[RICORDI] l'attesa


 

Ricordate i tempi d'attesa?
No, non quelli che ancora abbiamo da adulti, ma quelli che vivevamo da piccoli.
Le situazioni erano tante, disparate.
Non so perché, ogni tanto mi torna in mente tutto il tempo passato ad attendere qualcosa, qualcuno.
Ad annoiarmi...



Si poteva dover attendere che un amico venisse a giocare a casa nostra: quell'ora sembrava non arrivare mai, e tutti i minuti che portavano a quel momento, mi apparivano sprecati.
Da piccoli si ha una percezione diversa del tempo, e ovviamente non si è in grado di gestirlo al meglio.
Ricordo poi soprattutto la noia, un "tempo sospeso", quando bisognava attendere le cose da grandi: tipo i genitori che facevano qualunque tipo di spesa nei negozi per me non interessanti (tipo boutique...), oppure quando ti trascinavano con sé dal parrucchiere (sembravano ore e ore, vero che una permanente e messa in piega duravano tanto, ma l'impressione era di perdere l'intero pomeriggio).
In attesa dal medico (qualunque, dal dentista al pediatra), con pareti bianche e luci asettiche, al massimo qualche rivista (da grandi, noiosa).
Lì, al massimo, si aggiungeva l'ansia del "tra poco tocca a me".
Momenti che non passavano mai.
Poi penso: ma oggi la gente si annoia ancora? Le sale d'attesa hanno un sacco di riviste, a volte anche fumetti, e pure robe adatte ai bambini.
Inoltre, non dimentichiamo il nostro cellulare, che ci permette di leggere o navigare, quindi "ammazzare il tempo" facendo qualcosa, sia di costruttivo sia meno.
Nessuno forse attende più nulla, adesso.
Si dice che l'attesa stessa è piacere, ma oggi la noia dell'attesa non esiste...


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49 commenti:

  1. L'attesa da piccolo per me era quella delle feste natalizie con i regali, mentre poi da grande attendevo il weekend per andare in discoteca, prima come cliente e in seguito come dj. Perché negli anni 80 c'erano solo il sabato sera per i grandi e la domenica pomeriggio per i ragazzini. E forse ti gustavi molto di più quei weekend.

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    1. Esatto, sicuramente l'attesa (anche se noiosa) ti permetteva di gustare di più quello che sarebbe venuto dopo... questo è vero^^

      Moz-

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  2. Non ci credo, questa volta sono la prima a commentare ahahahaha!!!
    Allora... L'attesa: questo annoso problema. Oggi abbiamo i cellulari, mortacci loro, croce e delizia di una vita intera. Abbiamo internet che ci tiene compagnia anche quando siamo sulla tazza.
    Quando ero più piccola diciamo che me la son sempre cavata egregiamente perchè in linea di massima dove andavano i miei (supermercato o commissioni di vario genere) non mi annoiavo. Altri tipi di attese invece li trascorrevo leggendo libri, riviste, fumetti... Tutto quello che mi capitava a tiro o che mi portavo da casa.
    In realtà sai che cosa mi fa pensare, oggigiorno, di sprecare davvero il mio tempo? Quando mi ritrovo a scrollare per delle mezz'ore la bacheca di Instagram (e meno male che non ho più Facebook!). E' vero che trovo un sacco di contenuti interessanti o piacevoli, ma nel 90% dei casi sono contenuti usa e getta di cui, dopo pochi minuti, nemmeno mi ricordo più. (Diverso il discorso se sono contenuti pubblicati dalle persone che seguo: se ti seguo è perchè mi interessa davvero quello che pubblichi e tendo a non dimenticarmene).
    So di essere andata un po' off topic... Come sempre del resto xD

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    1. Quasi! Ti ha preceduto Bobby :D
      Sai che anni fa c'era la gara a chi commentava per primo, qui? :O
      Vero, comunque... bella riflessione: oggi ci annoiamo meno perché scrolliamo contenuti, ma poi alla fine cosa resta? Poco.
      Ma se anche restasse una sola cosa, andrebbe bene, avremmo un qualcosa in più nella vita...

      Moz-

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    2. È vero!!! I primi tempi che leggevo i blog c'era qualcuno che scriveva soltanto "Primo!".
      Ah, Miki, ho cancellato il tuo commento di là perché mi pareva più opportuno dato che era una comunicazione personale 😊

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    3. Hai fatto benissimo, purtroppo non sapevo come contattarti! 🤣💪

      Moz-

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  3. Certo che lo ricordo!! Quanto ci siamo annoiati da bambini. Direi tanto! Però la noia era uno stimolo per la creatività. Spesso inventavamo giochi dal nulla, anche con amici immaginari. La noia metteva in moto l’immaginazione, il suo “potere magico”, a meno che non stavi dal dottore e, pazienza, ti dovevi annoiare e basta. I bambini di oggi conoscono la noia? Con tutte le attività extra scolastiche che fanno, con la presenza costante dei cellulari, me lo chiedo seriamente. Hanno dei momenti in cui si ritrovano soli a pensare “ che noia e adesso che faccio? “

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    1. Esatto, c'era anche l'uso della mente, inventare qualcosa, pensare...! Forse non sempre era possibile, ma quanti viaggi mentali anche dal parrucchiere!! :D
      Oggi non si annoia più nessuno, così più nessuno pensa.

      Moz-

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  4. Quando ho letto il titolo pensavo appunto all’attesa quella bella, positiva, quella che ti fa contare i giorni per ricevere il regalo di compleanno o l’attesa di un viaggio, una vacanza, “questa” attesa, soprattutto quella inerente alla salute, penso sia rimasta la medesima; più che un’attesa è un’ansia di conoscere l’esito di una visita specialistica, l’ansia di sottoporsi a un’indagine diagnostica. Tutte le altre possono essere risolte con un buon libro, con qualcosa da fare (riordinare appunti, aggiornare agenda ecc). Tutto questo per noi adulti, per i bambini basta meno, per esempio un giocattolo portato da casa o una conversazione nell’attesa che arrivi l’amico.
    Ciao Miki.
    sinforosa

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    1. Vero, però per i bambini i tempi si dilatano in modo impressionante... io ricordo cose tipo "viene l'amichetto alle 16.30" e le lancette non arrivavano MAI a quell'orario XD

      Moz-

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  5. L'attesa nella sua accezione peggiore: non l'attesa che sa di frenesia, ma quella che sa di fastidio.
    Quando devi servirti dei servizi pubblici cittadini, e non vivi al centro-nord dove c'è un controllo serio (se non satellitare!) circa il comportamento degli autisti (ne sono testimone), gli autobus che ti servono per arrivare in tempo a prendere un treno possono farsi aspettare ben oltre l'orario previsto per il loro passaggio, e non per problemi di traffico. Quanto tempo perso piantonato sotto pensiline (quando c'erano!) ad attendere che quei rottami a motore si degnassero di passare, e quante volte ho perso treni perché tardavano a passare o passavano ma "Fuori servizio"... Che mi significa "Fuori servizio" se riesci a viaggiare? Se sei fuori servizio sei in AVARIA, bloccato come me che aspetto! E non si tratta di ultima corsa al deposito perché un paio di volte ho preso il numero della macchina scoprendo che l'autista aveva esposto il "Fuori servizio" per terminare più in fretta la sua ultima corsa senza fare fermate.
    I mezzi pubblici al sud fanno schifo!

    Altra attesa snervante era quando andavo dall'oculista da bambino, accompagnato dai miei genitori... Un oculista a dir poco snob (la sua famiglia ha una cappella monumentale al cimitero), che riceveva in un palazzo privato immerso nel passato, arrivando sempre accompagnato dalla sua famiglia oltre che dalla assistente... Ma l'attesa era snervante perché mi occupava tutto il pomeriggio (non riceveva su appuntamento, ma a chi prima arrivasse), eravamo lì tipo dalle 15, e mi riceveva verso le 18, con quel fare sadico di volermi mettere il collirio nonostante non riuscissi a tenere gli occhi aperti che prendevano a lacrimare spontaneamente...

    L'ultima che vorrei menzionare è più recente: l'attesa spesso inutile fuori dal chiosco del mio ex edicolante, che affigge degli orari di apertura e non li rispetta. Così una volta al mese vado fuori paese, spendendoci pure un po' di benzina, ma ho tolto dalla mia vita quest'attesa ricorrente ogni volta che esce un fumetto che mi interessa. Vero che adesso devo attendere per potermi recare fuori paese, ma l'aver tolto una entrata a un edicolante strafottente mi ripaga.

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    1. Dunque, queste perlopiù non sono attese, ma vere e proprie perdite di tempo.
      È come il tempo letteralmente sprecato per andare a lavoro, che nessuno ti ripaga né ti ridarà mai indietro.
      Le attese di un mezzo, di arrivare da una parte... sono cose che togliamo alla nostra vita, infatti viva il lavoro da casa dove e quando possibile!! **
      Per l'edicolante, hai fatto strabene... Mentre le attese dal medico senza appuntamento sono allucinanti...

      Moz-

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    2. Non sarebbero perdite di tempo se certe cose funzionassero meglio. 🙄 Durante l'uso dei mezzi pubblici, se riesco a sedermi, ho sempre qualcosa da leggere e non lo considero tempo morto, ma vietato distrarsi a certe fermate di periferia, dove se non sbracci non si fermano. 😠

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    3. Eh, quello purtroppo è il malfunzionamento del (fuori) servizio...

      Moz-

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  6. Effettivamente non ho mai tollerato i tempi morti, per cui tenevo sempre da leggere sottomano.
    Fumetti per il tragitto casa-scuola elementare in macchina. Libri per i viaggi. Ho vaghi ricordi di quanto rompessi le pelotas durante i viaggi lunghi se partivo sprovvista, odiavo annoiarmi. Tuttora leggo mentre aspetto l'ebollizione dell'acqua o qualsiasi cottura, e mentre mangio da sola.
    Le attese più infinite forse le ho sperimentate - tanto per cambiare - al campeggio. I miei (e poi mia madre. dopo la separazione) ci lasciavano con mia nonna, restavano a Roma per lavorare, venivano il venerdì sera e ripartivano la domenica sera, e da lunedì a venerdì agonizzavo in loro attesa coi rifornimenti di giochi e letture. Più in là, se ricordo bene, per qualche anno mia madre fece la pendolare: la mattina usciva dal campeggio, lasciava la macchina a Campo di Carne, andava in treno, ritornava dopo pranzo e attendeva l'apertura dei cancelli del campeggio, che restavano chiusi per il silenzio pomeridiano dalle 14,30 alle 16. Io già dalle 15,30 mi incamminavo dalla roulotte alla sbarra per aspettarla, tipo Hachiko, e proseguivamo in macchina.
    Che dire poi dei pasti consumati con gente noiosissima, il tempo diventava denso come la melassa considerando che non riuscivo a seguire le conversazioni...

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    1. Ahahah i cancelli chiusi, il silenzio pomeridiano... ma che è, la prigione? XD
      Comunque è vero che anche la compagnia fa tanto: gente noiosa non permette che il tempo scorra bene, sereno e piacevole.
      Ancora più brutto quando questo succede in vacanza, in villeggiatura :O

      Moz-

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  7. La noia è un lusso. Dalla noia nascono mondi.

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  8. Ne parlavano in radio giorni fa... Non esiste più la noia che si trasformava in creatività. Io non faccio testo perché sono e sono stato creativo SEMPRE, soprattutto sotto la doccia xD

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    1. Ahaha :)
      Esatto, oggi nessuno più può essere creativo, perché non pensa e non si annoia, ed ecco il guaio.
      Infatti, anche i ragazzini sono imbambolati.

      Moz-

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  9. Io son passato da ragazzino che riuscivo ad aspettare e non riuscire ad annoiarmi troppo, a scazzarmi facilmente ora se , magari, qualche amico o parente arriva in ritardo. Da ragazzino avevo st'idea che mi concentravo facilmente a quello che potevo fare tra, che ne so, mezz'ora o 1h, ed il tempo mi passava velocemente. Ora non mi riesce più.

    L'unico modo che ho, soprattutto se sto fuori, per sopportare l'attesa, senza però non dover necessariamente esser "vigile" (nel senso che stai in un posto dove prima o poi ti chiamano ma non sai quando), è la musica.
    Altrimenti mi scazzo con quasi tutto il resto, anche parlare al telefono.

    In poche parole ho veramente pochi ricordi di attese noiose da piccolo, ebbene sì, da ragazzino sti momenti riuscivo a farmeli pesare il meno possibile. Non che ce l'abbia avuti , ma ne ricordo di più già dai tempi delle medie, ma molto, molto di più arrivato verso i 20 anni, e man mano che passa il tempo sempre di più.

    Caio

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    1. Allora, i ritardi altrui mi smontano abbastanza.
      Davvero, mi sembra di perdere tempo.
      Quindi ti capisco sul non sopportare la cosa... e più passano gli anni, come giustamente dici, più si diventa intolleranti XD

      Moz-

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    2. Dico solo che ora pure 10 minuti mi danno noia ad aspettare, cominciano a girarmi le ..... , anni fa potevo aspettare mezz'ora, pur non avendo telefono, ora no.
      Sarà perché poi di mio son anche uno di quelli che se devo andare da qualche parte si prepara ed arriva prima, o cmq al massimo in ritardo di qualche minuto!

      Caio

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    3. Sempre meno tolleranti, e ci sta...!

      Moz-

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  10. In una vecchia serie televisiva fantasy si scopriva che l'Inferno è una grande sala d'attesa in cui la coda per il proprio turno non finisce mai.

    Si uno dei fattori che rende gli smartphone un successo è che ti permettono di portare in tasca uno spazio parallelo in cui metti ciò che più ti appassiona. Non esiste più un'insopportabile attesa perché nel mentre puoi anche guardarti un finale a sorpresa su Netflix. Ah l'avessi avuto in quel martedì grasso in oratorio dove io - preadolescente senza più spiccioli in tasca e infreddolito - dovevo guardare gli altri divertirsi mentre i mei non arrivavano più a prendermi.

    Allo stesso tempo impossibile eliminare del tutto le attese. Ricordo che quando iniziai l'università nei '90 si erano diffuse nelle segreterie e negli uffici i distributori di numeri automatici che - a partire dalle 8:00 del mattino - ti fornivano il tuo numero d'appuntamento stampato su uno scontrino. Così invece di stare in fila potevi teoricamente sfruttare meglio il tempo. Sullo scontrino usciva il brand del sistema. uno di questi si chiamava NemoQueue, come dire "Grazie al nostro sistema nessuno deve più stare in coda". E invece...Si finiva per stare in coda due volte: la prima alle 7:00 del mattino per essere tra i primi a prendere il numero; la seconda poi durante l'orario di ufficio per non perderlo questo sudato proprio turno. Oggi per fortuna hanno capito che ciò che fa scorrere in fretta le file è il numero di operatori oltre il bancone a prescindere da come organizzi le file.

    C'è poco da fare: l'inferno è ovunque gli utenti/cittadini/umani sono molti di più degli addetti al front office.

    Ciao
    Giù

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    1. Toh, con NemoQueue mi hai sbloccato un’associazione col Pendolo di Foucault di Umberto Eco… l’avrò letto e rimosso oltre 30 anni fa, ma ad un certo punto c’è il termine “nequaquam vacuum” ovvero “non vi sia mai il vuoto”. Non ricordo il contesto ma mi sembra esprimere bene l’orrore per la noia…

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    2. Effettivamente non aveva senso il numerino se poi dovevi fare la coda... la cosa migliore è l'appuntamento, tu sai che devi andare ore tot e via.
      E sono d'accordo che questo è un inferno XD

      Moz-

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  11. Io se sono preoccupato per qualcosa o qualcuno non riesco a distrarmi con cellulari o altro, invece noto, che anche in situazioni complicate tipo nei pronto soccorso, mi è capitato di vedere gente in attesa che guardava o ascoltava partite, musica o si svagava su Youtube ed affini.
    Io onestamente faccio fatica, dovrei sforzarmi per farlo, ma comunque non riuscirei a seguire o capire nulla.
    Mentre nei viaggi brevi la noia mi piace, preferisco guardarmi intorno o guardare da un finestrino che perdermi nel cellulare.
    Per ciò che concerne il passato, ricordo soprattutto le attese nel primo pomeriggio con mia madre nei centri medici tipo ASL per fare il vaccino contro l'asma due volte la settimana.
    Era la cosa che mi annoiava di più.

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    1. Sì, in situazioni brutte o tese non riesco a distrarmi, preferisco respirare.
      Ci credo che ti annoiavi alla ASL... anzi, USL all'epoca :D
      Eh, quelle cose erano veramente noiose, poi immagino in giorni cupi, invernali, senza luce...

      Moz-

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    2. L'unica cosa positiva è che al ritorno avevo la scusa per fermarmi in un'edicola per farmi comprare fumetti, riviste per videogiochi o le buste a sorpresa.

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    3. Ehehe, il premio per l'attesa e la tortura^^

      Moz-

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  12. In effetti senza smartphone le attese erano davvero "pesanti", specialmente da bambino. Per me lo sono tuttora, in genere mi metto le cuffiette e ascolto musica che mi rilassa.
    Da bimbo l'attesa insopportabile era dal barbiere (ma quello in cui mi portava mio padre era davvero lento come una quaresima, mentre aspettavo il mio turno riuscivo a leggere due albi Bonelli e poi aspettavo ancora, e ancora... uno stress pazzesco).
    E poi durante le vacanze estive con gli zii c'era la tradizione del "pisolino pomeridiano" in cui non bisognava far rumore, niente giochi, niente tv, silenzio assoluto... Anche quello non passava mai, mi mettevo a far disegni ma dopo un po' mi stufavo, epperò tutti continuavano a dormire...

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    1. Ahaha vero anche dal barbiere... tranne quelli che avevano Nick Raider e Cronaca Vera!
      L'ora del silenzio, invece, è una tortura.
      Veramente, sembra una punizione, però secondo me serve a disciplinarsi^^

      Moz-

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    2. Cmq il "pisolino pomeridiano" non la chiamerei tradizione, noi in famiglia non lo facciamo, però altri parenti sì.

      Caio

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    3. Io vorrei iniziare a poterlo fare, ma alle 14.30 attacco a lavoro XD

      Moz-

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  13. La noia esiste eccome, ma tutti ne hanno una paura folle e ficcano la testa dentro lo smartphone pur di non sentirne la presenza. Personalmente vorrei annoiarmi di più 😂

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    1. Io vorrei annoiarmi riposandomi, e pensando, fantasticare...

      Moz-

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  14. "Non so cosa cerco,
    cosa attendo apparire
    nel buio riciclato
    o dai silenzi che affastellano
    ricordi di sonno perso.

    Potrei scrivere di stelle luminose
    emerse dall’oscurità,
    o di pensieri allagati di vento
    che mi portano regolarmente
    in riva ad un mare.

    In realtà amo l’attesa.

    E il suo attendermi"

    Il preparativo, l’attesa, il preliminare, il viaggio verso, l’aspettativa, l’itinerario, l’allestimento.
    Tutto un festival sensitivo nell'attesa di.
    In realtà dobiamo considerare come prezioso quel "prima", che ci illumina la mente e ci irradia futuro, perché quello che viene è spessisimo frutto di un'attesa pulsante, creativa.
    La noia è uno stato mentale che non mi riguarda ;)

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    1. Vero, e prima -senza distrazioni dell'otium- lo era ancora di più.
      L'attesa, il piacere, il fantasticare... :O

      Moz-

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  15. Non sopportavo quando mia madre, da piccolo, mi trascinava davanti alle vetrine di abbigliamento e stoffe. Ho sempre preferito i negozi di giocattoli e modellismo, le edicole belle cariche di fumetti e le cartolerie e, ti dirò, li preferisco ancora. I tempi morti e la noia esistono ma, alla fine, contro di loro , la vinco sempre io.

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    1. Sììì ahahah, i negozi da grandi, che palle.
      Al massimo fantasticavi su qualcosa, però che noia!!
      Se il negozio era giusto, era tutto più bello :)

      Moz-

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  16. Io per metà sono come te, nelle attese della gente, nella preparazione... mi piace, e poi aspetto alla finestra ecc... Dall'altro canto sono come tua figlia, le cose spesso le faccio all'ultimo ahaha XD

    Moz-

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  17. Vero che il tempo è relativo e che ognuno lo percepisce diversamente... In attesa?
    A volte non basta, serve agire, altrimenti quella cosa non per forza arriverà :)

    Moz-

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  18. E per chi aveva (od ha) poca pazienza era (ed è) un inferno...

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  19. Il fatto sai qual è? Che il bello arriva se lo costruisci: è raro, rarissimo che possa pioverti addosso.

    Moz-

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  20. Tu qui parli di un certo tipo di attesa, quella vissuta negativamente, come momento di noia perché indipendente dalla propria volontà e legato agli impegni altrui che inevitabilmente ci coinvolgevano. Ma al contempo c'è anche l'attesa positiva, cioè quello del non poter avere tutto e subito, come nei tempi contemporanei, ma del dover attendere qualcosa che ci piace e ci interessa, il che aumentava l'ansia positiva per quel qualcosa, rendendocelo ancora più gradito.

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    1. Quella è la mia preferita, perché alimenta il piacere. Ti fa sognare qualcosa, immaginare... 🤓💪

      Moz-

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