacasotto davanti alla tua amichetta? - domandò Mirko sapendo di toccare un tasto “speciale”.
Ines arrossì. Dany fece finta di nulla. Gim posò la mano sulla spalla dell’amico e lo rassicurò:
- Dai Dany! Ci divertiremo! Pensa a quante cose ci sono qui dentro!
- Io so che i ragazzi più grandi venivano a fumarci le canne. Ma poi i Carabinieri li hanno presi.
- Cazzate.- replicò Mirko, - avrai anche un quoziente intellettuale di trecento, ma di cose di strada non capisci un cazzo, su!
- Si dice intellettivo.
- È lo stesso, cervellone. Ora entriamo.
La porta laterale non ebbe bisogno di essere aperta con gli aggeggi che Gim si era portato appresso. Non era chiusa. Era solo appoggiata alla meno peggio per bloccare il passaggio.
Dany osservò il pavimento, poi guardò in giro. Scrutava attentamente il piccolo corridoio dove si trovava coi suoi tre compagni.
- Ines, attenta a dove metti i piedi, mi raccomando.
La ragazza non rispose. Ma accennò un sorriso.
I quattro salirono una rampa di scale in religioso silenzio. Una pesante tenda blu si parava innanzi a loro. Era lercia, ma sembrava ancora morbida al tatto. Venne scostata da Gim e Mirko. Tutti trattennero il fiato.
- Evvualà, ragazzi! Ecco a voi il Cinema Europa! - annunciò Mirko.
Seggiolini, immondizia, bottiglie, e quel fascino proibito di un’avventura in un luogo come sospeso nel tempo.
- Odora... odora ancora di fumo e pop corn!
- Che bello...
- Ehi, genietto, te l’avevo detto che ne valeva la pena, no?
- Waah! Che figata! Un poster! Vediamo... Roma a Mano Armata! Bellissimo! - fece Gim.
- Guarda questo! Profondo Rosso! Me lo porto a casa!
- Ma è un po’ strappato! Andiamo a vedere se ce ne sono altri!
- E questo… Spell - Dolce Mattatoio… che film è?
- Emh, Ines… lascia perdere...

CAPITOLO 6

- Cazzo, cristincroce, cazzo…Anngh!
- Stai calmo, stai calmo…
- Cazzo cazzo cough! cazzo cazzo…Nnggh!
- Oddio quan’o ‘angueh! ‘Eh fa’ciamo f’atello? 
- Che cavolo ne so… merda Billy, resisti!
- Nnggh! Porca puttanaah!
- Per ora non ci hanno trovato, quegli stronzi di sbirri… ma non possiamo lasciarti così, cazzo… Maicol! - disse voltandosi verso il fratello, - io vado in macchina a vedere se ho qualcosa di utile, tu resta qui con lui.
- Ce’to…


Riassunto veloce sulle ore precedenti:
Billy e Maicol hanno fatto il colpo alla Banca Centrale. Hanno svuotato la cassetta di sicurezza, ma la situazione si è complicata. Per fortuna il barista Demetrio è intervenuto a sorpresa dal retro della banca, riuscendo a salvare il fratello e il compare. Uno scontro a fuoco ha decretato la morte di una guardia giurata -che si scoprirà vittima del proiettile di un poliziotto- e il ferimento di Billy all’addome. I tre sono comunque riusciti a sfuggire alle forze dell’ordine, e ora si sono rifugiati in un posto sicuro e lontano dal trambusto che hanno causato. È uno stabile vecchio, polveroso e buio. Avete indovinato di che luogo si tratta, no?
Fine riassunto.

CINEMA EUROPA
- E voi chi cazzo siete?
- AHHH! - gridò Ines spaventata.
- Mocciosi figli di puttana volete farmi prendere un infarto? Ora come cazzo faccio, merda…
- Cosa ci fai tu qui? - chiese Mirko spavaldo.
- Non ho tempo da perdere con voi quattro, merda! Uscite di qui subito, è pericoloso. E filate a casa, voi non avete visto niente!!
- Dipende… - era la voce di Dany.
Un urlo animalesco spezzò la tensione di quell’attimo. Proveniva da qualche stanza attigua.
- Che… che cavolo era? – si domandò Gim, quasi incredulo.
Dany stringeva le spalle di Ines, per rassicurarla. Mirko si era voltato in direzione dello strillo.
- Merda merda merda colossale! Sentite, merda, lì mi sta crepando un amico, ora non posso badare a voi, cazzo, fate quello che vi pare…
Demetrio corse di sotto fregandosene dei ragazzi.
- Ho… paura…
- Sempre le solite, voi femmine.
- Mirko, sta' zitto!
- Oh, il genietto ha le palle.
- Smettetela, voi due! - fece Gim, - cosa facciamo? Qui sta succedendo qualcosa di strano…
Ma Mirko si era già dileguato. Era arrivato alla stanza dove si trovavano i due uomini.
Billy era appoggiato contro dei bustoni, mentre Maicol gli stava vicino, accovacciato.
- E tuh ‘hi ‘azzo sei?
- Eh?
- Nngh…che madonna succede ora?
Mirko vide che l’uomo sdraiato era in un lago di sangue.
- Ma che cavolo…?
Il ragazzo venne raggiunto dagli altri tre.
- Voi siete…voi siete quelli che stamattina hanno rapinato la banca! - esclamò Dany.
- Bingo, ragazzino… Nngh!!... Ora… ora che cazzo vuoi?
- Ma non avevano detto che si trattava di extracomunitari?
- Cough! Extracomunitari un cazzo… Anngh! Io sono un purosangue, gringo!
Mirko guardò Maicol.
- Credo di aver capito perché hanno parlato di extracomunitari.

Demetrio salì nuovamente di sopra. Non badò molto alla presenza dei quattro intrusi, si limitò a dire “oh, merda”, poi si chinò sul ferito e poggiò a terra una borsa in pelle color marrone.
- Qui ci deve essere qualcosa… uh… che può aiutarti…
- Sbrigati cazzo cough! Sto… sto morendo vacca cheyenne! Muoioooh!
Demetrio rovistò nella borsa. Tirò fuori una bottiglia di London Dry Gin, un’etichetta che non si vedeva in giro da anni.
- Questo ti brucerà un po’…
- Versa.
- Vado, allora...
- AAAAARRGH! Vacca cheyenne troia puttana di tua madreeeeh! Bruciaaah! Muoiooh!
- Re’istih amigoh! Re’istih!
- Cazzo, Billy, brucia, lo so… Ti sei fatto fottere dallo sbirro...
- Aaanngh!
- Ora passa, vedrai…
- O-ora passa, diosanto… cough! ora passa, ora passa… - lo ripeteva come un mantra. Stava davvero calmandosi, e il dolore non lo sentiva più come prima…
I ragazzi guardavano la scena come incantati.
- Bevi un po’, che ti aiuta, magari…
Demetrio infilò la bottiglia in bocca a Billy.
- Ecco, così…bevi un goccio da questa bella bambina e passa tutto, amico!
- Gllh glaahhcough! Ch… che cazzo mi…che cazzo mi hai dato?
Billy sembrò tornare lucido di colpo.
- London Dr…
- TU! Barista del cazzo di merda figlio di puttana rottinculo del cazzo bocchinaro di merda cheyenne fottuto…CHE… MI… HAI… DATO?
- Scu… scusa…
- DIOSANTOOOOOOH! MI HAI UCCISO MI HAI UCCISO figlio di inculata cheyenne di merdaaaa! ALCOOOL! MI HAI FATTO BERE ALCOOL!

Dopo due minuti Billy smise di strillare.
- ucciso… fottuta fighetta mi hai ucciso, fottuta fighetta mi hai ucciso… senti cough! vai a chiamare il dottor DeClerici… è uno bravo, lo conosco da una vita, portalo qui cough! mi hai ucciso figlio di una vacca cherokee…
- Vado.
L’uomo uscì dal Cinema Europa. Forse era la volta buona per sparire oltre la galassia di Pegaso. Ma rinunciò al viaggio interstellare per andare a cercare il medico.
I quattro ragazzi richiusero la porta della stanza dietro di lui. A loro sembrava un film. Dopotutto erano in un cinema.

CAPITOLO 7

- Sgualdrina! Selvaggia! Troia di mare!
- Mamma… ti prego…
La ragazza piangeva.
- Marinare la scuola con tre maschi! Bella figura che mi hai fatto fare davanti a tutti! Ho una figlia svergognata! Ecco che cos’ho! Una sgualdrina svergognata DI MARE!
- M- mamma…
- E poi…con chi andavi in giro? Con dei debosciati! Il figlio del professor Casermari, te lo raccomando quello! E il tuo amichetto, lo studioso! Studioso un corno, signorina! Per non parlare di quell’altro lì, come si chiama, quel teppista! Quello da grande finirà male, te lo dico io! Te lo dico io cosa farà da grande, quello! Il criminale!

Il criminale. E finirà male.
Che Billy sarebbe diventato un criminale è vero. Che sarebbe finito male, beh… ci siamo quasi.
Ha lo stomaco bucato esternamente da un proiettile e internamente da mezza bottiglia di London Dry Gin.
- Cough! Merda…merda… ma chi me lo doveva dire, gringo…
- Ce’ca di’ ‘esisteeh!- Facile a dirlo, gringo…
- Dunque voi siete quelli che hanno fatto il colpo in Banca… - interruppe Mirko, - cosa avete rubato?
- Ma che volete, mocciosi?
- Avete fatto fuori un tipo, figo!
- ‘He ‘azzo dicih?
- È morto…! La guardia giurata della banca, intendo.
- Anngh! Che male… cazzo… cough! Bella questa… un morto, e non abbiamo armi…
- E secondo voi ci crediamo… - Dany era stranamente sicuro di sé.
- È lah ve’ità, ‘agazzih ! Noi no’ ab’iamo sp’rato a nes’uno!- Gringo, si sono uccisi tra loro quei cough! pistoleri del cazzo fottuti… Ora che ci è aanngh! scappato anche il morto, possiamo dire che è una situazione proprio da film del cazzo…
- E tuh no’ mo’irai amigoh! Ved’ai ‘he tu’to si sis’emeràh!
- Gringo, nnhh vediamo... fammi vedere il frutto del nostro colpo… prima che schiatto...
Billy e Maicol parlavano ormai come se i quattro ragazzi non fossero presenti.
- Ec'o, amigoh!- Ma che… cough! Vacca troia cherokee di merda… cough! Che cazzo sono queste scartoffie?
- E’h… èh il con’enuto de’la cas’ettah di si’urezzah!
- Cazzo cazzo cazzo merda… che cassetta hai aperto fottuto storpio mongoloide?
- q’ella ‘he mi hai ‘etto tuh! La t’ecentohqua’antaseih!
- CAZZOOOO! CAZZO FIGLIO DI PUTTANA VACCA CHEYENNE DI MERDA! cough! diosanto ti avevo detto la fottuta 345 cough! né la 344, né le altri cazzo di numeri di merdaaah!
- ‘Cusa amigoh! Ho ‘bagliatoh!
- diomio diomio diomio vacca troia indiana ciucciacazzi... Non ci credo cristo santo cristo santo sto morendo cough!… tutto andato in fumo tutto in fumo, in fumo…
- Mi di’piace amigoh…
- fa nulla fa nulla fa nulla non è colpa tua, non è colpa tua…cough! cough! sto morendo vacca merdosa cheyenne… tutto in fumo tutto in fumo… proprio ora…
I ragazzi non sapevano cosa dire.
- No’ mo’irai amigoh!
- Non… morirò… proprio ora… proprio ora… che ho cough! conosciuto… lei…
- Amigoh, unah do’na?
- Sì… puoi dirlo… non morirò… adesso…
- Ce’to…- si chiama Donna. È… è bellissima, gringo… purosangue texana…
- Unah do’na ‘he si ‘hiama Do’na… st’ana la vitah, amigoh! E’ be’la?
- Bellissima, cristosanto… mi fa impazzire…
- E… e co’m’ èh?- Alta, gringo…
- E… poih?
- Bionda cough!
- Te’sana?
- Di Colby, gringo… purosangue texana…
- E… ed èh gio’ane?
- Ventisei anni…
- Èh… èh ve’rgine?
- Come tua mamma, gringo.
Billy chiuse gli occhi.
- Od’ioh! Amigoh! No’ mo’ire!!
- Respira ancora. Ha solo perso i sensi.
- Dany ma… non morirà, vero? - fece Gim.
- È stato colpito allo stomaco. È assai doloroso, ma non si muore subito.
- Che cazzo di faccenda… - Mirko non sapeva che altro dire.
Ines era ammutolita, come una bambola. Era pietrificata dalla paura, il suo sguardo lucido era perso nel vuoto.

GNEEEK! La porta si aprì, nessuno aveva sentito i due uomini salire. Demetrio era riuscito a portare il dottore nel cinema.
- Billy, dio mio!
- Dottore, come le dicevo… ecco… è stato colpito da un proiettile…
- Billy, Billy! Mi senti? Ehi Billy!! - forse nell’unica volta in trentacinque anni, il dottore si scompose un poco.
- Uunnh! Ma che… che cazzo ti urli, Matt… ci sento benissimo…
- Signori, dobbiamo portarlo urgentemente al mio ambulatorio. Possiamo salvarlo, ma dobbiamo sbrigarci.
- Lo solleviamo? - domandò Demetrio.
- Facciamoci aiutare anche da loro. – disse il dottore, riferendosi ai ragazzini, per nulla sorpreso di trovarli lì. Il suo sangue freddo era tornato.
Ines però si aggrappò alla maglia del dottore, scoppiando a piangere.
- Che problema hai?
- F-FUORI… VO… GLIO… USCIRE…
Dany rimase impietrito, impotente. Si sentiva un po’ inutile.
- Calmati, bella. Ora usciamo.
- F-FUORI… USCI… RE…
- Calmati, ok? Come ti chiami?
- I- Ines…
- Bel nome, bimba! Anche mia moglie si chiama così! Sai, a volte si comporta come te… dev’essere un difetto di fabbrica in tutte le Ines nel mondo, eheh! Dai, piccola, ora usciamo da qui.
Non fece nemmeno in tempo a dirlo, che si sentì il rumore di due auto frenare proprio sotto il portone principale del Cinema Europa.
- Cazzo, siamo fregati. - disse Mirko spiando da una finestra impolverata.
- Gli sbirri, vero? Sono gli sbirri? - Demetrio stava per cagarsi addosso.
- Già… e ora come facciamo? - chiese Gim come se ormai facesse parte della questione.
- Vi aiuto io. Voi non fate nulla.
Era una voce che proveniva dalla sala, rimbombando con un’eco leggera. Scena da film anche questa, con l’ingresso del personaggio misterioso che avanza nella penombra.
Marcia alla Turca di Mozart. Era una suoneria di cellulare.
- Non ora, ho da fare. Ti richiamo io, ciao.

CAPITOLO 8


Un mese fa, in via XX Settembre.
- Tu, magrebino del cazzo…
- Ti brego capo, no picchia, no picchia!
- "No picchia no picchia", ma tu a quella ragazza le hai fatto la festa, eh?
- Io... vuoi solo rubare soldi… io fame… poliziotto crede me, io tanta fame
- Non tirarmi la storiella del Terzo Mondo, ora, rottinculo di merda…
- Io giuro capo, solo soldi a quella ragassa
- E come mai allora l’hai stuprata e picchiata a morte?
- 'Fangulo! - il tipo spinse il poliziotto e tentò di sfuggirgli.
- Fi… figlio di una cagna del Burundi…
Il poliziotto riuscì a riacciuffarlo. Cominciò a colpirlo.
- Ahiaa ahiaa! Capo basta picchia, pregooo!
- Figlio…! SMASH! Di…! SMACK! Puttana…! THUD!
- Baaastaaah… - il criminale scoppiò a piangere.
- Ok, basta. È colpa di immondizia come te se il nostro Paese sta andando alla deriva.
- B-basta sniff! No picchia no picchia- Uff… - Ricky Masetti si ricompose i capelli alzando gli occhi al cielo, - vediamo un po’… che vuoi fare, stronzo? Vuoi spararmi? Tu stai per spararmi!
- M-ma che dire capo, i-io no sparare… io no hai pistola
- Te la metterò in mano dopo, negretto…
- N-no capo che fai? Ti brego capo tu noBLAM! BLAM!
- Uff… queste merde ambulanti mandano la nazione allo scatafascio…

Dieci minuti fa, in via dei Fabbri, parallela di Corso Nazionale.
- Sangennà, è da mezzogiorno che stiamo appress’ a chist’ criminali!
- Pulcinè, io ne ho colpito uno, di quei figli di puttana. Finché non completo l’opera non torno a casa, dovessi girare per la città fino a dopodomani!
- Si’ propr’ na forza, Riccà! Hai fatto una sparatoria come in quei film americani! BAM BAM!
- E non è ancora finita.
- Certo che appena hai saputo che erano gente straniera, subito hai sparato, eh!
- Ci puoi scommettere, Vesuvio. Questi rottinculo vengono a rompere le palle qui da noi, e credono di fare il loro comodo. Li faccio secchi uno per uno, quegli slavi figli di puttana!
- Riccà, ma se non sono slavi? La gente della banca ha detto extracomunitari, non slavi…
- È lo stesso. Non sono come noi. Se fossero stati del nostro Paese non avrei sparato, te lo dico.
- Riccà, ma dov cazz so’ jut?
- Forse un’idea ce l’ho, Pulcinè… qui dietro c’è un posto dove possono essersi nascosti, quei bastardi!
Ricky Masetti prese la radiotrasmittente.
- Vela 2 a Vela 3! Vela 2 a Vela 3, convergere in Via delle Mimose.
Poco dopo, due auto frenarono di colpo di fronte al portone del Cinema Europa.

- Sangennà, e che chiavica di cinema!
- Niente male per fare da nascondiglio a tre slavi di merda, no? Dopotutto è anche meglio rispetto al posto da dove sono arrivati coi loro gommoni del cazzo!
- Da dove entriamo, Riccà?
- Dalla porta laterale. È già aperta… Voialtri, - disse Ricky ai due agenti della volante Vela 3 – rimanete qui sotto pronti a tutto.
- Certo!
Ricky Masetti e Ciro Iuorio entrarono all’interno del cinema. Per fortuna le tracce di sangue di Billy erano già mescolate allo sporco generale, e non si notavano.
- Sento dei passi, Riccà… - fece Ciro sottovoce, un po’ impaurito.
- Sono loro, quegli stronzi, ci scommetto… Gli sparo dritto nel buco del culo, slavi del cazzo!
- Nessuno slavo, qui, agenti!
- AAHH! - BLAM! BLAM! Ciro Iuorio aveva sparato per la paura, - Maronn’! Chi agg’ accìs? –
- Nessuno, per fortuna, Pulcinè. Ma qui c’è un signore che deve spiegarci cosa cazzo ci fa qui dentro.
- Paolo Vittorio Fabietti. Ecco il documento.
- E cosa ci fa lei qui?
- Sono per conto della mia famiglia, sono entrato regolarmente qui dentro, col permesso dei proprietari. Può chiedere.
- Uff… ma chi se ne fotte…! - lo liquidò l'ispettore.
- Ma voi siete per caso il figlio di Vittorio Fabietti, l’imprenditore?
- Sì, certo.
- Maronn’ salutatemi a vostro padre, dottò! Dite che lo saluta Ciruzzo o' Vesuviano, lui se lo ricorda!
- Non mancherò.
- Ma che c’ facit’ co’ sta chiavica di cinema?
- Ho intenzione di rimetterlo in sesto e aprirci un ristorante. Come vedete, lo spazio non manca, basta usarlo bene.
- Sentite, Fabietti… non siamo qui per queste… stronzate, con tutto il rispetto. Avete notato cose sospette?
- Uh… no, non credo. Solo topi.
THUMP! Un rumore provenne da sopra.
- E che cazzo era quel rumore, allora?
- Ecco, uh... semplicemente non sono solo.
- Che vuoi dire?
- Ho portato con me i miei cuginetti. Ci tenevano a vedere questo posto…
Ines e Dany scesero di sotto.
- Salve.
- B-buongiorno. - Ines avrebbe potuto denunciare tutto alla polizia. Avrebbe potuto piangere, avrebbe potuto fare un casino come quello di cinque minuti prima. Ma non lo fece.
- Chi sono questi piccirilli?
- Ines e umh…
- Daniel.
- … e Daniel, appunto. I miei nipotini. Sono i figli di mia sorella Anna, che vive in Scozia.
- Basta perdere tempo qui! Beh, signor Fabietti, è stato un piacere, ma ci sono tre criminali che aspettano una bella ripassata.
- Quelli della rapina in banca?
- Sì.
- Ho sentito dire che si tratta di uh… extracomunitari…
- Figli di puttana rognosi…
- Ho sentito dire che nel quartiere qui di fianco ci sono molte persone così. Magari…
- Ci stavamo appena andando. Ci metterei una bomba atomica, in quelle strade! In bocca al lupo per il locale. Andiamo, Pulcinè!
- E… e per gli spari, dottò…
- Non diremo niente. Tranquilli. E buon lavoro.
- Graziassàje, e ancora saluti a vostro padre!
Le volanti schizzarono via verso il quartiere accanto al cinema.
Di sopra, dalla finestra col vetro sporco e impolverato, Gim, Mirko e Demetrio avevano tirato un sospiro di sollievo. Ora non restava che aspettare un po’ e poi portare via Billy da quel posto.
I proiettili sparati dall’agente Ciro Iuorio si erano conficcati in corrispondenza dei capezzoli di una bionda mozzafiato ritratta in un poster appeso alla parete. Il titolo del film era stato strappato via.

CAPITOLO 9

- Sei stato grande.
- Davvero. Un sangue freddo mai visto...
- Da'vero, comp'imenti!
 - Mah... niente di così eccezionale.
- Senti, scusa la domanda... - intervenne Demetrio, - ma perchè l'hai fatto?
- Uh?
- Intendo... perché ci hai aiutati? Potevi farci arrestare tutti, invece...
- Mi siete simpatici.
- Ma... dico sul serio.
- Anche io parlo sul serio. Mi siete simpatici, voi tre. Sfigati ma simpatici. Avrei voluto chiedervi in cambio metà della refurtiva, se il colpo fosse riuscito, ahahaha! Chessò, potevano essere diamanti o un mare di soldi.
- Purtroppo cough! hai detto bene... il colpo è fallito, gringo - Billy sembrava essersi destato.
- Ehi, calma! Non sforzarti a parlare. - fece Matt DeClerici.
- Dunque avete svaligiato la cassetta di sicurezza sbagliata?
- Già...
- Co'pa miah, si'nore!- ... avete rubato questo plico? - chiese Paolo raccogliendo la cartella da terra.
- Ce'to... e'ra il con'enuto de'la cas'etta che a'biamo ape'toh!
Paolo aprì la busta gialla, lesse un paio di incartamenti.
- Figli di puttana fottuti! - esclamò.
- Mh... c'è... c'è qualcosa che non va, umh, signore? - domandò Demetrio con un po' di paura.
- No, anzi. Avete aperto la cassetta di sicurezza sbagliata per voi, ma giusta per me. Forse posso prendermi ancora la vostra refurtiva.
- Eh?
- Già. Queste sono prove che dimostrano come la famiglia LoGiovine stesse rovinando da tempo la mia. Ci sono proprio tutte le carte che dimostrano le loro schifezze politiche. Un vero colpo di fortuna.
- Ah... uh... mi fa piacere...
- Comunque adesso bisogna portare il vostro compagno in ospedale o dove volete voi, ma dev'essere curato alla svelta.
- Ha ragione, dobbiamo sbrigarci - rispose Matt a Paolo.
- Io scendo a controllare la situazione coi ragazzi, voi aspettate un segnale. Ormai i poliziotti dovrebbero essere andati da tutt'altra parte, ma non si sa mai...
- Ok, io, mio fratello e il dottore aspettiamo qui con Billy. Voi andate.
Appena Mirko salì nuovamente di sopra a dare il via libera ai quattro, Billy venne portato dritto nell'auto di Matt.
Maicol si accorse che uno dei bustoni neri su cui era stato appoggiato Billy si era macchiato di sangue. Istintivamente lo afferrò portandoselo dietro.

- Allora, facciamo così: nell'auto di Demetrio portiamo il ferito a casa del dottore. Io invece porto i ragazzi a casa.
- Ioh co' chi vadoh?- Tu puoi venire con me, i ragazzi si stringeranno dietro. Il sacco nero che cos'è?
- Me'lio po'tarlo viah... tan'to 'angueh!
- Hai ragione, svuotiamolo, però... altrimenti avremo difficoltà a caricarlo a bordo.
C'erano diverse bobine di film. Le targhette riportavano due titoli, divisi in più parti.
Sortilegio. Maldoror.
- Cazzo.
- Co'a 'uccede?
- Siete fortunati, voi tre stronzi. Altroché. Questo è un vero e proprio tesoro.
- Uh?
Anche i ragazzi non capivano.
- Questi sono film introvabili. Un'associazione di cinefili li sta cercando da anni in lungo e in largo. Non posso crederci. Avete un vero e proprio tesoro, fidatevi di me. Ve lo meritate.
- G'azieh!
- Ora andiamo. Ognuno ha avuto il suo, vissero tutti felici e contenti. Però vorrei che mi concedeste una... prima visione speciale, ok?
Marcia alla Turca di Mozart.
- Pronto? Sì... sì, certo. Lo prendo. Il ristorante si farà. Datemi ummmh... quattro mesi al massimo. Lavoriamo alla svelta. Lo voglio pronto per dopo l'estate.

Le auto partirono. Una era diretta verso il centro della città, dove Paolo Fabietti lasciò i quattro ragazzi.
L'altra imboccò una via nuova, verso il quartiere residenziale. Verso delle ville tutte uguali, con antenne paraboliche tutte uguali; villette di un grigio chiaro che quel giorno non era anche il colore del cielo, che invece rosseggiava caldo al crepuscolo.

CAPITOLO FINALE


- ...è stato dimesso oggi dall'Ospedale Maggiore l'ispettore Riccardo Masetti, rimasto purtroppo paralizzato in seguito ad una violenta aggressione ad opera di un gruppo di extracomunitari. Nuovi guai aspettano il poliziotto a capo del reparto volanti: Masetti è infatti indagato per l'omicidio della guardia giurata Stefano Salviani, avvenuto lo scorso aprile durante la rapina alla Banca Nazionale che haCLICK.
- Hai fatto bene a stutare la tivvù. Tra poco arriveranno i nostri ospiti, Fabiè!
- Luigi, in cucina è tutto pronto?
- Tutto apposto, Fabiè. Stasera si mangia il miglior pesce del Golfo!
- Ottimo.
- Basetti, allora, come ti trovi alle superiori?
- Ehi, genietto, sei arrivato... chiamami Mirko, in ogni caso! Mi trovo bene, era anche ora che mi facessero uscire da quella topaia...!
- Eh, a noi manca ancora un anno... - disse Dany mettendo un braccio attorno alle spalle di Ines.
- Poi cosa farai, il liceo? Scientifico, Classico... vero?
- Mirko, sai che Dany è stato preso a "Chi ne sa di più?" - era Gim, che si presentò raggiante davanti all'ex cinema.

Una bella auto era appena giunta. Matt la parcheggiò nel cortile. Scese una donna, dai lunghi capelli castani. I due entrarono nel locale.
Anche i quattro ragazzi si accodarono. Poco dopo, arrivarono tutti gli altri invitati.
Billy, con una avvenente ragazza bionda e un amico al seguito: la ragazza era vestita da cowboy, o meglio cowgirl, mentre l'amico sfoggiava una tuta colorata, da palestra.
- Professore... lei che ci fa qui? - chiese Gim.
- Che ci fate VOI qui, pellegrini! Domani non c'è scuola?
- Già, ma non abbiamo Educazione Fisica. - ribattè Mirko.
- Basetti tu cosa c'entri! Mi hai fatto dannare l'anima per sei anni, ora che finalmente non ti trovo più tra i piedi, riesci lo stesso a farmi innervosire?
- Ehi Gus, calmati. Stasera questi gringos sono ospiti illustri. E tu, darling, - riferendosi a Donna - sei sempre più stupenda... una vera dama del west, cazzo!
Billy le diede un bacio.
Maicol e Demetrio erano seduti lontani da Ciro Iuorio, come se temessero ancora qualcosa dalla polizia.
Ciro Iuorio era stato invitato in quanto conoscente di Vittorio Fabietti, padre di Paolo. E in quanto cugino di Gigi Babà, il cuoco che Paolo aveva fortemente voluto al suo ristorante e che senza l'intercessione dell'agente Iuorio non sarebbe mai arrivato.
- Ma chist' piccirill allora non erano vostri cugini... nipoti, dottò!
- Vedete... in realtà no. Quel giorno me li sono trovati nel cinema, sa come sono i ragazzi di oggi, volevano un po' ...di privacy... erano spaventati e non ho voluto denunciarli né dare a voi agenti questo impiccio, con le indagini importanti che stavate svolgendo... Non mi metterete in galera per questo, Iuorio! - chiese Paolo scherzando.
- Ahahaha! Dottò parlate come se al posto di due ragazzini avevate coperto a due criminali! Ahahaah!
- Magari tre. Ahahaha!
- Ehi darling, ti trovo in forma.
- Ciao Billy! Come te la passi? - chiese Ines.
- Bene, bene. Hai visto che sventola che ho qui? - rispose lui riferendosi a Donna.
- Sven'tolay? Che significarey sven'tolay? - domandò Donna.
Billy la prese da dietro la testa e la baciò.
- Te lo spiego a letto, cheyenne! Significa una cosa bella!
- Ouuhh! Io capirey! Sven'tolay significarey una brava a scoparey!
- Non hai capito un cazzo, cheyenne, ma è meglio così. Dopo faremo un corso accelerato di lingua. A letto.
Ines sorrise. Matt le era accanto, e rideva anche lui.
- Vi trovo davvero bene, merda. Chi l'avrebbe mai detto che cazzomoscio si sarebbe sposato con Ines!
- Vedi la vita, a volte... - fece Matt fintamente serio.
- E tua madre? Quella sì che era una fottuta indiana! Quella sì che era un grande cazzo di capo apache micidiale. È viva, la strega?
Ines stentò a rispondere. Prese fiato, poi parlò, finalmente serena.
- Il mese scorso...
- Ha tirato le cuoia? Cazzo darling, mi dispiace...
- No. Il mese scorso si è risposata. Ora vive a Las Vegas.
- Nevada! Cazzo, ha gusto la figasecca! E io che la davo per spacciata! Questi vecchi fottuti hanno la pellaccia dura, cristo di un dio!



- 'He o'dini tuh, De'etrio?
- Non so cosa scegliere. Vediamo cosa ci propone il signor Fabietti.
- Stasera è pesce, gente! E chiamatemi semplicemente Paolo!
- Pe'sce, fi'oh!- Devo ringraziarvi. Grazie all'anteprima speciale dei due film, che mi avete gentilmente concesso, questo locale sta andando benissimo. Ne parlano su ogni guida, su ogni giornale.
- Ma che dite, signor Fabietti. Lei... mh... - Demetrio vide che Ciro Iuorio stava ascoltando, e abbassò la voce - lei ci ha salvato, quel giorno.
- Ognuno ha avuto la sua parte. Siamo a posto così. Ora pensiamo a mangiare, ho riservato il ristorante solo per voi!
- Ce'to!
Gli invitati presero posto. Luigi, lo chef, propose una frittura di pesce, che garantiva speciale.
- Allora fritto misto, gringos?
- Pare di sì...
- Assaggiamo questo fottuto fritto misto, allora... io che mangio solo fagioli!
- Billy, questo vino bianco è perfetto per il pesce, vedrai... - fece Demetrio riempiendo di vino il bicchiere di Billy.
- Allora adesso dimmi: sei un fottuto scemo o sei un fottuto idiota?
- Uh?
- Non capisce! Ecco cazzo, non capisce ancora la questione! Sei un ritardato del cazzo!
- Amigoh, mioh f''atello ha p'oprio la te'tah tah le 'uvole!
- Ah... uh... scusa... il vino, l'alcool... vero...
I quattro ragazzi ridevano.
Il cuoco chiese conferma.
- Commendatò, fritto misto per tutti, allora?
- Sì, gringo! Facci un bel misto unico!

La serata passò via tranquilla. Come dolce, Paolo offrì un gelato artigianale, che aveva preso da Ugo, il figlio di Carluccio l'highlander.
Perché le cose buone del passato, con molta probabilità, sono buone per sempre. Gelati, storie, amici... e film.
E anche musica. Come il pezzo che proveniva dalle cucine, più forte del rumore dell'olio sfrigolante.
Eve of Destruction.

Ho scritto anche

36 commenti:

  1. Mi sono inviata il link, così lo stamperò e potrò leggerlo con calma.
    Poi ti dirò
    Cristiana.
    PS. finalmente ricevo ancora gli avvisi dei tuoi post, perché commento raramente (troppe generazioni di differenza), ma ti leggo sempre volentieri.
    Cri

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    1. Cris, ciao!
      Aspetto il tuo giudizio, allora!
      P.s. ma guarda, secondo me è che semplicemente questa estate sono stato assente (tecnicamente sono ancora in vacanza, pensa tu...!) e non avrai visto aggiornamenti miei :)

      Moz-

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    2. Questa mattina, ti avevo inviato il mio commento al racconto, ma non lo vedo.
      Vedi che c'è qualcosa che non va?
      Cri

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    3. Cri, lo hai scritto in un altro post, quello della canzone Eve of Destruction. Poi ti rispondo lì 😋💪

      Moz-

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    4. Scusami, sono una pasticciona.
      Cri

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    5. Ma figurati, nessun problema! :)
      Comunque ti ho risposto lì :)

      Moz-

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  2. Letto tutto. Chiedevi un giudizio...
    Allora l'ho trovato un po' confuso. In particolare la parte inerente Ines. Il "riassunto veloce delle ore precedenti" non funziona, andrebbe riscritto in maniera più estesa. In generale l'ho trovato molto "cinematografico" e poco "letterario"; il problema è che il modo in cui viene scritto un racconto spesso non funziona in una sceneggiatura e viceversa. Se vuoi approfondire meglio il genere e vedere un ottimo esempio di racconti di questo tipo come se fossero dei film su carta, ti consiglio di leggere i racconti noir di Scerbanenco, come Milano Calibro 9.

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    1. Marco, grazie per il tuo parere!
      Ovviamente conosco Scerbanenco (il mio avatar si chiama Sherby proprio in suo onore!)
      Misto Unico nacque in dieci post diversi, che sia confuso è perché sicuramente non ha una struttura pensata: scrissi a caso degli incipit, cercando poi di farli combaciare tra passato e presente. Volevo che alcune cose si capissero "intuitivamente" coi dialoghi stessi.
      Più esteso è impossibile, nasce comunque come post del blog. Rispettava la lunghezza standard di lettura di un post 😄
      Cinematografico, assolutamente sì: a partire dalla location.
      Tanto che più volte si sono interessati a trasporto in un cortometraggio, e non è detto che finalmente non sia la volta buona!! 😁

      Moz-

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    2. Però bisognerebbe aggiustarlo qui e là. Ed eliminare una serie di ingenuità e luoghi comuni, per esempio l'extracomunitario che mi parla come nelle barzellette, perché oltre a essere poco realistico, è involontariamente ridicolo.

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    3. Aspetta, ma i luoghi comuni sono proprio voluti! E mi sono divertito un sacco nel metterli in scena.
      Cioè, è comunque un racconto ridicolo/ironico... un dramma "cazzaro", come recita il sottotitolo. Non ha alcuna pretesa di essere realistico, anzi :D

      Moz-

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    4. Ti spiego meglio la genesi di Misto Unico (in effetti qui non l'ho riportata, ma nei post originali raccontavo anche l'ideazione, volta per volta).
      Ero sul treno, e mi dissi: sul blog potrei fare dei post più narrativi, inventando una storia.
      Ero preso da A prova di morte (all'epoca l'ultimo film di Tarantino uscito) e dalla lettura di Preacher.
      Creai Misto Unico come esperimento: un dramma cazzaro in dieci parti, dove le prime dovevano essere proprio cose casuali (e infatti si svolgono su piani temporali diversi, o con personaggi diversi, come fossero scollegate). La sfida era quella di far combaciare tutto ciò che io stesso avevo reso confusionario (ecco perché se mi dici che è confuso, ci sta alla grande). Il titolo deriva proprio da questa confusione che volevo creare inizialmente (misto), e far convergere alla fine (unico).
      Coi tempi del blogging, ovviamente, senza potermi dilungare troppo (magari se lo raccolgo in pdf darò qualche ritocco dove necessario: so bene che è imperfetto).
      Alla fine, l'esperimento comunque riuscì perché le storie pur ingarbugliate, seppure con un finale "disneyano", convergono entro i dieci capitoli prefissati, senza lasciarsi niente alle spalle.
      Fu un esercizio di scrittura casuale più che creativa, l'unico che ho fatto in questo senso... e penso che resterà tale XD

      Moz-

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  3. Due brevissime impressioni a caldo: mi ha colpito il linguaggio dei personaggi che è molto realistico, e sorpreso il fatto che un racconto contenga espressioni da fumetto, l'ho trovato curioso, non proprio da racconto, ma forse questo potrebbe anche essere considerato un tocco di originalità e novità nella scrittura dei racconti.

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    1. Sul linguaggio: i dialoghi dei miei racconti (anche quelli non cazzari come Misto Unico) sono sempre così, cerco di fare dire ai personaggi le cose che io dico ogni giorno.
      Qui poi è un caso limite, essendo tutto sopra le righe.
      Da fumetto? Non sbagli: una delle ispirazioni fu Preacher, oltre che Tarantino. Oggi non so se è originale, nel 2008 forse in pochi lo avevano fatto 😂

      Moz-

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  4. Mi servirebbe una seconda lettura😀il che non è proprio una bella cosa -:)
    Se gli esercizi di scrittura son come questo trovati qualcuno che te li corregga 🤣🤣🤣🤣🤣!
    Si di Tarantino l’hai detto te c’è tanto ma secondo me aggiungo che ti sei ispirato pure ai film di Pierino con Alvaro Vitale.
    Credo di non aver letto mai tante parolacce in un colpo solo🤣
    Sembra na cagata pazzesca il tuo racconto ma è così trash che se aggiustato potrebbe diventare passabile.
    Complimenti.

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    Risposte
    1. Ahaha, ci sta!
      A parte gli scherzi, no, Pierino no. Le ispirazioni sono state A prova di morte e Preacher^^
      Ma perché, ci sono errori? Spero di no.
      Thanks!!

      Moz-

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  5. Però toglimi una curiosità: il fatto di pubblicare on -line un tuo romanzo è un po’ come svenderlo no?
    Che c’è guadagni ...pure se fosse scritto bene eh...?
    Te lo leggono a gratis ( se te lo leggono?) e se mai avessi intenzione di pubblicarlo chi te lo comprerebbe dopo che è passato on line?
    Quella di pubblicare romanzi on line è un qualcosa di cui non ne capisco l’utilita’ a meno che non ti legga un editore e decida di puntare su di te..ma tanto vale mandare lo scritto direttamente alle case editrici no?
    Boh?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, ma forse c'è un equivoco di fondo.
      Misto Unico non nasce con l'intento di guadagno o di pubblicazione.
      È proprio, tra l'altro, un qualcosa che nasce PER IL BLOG, inteso proprio come linguaggio per questa piattaforma: erano dieci post, dieci capitoli.
      Un esperimento in divenire svolto coi miei lettori dell'epoca, che erano al corrente dell'idea che si sviluppava post dopo post.
      Non c'era alcuna intenzione di presentarlo a un editore (come avrei potuto, peraltro, visto il tono demenziale e sopra le righe?).
      Per i racconti per me non ci sono problemi a metterli on line (ne ho messi diversi, qui...), ma ovviamente se volessi scrivere un romanzo con intenzione di pubblicarlo, è chiaro che non potrebbe andare sul blog, anche solo per una questione di correttezza:)

      Moz-

      Elimina
    2. P.s. nel senso: che ci guadagno anche solo a tenere questo blog?
      È tutto lì, il piacere di scrivere e di divertirmi con voi lettori, sperando di darvi sempre il massimo ma soprattutto di dare sempre qualche spunto anche solo per una risata insieme :)

      Moz-

      Elimina
    3. Si sì non fraintendere...non volevo farti i conti in tasca .
      Per me puoi fare quello che ti pare ci mancherebbe...!
      Non era quella l’intenzione della mia domanda.
      Il mio era un discorso in generale sull’utilita’ o meno di pubblicare on line.
      (Per uno chiaramente che ha fra i suoi sogni quello di scrivere libr).
      Per i motivi che ti ho elencato.

      Sul discorso di portare ad un probabile editore la tua “opera”😀...perché ti devi fare delle remore su come l’hai scritta?
      Il linguaggio, la forma il contenuto ecc..?
      Posso sparare una cazzata ( ammetto l’ignoranza) ma non esiste il self ..auto pubblicazione...in teoria potresti pubblicare qualsiasi stronzata senza chiedere il permesso a nessuno o sbaglio?


      Elimina
    4. Nel senso, Misto Unico è un esperimento che si evolveva giorno per giorno, a caso, e solo alla fine trovava un senso come storia.
      Non è certo un buon biglietto da visita, visto comunque che è appositamente confusionario, sopra le righe, esagerato e ironico, comunque non il mio solito stile che è sempre quotidiano ma non così slabbrato.
      Diciamo che il mio modo di scrivere -lo puoi vedere da te, se ne hai voglia, ci sono i link agli altri racconti brevi- è più riflessivo, sempre volgare se necessario, ma non "da fumetto".
      Quanto alla pubblicazione online, appunto: dipende dalle intenzioni di un autore. Se io stessi scrivendo un romanzo, anche solo per contratto non potrei mettere niente di questo online; al massimo metterei piccoli brani per invogliarvi alla lettura.
      Sì, a breve potrebbe succedere proprio questo, dai :D

      Moz-

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  6. A me non è dispiaciuto, ma il finale tarallucci&wine con addirittura il ritrovamento di Maldoror m'ha fatto storcere un po' il naso.
    Comunque Tarantino ha fatto più danni della grandine.

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    1. Ahaha grande, sapevo che qualcuno comprendeva il colpo di scena dei due film ritrovati. E chi meglio di te? ;)
      Sì, lo ammetto: il finale è disneyano. Colpa mia, che non amo essere troppo cattivo :p

      Moz-

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    2. Hai mai letto i libri di Cristiana Astori con protagonista Susanna Marino? Potrebbero piacerti assai.

      Tutto quel nero

      Tutto quel rosso

      Tutto quel blu

      Tutto quel buio


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    3. Non l'ho mai letta, e penso davvero possa piacermi, letti gli estratti!
      Bel linguaggio :)

      Moz-

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  7. Mi segno il link, tornerò, ci vuole tempo e pazienza per leggerlo ;)

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    1. Meno di quel che credi, in entrambi i casi ;)

      Moz-

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    2. Il realismo c'è, e non c'entrano le parolacce....comunque tutti corti interessanti, c'è davvero di tutto, proprio non male ;)

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  8. Adesso sono un pò di corsa ma appena ho tempo torno a leggerlo perchè sono proprio curiosa!

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  9. Finita adesso la lettura "a puntate", che mi ha penalizzato un po' nel capire i vari personaggi, per esempio non mi è chiaro se Ines è una soltanto o ce ne sono due.
    Più che un racconto sembra una sceneggiatura, ma avara di dettagli.
    Una storia tra il pop e il pulp, direi, ma tutte le lacune causate dalla lettura discontinua non mi rendono un adeguato commentatore.

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    1. Sì, Ines sono due persone: la moglie di Matt (che scazza nel primo capitolo) e la ragazzina di cui è innamorato Dany.
      La prima Ines la ritroviamo anche nei flashback del passato, quando con Matt, Billy & co. ha marinato la scuola prendendosi la cazziata epocale dalla madre (che odia).
      Sì, è un racconto strutturato un po' come una sceneggiatura: e davvero due volte ha proprio sfiorato l'essere adattato in un mediometraggio.
      Thanks!!

      Moz-

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    2. Se posso fare una critica costruttiva, un minimo di descrizione dei personaggi avrebbe consentito al lettore medio (tipo me) di focalizzarli al di là dei nomi, tra l'altro spesso omessi nei dialoghi. Non ci si può affidare solo al modo di parlare di ognuno per distinguerli.

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    3. Hai perfettamente ragione, ma io per primo sono conscio di ciò: il problema era che volevo "stare" dentro un post sul blog, e per una volta mi ero detto "lascio al lettore abbandonarsi alla narrazione, così da intuire chi dice cosa e come stanno le cose tra passato e presente".

      Moz-

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  10. mi delude che tu nei commenti dica che le Ines sono due, perchè io la vedevo come l'elemento che cuce insieme epoche diverse.
    massimolegnani
    (orearovescio.wp.com)

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    1. Ciao Carlo, benvenuto a bordo e grazie per il commento!
      Beh, tecnicamente, razionalmente, sono due.
      Ma assolutamente sono anche ciò che dici, perché il racconto è proprio questo: una visione su due epoche che poi sono la stessa cosa :)

      Moz-

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