[RIVISTE] Nippon Shock Magazine n. 4, la recensione

 


Come sempre doppia copertina per il flip magazine dedicato alla cultura giapponese esplorata a 360°, specie attraverso la lente dei manga e degli anime!
Arriva al quarto numero Nippon Shock Magazine, e lo fa con dei colori magnifici e con una esclusiva fumettistica.


Premetto subito che stavolta ci sono pochissimo, dopo un terzo numero che mi ha visto in copertina (vedi QUI): stavolta sono presente solo con una piccola recensione (Caro Fratello... della Ikeda).
Il resto è un'assoluta scoperta anche per me, e il piatto è ricchissimo: il direttore Castellazzi -che nell'editoriale spiega a chiare lettere la "mission" della rivista- assembla anche stavolta oltre dieci articoli in grado di spaziare dalla storia alla cultura, dal Giappone quotidiano fino alle interviste.
In questo numero abbiamo articoli sugli oni e i recenti manga che parlano di demoni; l'intervista alle autrici Daniela Orrù e Daniela Serri, esponenti italiane dei fumetti global manga; la Maria Antonietta di Riyoko Ikeda; le interviste alla nippo-americana Harmony Becker, autrice della graphic novel Himawari House, e all'illustratrice Uiko Ikeda, che disegna adorabili gatti; le foto di Kayo Ume, che ritrae la spensierata spontaneità dei ragazzini giapponesi; la strana accoppiata Kiss e Momoiro Clover Z raccontata da Alessandro Bottero; lo sketchbook della Tatsunoko.






C'è spazio per le recensioni, ma anche per la storia dei manga (stavolta si parla dei teatrini ambulanti) e per la vita in Giappone raccontata da Andrea Dentuto (puntata dedicata al capodanno nipponico).
Particolare è l'articolo tutto disegnato, realizzato da Luca Biagi, che racconta con vignette e fumetti un viaggio in Giappone.






Sul lato manga, con la sgargiante copertina arancio, abbiamo cinque storie: gli ormai sempre presenti Eichi Muraoka coi suoi dolceamari ricordi di gioventù, e Midori Yamane che racconta usanze quotidiane (approfondite a articoli ad hoc).
Debuttano Nana Toshioka con un racconto breve dalle tinte horror (e questa autrice sarà presente anche nei numeri a venire...), e Ai Okada, con la delicata Oltre il mare.
Ma soprattutto "debutta" l'italiano Stefano Tamiazzo, che propone per la prima volta in Italia proprio il suo fumetto (in tre puntate, qui la prima) che gli ha permesso di venire pubblicato anni fa in Giappone, diventando un mangaka.



Niente succede per caso, di Tamiazzo



Anche questo numero è dunque molto corposo, anche se contiene una ventina di pagine in meno rispetto al solito; saprà garantire appassionanti letture per tutte le Feste, tra manga e articoli di approfondimento, curiosità che come sempre testimoniano il grande valore di questa rivista; un magazine di classe, peraltro sempre ottimamente realizzato a partire dalla grafica.


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6 commenti:

  1. Beh, i giapponesi hanno sempre portato tanti demoni (e derivati) nelle loro opere. Demon Slayer, citato nell'articolo, è una storia interessante, anche se con una potenzialità non del tutto espressa, specie per l'accantonamento di un personaggio che avrebbe meritato ben piu' spazio (non lo cito perché non vorrei spoilerare ahha).

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    1. Infatti non lo conosco così a fondo... comunque è uno shonen, proprio per questo non può esprimersi al massimo... Sui demoni, ricordo Slayer (non Slayers) anche molto bello.

      Moz-

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    2. Assolutamente sì: il mio discorso è un po' più profondo. Se non fosse stato uno shonen magari avrebbe potuto toccare tematiche più mature.
      Non che debba farlo per forza, ANZI, ma ci sono casi dove questa cosa stride un sacco con la complessità della trama che vuol essere un po' più adulta...

      Moz-

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    3. Evidentemente ha saputo toccare delle corde particolari... chissà... Se la formula fosse una ricetta nota, la applicherebbero tutti ottenendo successo... ma così non è (per fortuna, direi...)^^

      Moz-

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    4. Chissà davvero... un miracolo editoriale.

      Moz-

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  2. Vero, sicuramente tra le opere più emblematiche in tal senso^^

    Moz-

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