[RIVISTE] Anime Cult 15, ecco com'è!

 


Disponibile in tutte le edicole il nuovo numero di Anime Cult, il quindicesimo.
In copertina campeggia il primo, mitico Gundam: la retrospettiva di gennaio è infatti tutta dedicata al rivoluzionario robot di Yoshiyuki Tomino, ma come sempre la mole di articoli è enorme.
Questo mese torno anche io su queste pagine, con due interventi.
E in più, l'inizio di una nuova rubrica e un'intervista esclusiva che hanno già fatto impazzire mezzo web!


Ed ecco come sempre il menu del numero, per uno sguardo d'insieme sui contenuti:




Apro io con un articolo molto particolare, sul quale vorrei spendere qualche parola. Le Tv private e gli anime.
Innanzitutto vi rivelo che mi è stato commissionato in primavera, e ho ragionato a lungo su come affrontarlo. Affrontarlo nel modo giusto per la rivista, per i suoi spazi.
Impossibile fare un elenco esaustivo di reti o di serie, né mai avrei voluto stilare una cosa così che rischiava di essere noiosa.
Avrei potuto essere molto più tecnico (e gli strumenti non mi mancano di certo: ho tantissimi libri sulla Tv, derivanti dai miei studi universitari), ma non volevo appesantire il discorso, non occorreva.
Alla fine ne è nata una panoramica sia temporale, sia sulle "grandi manovre" all'interno dei canali regionali, dove spero di aver anche lanciato qualche spunto di riflessione sulla diffusione degli anime in Italia tra ieri e oggi.
Fatemi sapere.






Susanna Schimperna riesce nella mission impossible di intervistare l'irraggiungibile Rosalinda Galli, doppiatrice di Lamù.
Da non perdere.




Io mi prendo lo spazio per un'altra intervista, quella a Marco Albiero.
Ripercorriamo la sua carriera, che dai primi disegni e primi fumetti lo ha portato a essere il disegnatore ufficiale delle illustrazioni di tanti titoli nipponici, Sailor Moon in primis.
Un ragazzo che conosco da anni e che mi riporta agli albori di internet, alle chat mIRC, dove - tra i gruppi su Saint Seiya - giravano i suoi primi disegni...





Tra gli "anime dimenticati" si affronta questo mese la serie Giatrus, in un articolo di Fabrizio Ponciroli e dell'editor Vincenzo Perrone.






Ed eccoci al dossier del mese, tutto dedicato a Mobile Suit Gundam e la sua saga "storica".
A occuparsi dello speciale sono stati chiamati gli esperti del GIC - Gundam Italian Club, che mettono a favore di Anime Cult la loro competenza per una serie di articoli di approfondimento esaustivi e interessanti.





È probabilmente il dossier gundamico su rivista più approfondito, questo.
Francesco Miranda, Eleonora Nappi e Luca Fabbrini attraversano l'universo di Gundam partendo dalle origini...





Si passa quindi agli episodi cinematografici, agli autori più emblematici che hanno lavorato al robot Sunrise, al manga The Origin, ai veicoli... Un quadro generale e completo.





C'è infine spazio anche per i cult Gunpla, ossia i modellini dedicati a Gundam che riscuotono infinito successo presso i collezionisti.






Torna, dopo molti mesi, la rubrica della posta: speriamo sia d'ora in poi una presenza un po' più "fissa", perché contribuisce a sentire ancora più vicina la rivista.
Rivista che sta guardando sempre più a quello che succede nel momento storico attuale: non per nulla, raccolta da Alessandro Bottero, vi è un'intervista a Francesco Nicodemo, traduttore e adattatore del nuovo film Ghibli che sta riscuotendo in Italia un successo senza precedenti, proprio in questi giorni: Il ragazzo e l'airone.






Silvio Andrei analizza Yamete, supplemento di cultura erotica della rivista Yamato.
Ma si parla anche di censure... a monte, come quelle a Video Girl Ai.
Il primo pezzo fortissimo del mese (almeno stando al clamore suscitato immediatamente in rete) è la prima parte dell'intervista a Cip Barcellini (by Emmanuel Grossi), che si concentra anche su inediti dietro le quinte delle serie su Licia.






Il robot del mese è God Sigma, in una retrospettiva a cura di Giorgio Messina, che elenca anche tutti i giocattoli dell'Apemaia; Ponciroli invece ci illustra l'album di figurine dei Transformers.





In diretta dal Giappone la nostra TokyoTiger (Franca Zoli), con ben sei pagine piene zeppe di materiale tutto a tema Ken il Guerriero: veniamo catapultati nientemeno che all'interno della mostra per il quarantennale dell'opera!






Altro pezzo forte del mese, sempre considerato il clamore via web, è il primo appuntamento di una nuova rubrica, tutta gestita da Nicola Bartolini Carrassi (ex doppiatore e responsabile della fascia ragazzi Mediaset). Nicola apre il suo archivio mostrando materiale inedito e rarissimo, portandoci negli anni Novanta, tra uffici, scelte, doppiaggi, adattamenti e documenti esclusivi.
Si inizia con Sailor Stars, tra nomi (non) cambiati, sigle, petali e tanto altro.
Imperdibile per chi vuol saperne di più di come funzionavano le cose all'epoca... ed è solo l'inizio!





Grossi intervista Bruno Tibaldi, in arte Kobra: ha firmato molte sigle di cartoni animati, da Candy Candy a Fantaman.
Chiude il numero la consueta dose di recensioni, a cui si aggiunge la consueta pagina di Luca Raffaelli che stavolta analizza Miyazaki. Sì, proprio l'autore, passando da Si alza il vento e arrivando all'ultimo film, per comprendere quanto di un creatore c'è nella sua opera. Riflessione imperdibile.
Attendendo il prossimo numero, che - vi anticipo - sarà ricco di esclusive e presenterà un dossier sul maestro Leiji Matsumoto, penso di poter dire che Anime Cult prosegue il suo percorso che da qualche mese è ancora più "accademico" e di studio, per un numero tra i più interessanti di sempre.
116 pagine, 6.90€, in edicola.


22 commenti:

  1. Le critiche sono sempre bene accette, se spingono a giuste riflessioni! Vero, anche il mese scorso c'erano i robottoni, Gundam comunque è diverso e si pone molto accento anche sulla carriera dei suoi autori principali, al di là del genere mecha (pensiamo a Yas) 💪🏻
    Era comunque un argomento che andava affrontato, vista la sua importanza... Dalla primavera tornano a ruota altri argomenti meno "robotici" 😁💪🏻 in ogni caso, dossier MOLTO interessante anche per chi non è fan dell'opera!
    La rubrica di Carrassi promette di essere ricca di documenti inediti e materiale esclusivo, sì, si concentra su quel periodo e in questo numero si paa proprio di una sigla! Sai perché le sigle (venivano tagliate anche all'epoca, specie le finali) restavano di più? Per il "mondo avvolgente": dovevano creare sinergia e vendere i dischi, oltre che promuovere ospitate in altri programmi. Era tutt'altro modo di fare televisione e penso che ne parlerò anche proprio su Anime Cult date le premesse del mio articolo di questo mese... 😎🔥
    Su Video Girl Ai, ci sono tre vignette in un articolo più ampio sui manga erotici e censure, non è incentrato su quel titolo ma ci sono, ecco, degli esempi... 💪🏻

    Moz-

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  2. Negli anni Novanta era tagliata quella finale, a volte. Non sempre, ma succedeva per tagliare corto.
    Ovvio che poi, con la fine del mondo avvolgente e senza dover più vendere dischi (anche perché se ben ricordi la D'Avena era stata fatta fuori, sostituita da voci a volte senza alcun futuro), venivano ridotte o saltate solo per far posto alla pubblicità...

    Moz-

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  3. Cosa ha portato il rinnovamento?
    Prendiamo le bellissime Shaman King di Masini o Hunter x Hunter, ma anche la discoteca da Mermaid Melody... Nessuno le canta, nessuno le sente live. Il mondo avvolgente aveva previsto invece D'Avena, Draghi, Daldello, Destro, Dorati e Vanni, e lì ruotava tutto anche come ospitate in TV, e oggi live che riempiono le piazze... 💪🏻🤓

    Moz-

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  4. Non so se approfondiranno la questione VGA, qui citato con 4 vignette come esempio di censura "a monte", in Giappone.
    Probabilmente se ne dovrà parlare qualora si affrontasse Katsura, oppure come dici tu, un articolo apposito sulle censure a monte...
    Mi trovo d'accordo con la descrizione del critico.
    Licia? Non puoi capire quanti fan abbia e quanto ancora c'è da svelare: l'intervista a Barcellini ha scatenato il web, sono argomenti che tirano tantissimo...! 💪🏻

    Moz-

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  5. Ogni tanto succede, poi tanto recupero io... 😉💪🏻

    Moz-

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  6. Esattamente. Non è facile contattarla, ma soprattutto non è facile che lei rilasci interviste. Una è presente in Bim Bum Bam Story vol. 2, ma è parziale: c'è dell'altro, e arriverà. Però tutti sogniamo l'intervista definitiva, e spero arrivi anche quella, prima o poi... Intanto già questa a Cip Barcellini svela molto, così come la rubrica di Carrassi che promette scintille (era il braccio destro della Manera, dopotutto...!)

    Moz-

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  7. No, in DVD è già disponibile ma qualcosa d'altro su Licia, di inedito* e ufficiale, sta per arrivare: è una serie unica, che ha molti fan appassionati e di cui c'è molto da raccontare!
    Creamy è una licenza importante... uscirà un mook ufficiale molto presto, poi penso che il brand riposerà un poco... :D
    *non di inedito nel senso di mai visto, ma come prodotto mai uscito all'epoca.

    Moz-

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  8. La Manera era autrice dei brani, ovvio che ne guadagni qualcosa ogni volta che questi passano in radio o Tv, o che vengano suonati live (funziona così).
    Certo che gli altri hanno fatto ottime visualizzazioni, ma ad esempio concerto di Bontempi: che canta? Mermaid Melody e poi?
    La gente non vuol sentire mica solo quella...
    Il successo precedente dei cartoni in Italia era invece proprio dato dal modello vincente della Manera, un sistema vero e proprio i cui influssi per fortuna perdurano ancora oggi...
    E secondo me solo così, oggi, gli anime potrebbero ancora tornare centrali, in televisione e ovunque (sorpresine ecc), perché a ruota anche le altre televisioni si adeguerebbero come succedeva in passato (le Tv minori, di cui parlo proprio in questo numero, oppure la MTV Night per adulti...).

    Moz-

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  9. Giatrus il primo uomo, anime che mi faceva morire dal ridere fin dalla sigla italiana:
    "Su e giù, giù e su
    dall'Alaska al Perù..."

    Personalmente, più che "gli antenati dei... Simpson" li ho sempre visti come "Gli Antenati in salsa giapponese"; d'altronde la famiglia gialla è una versione "riveduta e (s)corretta" dei Flintstones, con tanto di esplicito omaggio nella sigla delle prime stagioni; poi, per carità, indubbio che Groening abbia infilato un sentiero originale rispetto ai personaggi Hanna e Barbera come anche Giatrus, per cui non parlo di cloni/plagi ma di serie con uno spunto in comune, e per quella giapponese pure la collocazione storica identica.

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    1. Sì, diciamo che è giusto un parallelismo per non dire "gli antenati degli antenati", non avrebbe retto :)

      Moz-

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  10. Primo messaggio:
    - esatto, non potevi supportare nuove voci senza... brani. Inoltre, avresti mancato completamente la storia precedente. Avevano creato un modello, e quello dovevano continuare a mantenere. Oggi anche gli ex bambini del 2000 avrebbero di che gioire ai concerti della D'Avena o Vanni, con le sigle che invece non sentiranno mai live.
    -su questo ho comunque dei dubbi: sai perché?
    Le opere sono completamente diverse rispetto a quelle del passato. Oggi sono molto adulte, sprezzanti... inoltre mancano cose tipo begli insegnamenti quotidiani di storie anche magiche (pensa a Emi, o ancora di più a Creamy, col suo finale...)

    Moz-

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  11. Secondo messaggio:
    Esatto, c'è proprio tutt'altro mondo oggi, bisognerebbe ricalibrare la questione ma il mondo è cambiato.

    Moz-

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  12. Quindi D'Avena e Vanni fino ai 99 anni?

    Poi ai concerti ci vanno solo 0,1% delle persone cresciute con la D'Avena e Vanni.

    Ma gli anime nuovi che vengono trasmessi di giorno in Giappone non sono sprezzanti e senza valori... Non li trovo neanche così diversi... (Quelli notturni sono un'altra cosa spessissimo otaku oriented) nei giorni prima e dopo Capodanno hanno fatto giornate di TV intense tra lo special di 90 minuti di Doraemon, Sazae-San, Chibi Maruko Chan e persino Spongebob e tanto altro... Ma ecco
    "Esatto, c'è proprio tutt'altro mondo oggi, bisognerebbe ricalibrare la questione ma il mondo è cambiato."

    Cobra Kai lo si divora in due giorni, le sigle e riassunti vengono skippati, i filler messi al rogo, apparire sui social network ormai rappresenta una nuova religione 😅

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  13. Poi ci mettono anche Disney con soli film in 3D e mancanza di serie emozionanti per bambini e ragazzini in stile grafico e narrativo tradizionale cose come Disney Afternoon sono sparite? Le serie animate Marvel? Se vediamo bene i giapponesi sono rimasti gli unici che ancora puntano alla tradizione... Ma se in Occidente hanno spinto su altre cose diventa difficile per Toei, Bones e ancora oggi TMS hanno spinto tanto per invogliare le emittenti televisive nella trasmissione tradizionale... Ormai (tranne TMS) si sono arrese in Italia sulla tv generalista devono andare in onda solo repliche di telefilm, quiz show, Grande Fratello 😅.
    Così vogliono i piani alti, direttori di rete, inserzionisti un mondo capovolto dove il 2-3% pomeridiano di Italia Uno rappresenta un buon successo 😅.

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  14. Beh ormai per forza D'Avena e Vanni, loro sono gli interpreti noti, oltre il bravissimo Draghi.
    Ai loro concerti ci sono persone adulte, altroché^^

    Sì, il mondo è cambiato oggi si fagocita tutto, ma anche i cartoons non sono più quelli di prima.
    Quel mondo è finito, ma prima o poi tornerà come tutto...

    Moz-

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  15. Ma perché (rigiro la domanda) tu vedi qualcuno, oggi, giovane, che sia bravo come quei presentatori che citi? Certo, uno o due ci sono... ma tanto da reggere un Sanremo? Mh, non credo.
    Vanni e D'Avena avrebbero forse lasciato spazio a qualcuno di giovane ma che fosse solo lui, nell'ottica valeri-maneriana di un mondo avvolgente, oltre che di una eredità.

    Quanto ai video, sulla fobia e dipendenza da cellulare... è il mondo di oggi, ai tempi c'erano analoghi problemi coi videogames e le console. Ogni tempo ha le sue manie a cui badare, purtroppo...

    Moz-

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  16. Esiste, esiste... altroché.
    È come una droga, l gente è risucchiata da questi dispositivi, ma appunto: indietro non si torna, anche perché sono utilissimi.
    Bisogna semplicemente educare i piccoli all'uso giusto delle cose...

    Moz-

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  17. Infatti, la cosa da combattere è solo una: la falsità che passa attraverso il web (e certi social specialmente...).
    Questa è una piaga sociale, estremizzazione ad esempio dell'inganno che si aveva all'epoca giocando a pallone (tutti sognavano la Nazionale e la velina in sposa)

    Moz-

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  18. Hai descritto il mondo di allora... che però, devo dire, in parte almeno... qui da me (realtà piccolina) ancora c'è.
    Con le dovute differenze (il mondo è cambiato, come hai illustrato giustamente), però ecco, non tutto... almeno non proprio tutto, è perduto.
    Prove di coraggio, ragazzini in bici che si muovo da soli, ecc... cose che vedo ancora ogni giorno.
    Certo è vero che si è iper-protetti, e questo ahimé causerà una crescita senza tanta spina dorsale, senza che ci si faccia male e capisce da sé si rischia poi di farsi malissimo da grandi.
    Io, almeno nei giorni del campo estivo, provo a far rivivere ai ragazzi quelle esperienze, senza però dover rinunciare alla moderna attualità (sarebbe impensabile, e per me anche ingiusto: va piuttosto insegnato l'uso corretto delle cose)^^

    Moz-

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  19. Su carta, per la Sprea: era una proposta che gli feci penso ormai circa un anno fa, sempre concentrandosi sul vintage: anime anni 70-80-90, cult, ma mai arrivati in Italia.
    Secondo me su Anime Cult (o anche JM, ora...) ci sta bene una cosa così^^

    Moz-

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  20. Un sacco di cosa a cui rispondere, vediamo.
    Vero, il Giappone riesce a far convivere due anime molto diverse. Qui non succede.
    Oddio, ripeto, per me non tutto è andato proprio allo scatafascio, anche se ovviamente resto legato a un certo mondo che vivevo a metà anni 90.
    La gente non ha più voglia o tempo, non vuole più attendere: questo è.
    La noia prima riusciva a farti inventare delle cose, anche i giochi (che tu suggerisci).
    Oggi c'è poco in tal senso, forse un po' la scuola ancora stimola se trovi un insegnante illuminato ma bisogna essere fortunati.
    Bisogna poi comunque fare i conti con questa tecnologia: esiste, c'è, non puoi cancellarla.
    I bambini hanno gli smartphone, non glieli toglierà nessuno.
    I genitori che citi... siamo noi, sono la generazione nostra, più o meno. I quarantenni di oggi.
    Incredibile , eh?

    Moz-

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