[FILM] Il signore delle formiche, la recensione

 

Tratto da una storia vera -si dice così, no?- Il signore delle formiche è l'ultima fatica di Gianni Amelio, in concorso a Venezia e già chiacchieratissimo.
Un film di alta classe, con echi visionari ma qui è la grande bruttezza: quella di un'Italia retrograda, chiusa nei ruoli dei personaggi in campo e nei cervelli di chi è troppo avanti o troppo indietro.



Amelio mette in scena in "processo Braibanti", un caso giudiziario che tenne banco negli anni Sessanta.
Imputato: l'intellettuale Aldo Braibanti.
Accusa: plagio.
Una cosa mai successa prima, ma che nasconde altro.
Braibanti portò con sé, a Roma, un ragazzo.
Maggiorenne, per carità.
Ma se esplicitamente non si può parlare di rapporti sessuali consezienti, figuriamoci di una storia tra due uomini.
E qui arriva l'accusa di plagio: il giovane sarebbe stato traviato, praticamente costretto, dal Braibanti.
Una sorta di lavaggio del cervello: solo così si può concepire, in quell'Italia dietro un angolo appena svoltato, che due uomini possano stare insieme.
Il signore delle formiche, colto poeta e mente raffinata, ha plagiato l'innocente giovanotto.



Leonardo Maltese e Luigi Lo Cascio



Braibanti aprì, nei dintori di Piacenza, una sorta di circolo culturale.
Stanze per la pittura, la lettura, il teatro, la poesia.
Feste di ragazzi, per ragazzi, avanguardie in un mondo che si apprestava alla rivoluzione sessuale, ovunque tranne che in quell' Italia troppo legata -ieri come oggi- a ipocriti machismi tra religione e arretratezza (e le due cose, spesso, sono una).
Nella vicenda di Braibanti (un ispirato Luigi Lo Cascio) si interseca, inserita dal regista, la storia personale del giornalista Scribani (Elio Germano, tra i suoi migliori ruoli) che si riflette anche su quella di sua cugina Graziella (la brava Sara Serraiocco).


Elio Germano



Il film di Amelio colpisce tutto e tutti, e non risparmia nessuno.
Colpisce duro il cattofascismo di una famiglia borghese emiliana; colpisce duro l'assurda devozione popolare/popolana a Padre Pio (che, in vita, ha "curato" l'omosessualità di qualcuno: una delle diverse ombre del mio compaesano...); colpisce duro l'ottusità maschilista meridionale e colpisce il microcosmo umano con gelosie e vergogne.
Ne esce bene solo l'Abruzzo di Graziella (e grazie al...), centrale, perché in medio stat virtus.



Sara Serraiocco



Il resto è raso al suolo senza pietà, anche quando ci si addentra nell'artistico mondo romano (omosessuale, ça va sans dire), così patinato da nascondere angosce carnevalesche.
Per assurdo, Amelio sceglie di colpire duro anche i compagni de L'Unità: nella realtà, il quotidiano comunista si schierò apertamente contro il processo oscurantista al Braibanti; nel film le cose prendono una piega leggermente diversa ma la stoccata forse è tutta per la Madre Russia, tovarish de L'Unità ma mica poi così tanto avanti. Ieri come oggi.
Ah, ci scappa anche una -boh?- apparizione politica, ma prolungo il silenzio elettorale per non rovinarvi la sorpresa.





Il film di Amelio vanta un cast superbo (tanti sono neorealisticamente al debutto, a partire dal giovane Leonardo Maltese che interpreta il co-protagonista Ettore), così come una ottima fotografia e delle inquadrature da togliere il fiato. Lo Cascio ottimo nel rendere le nevrotiche isterie intellettuali del poeta, così come il suo disarmante e ostinato mutismo di fronte ai giudici.
Debutta anche Rita Bosello nei panni dell'anziana madre di Braibanti: probabilmente, l'unico ruolo non volutamente "distaccato" dell'intera messa in scena.



Rita Bosello


Echi pasoliniani (e non solo nella vicenda), filosofici; sequenze che vanno dal sognante al reale, fino al grottesco. Un affresco impietoso di un'Italia che c'è ancora.
Dietro ogni ics di pancia, dietro ogni santino di Padre Pio, dietro ogni aspirata dialettale, dietro ogni ipocrisia di chi predica integrità morale e poi cerca cazzi al prezzo di trenta denari.
E dietro ogni plagio.

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28 commenti:

  1. Ne ho già sentito tanto parlare e lo vorrei vedere, le tematiche affrontate non sono poi così lontane dalla realtà, magari non qui in Italia (?), ma in molte parti del mondo purtroppo sono ancora tabù.
    Buona giornata.
    sinforosa

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    1. Guardalo, è davvero un bel film: sono andato in sala trascinato da due amici, non sapevo né cosa fosse né di cosa parlasse. Mi è piaciuto molto.

      Moz-

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  2. I film nazionali fanno schifo vuoti, pallosissimi, insignificanti ogni singola volta ci mettono i soliti stereotipi terroneschi passati a nazionali le nonne con la cipolla tutte di nero manco ci hanno messo dei vero emiliani ma Germano, Lo Cascio e Maltese che con quelle facce dovunque sono nati non lo sono per nulla sono sudamericani-ebrei, il tizio che tiene in mano lo striscione lo stesso.
    È un misto tra Brokeback Mountain e Chiamami col tuo nome?
    Ti riconosci nel film vero per la tua evidente omosessualità?

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    1. "I film nazionali fanno schifo vuoti, pallosissimi"
      Evidentemente ne hai visti pochi.
      Cioè "I cento passi", "Il cuore altrove", "Si può fare", "Il postino", "Dramma della gelosia", "La grande guerra"... Tutta spazzatura?

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    2. Non se li fila nessuno perché sono pietosi. Il cinema non è un nostro campo come la tecnologia, la pulizia, la puntualità, la serietà e tanto altro.
      Il cinema europeo è una gran schifezza.

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    3. @Anonimo: i tuoi messaggi descrivono chiaramente la tua pochezza mentale e la tua ignoranza.
      Ma davvero, si potrebbe arrivare a provare pena per te, visto come ti esprimi.
      Abbiamo capito che hai evidenti problemi (ma perché non li curi?).
      Il cinema italiano è (ed è stato, specialmente) grandioso.
      Riguardo la mia "evidente omosessualità". Se è per questo, amo anche tutti i film sexy (e persino erotici) etero, di cui ho una abbondante collezione. Mi ci riconosco quindi per la mia "evidente eterosessualità"?.
      Dimmi tu.
      Il vero problema è che citi la sessualità ancora in questi termini (manco più i ragazzini lo fanno)... cioè, ti rendi conto? E se anche fosse? O se fosse il contrario?
      Cos'è? Sei qualche cesso a pedali che ho rifiutato? Guarda che se è così non ti ho rifiutato in quanto donna o uomo, ma forse perché sei una persona brutta dentro e fuori. E i tuoi commenti, sempre così idioti, lo dimostrano.
      Vedi, ecco perché c'è bisogno di film così, perché in giro c'è ancora qualche minorato mentale come te...

      Moz-

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    4. A proposito di film italiani schifosi e pietosi, mettendoci di mezzo tematiche omosessuali, ci sono anche "Le fate ignoranti" e "La dea fortuna"... 😉
      A volte basterebbe aggiungere un "secondo me" e si darebbe un'idea meno provocatoria dei propri commenti.

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    5. "I cento passi", "Il cuore altrove", "Si può fare", "Il postino", "Dramma della gelosia", "La grande guerra", "Le fate ignoranti" e "La dea fortuna"

      Non so dire se sono spazzatura (alcuni lo sono eccome), ma certamente sono pallosissimi; tremendamente pretenziosi, autocompiaciuti, inutilmente pomposi e con un melodramma spesso da quattro soldi.

      Francamente preferiso il cinema cosidetto di "Genere"; gente come Sergio Leone, Sergio Corbucci, Enzo G. Castellari, Enzo Borboni, Lucio Fulci, Umbero Lenzi, Joe D'Amato, Bruno Mattei, Claudio Fragasso ecc. che fanno pellicole più evasive e, spesso, dal taglio più internazionale. A me questi film... "regionali" non dicono proprio niente alla fine, e francamente dovremmo cominciare a produrne di meno.
      P.S. Non sono l'anonimo che ha iniziato il discorso, ma quello che lo ha cazziato.

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    6. "Il cinema non è un nostro campo come la tecnologia, la pulizia, la puntualità, la serietà e tanto altro.
      Il cinema europeo è una gran schifezza."
      Allora vediamo... : Le maggiori scoperte tecnologiche sono europee (telefono, semaforo, motore a vapore, radio, cinema ecc.); La pulizia c'è sempre stata; La puntualità è sempre stato un marchio di fabbrica (ti dice niente un certo Dvx); Molte nazione europee si sono dimostrate serie...

      Per quanto riguarda il cinema europeo potrei citarti centinaia di titoli che con il tempo sono diventati dei classi9ci, o quantomeno dei cult!!!

      E adesso, se tanto ti fa schifo questo continente, puoi pure trasferirti in africa subshariana, li troverai tutta la "pulizia", la "tecnologia", la "serieta" e la "civiltà" che tanto cerchi, davvero... !

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    7. Parlo del cinema minchione che minchia giri il discorso perché non sai come ribattere è un dato di fatto che il cinema è nelle mani degli statunitensi perché sono gli unici che lo sanno fare bene.

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    8. @Anonimo 1 e 2: da adesso cancello ogni commento che contiene anche solo una virgola fuori posto. Se non mi piace come dite "a", vi cancello.
      @Gas: purtroppo i dementi non ci arrivano. L'anonimo non arriva a capire di avere dei problemi mentali, disturbi anche gravi, speri possa comprendere che deve usare toni diversi? XD

      Moz-

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  3. Capisco perché ti passa la voglia di fare blogger.. :(
    il film lo vedrò in streaming, anche se le tematiche, per quanto malinconicamente attuali, lo rendono déjà vu. Lo Cascio certo valore aggiunto..

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    1. No, io ho voglia a gogo di scrivere... i commenti idioti si esprimono da sé: quando li lascio pubblicamente, è proprio per mettere certe persone (anonime qui e sicuramente anche nella vita) davanti alla loro pochezza.
      Io penso che, sotto sotto, poi ci pensano a quanto sono stati coglioni e a quanto sono infelici...
      Io, se fossi come loro, avrei già pensato a qualche soluzione, anche definitiva: mi farebbe schifo vivere la mia vita così, lasciando idioti commenti anonimi su un blog. Ma forse, questo è davvero tutto quello che hanno (e pensa tu quanto è poco!).

      Moz-

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  4. Amelio - e questo fra i numerosi suoi film vale la pena vedere - è un raffinato del racconto. Ogni suo film ha questa virtù, essere "neorealista" come tu scrivi, il che mi trova d'accordo, ma con quella modernità che attinge alla nuova regia partita dagli anni Novanta più o meno, per arrivare fino a noi ancora piena di possibilità. Poi ci sono attori come Lo Cascio e Germano probabilmente ispiratori di queste produzioni. Nel mio piccolissimo lo vivo anch'io: mi capita di partire dal talento di qualcuno per pensare a un progetto e non il contrario. Bellissima storia, voglio vederlo al più presto.

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    1. Sicuramente Amelio è cinema che parte dagli anni Novanta, è/ha quell'impronta lì.
      Ma davvero, qui -più di altre volte- c'è qualcos'altro di leggermente più lontano, ma che come hai detto ci arriva nei modi moderni.
      Lo Cascio e Germano sono perfetti, in questo contesto. Hai ragione, forse dovevano essere proprio loro e basta, la storia nasce pensando a loro.

      Moz-

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  5. Visto anche io al cinema. Elio Germano inarrivabile... uno dei migliori attori italiani in circolazione. Anche io mi sono chiesto il perché di quel cameo di quella politica (ormai si può dire politico/a grazie alla Treccani).
    O meglio, il significato c'è. Però perché prendersi questo rischio in piena campagna elettorale? Un tempo la censura avrebbe tagliato quel primo piano che dura pochi secondi...

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    1. Io ho interpretato il tutto come un parallelismo tra i due personaggi. Oppure che fosse proprio lei da giovane. Possibile? :o

      Moz-

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  6. Un film che non ho trovato perfetto e nonostante questo mi ha davvero commosso. Leggermente didascalico, forse anche un po' romanzato e neanche fedelissimo alla storia da quanto ho letto in giro (come scrivi anche tu l'Unità e il partito difesero Braibanti), leggermente retorico, ok, ma il film non lascia indifferenti e a distanza di tempo dalla visione ancora ce l'ho in testa.
    Film che dovrebbero vedere tutti, ma che non cambierà le cose credo, perché un'apertura mentale e il rispetto per i diritti di tutti non sarà certamente un film a fare cambiare idea a chi pensa che dobbiamo essere tutti omologati, amare e sentire, tutti secondo quello che qualcuno ti impone e decide sia giusto.
    Un film che Amelio reputa autobiografico per avere vissuto molte delle cose rappresentate persino la frase che viene rivolta da un giornalista ai ragazzi che stanno protestando (non spoilero), a questo film bisognerebbe partecipare come hai fatto tu, sapendo poco, in modo che quello che vedi e che ti sembra già di conoscere riesca invece ad aprire uno spiraglio, fare luce su quanto veramente sia aberrante e ipocrita una società e uno Stato che mistifica e giustifica comportamenti solo per condannarli sotto falso nome dato che nella Costituzione qualcuno aveva deciso che la parola 'omosessuale ' non dovesse mai apparire in quanto da noi inesistenti. (Salvo poi mandarli al confino).
    Ecco che il plagio diventa la coperta più semplice per nascondere un'accusa diversa, in modo ipocrita non si condanna un omosessuale, perché non esistono, ma qualcuno che per età, cultura e chissà quale magia, è riuscito a entrare nella tua testa condizionando la tua vita e addirittura la tua sessualità.👏 A pensarci bene, ci sono degli specialisti che riescono a studiare queste cose.... 😑
    Il Partito Radicale che prese le difese insieme ad altri intellettuali e persone famose dell'epoca, riuscì finalmente solo anni dopo, negli anni '80 se non ricordo male ad abolire l'accusa per plagio unico caso in cui tra l'altro venne usato. Amelio ha dichiarato di avere usato il cameo della Bonino, che oggi tutti possiamo riconoscere, piuttosto che usare un giovane attore per rappresentare Marco Pannella allora, probabilmente non sarebbe stato riconosciuto, mentre la Bonino che allora neanche faceva parte del partito oggi avrebbe avuto più forza a livello di immagine.
    Gli attori mi sono piaciuti, il mio preferito il giovane Leonardo Maltese i cui occhi ti arrivano al cuore.
    Ho trovato molti spunti e aneddoti interessanti, alcune scene toccanti, il silenzio di Braibanti sotto accusa al processo è la cosa che ho capito e condiviso di più.

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    1. Vero, portato al cinema per caso e senza conoscere, dunque mi sono lasciato coinvolgere a scatola chiusa.
      Il reato di plagio si muove su binari fumosi, perché effettivamente una persona può essere plagiata, lo sappiamo. Non era questo il caso, dove di certo i giovani della Torre subivano più che altro il fascino intellettuale, sicuramente trascinante, del Braibanti. Ma valeva per tutti, maschi e femmine.
      Grazie per il chiarimento sulla Bonino, effettivamente anche come figura è più iconica.
      Leonardo Maltese veramente bravo.

      Moz-

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  7. Ottima recensione Moz per un film davvero solido, uno di quelli che dovrebbe entrare nella lista dei film da vedere a scuola.

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    1. Yes, ed è anche un film molto artistico, al di là del messaggio e della storia...

      Moz-

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  8. Eccoci qua , come ti scrivevo ..tra mezz'ora finisco il turno e son riuscito solo ora a collegarmi.
    Il film mi è piaciuto ma di più il documentario ( docufilm) su Prime del 2020 intitolato Il caso Braibanti.
    Se hai occasione guardarlo.
    Io , come te non sapendo niente della storia , dopo la visione ho voluto saperne di più e il documentario è caduto a pennello !
    Mi ha lasciato basito come Amelio ha descritto L'Unità e il suo direttore di allora ma quello che per tanti è ritenuto un falso storico nel documentario invece è riconfermato.
    Attraverso le parole di un poeta che con Braibanti ha vissuto quel periodo , Elio pecora che dice che la la maggior parte della sinistra non l'ha aiutato abbastanza rivelandosi bigotta e borghesi con idee completamente al contrario di quelle che dovrebbero avere chi si dichiara di sinistra.
    Comunque Braibanti ha pagato un prezzo o alto e quel processo alla fine è stato un processo osceno all'omosessualità.
    Chi più di tutti ha pagato anche fisicamente è stato il giovane amante Sanfratello /Ettore nel film che ha subito 19 comi insulinici provocati e 42 elettroshock nel tentativo di "curarlo" dall'omosessualità.
    E alla fine , sia nella vita reale che nel film il filosofo non l'ha più frequentato .
    Quindi parlare di storia d'amore tra i due mi sembra un pò azzardato.
    Braibanti si accompagnava volentieri con giovani allievi ( tutti maggiorenni eh , come Sanfratello)..che ne subivano il fascino come lui era attratto dalla loro carnalità come ha descritto in una bellissima poesia.
    Niente di male , un rapporto anche solo per divertimento etero/ omo , quando due son maggiorenni e consenzienti, purtroppo è stato veramente sfigato nel scegliersi un amante con una solida e malata famiglia fascista , la storia con lui non è stata clemete.
    Ciao


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    1. Cavolo, mi guarderò il documentario che citi.
      Quindi pure nel docufilm si fa passare L'Unità come giornale che abbandonò il Braibanti? Interessante...
      Ma si sa che era un argomento rischioso, e la sinistra non sempre si comporta come tale.
      Mi spiace per Sanfratello, chissà che fine ha fatto e come sta (se è ancora vivo).
      Spero che invece la sua famiglia non trovi mai pace per quel che ha fatto.

      Moz-

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    2. No , credo sia morto tipo tre anni fa , nel documentario lo dicono.
      E aggiungono che al funerale non c'era nessuno tranne i familiari più stretti.
      Probabilmente i genitori che l'avevano internato e dai quali si era poi allontanato una volta uscito dai manicomi son morti prima , non saprei.
      Alla fine di tutta questa storia , ripeto se non l'ho già scritto quello che mi fa più pena e proprio lui.

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  9. Ringrazio Miki e tutti voi per aver parlato di questo film.
    Certamente non andrò a vederlo.
    Ritengo di avere il dente sufficientemente avvelenato nei confronti dell'Italia e degli italiani, non intendo peggiorare la situazione.

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    1. Effettivamente è una storia senza speranza, inutile negarcelo. Non se ne intravede la luce, almeno all'epoca.
      Però il film va visto, fa riflettere e forse vergognare.

      Moz-

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  10. Sono d'accordo Miki, assolutamente d'accordo, perché è meglio una sana indignazione che una cieca rassegnazione.
    I diritti che dovrebbero essere naturali, uguali per tutti, a volte necessitano di comprensione, tempo e battaglie che ognuno nel suo piccolo può esercitare.
    Filosofia spicciola, ma non c'è demagogia quando si ragiona seriamente, per cui, qualsiasi sia il motivo di un rifiuto a vedere il film è rispettabile, arriverà magari il momento giusto. Non dice o racconta niente che già non sappiamo o immaginiamo ma proprio per questo l'abitudine al male non deve mettere radici.

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    Risposte
    1. Esatto, questo è: l'abitudine del male. Non deve mettere radici e queste cose, pur AMARE, possono riuscire nell'impresa, poco a poco.

      Moz-

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