[_MOCTURNAL_] L’incidente del Passo Djatlov: un caso destinato a non essere risolto?



Una storia realmente accaduta, ma nonostante le innumerevoli ipotesi che sono state avanzate, gli strani eventi che avvennero più di cinquant'anni fa su uno sperduto crinale di montagna nel centro della Russia rimangono a tutt’oggi senza spiegazione per l'assenza di sopravvissuti .
Ce ne parla Sandrino, una storia che gli sta molto a cuore e che, ormai anni e anni fa, venni a sapere proprio da lui...


Con la definizione di Incidente del Passo Djatlov (dal nome del capo della spedizione, Igor Alekseevič Djatlov) ci si riferisce a un avvenimento sconosciuto che, la notte del 2 febbraio 1959, provocò la morte di nove escursionisti sugli sci nella parte settentrionale degli Urali.
Il fatto avvenne sul versante orientale del Kholat Siakhl, che in lingua mansi significa “montagna dei morti”.
Gli escursionisti avrebbero dovuto raggiungere l’Otorten, una montagna a dieci chilometri del Kholat Siakhl, seguendo un percorso non facile, ma tuttavia alla portata dei componenti la spedizione, tutti piuttosto esperti.

in primo piano, il capo della spedizione Igor Alekseevič Djatlov

Stando a quanto trovato scritto nei diari, a causa del sopraggiungere di una fitta nevicata che ridusse di molto la visuale, persero l’orientamento e deviarono a ovest. Accortisi dell’errore, decisero di fermarsi ai piedi della montagna.
Alla partenza, Igor Alekseevič Djatlov aveva promesso di inviare un telegramma al loro club sportivo non appena il gruppo fosse tornato a Vijaj, ma quando tale data fu superata e il telegramma mai ricevuto, nessuno si preoccupò dato che in questo tipo di escursioni rispettare una tabella di marcia non era sempre facile.
Solo il 20 Febbraio, e solo su richiesta dei familiari degli escursionisti, la direzione del politecnico inviò un primo gruppo di volontari, studenti e insegnanti, a cercare i ragazzi scomparsi. Successivamente, vista l’infruttuosità delle ricerche, vennero coinvolti anche la polizia e l’esercito, con l’impiego di aerei ed elicotteri.




Risultò subito chiaro che qualcosa di insolito doveva essere accaduto: la tenda dove erano accampati era stata tagliata dall’interno, e le orme circostanti facevano supporre che i nove fossero fuggiti in fretta e furia dal loro riparo, per salvarsi da qualcosa che stava già nella tenda insieme a loro, qualcosa di talmente pericoloso che non ci fu nemmeno il tempo di sciogliere i nodi e uscire dall’ingresso, allontanandosi a piedi nudi nella neve alta e con una temperatura esterna proibitiva.
Nonostante i corpi non mostrassero segni esteriori di lotta, due delle vittime avevano il cranio fratturato, due avevano le costole rotte e a una mancava la lingua. Sui loro vestiti fu riscontrato un elevato livello di radioattività, altre fonti invece ridimensionano fortemente la contaminazione degli abiti, datandola anteriormente alla spedizione.




Seguendo le tracce, i ricercatori fanno la seconda strana scoperta: poco distante, a meno di un chilometro di distanza, vengono trovati i primi due corpi, sotto un vecchio pino al limitare di un bosco. I rimasugli di un fuoco indicano che hanno tentato di riscaldarsi, ma non è questo il fatto sconcertante: i due cadaveri sono scalzi, e indossano soltanto la biancheria intima. In un primo momento si ipotizzò che gli escursionisti fossero stati assaliti nella notte dai mansi per avere invaso il loro territorio, ma l’ipotesi cadde ben presto vista l’assenza di impronte oltre quelle dei due uomini.
Cosa li ha spinti ad allontanarsi seminudi nella tormenta, a una temperatura di -30°C? Probabilmente a causa di un fenomeno noto come “spogliamento paradossale”.
Ma non è tutto: i rami del pino sono spezzati fino a un’altezza di quattro metri e mezzo, e brandelli di carne vengono trovati nella (non sulla!) corteccia degli alberi.




Da cosa cercavano di scappare i due uomini, arrampicandosi sull’albero? Se scappavano da un animale aggressivo perché i loro corpi sono stati lasciati intatti dalla fiera?
A diverse distanze, fra il campo e il pino, vengono trovati altri tre corpi: le loro posizioni indicano che stavano tentando di ritornare al campo.
Uno in particolare tiene ancora in mano un ramo, e con l’altro braccio sembra proteggersi il capo. Due mesi dopo, vennero scoperti gli ultimi quattro corpi sepolti nel ghiaccio all’interno del bosco, e di colpo il quadro di insieme cambiò del tutto. Questi nuovi cadaveri, a differenza dei primi cinque, erano completamente vestiti. Uno di essi aveva il cranio sfondato, e altri due mostravano fratture importanti al torace. Secondo il medico che effettuò le autopsie, la forza necessaria per ridurre così i corpi doveva essere eccezionale: aveva visto fratture simili soltanto negli incidenti stradali.
Escluse che le ferite potessero essere state causate da un essere umano o da un animale.

 


In totale, la procura ha esaminato ben 75 teorie sull’accaduto: in un primo tempo si sospettò che una tribù mansi li avesse attaccati per aver invaso il loro territorio, ma nessun’orma fu rinvenuta a parte quelle delle vittime.
Nessuna lacerazione esterna sui corpi faceva propendere per un attacco armato, e come già detto l’entità delle ferite escluderebbe un intervento umano. Altri hanno ipotizzato che una paranoia da valanga avesse colpito il gruppo il quale, intimorito da qualche rumore simile a quello di una imminente slavina, si sarebbe precipitato a cercare riparo, ma questo non spiega le strane ferite.




C’è chi giura di aver avvistato quella notte strane luci sorvolare la montagna e qui la fantasia comincia a correre libera: vengono chiamati in causa gli alieni (gli oggetti volanti di cui alcuni testimoni oculari avevano parlato sono stati liquidati dall’indagine come un’illusione ottica), yeti, fantomatiche operazioni top secret dell’esercito russo su armi sperimentali missilistiche o a infrasuoni.



L'inchiesta giunse pertanto a queste conclusioni:

1) Sei membri del gruppo erano morti di ipotermia, altri tre per le ferite;

2) Non c’erano segni che suggerissero la presenza di estranei, nemmeno nelle immediate vicinanze;

3) La tenda era stata strappata dall’interno;

4) I ragazzi erano tutti deceduti fra le sei e le otto ore dopo il loro ultimo pasto;

5) Le tracce visibili provano che hanno lasciato il campo a piedi di propria iniziativa;

6) Le ferite e le fratture non potevano essere state provocate da un altro essere umano;

7) Furono rilevati alti livelli di radioattività sui vestiti.

Alcuni fatti vennero comunque accertati dalla documentazione resa disponibile:

1) Dopo i funerali i parenti affermarono che la pelle dei morti avesse una strana tonalità arancione;

2) Un ex-ufficiale dell’esercito, affermò un livello di radioattività molto elevato sul Kholat Siakhl;

3) Nella zona furono rinvenuti strumenti che fanno supporre che l’area fosse utilizzata in segreto;

4) Un altro gruppo di escursionisti ha dichiarato di avere visto delle strane sfere arancioni nel cielo notturno il giorno stesso dell’incidente.

una delle fotografie autentiche che sono state sviluppate, mostra in lontananza una sagoma che ricorda lo yeti

Nonostante le decadi intercorse, il misterioso incidente resiste ad ogni tentativo di spiegazione. Investigatori sovietici stabilirono che le morti erano state provocate da una irresistibile forza sconosciuta.
Dopo l'incidente la zona fu segretata dal KGB, interdetta per tre anni agli sciatori e a chiunque altro intendesse avventurarsi. Nonostante il cold-case, la spiegazione più razionale e attendibile resta quella di una valanga, avanzata dalle autorità russe già nel 2019. Tuttavia rimanevano dubbi a causa della mancanza di prove sostanziali.
Tutto ciò che ci resta è la penultima fotografia della spedizione, che ritrae in vita gli esploratori, e l'ultima fotografia di Jurij Alekseevič Krivoniščenko, che aveva provato a fotografare ciò che stava accadendo.


l’ultima foto di Krivoniščenko

//////vainsandro

https://web.archive.org/web/20200219055928/dyatlov.looo.ch/en


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64 commenti:

  1. Il nome che usano là per lo "yeti" è Menk.
    Per quel che ne so, i Menk sono brutte gatte da pelare e molto poco cordiali: gli abitanti dei villaggetti più fuori mano e vicini alle foreste, ne hanno sempre avuto molta paura.
    Direi che in questo caso possiamo tranquillamente escluderli: ci sono troppi elementi che non collimano e che fanno pensare a tutt'altro.

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    1. A dire il vero, lo Yeti propriamente detto in Russia è noto come "Almasty" (parola che abbiamo preso in prestito dai nostri vicini mongoli). Negli anni 50 fu addirittura organizzata una sezione speciale dell'Accademia Sovietica delle Scienze Naturali per confermarne l'esistenza. I Menk sono descritti il più delle volte con aspetto umano seppur legati alla foresta, verrebbe da pensare ad elfi o folletti primitivi, tipo i figli della foresta di Game of Thrones, più che allo Yeti o al Bigfoot.

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    2. Umh, ma di fatto il menk esiste?
      Cosa potrebbe essere, oltre una leggenda?
      Non conoscevo nemmeno l'Almasty, mi fa strano che nei moderni anni '50 abbiano scomodato energie e soldi per trovare una cosa che potrebbe non esistere.
      Interessante.

      Moz-

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    3. Beh tieni conto che a volte le creature ritenute mitiche poi si scoprono reali (il calamaro gigante ma anche tigri e gorilla). E nelle terre ad est degli Urali l'esistenza dell'Almasty è stata ritenuta un dato di fatto per secoli. Nikolay Przhevalsky, uno dei più grandi naturalisti del paese (a cui sono stati nominati diversi animali, compreso l'ultimo cavallo selvaggio al mondo) affermò di averlo visto e che secondo lui ce n'era addirittura un intero popolo che lui identificò con gli Arimaspi delle leggende greche (sorta di ciclopi-giganti). Ma soprattutto nel 1870, nelle foreste dell'Abkhazia (una zona del Caucaso che sta tra la Russia e la Georgia) fu addirittura catturato vivo e tenuto in gabbia un esemplare di Almasty, una femmina che i locali chiamarono "Zana". Ovviamente ricerche più recenti e moderne rivelarono che si trattava di qualcos'altro, per la precisione di una schiava africana, probabilmente scappata dal confinante Impero Ottomano. Non è l'unico caso, anche il famoso PT Barnum nel suo "circo delle meraviglie" esibiva africani pelosi o truccati spacciandoli per Neanderthal o Bigfoot.
      Il Menk probabilmente è solo una leggenda locale, anche se tra i Mansi vi sono ancora sciamani che praticano riti per tenerli lontani X4 non posso dirti se siano di qualche utilità ma certo sono affascinanti da osservare!

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    4. @Miki: pensa che i nazi hanno speso tempo e risorse per cercare l'Ultima Thule e ottenere delle WunderWaffe con cui battere gli Alleati... non mi sorprenderebbe che anche i comunisti abbiano fatto altrettanto!

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    5. @Thor
      Allora chi ho sentito chiamarli "Menk" o erano ubriaco oppure il nome va un po' a zona regionale. Ad ogni modo ritengo più affidabile te al riguardo XD

      @Moz
      Non è tanto se esiste o no, ma più che altro che non collima con quello che pare essere successo nel caso Djatlov.
      Personalmente, considerati vari indizi accertati sulla dinamica degli eventi e sullo stato delle vittime, così a naso il mio primo sospetto sarebbe che hanno fatto tutto da soli perdendo la brocca per qualche motivo. E per perdere la brocca intento letteralmente andare fuori di testa, come quando si è vittime di sostanze allucinogene brutte.
      Sul fatto che le ferite non potevano essere state provocate da un altro essere umano, io sollevo la ragionevole possibilità del "non da un altro essere umano sano".
      Io non sono particolarmente forte, ma se andassi in un trip aggressivo pesante, fra adrenalina e mancanza di qualsivoglia limite personale (incluso quello istintivo di non farmi male), io ti potrei sbranare tranquillamente. Letteralmente farti a pezzi.

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    6. Grizzlies Goloso29 mag 2021, 16:10:00

      Dipende chi incontri... Immagina di impazzire davanti a Goldberg...

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    7. Ero che i nazi facevano ricerche assurde, ma appunto stavano fuori di testa XD
      Interessante tutto quello che avete detto (anche lo spacciare africani per chissà che creature: un tempo la gente conosceva poco del mondo e delle sue meraviglie...).
      L'ipotesi di Alex è interessante, spiegherebbe anche la tenda aperta da dentro... erano "strafatti" da qualcosa, forse comunque cose militari.

      Moz-

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    8. Poi considera che l'effetto di sostanze sul cervello può essere differente in base alla persona.
      Anche solo l'alcool non ha lo stesso effetto su tutti: c'è chi va semplicemente KO, c'è chi diventa violento, c'è chi gli viene la cosiddetta "Sbornia Triste" eccetera.
      Secondo me questo potrebbe appunto spiegare perchè alcuni sono scappati in quella maniera così irrazionale mentre altri sono stati fatti a pezzi: insomma, del perchè quei poveri disgraziati sono morti un po' a casaccio, senza un vero filo conduttore.

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    9. Ah, ovviamente su cosa abbia provocato le alterazioni mentali che sto ipotizzando, non ne ho la più pallida idea XD
      Comunque solo per bontà di correttezza diciamo che tutti hanno fatto ricerche e porcate assurde: solo che sono saltate fuori solo quelle di coloro che hanno perso XD

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    10. @Alex: Lusingatissimo :3 non solo concordo pienamente con la tua teoria ma credo anche di poterti aiutare su cosa avrebbe provato tali reazioni o meglio non io ma un ricercatore locale di cui ho letto la teoria sul caso Djatlov appunto. Anche secondo lui si tratta di un caso di delirio che ha portato alcuni membri a massacrare gli altri e il "demone" che gli ha "posseduti" sarebbe il monossido di carbonio. Il ricercatore ritiene che le stufe di legno che questi avevano portato con sé e piazzato per riscaldarsi all'interno della tenda abbiano generato dal legno bruciato una grande quantità di questa sostanza che poi si è riempita eccessivamente a causa delle dimensioni esagerate della loro tenda da campeggio, secondo lui grande il doppio di quanto avrebbe dovuto essere per ragioni di sicurezza. Afferma anche che non è la prima volta che l'avvelenamento da monossido di carbonio spinge alla pazzia e a casi di omicidi brutali oppure omicidi-suicidi. E dunque secondo me abbiano il nostro colpevole bello che pronto.

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    11. E tra l'altro è la cosa più naturale e scontata... come giusto che sia, secondo me!^^

      Moz-

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  2. I miei folletti hanno giurato che sono tutte balle.

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    1. Non so nemmeno cosa rispondere a un commento così :o
      Non sono balle, è un fatto realmente accaduto peraltro raccontato da un ospite.

      Moz-

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  3. Siamo in territorio russo, mi viene da pensare a una parziale messinscena per depistare le indagini sull'origine di quelle tracce radioattive.
    Se mi chiedessero cosa sia successo, risponderei che alcuni del gruppo sono impazziti in seguito alle radiazioni e hanno iniziato a usare violenza sui compagni (i crani fracassati), finendo poi per temersi a vicenda e scappando così com'erano svestiti.

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    1. Nessun depistaggio necessario, gli uomini lavoravano come tecnici nucleari.

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    2. Ipotesi sul sequestro dei diari contenenti annotazioni scomode su quanto scoperto sbagliando direzione?

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    3. Prassi standard dei tempi. Le notizie negative venivano censurate praticamente in automatico. Quando nel 1950 (quindi poco tempo prima) l'aereo con a bordo la squadra di hockey dell'Aeronautica Militare di Mosca si schiantò disgraziatamente, non solo la notizia non venne riportata ma i giocatori vennero pure scambiati con persone dai nome simili per depistare l'attenzione al pubblico (e ovviamente silenzio per chiunque sapesse). Si venne a sapere la verità solo negli anni 60, con Krusciov che stava tentando di cambiare il sistema (infatti questa è probabilmente l'unica ragione per cui sappiamo dell'incidente su Djatlov). Ma se davvero la faccenda riguardasse un affare di stato, allora sicuramente sarebbe calato il riserbo più assoluto.
      Comunque una volta lessi un libro sull'argomento dove un ricercatore locale era arrivato più o meno alla sua stessa conclusione eccetto che secondo lui la follia collettiva non fu causata da radiazioni ma da avvelenamento da monossido di carbonio generato dalle stufe a legna e dalla tenda troppo grande che usavano.

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    4. Anche tu Gas propendi per questa ipotesi, mi sa che è la spiegazione più logica.
      Interessante anche il monossido di carbonio: cioè per assurdo non ci sarebbe nessun mistero, naturale o militare.

      Moz-

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  4. Ne avevo parlato anche io alcuni anni fa in un dossier a puntate, è uno dei pochi casi per il quale le spiegazioni ufficiali non riescono ad essere del tutto convincenti.
    P.s
    In realtà un sopravvissuto della spedizione ci fu, sto parlando del decimo membro della spedizione: Yuri Efimovič Yudin che dovette abbandonare il gruppo perchè febbricitante una volta arrivati a Vizaj, l'ultimo centro abitato di un certo rilievo. Il fatto di essere l'unico sopravvissuto segnò il corso della sua vita. Non ti posto qui i link dei miei post per una questione di rispetto riguardo il tuo addio alle pratiche della blogosfera.
    Ciao!

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    1. Yes, in effetti l'articolo di Sandrino mi riportava anche i nomi delle persone specificando che uno lasciò la spedizione.
      Potevi linkare tranquillamente, nessun problema: non è certo un link a un post sicuramente ben scritto, l'amarezza della blogosfera... ANZI :)

      Moz-

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    2. Puoi postare i link di cui parli?
      Grazie

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    3. Eccolo, me lo sono riletto anche io 🤩💪
      http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2016/10/lo-strano-caso-di-passo-dyatlov-prima.html

      Moz-

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    4. In realtà si tratta di un dossier diviso in tre parti. Li posto quì:
      http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2016/10/lo-strano-caso-di-passo-dyatlov-prima.html
      http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2016/10/lo-strano-caso-di-passo-dyatlov-seconda.html
      http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2016/12/lo-strano-caso-di-passo-dyatlov.html
      Un paio di anni fa ne è uscita anche una versione su podcast.

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    5. Certo, ho linkato solo la prima di tre, poi uno ci arriva, ai seguiti! 💪🤩

      Moz-

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    6. Mi conosci, sai che sono un completista. ;)

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  5. Conosco questa storia, anche perché qualche film l'hanno fatto ed ho visto quello del 2013, che esplora una delle tante teorie, quella più estrema, proprio non male era.

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    1. Sì, hanno fatto film e documentari.
      Io penso che la soluzione sia semplicissima, però :)

      Moz-

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  6. non conoscevo questa storia, molto inquietante!

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    1. Yes! Poi il fatto che succeda nella neve, in montagna, in Russia... ancora più inquietante!!

      Moz-

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  7. Questa storia me la raccontò la prima volta la mia tata russa dall'Ucraina :3 nella sua versione i colpevoli erano gli alieni, sapeva quanto mi piacessero le storie con gli ufo e gli omini verdi fin da piccino. Storia affascinante (tristezza per le vittime naturalmente) da pelle d'oca come le altre che mi raccontava. Come il Pozzo dall'Inferno, la Zona M o le Grotte di Sablino.
    La storia mette i brividi ma, anche per questo, la montagna Cholatcachl (che in realtà significa molto meno pittoristicamente "montagna magra" dal fatto che non vi è selvaggina) è in verità un posto magnifico da visitare per chi ama le escursioni in motoslitta o, come io preferisco, con i cani da slitta! Ci sono andato tre anni fa e siamo passati anche per il famigerato Passo del Diavolo. Ma, a costo di deludervi, non è morto nessuno stavolta X4 né ho visto tracce di alieni, bigfoot, Upyr o quant'altro.

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    1. Ti invidio. A me piacerebbe tanto andarci.

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    2. Caspita!!
      Sei andato proprio lì!! Incredibile, fighissimo.
      Ma infatti secondo me non ci fu niente di strano nemmeno all'epoca.
      Ora mi informo sulle altre cose che citi!

      Moz-

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    3. Beh meno male, altrimenti forse non saresti stato qui a deluderci :D :D

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    4. @Nick Parisi: ti ringrazio :3 in effetti è stata una vacanza fantastica. Non del tutto fuori portata, ci sono diverse agenzie turistiche che organizzano tours della zona, sempre partendo da Ekaterinburgo. Ed essendo questi una città moderna con tutti i confort gli elementi per una gita memorabile ci sono tutti. Non esattamente economica lo ammetto, specie se si deve anche arrivare dall'estero, ma vi sono offerte per accollarsi ad altri gruppi, così si risparmia un po' (io ho fatto così). Intorno lo scenario è meraviglioso ma se si parte in cerca dei brividi e dell'orrore si rischia di rimanere delusi, un po' come quando si visita il castello di Dracula in Romania X4

      @Alex: eh già 🤣

      @Moz: ti do volentieri una mano: https://it.rbth.com/storia/85734-appassionati-di-mistero-e-del-paranormale
      https://it.rbth.com/storia/84794-le-pi%C3%B9-terrificanti-leggende-sovietiche
      Ho visitato anche le Grotte di Sablino (sono vicino a San Pietroburgo, dove abito) mentre la Zona M ancora no, troppo lontana e in una zona dove ci sarebbe poco altro da vedere, così ho sempre dato la priorità ad altre mete per le mie vacanze; anche se come detto, ho la passione per le storie di alieni.

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    5. Grazie, appena ho due minuti mi immergo nei link!
      Vedi tu la Russia cosa nasconde :D

      Moz-

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    6. Ma grazie a te :)
      E' la nazione più grande del mondo con oltre 200 popoli diversi e le loro storie e culture che si intrecciano, sarebbe strano il contrario X4 consiglio anche il romanzo Le Leggende della Tigre di Nicolai Lilin (l'autore di Educazione Siberiana) che è pieno di storie come queste.

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    7. Si vede l'amore che provi per queste terre.
      Sicuramente sono cose affascinanti, sebbene (come sai) lontanissime da me_ grazie per i consigli!!

      Moz-

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    8. Passo del Diavolo è straconosciuto, ma sulle Grotte di Sablino, ma soprattutto sta "Zona M" puoi scrivere qualche info in più? per pura curiosità

      Caio

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    9. Caspita, appena ribecco Thor glielo chiedo!

      Moz-

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    10. Ci conto, vorrei saperne qualcosa di più!

      Caio

      Elimina
    11. Devo ancora chiederglielo XD

      Moz-

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    12. Rieccomi :3 se mi arrivassero le notizie avrei risposto prima X4 pardon
      Le grotte di Sablino sono un vero e proprio labirinto sotterraneo situato vicino a San Pietroburgo, che si estende per decine di chilometri (è ignoto esattamente quanto). Sono
      state scavate per estrarre il quarzo ma ormai sono abbandonate e convertiti in attrazione turistica in tempi recenti. Sono stati segnalati numerosi casi di persone scomparse e mai più ritrovate nelle grotte di Sablino. Probabilmente si sono perse o sono stati uccisi da frane o burroni. Ma alcuni sostengono le ipotesi più fantasiose tra cui: le grotte sono un anomalia spazio-temporale, le grotte sono la dimora di un mostro o un intero popolo di mostri (tipo i Crawlers di The Descent) e così via.
      La Zona M è il Triangolo delle Bermude della Russia. Si trova in una foresta nella regione di Perm, ad est degli Urali. I visitatori della Zona M spesso riferiscono allucinazioni, stati fisici e mentali insolitamente euforici o depressivi, nonché presunti avvistamenti di Ufo, alieni e luci misteriose. Sono stati segnalati anche malfunzionamenti delle bussole e degli strumenti elettronici.
      Ho visitato le grotte di Sablino abitando a San Pietroburgo mentre non sono mai stato nella Zona M. Mi affascina l'ufologia e le storie di alieni come ho detto ma non c'è esattamente molto altro da vedere nella zona e ho sempre dato priorità ad altre località per le mie vacanze X4 so che c'è una compagnia di fanatici degli alieni che ogni anno organizza spedizioni laggiù. Potrebbe essere interessante per far da sfondo a un episodio di X-Files credo.
      Se volete approfondire:
      https://it.rbth.com/turismo/81052-le-grotte-di-s%C3%A0blino
      https://it.rbth.com/turismo/80406-russia-ecco-i-dieci-posti-per-andare-a-caccia-di-ufo

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    13. Grazie mille 😎🛸👽

      Moz-

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  8. Io avevo letto poco tempo fa un articolo secondo cui un team di ingegneri, illuminati dal film Frozen, con il supporto della Disney avevano effettuato svariate simulazioni al computer e concluso che alla fine questo incidente era dovuto a una valanga particolarmente violenta.

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    1. È una delle tante ipotesi che la gente ha avanzato... quindi la valanga ha sbalzato tutti fuori...

      Moz-

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  9. Io mi concentrerei piuttosto su un indizio non da poco: la radioattività. Siamo nel 1959, e la guerra fredda portava con sé il terrore di un disastro nucleare imminente. Le due potenze USA-URSS testavano segretamente le loro armi termonucleari. In quegli anni, senza alcun timore, facevano brillare ordigni atomici nell'atmosfera nei luoghi più remoti del pianeta e la forbice di anni dove questi test raggiunsero il culmine è proprio il 1958-1962. Forti boati, bagliori simil-solari, aurore boreali nucleari e terremoti: tutti fenomeni ricorrenti se vicini ai luoghi dei test.

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    1. Sì, bisogna capire anche la questione della radioattività retrodatata.
      Comunque, forse si sono trovati in mezzo a qualche test... altra spiegazione.

      Moz-

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  10. Storia, immagini e ambientazione che mettono i brividi. Un salutone a te.

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    Risposte
    1. Vero... appassiona anche me che non amo molto questo tipo di ambientazioni...

      Moz-

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  11. Questo articolo mi ha tenuta incollata un bel po' su questa pagina. In primis perché le situazioni misteriose mi catturano sempre moltissimo, in secundis perché non conoscevo questa vicenda e mi sembra interessante questo approfondimento.
    Per me è complicato avanzare ipotesi su ciò che può essere accaduto a queste persone, ma di sicuro devono essersela vista proprio brutta :(
    Grazie per l'articolo.

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    1. Giro i ringraziamenti a Sandrino! Thanks!
      Secondo me o è un fenomeno naturalissimo (colpa delle stufe) oppure si sono trovati in mezzo a un esperimento militare.

      Moz-

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  12. La conoscevo questa storia. So che l'ipotesi che va per la maggiore, forse la più verosimile, è quella di una supertempesta, un fenomeno raro e improvviso, di forza devastante. Ma ricordo anche che se questa sarebbe l'ipotesi che permette di spiegare il maggior numero di indizi, comunque non li spiega tutti.

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    Risposte
    1. E se fosse... una supertempesta causata da esperimenti militari radioattivi?
      Così spieghiamo tutto!

      Moz-

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  13. Ho visto un bel po' di video su questa storia tanto assurda quanto affascinante. Scartando le ipotesi più fantasiose credo che l'ipotesi che sembra più verosimile sia quello dei venti trasversali che potendo raggiungere velocità pazzesche possono anche fare a pezzi un essere umano. Mi pare di aver letto che questi venti si propagano come una valanga dai crinali delle montagne e questo spiegherebbe perché quei due poveri cristi stessero cercando di salire sull'albero forse per "uscire" dalla tempesta. Che storia, comunque!

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    1. Ah ecco, vedi... ma pure loro, non conoscevano il fenomeno che si potevano ritrovare?

      Moz-

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    2. E' un fenomeno che solo recentemente si è riuscito a studiare. Anche le guide montane più esperte ne ignoravano l'esistenza visto che è subitaneo, dannoso e spesso nessuno è presente per raccontarlo.

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  14. Risposte
    1. Yes avevo saputo, un paio di mesi fa sul canale Focus era uscito un documentario...! Allucinante ⭕

      Moz-

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    2. Resta il mistero delle luci arancioni e dei cadaveri dello stesso colore.
      Magari le luci erano dei segnali di avviso che si intravedevano nella bufera, ma il colore della pelle?

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    3. Non saprei... Bisogna capire quanto c'è stato messo di "leggenda" in questa storia...

      Moz-

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