[MUSICA] Litfiba Road to 40: Infinito, ultimo atto di un'epoca


Sembra quasi paradossale che l'ultimo atto di una lunga storia, quella tra Piero Pelù e Ghigo Renzulli -riallacciatasi comunque anni dopo-, porti come titolo un beffardo Infinito.
Infinito è l'album che consacra i Litfiba: star della musica, star delle apparizioni televisive, star dei palazzetti in procinto di conquistare quel grandissimo pubblico generalista e "medio" che finalmente li può apprezzare, grazie a pezzi come Vivere il mio tempo, Il mio corpo che cambia, Mascherina.
Evidentemente non doveva andare così, e da un lato si può parlare pure di pericolo scongiurato, sebbene le premesse siano state comunque genuine: esplorare il pop, in quel lungo percorso musicale partito col dark nel 1980, e arrivato alla musica leggera (ma non banale) nel 1999.
Infinito
è la summa di tutto questo.


PRIMA DI INIZIARE

Come sempre vi lascio i link dei primi dodici articoli della storia completa dei Litfiba:

ANCORA L'ACQUA, MA IN SPAGNOLO

A inizio 1999, i Litfiba -forti dell'enorme successo di Mondi Sommersi- provano a lanciarsi nel mercato iberico ma con pochi riscontri.
Dell'esperienza, restano soltanto quattro versioni in spagnolo di altrettanti brani famosissimi.
Reina de corazones per Regina di cuori è l'unico a essere passato in radio come singolo promozionale.


Le due Ritmo (questa è Ritmo 2#) restano nel cassetto.


Stesso per Gota a gota, ossia Goccia a goccia.


DIVERGENZE

Già nel 1998 i Litfiba erano a lavoro sul futuro album.
In più, presto sarebbero scaduti i contratti sia con la EMI sia col management.
Le idee iniziali erano quelle di creare un nuovo management gestito in prima persona, ma anche una propria etichetta e una sala prove.
La composizione dei brani di Infinito viene da questo periodo di transizione, con nuovi spunti e un futuro diverso, che voleva mettere da parte le tensioni sorte durante l'ultimo tour.
Le cose non andarono come preventivato, tuttavia.
Renzulli decide di rimanere col vecchio management, e inoltre la spaccatura tra lui e Pelù si fa incolmabile.
Separati in casa, tengono fede al contratto che prevede appunto la pubblicazione di un nuovo disco, ma per Piero questa è l'ultima avventura sotto il marchio i Litfiba, almeno per molti anni.
Il primo pezzo a nascere è Ehi latino, mai pubblicato e tutt'ora inedito.




SU RADIO RAI

Il 19 gennaio 1999 i Litfiba presentano al pubblico, in diretta su Radio Rai, l'album Infinito.
Il singolo apripista, Il mio corpo che cambia, era già in onda da qualche giorno. Peraltro registrando subito un immediato successo almeno radiofonico.
Sulla Rai, Piero e Ghigo ascoltano i nuovi brani con addetti ai lavori, giornalisti e fans.
Eseguendone anche un paio dal vivo.
Ma si capisce che c'è qualcosa che non va: da adesso in poi, dichiarazioni e interviste saranno semplicemente di facciata.
Il duo Piero-Ghigo è già finito, tenuto in piedi solo per onorare gli impegni lavorativi e artistici.
Come se non bastasse, i fans storici sembrano non apprezzare la svolta più morbida e pop dei Litfiba.
Che, però, permette alla band di ottenere l'attenzione della grande platea.







TIENI IL TEMPO

Il 20 gennaio 1999 Infinito è disponibile in tutti i negozi.
Subito al primo posto (e rimarrà ai vertici delle classifiche per tantissimo tempo), trainato da tre singoli di successo, venderà oltre 600.000 copie.
L'idea di un nuovo album a chiusura della Tetralogia degli Elementi (1990-1997) voleva celebrare un quinto elemento: il tempo.
Proprio Il mio corpo che cambia apre il lavoro: un sound vagamente morriconiano che prosegue il viaggio "western" dei Litfiba.
Un successo clamoroso che monopolizzerà radio e canali televisivi (come il fu The Box).
Chitarre morbidissime, fischio e un testo che parla di cambiamenti fisici e mentali, verso nuove frontiere.



Mascherina è un'altra hit proveniente dall'album, sebbene probabilmente sia quanto di più lontano sembri esserci rispetto al consueto "cliché" litfibiano.
Inutile dirvi che, sotto il recente lockdown, sia diventata un meme per via del titolo.
In realtà non parla di mascherine chirurgiche ma della falsità delle persone, tra vita reale e virtuale.


Sexy Dream è un altro brano atipico, ma che comunque contribuisce a creare il mood (compatto e omogeneo, bisogna ammetterlo) dell'intero lavoro.
Ospite di questa ballata eccessivamente melliflua è Mara Redeghieri del gruppo Üstmamò.
Dirà Pelù che la lavorazione di questo pezzo è stato uno dei pochi momenti felici durante le registrazioni di Infinito.


Canto di gioia
esprime invece la contentezza (poi disattesa, ma ormai era tutto inciso) di un nuovo percorso artistico, con nuovo management e nuova etichetta.

Nuovi rampanti è invece un brano più sociale: parla infatti dei nuovi yuppies, quelli di fine anni '90.
Arrampicatori sociali del nuovo millennio alle porte, qui messi al muro senza pietà dalle parole di Piero e dalle chitarre di Ghigo.


Prendi in mano i tuoi anni è dedicata al campione Marco Pantani.
Ma oltre questo, contiene ancora accenni alla disattesa svolta futura, a un nuovo cammino.
E parla di tempo che scorre, vita, responsabilità e volontà di rimettersi costantemente in gioco.


È invece Vivere il mio tempo un altro singolo di successo, probabilmente ancora oggi tra le più famose canzoni dei Litfiba.
Scritta da Piero per le figlie, è una ballata dolce e sentita, dove il tempo è ancora al centro di tutto.
Recuperata recentemente nel repertorio dei Litfiba e di Piero solista, è stata per tanto tempo ingiustamente osteggiata dai fans duri e puri, mentre bisogna riconoscerne la bellezza:


Frank è una canzone dai ritmi black, spiritosa ma anche intima: parla di amicizie e di amori impossibili, di notti brave e di echi di gioventù.

Chiude l'opera Incantesimo, il cui titolo di lavorazione era Giro al massimo.
Anche qui, il tema è quella dei cambiamenti che derivano dalle nuove opportunità che la vita ci regala.

STAR

I Litfiba guadagnano pagine, ospitate e apparizioni.
Persino il settimanale Cioè dedica loro una doppia intervista: sono un fenomeno popolare, arrivato davvero a tutti.
La televisione è però il campo dove agiscono sempre di più.
Questa è la session portata live a Night Express di Italia 1.




IL TOUR

L'Infinito Tour fu un clamoroso successo di pubblico.
Anche se aleggiava l'annuncio dello scioglimento artistico tra Pelù e Renzulli, i palazzetti furono riempiti in ventuno tappe da aprile a maggio.
Un bagno di folla incredibile, ma ciò che i fans possono notare è la mancanza di quella consueta energia e complicità che rendeva fantastici gli show dei Litfiba, anche se il gruppo non si è certo risparmiato per quanto riguarda nuovi arrangiamenti e riletture:



Con una scaletta non dissimile da quella del tour precedente (a cui si aggiungono tutte le tracce di Infinito, e si toglie qualche pezzo dei più vecchi), l'Infinito Tour è un periodo funestato da tensioni, litigi, battibecchi a mezzo stampa.
Il futuro è già deciso: Ghigo proseguirà senza Piero e con nuovi musicisti, ma tenendosi il marchio Litfiba (suo pseudonimo SIAE) e iniziando già a lavorare al nuovo progetto; Pelù viene richiamato all'azione da un precedente contratto, ora passato alla Warner, che di fatto lo costringe a una carriera solista. Tutti i membri dei Litfiba vanno con lui.





L'ADDIO

Col tour ultimato, c'è ancora un evento a cui partecipare: il Monza Rock Festival.
La data è quella del 10 luglio 1999: è l'ultimo saluto di quella formazione dei Litfiba.
L'esibizione finale è rimandata la giorno seguente, a causa del maltempo.
Così termina una ventennale storia di musica e amicizia, almeno per il momento.





'99 LIVE

Attorno al 2005, Pelù e Renzulli tornarono a dialogare, almeno per motivi tecnici.
Pelù acquista infatti diverso materiale targato Litfiba e regala ai fans il disco che sei anni prima non era stato pubblicato: quello che testimoniava l'Infinito Tour.
Così, prodotto dallo stesso Pelù, con una punta di sana nostalgia e in occasione del venticinquesimo anniversario della band, arriva '99 Live: un doppio album con i momenti milanesi e torinesi, che in copertina si fregia di un'opera di Mimmo Rotella e all'interno omaggia il tarantiniano Kill Bill.



LEGACY

Infinito è stato recentemente ristampanto in versione Legacy: rimasterizzato e con due dischi live, seguendo la scia dei già usciti Spirito e Mondi Sommersi.


CONTINUA: SENZA PIERO, CON CABO E MARGHERI! (CLICCA QUI)
 

Fonti consultate

F. Guglielmi, A denti stretti - La vera storia dei Litfiba, Giunti, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Perfetto difettoso, Mondadori, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Identikit di un ribelle, Rizzoli, 2014

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28 commenti:

  1. No... Cabo no... che brutto periodo dai... non che Mascherina sia un capolavoro eh ma rispetto al disco con Cabo lo è😂😂😂

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    1. Beh, a me Cabo non dispiaceva, per quanto abbiano spesso e volentieri fatto canzoni o arrangiamenti appositamente rock tanto per accontentare la frangia "dura" (come se il rock fosse solo chitarre violente XD)

      Moz-

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    2. Moz per carità,il periodo con Cabo è da rimuovere senza se e senza ma...diverso sarebbe stato se il buon ghigo avesse avuto la decenza di presentarsi sottoforma di un nuovo gruppo, piuttosto che col marchio Litifba!
      Comunque La stanza dell'oro era un bel pezzo...

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    3. Purtroppo ciò non è avvenuto, è parte della storia della band anche se una pagina minore... 😁

      Moz-

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  2. Pagina che non ho mai apprezzato della loro carriera: non mi piace, in genere, quando un artista che ha ben definito un proprio "personaggio", si vende al commercio. I Litfiba hanno sì fatto un percorso evolutivo che li ha portati a toccare vari sound e tematiche, ma sempre restando abbastanza autonomi, artisticamente anarchici... Ora guadagnano visibilità, ma perdono coerenza. La guerra da vincere in due o anche da soli in "Apapaia", qui è definitivamente persa, non hanno rispettato le loro stesse idee.

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    1. Le intenzioni non erano neanche sbagliate (sia commerciali -dopotutto, si deve vendere) né artistiche.
      Ma il tutto è uscito malino, e con tanti malumori dietro... il produttore ha detto che, considerato tutto, è definibile "capolavoro" :D

      Moz-

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    2. Un album lontano dalla cifra stilistica distintiva dei litfiba, anticipava il sound del Pelù solista, che al netto di episodi discutibili come Mascherina e Sexy dream, qui aveva ancora dei testi di buon livello!

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    3. Si, ci si voleva spostare su sonorità più morbide, ma lo stile secondo me suona Litfiba in quasi ogni episodio del disco... 💛

      Moz-

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    4. I brani che ho nominato li sento molto lontani dallo stile litfiba, anche il disco in sé, sembra quasi estraneo alla discografia precedente della band fiorentina! È ormai un disco di Pelù solista, ma con testi ancora di buon livello...cosa che non avviene nei brani di Piero solista, dove si divaga tra bombe boomerang e homo europeus, o amori immaginati..

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    5. Beh, ma Bomba è scritta da Bergonzoni, eh! È uno scrittore :)
      Secondo me siamo abituati a pensare male a prescindere, dei testi di Piero solista, eppure ce ne sono alcuni infinitamente più belli di certe canzoni dei Litfiba: Lentezza, Anche a piedi, Dea Musica, A la vida, Aquilone, Orso cristallo, Esco o resto, Occhi, Velo, Fiorirà, Viaggio, Ti troverai (capolavoro), Mille Uragani, Presente, Nel mio mondo... e tra gli ultimi, la stessa Gigante è molto bella, ma ancor di più Pugili fragili e Nata libera :)
      A mio parere, eh^^

      Moz-

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  3. Infinito è l'album dei Liftiba che preferisco. Fantastico.
    Io non sono così tecnica e analitica da mettermi a fare le pulci al genere, al sound, alle parole. La musica mi piace o non mi piace. Questa mi piaceva e mi piace tuttora.
    Baci.

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    1. Vero, diciamo che quest'album contiene almeno due canzoni che non sono minimamente ai livelli generali della band, tutto qui.
      Altre sono oggettivamente belle, e in parte purtroppo odiate perché presenti qui.
      Ma odiate specie da quei fan coi paraocchi, duri e puri, di quelli che bisogna suonare forte spesso solo per sfogarsi...

      Moz-

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  4. Vedi: i puristi dei Litfiba, gli amanti della loro musica, storcono il naso davanti a "infinito".
    Ma dal punto di vista pop, questo album è molto meglio di tante altre cose pop dell'epoca (per non parlare di oggi). Ecco perché "Il mio corpo che cambia" fu un successo galattico, idem "Vivere il mio tempo".
    Io ho questo cd originale: e oltre alle già citate hit, amavo "mascherina" e soprattutto "Sexy dream".
    Poi "Infinito" mi ricorda anche l'amicizia con Kalu, uno dei miei più cari amici, ci conoscevamo da un anno e condividevamo l'ascolto di questo disco..

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    1. Sì ma i Litfiba non nascono per fare pop.
      Come se Peppino Gagliardi si fosse messo a fare brani di liscio alla Raoul Casadei.

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    2. Ma l'evoluzione del sound non la vedo così una brutta cosa. Se fosse davvero così settoriale non avremmo mai avuto gli Yes anni 80 di Owner Of A Lonely Heart o i Genesis di Phil Collins, e nemmeno i Pink Floyd di The Wall. Tutte cose che invece restano nella storia.

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    3. beh, chiaro che i Litfiba nascono come gruppo rock.
      Però quello che voglio dire, è che il pop dei Litfiba era superiore al pop generale degli anni '90, figuriamoci poi a quello di ora..

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    4. Ma perché cambiare genere o prospettiva musicale è così malvisto? :)
      Dunque un artista deve restare fedele a se stesso per l'intera carriera, senza mai potersi spostare dal seminato, senza mai poter provare nuove strade, nuovi approcci alla musica?
      Non si rischia, in questo modo, di diventare ridondanti e di ripetersi eccessivamente? o di stufarsi...o di stufare.

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    5. Infatti Venditti quanti dischi ha fatto tutti uguali autocopiandosi...

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    6. In effetti, la questione è molto più arcaica.
      Pensate che ci sono fan legati al primo periodo (che era dark e new wave) che ODIANO profondamente i Litfiba dal 1989 in poi (quando iniziarono a fare rock).
      Quindi, praticamente i Litfiba non nascono nemmeno come gruppo rock, per dire.
      C'è chi li ama solo fino a Terremoto, considerando brutto il rock più leggero/arioso di Spirito o quello elettronico di Mondi Sommersi.
      Per dire.
      Nessuno è mai contento.
      Purtroppo Infinito paga pegno: la svolta dell'esplorazione del pop, peraltro appunto di classe e superiore a qualsivoglia poppettino vaschiano o ligabuesco, avviene durante un litigio che non ha permesso il meglio.
      Come successe nel 1988, durante il passaggio dalla new wave al rock.

      Moz-

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  5. Il capitolo finale di una band culto del rock italiano, poi divenuta pop commerciale...
    Il mio corpo che cambia e vivere il mio tempo, sono ottime canzoni,ma troppo distanti dal sound Litfiba, le vedo più vicine al Pelù solista!

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    1. Non proprio finale, visto che la pausa è durata dieci anni e oggi i Lit sono ancora al top... Comunque, sì, quelle due sono canzoni molto molto belle!^^

      Moz-

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  6. Il capitolo finale di una band culto del rock italiano, poi divenuta pop commerciale...
    Il mio corpo che cambia e vivere il mio tempo, sono ottime canzoni,ma troppo distanti dal sound Litfiba, le vedo più vicine al Pelù solista!

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    1. Come sopra^^
      P.s. vero, ma il Pelù solista è quasi definibile una variazione più mediterranea del sound litfibiano...

      Moz-

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  7. Potrà piacere o non piacere... Ma "infinito" fu la mia colonna sonora durante la mia prima visita a Roma... bei ricordi

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    1. Eheh penso che in tantissimi della nostra generazione siano legatissimi :)

      Moz-

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  8. Ma mille volte meglio il periodo di Cabo, rispetto a questo disco. Brutto dalla copertina ai singoli. Per quanto mi riguarda, è l'album che ha segnato la fine di un grandissimo progetto. Certo che come Canto del Cigno si poteva fare decisamente meglio...

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    1. Dai, poi comunque hanno ripreso e anche alla grande^^
      Oddio, con Cabo calcarono la mano sul rock più duro, come a dire che il rock è quello che fa casino... Non so se sia un bene...^^

      Moz-

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