[L'ALTROFILM] Lord of war, la retrospettiva (di Franco Battaglia)



La rubrica L'Altrofilm ci porta oggi Yuri, il signore della guerra.
Vende armi in giro per il pianeta, e ce ne parla Franco Battaglia
Lord of war: un film intenso e con un grande cast.
È la storia di Yuri e del suo vendere armi, del suo venderle al mondo intero, del ricoprirlo di armi e pallottole. Un film amaro, crudo, come la sequenza iniziale che narra la nascita di una pallottola ed il suo infilarsi nella testa di un ragazzo nero.


Eppure io, a Yuri, glielo avevo detto: magari imbarcati con la droga, col gioco d'azzardo, ma lascia perdere il traffico d'armi, quello è pericoloso, ne uscirai - se mai dovessi uscirne - con le ossa a pezzi... ma lui niente. “Non mi interessa la ricchezza, è la potenza che mi sollecita, muovere i fili di nascosto, divenire indispensabile... vedere come si faranno fuori l'un l'altro ed io il solo a poterlo permettere”. Yuri supererà il suo concorrente Weisz proprio per il fatto di non essere schierato politicamente, in quanto “l'importante nelle armi, è essere dalla parte del calcio”.
Alla fine aveva visto lungo, viaggiava al di là dell'ipocrisia imperante, era neutralmente coinvolto (“Spero che tutti sbaglino bersaglio, ma sparando con le mie armi...”) “Ci sono più di 550 milioni di armi da fuoco in circolazione nel mondo. Significa che c'è un'arma da fuoco ogni dodici persone sul pianeta. La domanda è... come armiamo le altre undici?


Il messaggio è devastante ed affatto consolatorio, non poteva essere una pellicola a buon fine perché il buon fine non c'era, non c'è, e non ci sarà.
Non poteva essere una pellicola deprimente perché racconta l'eccitazione palpabile attorno alla morte. Non poteva essere una pellicola gradevole (se qualcuno ci accusa restiamo male. Molto male). “Yuri: 'Attenti al cane?!?..ma non hai un cane! Serve a spaventare la gente?' Vitaly (fratello di Yuri): 'No, serve ad aiutare me, mi ricorda che dentro di me c'è un cane. Un cane che vuole fottere tutto ciò che si muove ed uccidere i cani più deboli, insomma serve ad essere più umano
Yuri: '.. e se fosse quella la parte migliore di te, quella canina
Si. E se fosse proprio quella la parte migliore di noi?
Cage vestito impermeabilmente da cinico ci (e si) vomita addosso tutte le negatività e le scomodità di un messaggio veicolato ad arte.
Dovremmo farci tutti un po' più schifo dopo il the end. Chissà se è accaduto/accadrà anche ad altri.



Non sono poi tanti che affrontano l'argomento traffico. D'armi, intendo.
È cambiato qualcosa dal 2005? In peggio forse...
Vero è che non possiamo ancora riempire la sporta di kalashnikov, ma in compenso, all'import di immigrati sconvolti dagli orrori delle terre d'origine, rispondiamo con l'export del fior fiore d'armi ed esplosivi che quell'orrore continuano a produrlo quotidianamente.
Cage qui s'immola in una figura equivoca, sprezzante e fatalista di trafficante d'armi che emula forse il solo Finché c'è guerra c'è speranza con Alberto Sordi.
Alla luce dei recenti acquisti nazionali di cacciabombardieri il tema risulta - se mai passerà di moda - tristemente attuale.



Sono in tanti a preoccuparsi degli arsenali nucleari e delle armi di distruzione di massa ma - e ce lo sottolinea tragicamente l'agente Valentine interpretato da Ethan Hawke, prima di una spettacolosa scena di “cinema” col cargo atterrato in Sierra Leone e svaligiato in una notte -, la vera distruzione di massa è lo stillicidio quotidiano procurato dalle armi leggere: “Di tutte le armi nell'immenso arsenale sovietico, nulla era più remunerativa dell'Avtomat Kalashnikova. Modello del '47, più comunemente conosciuto come AK-47 o Kalashnikov. È il mitra più popolare del mondo, un'arma che tutti i combattenti amano, un'amalgama di quattro chili d'acciaio e legno multistrato, non si rompe, non s'inceppa ne si surriscalda, spara se è coperto di fango o pieno di sabbia. È cosi facile da usare che anche i bambini possono farlo, e spesso lo fanno. I sovietici hanno messo l'arma su una moneta, il Mozambico l'ha messa addirittura sulla bandiera. Alla fine della guerra fredda il Kalashnikov diviene il prodotto russo più esportato, prima della vodka, del caviale e dei narratori suicidi. Una cosa è certa, nessuno si metteva in fila per comprare ...le loro automobili”.
L'epilogo è spietato, baro, disillusorio, tragicamente senza luce ma, quel che è peggio, corrispondente alla realtà.



Lontana forse solo da noi, che al massimo spariamo al piattello in un poligono o ci affoghiamo di armi giocattolo al cinema, in letteratura e al telegiornale. “Presto qualcuno busserà a quella porta e lei verrà chiamato; in corridoio ci sarà un suo superiore: come prima cosa si complimenterà per il bel lavoro svolto, le dirà che lei farà del mondo un posto più sicuro, riceverà un elogio ed una promozione, e poi le comunicherà che mi rilasceranno. Lei protesterà, probabilmente minaccerà di dimettersi, ma alla fine io sarò rilasciato, esattamente per la stessa ragione per cui le pensa che sarò condannato: io sono in rapporti d'affari con i più vili e sanguinari uomini della terra che si sono proclamati leader; ma alcuni di questi uomini sono i nemici dei suoi nemici, mentre il più grosso commerciante d'armi del mondo è il suo capo: il Presidente degli Stati Uniti, che spedisce più merce in un giorno di quanto faccia io in un anno."




"A volte è imbarazzante avere le sue impronte digitali sulle armi; a volte lui ha bisogno di un uomo come me per rifornire truppe che non può rifornire personalmente. Così lei definisce me un male ma, sfortunatamente per lei, io sono un male necessario”.
Credo, e spero, sia imbarazzante ammettere che, a ben guardare, potremmo rilevare anche una miriade di nostre impronte sulle armi che continuano la strage. Quella autentica però.
Non andremo in crisi (!?) come Yuri, però, continueremo a vendere anche noi, di tutto, e senza neanche bisogno di tapparci il naso.


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21 commenti:

  1. Incredibile interpretazione della strana accoppiata Cage/Leto!

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  2. Un Cage davvero superbo in una pellicola che fa rabbrividire solo al pensiero di come ci si arricchisca al mondo nella maniere più crudele.. :( altro che horror posticci e col sangue finto...

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    1. Gli horror sono fatti per essere ironici, a volte anche proprio per divertire.
      Qui il genere è molto diverso, e ci costringe a pensare...

      Moz-

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    2. Non credo proprio.. L'alba dei morti dementi, o L'armata delle tenebre (CAPOLAVORI) sono horror da ridere.. oppure lo splatter di Tarantino.. quelli si... ma la maggior parte degli horrorrifici ci credono proprio... poi c'è anche Diabolik.. che vorrebbe essere serio, ma è tipo Topolino.. ahahah

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    3. E hai detto niente, far ridere è più difficile che far paura.
      Comunque, gli horror che ci credono sono pochi e sono capolavori: il resto sono auto-ironici.

      Moz-

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  3. Beh sì un buon film, diciamo che il messaggio è più potente del film, ma quest'ultimo valido in tutte le sue forme.

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    1. Un messaggio sicuramente forte, che colpice e ci costringe a riflettere...

      Moz-

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  4. Un film che non guarderei mai.

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    1. Troppo forte come storie?

      Moz-

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    2. Dovresti invece...fa capire come gira il mondo: male.

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    3. Diciamo che non era una novità, ma questo film lo sottolinea X

      Moz-

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    4. Che il mondo vada di male in peggio lo sappiamo bene. Preferisco film su cui interrogarmi o con i quali distrarmi. Quelli per reprimermi anche no😉

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    5. Ci sta, giustamente...^^

      Moz-

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  5. Risposte
    1. Ciao, benvenuto e... non ho compreso il tuo commento XD

      Moz-

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  6. E' troppo tempo che non guardo questo film. Uno dei migliori Cage di sempre.

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  7. Un film che ho visto, ricco di significati.
    Sereno giorno.

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