[SOCIETÀ] il movimento socio-culturale che manca




La storia dell'umanità è sempre stata attraversata da ondate particolari, movimenti socio-culturali che abbracciavano vari campi.
Pensiamo al Rinascimento, o alla controcultura.
Andando avanti e indietro nel tempo possiamo circoscriverne diversi: vere e proprie "new wave" che hanno interessato arte, moda, visioni, scrittura, suoni.
Ciò è successo anche in ambiti molto recenti e molto pop.
Ma oggi? Perché questa cosa sembra mancare?
Perché sembra di trovarsi tutti sperduti, dispersi, uniti solo in modo vago e impalpabile?




Manca un'espressione generica, un qualcosa che accomuni un po' tutti i campi artistici e sociali, un movimento di cui sentirsi parte.
Parlando del recente passato e della cultura popolare possiamo trovare storie interessanti.
Pensiamo alla rivista americana MAD, che fu il simbolo della satira anni'50 e '60 (e ispirazione per altre correnti, come quella giapponese che porterà alla nascita di Lupin III); pensiamo ad altri magazine come Métal Hurlant e la sua versione yankee Heavy Metal: contesti diversi ma comunque di subcultura giovanile, nuova, universitaria.
In Italia abbiamo avuto ad esempio Frigidaire, sulla stessa lunghezza d'onda, pur in un contesto diverso rispetto a quello francese e americano.
Ma appunto: erano simboli di un qualcosa di aggregante, in cui riconoscersi.






La TV ha fatto lo stesso: da quell' MTV -che in America ha significato qualcosa e in Italia (anni dopo) altro- esempio di espressione in cui intere generazioni si sono riconosciute.
Da noi possiamo citare anche la primissima Raidue, quando si chiamava pure Seconda Rete e lanciava programmi diversi, alternativi.
Stryx, Onda libera, L'altra domenica (e gli programmi di Arbore), Odeon - tutto quanto fa spettacolo... Un'alternativa, ecco. In cui riconoscersi, attorno a cui raggrupparsi.




Anche Italia 1 (QUI la sua storia) è stata una rete in cui si sono identificate diverse ondate generazionali: da quelle del mito americano anni '80 fino al giovanilismo anni '90, passando per i nippo-fan a cavallo tra la fine e l'inizio dei millenni (QUI la storia completa degli anime in Italia).
La stessa MTV ha rappresentato molto in questo senso, in un'epoca dove il web era diventato luogo di incontro e cassa di risonanza di questi simboli d'aggregazione, aggregando esso stesso.





Per non parlare della musica: vere e proprie tribù modaiole hanno caratterizzato da sempre i vari tessuti sociali: teddy, rockabilly, mods, punk, paninari, rocker, rapper, hip-hoppari.
Oggi tutto è dispersivo, spersonalizzato. Esisterebbe una Woodstock?
La trap non può (e non deve) essere l'unico collante, né possono esserlo fenomeni (spesso da baraccone) come la costruita deriva internazionale dei Måneskin, che offrono un'alternativa solo apparente.






E non bisogna certo andare nell'indie e nello chic, anzi: serve qualcosa di pop, un movimento intellettuale in cui riconoscersi, in cui circoscrivere arte e narrativa, fumetto e televisione, cinema e musica.
Se il postmodernismo è ormai finito, sembra non esserci più nemmeno quel rigurgito antipolitico di quando c'era la destra al governo, che garantiva il fiorire di diverse realtà (satiriche e non).
Oggi, pur con ancora la stessa destra alla guida del Paese, sembra che questa non abbia importanza (insomma: voi prendete sul serio la Meloni? Per me è come se nemmeno fosse vero che sia la premier, con una percezione del "è come se non contasse nulla"), quindi non mi stupisco che satira e alternative non siano ancora esplose, non mi stupisco che ancora non sorga nulla di provocatorio e "di rottura".






Non abbiamo più voglia di sentirci parte di qualcosa?
Abbiamo rinunciato alla singolarità nei micromondi per una singolarità tout-court?
Per un periodo forse la blogosfera e il web hanno rappresentato un movimento di voci libere e alternative, con proposte di cui si percepiva almeno un fil rouge.
Oggi siamo tutti mondi a sé, probabilmente.
Però io lo vedo, all'orizzonte, un nuovo movimento: quello retrofuturista, quello dei classici e della nostalgia ma con lo sguardo all'avvenire più moderno.
E nasceranno presto simboli di proposta, comunicazione e di promozione dello stesso.

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47 commenti:

  1. Interessante riflessione. Tra i fenomeni aggreganti ci metterei anche i fumetti, come Dylan Dog: quando uscì era acquistato e letto con uno spirito diverso da quello attuale, perché le storie avevano un "messaggio" e non soltanto "una storia inedita".
    La televisione consentiva di riconoscersi in un certo pubblico, forse anche adesso, ma con l'aggravante che da qualche parte c'è almeno un gruppo social dedicato dove il confronto spesso diventa un tentativo di imporre la propria interpretazione del gesto di tale personaggio, del perché la tale squadra ha vinto/perso... Tutti esperti, anzi, tutti giornalisti, come ha dimostrato la pandemia.
    Ora con Netflix e simili manca un momento aggregante comune: ognuno vede qualcosa quando vuole e può, e si vive in asincronia tra noi.

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    1. Esatto, anche questo ha contribuito: pure nelle visioni, manca una sincronia. Vero che i fenomeni del momento sono visti tutti insieme, comunque (es. Mercoledì Addams, Stranger Things, Cobra Kai...) però non c'è più l'appuntamento (unici a sopravvivere: grandi eventi sportivi o show, vedi Sanremo, che è oggi l'ultimo baluardo televisivo vecchio stile).
      Vero pure per i fumetti, creavano delle nicchie... 💪💥

      Moz-

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  2. Credo sia un discorso molto complesso, che va dall'appiattimento musicale, alla mancanza di prospettiva, fino al pessimismo globale di cui i giovani sembrano farsi carico. Va anche detto che ogni spazio che i giovani cercano di crearsi viene invaso da generazioni più grandi che non hanno nessuna voglia di crescere e quindi forse faticano a trovare luoghi di aggregazione dove scambiarsi idee da soli e senza filtri. Quei movimenti che tu hai citato sono diventati pop in un secondo momento, finendo per morire di celebrità, svuotati dalla loro spinta rivoluzionaria iniziale. Non credo manchino movimenti pop, anzi, ce ne sono fin troppi, perfettamente pilotati da chi sa come farci soldi. Manca la cultura indipendente e temo che la nostalgia non sia la strada giusta (appunto perché pop, ma secondo me anche priva di ogni idea rinnovatrice). Ma chissà, magari questa cultura esiste, ma chi la crea è abbastanza abile da tenerla lontana dalle masse. Appunto, identitaria.

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    1. Verissimo quel che dici, infatti io parlo di alternative.
      Rivoluzionarie, per usare un termine che hai citato tu, ci sta.
      Non so se la nostalgia possa essere la strada, di certo non quella tout-court, di certo però forse il pop è la chiave, visto che potrebbe anche essere alternativo...^^

      Moz-

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  3. Discorso estremamente interessante e complesso.
    L'appartenenza culturale si è diversificata nel corso degli anni, da quella prettamente politica degli anni Settanta, alle controculture giovanili degli Ottanta e in parte Novanta, per poi via via diluirsi nel tempo.
    Oggi le nicchie non sono più veramente tali: ci sono web community tematiche dedicate a qualunque argomento, in cui si può venire a contatto con un numero di appassionati probabilmente superiore a quello della totalità di persone con cui si era concretamente in contatto trent'anni fa.
    Per quanto riguarda l'universo musicale, spesso la matrice primaria delle suddette controculture, uno dei problemi - e so che affrontare questo tema proprio su queste pagine è quantomeno bizzarro - è proprio quello della nostalgia: almeno in Italia, c'è un buco culturale di una ventina d'anni, è la radicata convinzione che la "buona musica" sia morta a cavallo fra i Novanta e i Duemila. Niente di più distante dalla realtà, e spesso e volentieri chi porta avanti questo pensiero ha un concetto di "buona musica" alquanto discutibile (rock mainstream della più bassa lega, con nomi quali Queen, Guns 'N' Roses o Red Hot Chili Peppers portati ad esempio di grande qualità e ricerca musicale 🤦‍♂️). Se la divulgazione oggi è in mano alle varie Virgin Radio - le cui scalette sembrano venire fuori da un DJ set del 1996 - non c'è poi molto da stupirsi.
    Hanno riportato in televisione DOC, che negli anni Ottanta è stato un autentico faro, per farne cosa? Per riproporre i filmati di allora, anziché riutilizzare il format mettendolo al servizio della musica contemporanea. Praticamente un'enorme autofellatio per dirsi «Quanto eravamo belli, quanto eravamo bravi.»
    Boh, non vedo cambiamenti possibile all'orizzonte, francamente.

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    1. Ecco, appunto: tu rifai DOC ma con cose d'epoca, significa due distinte realtà: che il passato paga, e bene, che oggi un movimento non c'è.
      Per tutti gli anni 10 c'è stato chi ha promosso musica e simili, oggi manca proprio questo concetto.
      Quindi DOC sì, moderno, ma a parlare di cosa se non c'è movimento attorno a una musica interessante, di rottura e contemporanea?
      Nessuno si riconosce più in nulla...

      Moz-

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    2. Nessuno si riconoscerà mai in qualcosa di contemporaneo se non gliela fai ascoltare.
      Io, al 5 dicembre, ho una playlist di 29 ore di singoli - solo singoli - usciti nel 2022.
      La musica interessante c'è, il movimento si costruisce diffondendola.

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    3. Esatto ma deve partire da qualche parte, anche per moda.
      Deve esserci chi costruisce il fenomeno, anche nella controcultura 💥
      Dove sono questi aggregatori sociali? Una radio, una rivista, un canale TV, una fanzine, un evento? 😱

      Moz-

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    4. Esatto, il problema è quello.
      Nel canale di Enrico proponiamo una trentina di nuovi brani a settimana. Ma facciamo trecento/quattrocento spettatori (dopo tre anni, all'inizio eravamo in sessanta). E lui ha una storia. Figurati se si mette a farlo uno sconosciuto.

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    5. Mitico il Silve!
      Beh, lui potrebbe proporre un angolino radio o TV di un'ora dove poter trasmettere questa musica in un programma ad hoc... La costruzione di un fenomeno passa anche e soprattutto attraverso cose popolari 💪

      Moz-

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    6. Se gli dessero libertà editoriale, cosa che non accade 🥀

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    7. Purtroppo, immagino... Ma chissà che qualcosa non cambi.

      Moz-

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  4. Non ci vuole molto a capirlo i governi mondiali specie quelli occidentali specialmente quello nostrano ci bombardano e obbligano alla distruzione e odio della nostra identità e alla sostituzione e adorazione di altri popoli che non valgono una cippa attraverso i mezzi di comunicazione che oltre a fare ciò ci impongono violenza, corruzione, criminalità, pazzia, pessimismo e immobilismo assoluto.
    I cambiamenti e i movimenti culturali e identitari ci sono quando il popolo è unito e uguale con la stessa mentalità e modo di vivere non quando è tutto diviso, diverso e confuso.
    Ne abbiamo la prova adesso come più anticamente, qua ci sono utenti di antica e recente origine straniera che per quanto sono nati e cresciuti qua che ci vivono ancora o che sono emigrati ammirano e prendono a modello gli stranieri perché quella è la loro vera origine.
    Non ha funzionato al Sud terra di ogni straniero né con l'unificazione della nazione, né negli Stati Uniti la terra più mischiata al mondo e nelle altre meticce.
    Serve la propria identità per creare nuove correnti.

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    1. Per anni ci hanno bombardato con l'America, direi che nulla è forte come quel bombardamento operato specie negli anni 80.
      Oggi pensi che culture come quella islamica siano davvero modelli imposti?
      Cioè, a nessuno verrebbe in mente di prendere come modello un posto dove non c'è manco il McDonald's, lontanissimo da noi in tutto e per tutto.
      In ogni caso non parliamo di geopolitica, ma di identità di movimenti.

      Moz-

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  5. Ottima analisi e quando ho letto "...né possono esserlo fenomeni (spesso da baraccone) come la costruita deriva internazionale dei Måneskin" sono scattati i doverosi "92 minuti di applausi".

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    1. Ahaha XD
      Che poi, partirono anche molto bene, nonostante il talent show: avevano una derivazione abbastanza particolare, da artisti di strada, il che denotava la loro origine comunque reale.
      Poi li montarono a mille a partire dall'Italia, e fin qui va bene.
      Il resto è così costruito che solo un cieco non lo vedrebbe...

      Moz-

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    2. Perché è stato un fenomeno costruito a tavolino.
      L'unico vero lato positivo è che fanno qualcosa di rassomigliante al rock, almeno con strumenti, e possono determinare un interesse in tal senso nei ragazzi, che magari la smettono con autotune e trap.

      Moz-

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    3. Diciamo che se non è automatico al 100%, lo è al 99%.
      Quando mai artisti italiani dalla carriera ben superiore (come tempo, come fama, come qualità) a quella dei Maneskin hanno avuto in poco tempo simili successi?
      I Maneskin erano partiti come band normalissima italiana, per una serie di eventi sono diventati roba americana (tanto che dietro di loro c'è gente che è stata nel progetto di grandi popstar del passato) ed ecco come è normale che siano esplosi.
      Francamente, pur facendomi piacere, preferisco altro.

      Moz-

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    4. Beh, anche io ho i miei preferiti, Litfiba su tutti.
      Ma mi piacerebbe ci fossero artisti (non solo musicali) nuovi, che rappresentino una nuova tribù socio-culturale.

      Moz-

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  6. Un argomento interessante quanto profondamente spinoso e inafferrabile. Credo che in buona parte tutto ciò possa dipendere dal rapporto con il conformismo. Qualche decennio fa l'anticonformista veniva trattato come un reietto - al tempo in cui tutti ascoltavano Gigi D'Agostino se tu ascoltavi i Nirvana eri depresso e strano - però c'era sincerità nelle definizioni e non esistevano social nei quali scaricare le frustrazioni. Quello che vedo io oggi, lavorando a stretto contatto con molti giovani, è che tutto diventa una recita, conformisti o non che siano recitano tutti una parte con una superficialità che fa paura. Come fai ad abbracciare una sottocultura se ti scoccia seguirne le "regole"? Come puoi immaginare il reietto in una società che eleva i reietti a fenomeni mediatici edulcorando il concetto stesso di reietto? Senza rendercene conto abbiamo sacrificato troppo sull'altare del progresso e del futuro e ci siamo scordati come cercare il valore personale nelle cose, anche e soprattutto per quanto riguarda quegli ideali che un tempo governavano le discussioni e le liti. Ho visto gente litigare per un like e la cosa mi ha sconvolto non poco.

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    1. Vero, abbiamo spostato tutti i paramentri. Penso proprio sia finita un'epoca, c'è stato uno switch off con una nuova alba, da qualche parte, che non si sa a cosa porterà.
      Magari il movimento green è uno di questi movimenti socio-culturali? Ok, ma attorno a cosa si riuniscono?

      Moz-

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    2. Forse quelle che una volta erano idee fondative di un movimento intorno a cui si poteva costruire e nel quale ci si poteva riconoscere oggi sono diventati concetti divisivi a tutti i costi con i quali facciamo fatica a entrare in contatto.
      Il movimento green che citi tu è un caleidoscopio di idee e microgruppi che faticano a trovare na quadra e il più delle volte finiscono per diventare tifoserie acritiche.
      Io credo che oggi sia difficilissimo riconoscersi come individui all'interno di un sistema società per cui è ancora più difficile trovare degli ideali comuni: se non ho le idee chiare io come posso sperare di trovare qualcuno con cui condividere un ideale?

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    3. Esatto, e infatti di green o inclusivo ci può stare un concetto a monte, ma poi appunto si tratta di microgruppi di tifosi.
      Manca qualcosa di forte, di bello...

      Moz-

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    4. Mancano i simboli, gli eroi e gli ideali attorno a cui unirsi. L'indifferenza e la superficialità dominano e il sistema riesce a corrompere e a distruggere ogni cosa. Praticamente viviamo in un mondo alla Philip K. Dick e lo abbiamo scelto noi.

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    5. Ma è strano che non si senta la necessità del bello, di un'alternativa.

      Moz-

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  7. Stiamo perdendo valori quotidianamente.. basta vedere quanto la gente già si sia stufata dell'Ucraina (e ancora non sono arrivate a tutti bollette miliardarie!!).. il retrofuturismo mi sa un po' di Dadaismo 2.0.. credo si debba puntare su robe che abbiano un sano impianto. la Poesia ad esempio, sputtanata a più livelli ma rifugio sicuro e sincero, a volersi spogliare delle proprie inibizioni; così come anche la Scrittura. Altri fenomeni vanno visti con gli occhi nostalgici o meno di chi guarda ora. Io che ascolto Coldplay sarei già un soprapassato mentre questi tirano fuori ancora oggi dischi monstre. Il Punto Di Vista condiziona mercati, mode, tendenze. Anche questa Destra che alza le accise della benzina dopo averle maledette mentre era all'opposizione, ha i munti contati, neanche le ore.. ma sono tutti fenomeni che si autoeliminano. Un po' come la germania ai Mondiali. Abbi fede.. (un'altro valore che sbraga terribilmente.. )

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    1. Io non mi sono mai nemmeno appassionato, dell'Ucraina, pensa tu.
      Comprendo la tragedia ma è una guerra mediatica, evito di dare risalto a quel che loro vogliono sia dato risalto (le guerre in corso sono decine, da anni...)
      Non so, siamo tutti allo sbando. Ecco, poesia e scrittura: ma ci sono correnti? C'è qualcosa in cui riconoscersi?

      Moz-

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  8. Interessante il post e la questione che poni all'attenzione dei tuoi lettori. Devo darti ragione purtroppo, c'è una certa mancanza, in primis, proprio di uso del cervello in generale, e poi credo anche io ci sia carenza di fenomeni che riescano ad aggregare almeno in parte le popolazioni, come succedeva in passato. Manca anche, credo, un vero interesse, che porti ad approfondimenti per ogni cosa che possa essere definita culturale. Tutti, e credo sempre di più, vanno a vedere mostre artistiche/culturali ma senza che queste lascino segni tangibili e senza approfondire poi gli argomenti trattati nelle mostre a cui hanno partecipato. E' un tema non facile e sicuramente spinoso e complesso

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    1. Sì, ammetto che il tema sia spinoso e io l'ho semplificato, ma giusto per parlarne un po'.
      Ecco, mancano fenomeni veri, manca un'alternativa, una controcultura.
      Vero, nulla sembra lasciare più stupiti. C'è piattume e superficialità...

      Moz-

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  9. Il tuo post apre a tante riflessione, sembra che la società attuale sia disinteressata a tutto. Io sono nato nel 1975, figlio di quegli anni spesso legati a grandi battaglie per i diritti, cresciuto con tante passioni e gusti.
    La pandemia ha fatto il resto, ci ha fatto diventare più solitari ed egoisti, ma senza socialità, non si va da nessuna parte.
    Saluti a presto.

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    1. Sicuramente la pandemia ha cambiato qualcosa, vero. Ma pensavo che proprio da questo potevano nascere movimenti e nuove tribù sottoculturali...

      Moz-

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  10. La mia idea è che oggi ognuno di noi si rifugia in delle micro bolle social.
    I movimenti di massa, anche di protesta, non sono più per strada o nella musica, o nelle riviste, ma su gruppi Telegram, bolle di Instagram e Tik Tok, e tutto il companatico.
    L'ultima rivoluzione sociale di piazza che abbiamo avuto in Italia è stata targata Movimento cinque stelle, e non mi pare sia andata benissimo.
    Bisogna aggiungere che oggi c'è troppo di tutto, e qualsiasi proposta appare già vecchia dopo una settimana.
    E mi duole dirlo è scomparsa anche la critica, sempre più orientata verso il clickbaiting e quasi sempre sponsorizzata.
    Se ogni film, ogni manga, fumetto, canzone, viene considerato un capolavoro o comunque una grande roba, significa che c'è un problema.
    Un enorme problema.
    In che cosa ci si può rappresentare oggi?
    Io faccio fatica a trovare delle oasi, figuriamoci un adolescente imbambolato davanti ad uno streamer o un cantante Trap che inneggia solo ai soldi, all'odio verso la divisa, e alla fixa.

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    1. Oddio, forse l'ultima fu quella delle Sardine, anche lì una pagliacciata coi fiocchi peggio di quelle M5S, però rientravano sempre in ambito politico: non era una cosa culturale (che ci poteva mai essere di culturalmente aggregante in queste cose?).
      Invece penso, anche se nessuno lo ha ancora precisamente quantificato, che un movimento nuovo è quello che affolla le fiere del fumetto: guarda il boom di Lucca e di tutte le altre, che quest'anno hanno avuto le edizioni più fortunate di sempre.
      Quindi spero che non ci sia solo la trap ma anche un po' di nerdismo pop :)

      Moz-

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    2. Dio, quanto è vera la cosa della critica.
      Quando per qualche strana congiunzione astrale qualcuno pubblica una recensione negativa ci sono sempre quelli che replicano «Ma se non ti piace perché ne parli?», come se fosse una cosa scorretta e/o insensata.

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    3. Perché a volte qualcuno lo fa per sfregio, in modo sprezzante.
      Questo è...

      Moz-

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    4. No, Miki, parlo di critica seria e argomentata.
      Non seguo cialtroni 😁

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    5. Certo, io intendevo dire che siccome alcuni lo fanno con intenti poco lusinghieri, chiunque viene preso nel mezzo... 😱

      Moz-

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  11. Bella domanda! Spesso me la pongo anche io e credo che questa scomparsa di movimenti culturali e intellettuali abbia diverse cause, prima di tutto la scomparsa dei valori, il nichilismo che ci sta mangiando vivo, il trionfo del trash e l’esplosione della tecnologia. Prima ci si riuniva in club, associazioni, ci si incontrava dal vivo. Ora è tutto digitale, online, non materiale, non carnale. I social, ma la rete in generale, hanno favorito paradossalmente la solitudine. Tutti sono soli fissi sul cellulare, nel loro piccolo mondo virtuale. Il problema è che viviamo in un mondo che non esiste, abbiamo dimenticato quello reale, fatto di atomi. Ci interessa solo quello fatto di pixel. E intanto il mondo reale va a ruota libera. Non demonizzo I social perché li uso anch’io, secondo me ne abbiamo fatto, però, un uso sbagliato, distorto. Invece di favorire l’incontro, l’ unione, abbiamo favorito la solitudine. E nella solitudine non si creano movimenti sociali. Forse mi sbaglio, però questa è la risposta che mi viene ogni volta che mi pongo questa domanda.

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    1. E pensa cosa succederà col multiverso! :O
      In ogni caso, hai ragione: ma possiamo ancora bilanciare le cose, favorire la socialità effettiva e materiale, reale.
      Bisogna che escano fuori delle voci aggreganti, non tutto è perduto...

      Moz-

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  12. ci sta mangiando vivi *… errata corrige.

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  13. Nessun medico muore di fame, non preoccuparti... Ovviamente prima o poi sarebbero tutti rientrati a lavorare.
    Comunque non comprendo il tuo messaggio... che sembra perlopiù politico. Dove c'è politica non c'è cultura, non più da anni, qui parliamo proprio di sottoculture sociali... I fact checker servono, se svelano le cazzate.

    Moz-

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  14. No, in realtà non parliamo di quell'argomento. Anzi.
    Le sottoculture sociali mancano da un po', nessuno viene massacrato proprio perché non esistono.
    Non stiamo parlando di politica o movimenti del genere, ma di cose tipo punk, controcultura, universitari, ecc... Musica, cinema, arte, letteratura, poesia, televisione...
    Dall'altro argomento sinceramente mi interessa poco, men che meno qui che non c'entra niente il discorso stipendi, politica, vaccini💪

    Moz-

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  15. Ma oggi? Perché questa cosa sembra mancare?
    Perché sembra di trovarsi tutti sperduti, dispersi, uniti solo in modo vago e impalpabile?

    Ahh che belle queste domande,in una addirittura ci vedo una probabile risposta:non abbiamo più voglia di sentirci parte di qualcosa (!?).

    Scusami se cerco di costruire una sorta di collegamento attraverso i tuoi tasselli,ma se ci pensiamo è una questione solo di desiderio o che in qualche modo implica una disposizione di animo con la partecipazione della volontà?

    Se noti Miki ,basta un accenno alla politica,alla guerra,al covid, ai social e ognuno di noi riesce ad argomentarlo cadendo e cedendo quasi in una forma di pessimismo dove ci includiamo e ci escludiamo contemporaneamente da ciò che oggettivamente è la realtà..

    Tu parli dei Maneskin come gruppo musicale costruito a tavolino,l'altro ti vede come "complottista"...oppure dici Io non mi sono mai nemmeno appassionato, dell'Ucraina...
    Comprendo la tragedia ma è una guerra mediatica, evito di dare risalto a quel che loro vogliono sia dato risalto (le guerre in corso sono decine, da anni..l'altro ti vede "menegreghista".

    Ecco il punto è che se continuiamo a solleticarci come bambini mica ne veniamo a capo,se continuiamo a vedere sempre il negativo condannando il pensiero unico e servendocene quando deve prevalere il nostro mica ne veniamo a capo.

    Dispersi tutti in modo vago e impalpabile dici e se questa che tu chiami dispersione fosse ben circoscritta sotto una forma contrariamente chiara e palpabile,consistente , visibile e materiale da cui vuole disfarsene inconsapevolmente perché annega il senso di una felicità
    più a lungo termine?

    Buona giornata a te e ad ogni singolo tuo lettore:)

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    1. Mi piace il tuo pensiero finale: la gente rinuncia a una stabilità per una felicità effimera e vuota?
      Può darsi. È l'estremizzazione della società dei consumi. Consumiamo noi stessi.
      Non saprei se non vogliamo far parte di qualcosa, diciamo che questo qualcosa esiste, cova sotto la cenere, ma ancora non trova precisi aggreganti presso cui stringersi e lavorare.

      Moz-

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  16. Quando fai questi discorsi dici sempre qualcosa su cui difficile è obiettare, manca sì, ma forse è meglio così.

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    1. Non so se sia meglio: il fatto che manchi, denota proprio una società totalmente allo sbando, individualista e priva di fenomeni presso cui aggregarsi...

      Moz-

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