[MUSICA] Litfiba Road to 40 (parte 10) - Terremoto, l'hard rock mediterraneo


La prima parte del 1992 impegna i Litfiba in alcune date estere, tra festival e grandi eventi locali.
In questo frangente nascono e vengono testate le canzoni del nuovo album, Terremoto.
Una svolta dura e graffiante, ma che non rinuncia a episodi poetici, dove il latin del disco precedente si trasforma diventando un hard rock colorato e mediterraneo.

Vi lascio i link dei primi nove articoli della storia completa dei Litfiba:

MESSICO, GERMANIA, BELGIO

Tra febbraio e marzo del 1992, in Maremma, Piero e Ghigo si mettono al lavoro e compongono tutte le tracce del nuovo album.
I nuovi brani vengono provati dal vivo in due date messicane, quindi in Germania e due volte in Belgio.
Per l'occasione, la band rinuncia al percussionista Candelo e tira dentro un nuovo batterista, Franco Caforio.




I Litfiba, dopo questa gita internazionale, possono contare su un nuovo studio di registrazione, fortemente voluto da Alberto Pirelli.
Vede così la luce Terremoto, un disco in cui Piero e Ghigo esprimono la loro voglia di essere più aggressivi rispetto al passato.
Ghigo incattivisce la chitarra; Piero si lascia ispirare dal grunge in voga.
Ne viene fuori un disco dal suono monocorde, ma amato dalla critica e ancora più dai fan.
Tuttavia, proprio l'atmosfera generale dell'album, eccessivamente duro, farà perdere del tutto la vena ironica presente in alcuni brani.



TERREMOTO

Caustico, tagliente, diretto.
Terremoto, nei suoi nove episodi, è il disco più politico dei Litfiba, percorso da fortissima critica sociale.
Niente più metafore (se non per qualche pezzo ironico): Piero e Ghigo parlano forte e chiaro contro mafia, corruzione, adorazione del dio denaro e i malesseri della loro città.
La copertina, bollente, è sempre opera di Galavotti. Metallara, tamarra, rossa e arancio come la lava che corre sulla terra. E il logo: un omaggio ai Metallica.

Dimmi il nome, che apre il nuovo lavoro, è un pezzo molto violento: bersaglio dei Litfiba è la mafia, con musica e parole che ci portano in italiche terre martoriate da questo problema.



Maudit parla di corruzione, su tutti i livelli. Dalla P2 alla Chiesa, dal calcioscommesse alla politica fino allo strapotere delle televisioni: nessuno si salva dalla critica.



Fata Morgana è invece un'altra delle grandi hit della band,: descivendo l'omonimo fenomeno di illusione ottica, racconta metaforicamente di realtà e apparenze e di come spesso ci si ferma all'esteriorità.

Soldi è un brano che parla di boomers e di ricchezza. Ma dentro c'è, scherzosamente, un riferimento alle accuse di imborghesimento rivolte alla stessa band, da parte di chi ha pensato che i Litfiba avessero cambiato genere (dalla ricercata new wave al più "facile" rock) solo per vil denaro.

Firenze Sogna è la descrizione della città natale dei Litfiba, che -forte di un passato glorioso- si è chiusa su se stessa in un presente dove non ha più nulla da offrire.

Dinosauro tocca il tema della ribellione e della politica. Con la Democrazia Cristiana, mostro gigante che aleggia(va) sull'Italia. La canzone in realtà venne presentata già nel 1991, col titolo Bueno.
Modificando un po' il testo, e cambiando ritornello (l'originale diventerà poi Ritmo nel 1997), i Litfiba ottengono il loro Dinosauro. Questa invece è Bueno:




Prima guardia canzone contro servizio militare, guerra e armi: un tragico grido per un anno sprecato a causa della naja. Il brano più poetico e sicuramente tra i più riusciti dell'album.




Il mistero di Giulia, la più ironica: marito e moglie in crisi, separatamente si mascherano per fare scambismo all'insaputa l'uno dell'altra. Finiscono insieme senza riconoscersi, lui scopa con gusto come un tempo, lei forse gli dà pure il culo e solo alla fine comprendono di essere... la coppia sposata di sempre.

Sotto il vulcano, omaggio all'omonimo romanzo di Malcolm Lowry, nasce dalle esperienze messicane.
Dedicata ad Augusto Daolio, scomparso mentre i Litfiba stavano incidendo il brano, celebra la potenza della terra chiudendo idealmente il disco con un finale liberatorio.
La stessa canzone, nel tour che seguirà, sarà invece usata come dirompente apertura.



ADDIO CGD

I Litfiba decidono di non proseguire la loro avventura con la CGD, e non rinnovano il contratto con questa casa.
Terremoto esce dunque in un clima rovente, l'8 gennaio del 1993.
Forse anche per questi motivi l'album non riceve la giusta promozione, le vendite non superano quelle del precedente El Diablo fermandosi a 400mila copie.
In quei mesi, la band gira anche i videoclip dei brani, recandosi ancora una volta in Messico, scelto come location di Sotto il vulcano, e poi in Marocco, per girare Prima Guardia e -in un ritaglio di tempo e nelle stesse zone- Fata Morgana.




TOUR, PRIMO MAGGIO & SESSO

Partita la tournée, i Litfiba decidono di non impastare eccessivamente il suono già troppo duro dell'album, e per i live esce la seconda chitarra di Poggipollini (che andrà con Ligabue) ed entrano le tastiere di Aiazzi.
Non poteva mancare il Concerto del Primo Maggio, con Pelù che nell'intervista backstage infila un preservativo sul microfono di Vincenzo Mollica mentra la Rai cerca di inquadrare inutilmente altrove.


Tra le canzoni eseguite quella sera, in diretta Rai, la più emblematica resta Il mistero di Giulia: non tanto per il brano in sé, ma perché Pelù invitò il Papa (al tempo era Giovanni Paolo II) a non immischiarsi nelle faccende di sesso degli italiani, perché lui di sesso "ne sa una sega".



Il Terremoto Tour conta più di settanta tappe in giro per la nazione.
Alcune di queste vengono registrate e persino riprese.

MAGICA EMI

I Litfiba passano alla EMI, ma offrono il doppio disco live Colpo di coda, testimonianza del Terremoto Tour, alla CGD: era una buona occasione per risolvere amichevolmente la separazione.
La CGD rifiuta, prendendo peraltro in mano una causa con Pelù che nel 1989 firmò un contratto da solista, e i Litfiba commettono la leggerezza (e scorrettezza) di far uscire con la EMI proprio Colpo di coda, prima che il contratto con la CGD fosse ufficialmente terminato. Siamo nel 1994.


La nuova etichetta discografica preme per un singolo inedito, così i Litfiba -praticamente su commissione- registrano A denti stretti: il sound si rifà a quello di Terremoto ma già sembra guardare al futuro.
Colpo di coda è un'ottima testimonianza del tour 1993, nonché un ottimo live della band, amatissimo e apprezzatissimo.



Dalla sua pubblicazione deriva uno scontro legale decennale, e mentre la band è impegnata a promuovere il doppio album (anche in edizione speciale, con un piccolo book fotografico chiamato Novantanovefoto), la CGD inizia a immettere sul mercato raccolte di materiale del passato (non approvate dalla band ma perfettamente legali dal punto di vista dello sfruttamento dei diritti).
La prima di queste è Re del silenzio (ottima come compilation da tenere buttata in macchina, sostanzialmente).
Nello stesso periodo arriva il videoclip di Africa, una versione studio di un brano che compare in versione live ufficialmente in Colpo di coda, ma che era un outtake di El Diablo.




TERREMOTO TOUR, IL VIDEO

Rimasto per anni nel limbo di una causa giudiziaria (si diceva, all'epoca, fosse stato addirittura opzionato da Fininvest per una messa in onda televisiva...), il video del Terremoto Tour ha potuto vedere la luce solo anni e anni dopo, in formato dvd: è nel 2015 infatti che viene pubblicato un piccolo cofanetto che raccoglie quattro album dal 1990 al 1997, con l'aggiunta del Terremoto Tour, ormai di proprietà Warner Music.




I Litfiba sembrano pentirsi presto però della strada eccessivamente dura e violenta intrapresa con Terremoto, perché anche il pubblico accorso ai concerti divenne duro e violento (addirittura si segnalarono gravi episodi).
La band decide di cambiare (ancora) pelle. Dopo il fuoco di El Diablo e la terra di Terremoto, inizia a crearsi la concezione della Tetralogia degli Elementi: il prossimo sarebbe stato l'aria.


A FINE MESE: L'ARIA FRESCA DI SPIRITO! (LINK)


Fonti consultate

F. Guglielmi, A denti stretti - La vera storia dei Litfiba, Giunti, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Perfetto difettoso, Mondadori, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Identikit di un ribelle, Rizzoli, 2014

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18 commenti:

  1. Personalmente questo album sembra un volume di "greatest hits" dei Litfiba. Si canticchiavano ancora "Proibito" e "Gioconda" quando è uscito questo disco, che ho ascoltato senza mai badare troppo ai testi, tranne i versi più espliciti: quindi hai piacevolmente colmato le mie lacune... 😉

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    1. Avevo capito che in questo album ci fosse il tuo brano preferito!! :o

      Moz-

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    2. Mi sono sbagliato, credevo che il successivo fosse "Spirito"...

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    3. Che è il mio preferito tra gli album anni '90 *___*
      Appuntamento a fine mese, allora!

      Moz-

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  2. Il mio album preferito. Sound aggressivo, sporco ma allo stesso tempo "pulito", rispetto a quello ovattato del disco precedente. Poi vabbè... "Sotto il Vulcano" dedicata al mitico Augusto Daolio mi ha fatto amare l'album ancor di più. Qui è tra l'altro presente una delle mie canzoni preferite, "Fata Morgana": non amo particolarmente "pogare" (oh, adesso ho pure una certa età...), ma ai concerti quando arriva il ritornello con questa mi trasformo :D
    Peccato solo per gli episodi di violenza durante il tour... che tristezza :(

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    1. A me non piace molto il Mood generale, ma tutte le canzoni le adoro.
      Sotto il vulcano bellissima, così come Prima Guardia e Fata Morgana...
      Ahaha io pogo sempre ma senza violenza inutile: si può ballare tutti insieme e divertirsi!

      Moz-

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  3. Fata Morgana, stupenda. Testo criptico: la vita come un'attraversata dal deserto, fatta di miraggi (ecco l'effetto Morgana), con l'uomo che spera sempre di superare i confini del trascendente (Poi scopro il confine che dall'infinito vola dentro di me) per scoprirsi però finito e imperfetto.
    Capolavoro, anche musicalmente.

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    1. Già.
      Non c'è confine tra l'occhio dentro e l'occhio fuori... Ossia tra il terzo occhio e l'occhio normale.
      Non si perdeva l'usanza di citare elementi particolari, esoterici...

      Moz-

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  4. È meglio per tutti che non mi esprima sul disco, quindi mi limito a segnalarti che ti è scappato un Andrea Pirelli al posto di Alberto Pirelli :)

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    1. Ahahah grazie mille, correggo.
      E grazie per aver letto comunque.
      Spirito ti piace di più? 🤓

      Moz-

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    2. Quantomeno è prodotto meglio.

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    3. Beh, Tim Palmer e Rick Parashar :)

      Moz-

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  5. Ecco un altro dei miei dischi preferiti dei magici Litfiba, che secondo me sono stati da sempre molto politici ... con Terremoto ancora più diretti. Tra le mie preferite Prima guardia.
    p.s.
    mitico Pelù con Mollinca e il profilattico sul microfono :))))

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    1. Vero, però io li ho sempre preferito più metaforici o astratti, come testi. Non per niente amo maggiormente il disco successivo, e di questo amo i brani meno diretti 👊🔥

      Moz-

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