[ANIME] Sailor Moon SuperS e il mistero dei sogni: la retrospettiva

 


Parlare oggi di Sailor Moon SS (poi ufficialmente SuperS) -probabilmente la meno amata tra tutte- è un lavoro che, col senno di poi, dovrebbe costituire solo la prima parte di una retrospettiva più lunga che deve per forza di cose abbracciare anche il terzo film e i primi epsiodi della quinta e ultima stagione.
Sailor Moon SuperS è una serie che a ben vedere presenta tanti punti di forza, forse poco espressi; pare infatti di trovarsi davanti a qualcosa di incompleto e depotenziato.
Perché nasconde molto più di quel che sembra...



Il vero problema di questa quarta serie è quello di arrivare dopo quel capolavoro (artistico, registico, di trama) che era la precedente Sailor Moon e il Cristallo del Cuore (QUI la retrospettiva).
A ciò si aggiungono tre fattori non trascurabili: il ritorno a storie sulla scia delle prime due serie (QUI e QUI l'analisi), all'apparenza meno ermetiche e mature rispetto alla terza; la scelta di rendere Chibiusa così centrale tanto da non poter mai avere Sailor Moon separata da lei; l'assenza ingiustificata delle mattatrici Sailor Uranus e Sailor Neptune, che nel corrispettivo arco narrativo del manga sono invece presenti.






Tuttavia, è profondamente ingiusto non sottolineare quanto c'è di buono in questi episodi (diretti peraltro sempre dal genio Kunihiko Ikuhara); quanto c'è di adulto e drammatico, tra le righe.







UNA FAVOLA DARK
Sailor Moon SuperS adatta la saga Dream del manga provando a far suo il concetto di "sogno" e di "sognante": la costruzione dell'atmosfera è impeccabile, miscelando strani e bizzarri invasori a elementi fiabeschi/favolistici.
La presenza di Chibiusa potrebbe abbassare forzatamente quel target che si era inaspettatamente alzato appena l'anno prima, con la stagione precedente.
Il problema non è ovviamente l'aver una bambina co-protagonista, tuttalpiù la messa in scena in sé della trama che la riguarda.






Lì dove il manga è molto più freudiano e profondo (sarà un caso che le due stagioni anime meno apprezzate dal pubblico provengano dalle due migliori saghe del fumetto?), la serie animata sembra sorvolare, per concentrarsi però su altri dettagli ugualmente interessanti.
Lo scambio di desideri adulto/bambino che nel manga travolge Usagi e Chibiusa è ridotto qui a un momento che si risolve senza strascichi; la serie (che parte invero con tre episodi molto stuzzicanti) diventa presto una sequela di puntate coi mostri del giorno, dove manca qualcosa che costituisca un elemento cardine.






E anche i due power-up delle guerriere, con nuovi attacchi, trasformazioni e uniformi, rischiano di perdersi un po' e passare via come se non importasse troppo.
Se la ricerca dei tre Talismani rappresentava un mistero capace di tenere incollato il pubblico anche durante gli episodi più "banali" della serie precedente, qui vengono a mancare sia un elemento similare, sia un elemento di rottura/contrasto com'erano Uranus e Neptune.







PEGASUS E I SOGNI MERAVIGLIOSI

Il nemico stavolta è a caccia di Pegasus: il cavallo alato si è nascosto nel "sogno meraviglioso" di un terrestre.
Estraendo al malcapitato lo Specchio dei Sogni, se ne osserva il "contenuto" nella speranza di rintracciare l'animale mitologico.
Ikuhara sfrutta l'occasione e, come fece con i Cuori Puri (resi una vitale e personale essenza mistico-religiosa), utilizza l'asportazione dello Specchio dei Sogni quasi come metafora di intima violenza: gli attacchi del Trio Amazzonico sembrano delle vere e proprie aggressioni di tipo sessuale.







STORIE PERSONALI

Probabilmente la volontà di Ikuhara era quella di raccontare maggiormente le storie e i sogni personali dei protagonisti di puntata, essendo lo spettatore già al corrente del fatto che Pegasus si sia rifugiato nello Specchio di Chibiusa (mancando dunque una qualsivoglia sorpresa in tal senso).
I momenti memorabili sembrano pochi ma in realtà costellano la serie: oltre ai già citati power-up, sono da segnalare gli episodi con l'estrazione dello Specchio di Mamoru e quello di Usagi (che sarà inavvertitamente frantumato); l'arrivo della gattina Diana; l'atto finale del Trio Amazzonico; le puntate conclusive, davvero belle.







Per l'ultima volta viene dato risalto ai personaggi secondari: Unazuki, Umino e Naru, la madre e il fratello di Usagi (entrambi attaccati del nemico); c'è persino il ritorno di Reika, che era apparsa un paio di volte solo nella prima stagione.
Non mancano momenti che raccontano il rapporto tra Usagi e Mamoru, tra gelosie e simpatiche incomprensioni dai risvolti drammatici.
Questo è il punto di forza di SuperS: se si vuol rivalutare la serie, si dovrà tener conto più di questi dettagli rispetto a quello che effettivamente (e volutamente) manca.







L'ESTETICA
Sailor Moon SuperS segue, nel senso estetico, la traccia iniziata con la stagione precedente.
Si prediligono toni pastello ma crepuscolari, cercando di raccontare un mondo di mezza stagione, primaverile, che arriva all'estate.
Così, il rosa e il celestino diventano quasi sempre un violetto e blu smorzati dal calore dei lampioni, dalla trasparenza di cristalli e dalle luci soffuse, e il mondo notturno si divide tra quello placido della città e quello oscuro del nemico, pensato fosse un night club di tendenza.







IL MONDO
Analizzando la serie, appare chiaro l'intento della produzione: far propria solo qualche idea di base del manga, per seguire una traccia meno complessa delle precedenti puntate.
Ikuhara e il suo staff eseguono, ma non possono fare a meno di (provare a) inserire elementi particolari (siano essi grafici, narrativi o semplici soluzioni visuali).
Il Giappone quotidiano viene miscelato con suggestioni fiabesche/europee (anche se l'apice, in tal senso, lo si avrà col film successivo); parchi e boschetti vengono avvolti da un sentore onirico-favolistico. Le storie di puntata hanno spesso come elemento quello dei sentimenti o delle propensioni individuali (artistiche, lavorative...).






Il mondo di Elios/Pegasus ha in sé antiche ed esotiche influenze ellenistiche.





Impossibile non citare la base dei nemici, molto diversa dall'originale nel manga (qui si sceglie un tendone di circo colorato ma un po' tenebroso, a cui terrestri nemmeno sembrano badare troppo), con elementi molto weird.





Da segnalare il luogo di ritrovo dei primi tre scagnozzi, un bar alla moda con insegna al neon.







I NEMICI
Questa volta le guerriere devono affrontare il Dead Moon Circus: sfruttando l'idea degli specchi, del dualismo sogno/incubo - realtà/illusione e del lato oscuro (della Luna, e non solo), ne esce fuori un gruppo di villains molto caratteristici.
La regina Nehellenia, che apparirà solo nelle battute finali, ha una storia complessa che sarà sviluppata anche nella quinta stagione; Zirconia e il fido Zircon guidano il circo inviando di volta in volta gli emissari: prima il Trio Amazzonico (Occhio di Tigre, Occhio di Pesce, Occhio di Falco), poi il Quartetto Amazzonico (guerriere infantili col sogno dell'eterna fanciullezza).
La loro presenza, nella seconda parte della storia, apre a nuove tematiche coinvolgendo personaggi più giovani.
I lemures, mostri di puntata, sono in realtà gli stessi circensi che popolano il tendone.





Proprio con i nemici, Sailor Moon SuperS introduce delle tematiche importanti: il Trio Amazzonico ha una storia triste e senza speranza, dove tutti e tre i membri del gruppo tentano approcci spesso in modo sbagliato, ma altre volte illudendosi (per delle incomprensioni) di poter essere ricambiati.
La loro reazione è quindi proporzionale alla delusione provata: amando in modo non corretto, sono rifiutati costantemente e quindi eternamente insoddisfatti.
Il Quartetto Amazzonico esprime invece l'infantile approccio alla vita e alle emozioni: peccato che la trama delle quattro ragazzine termini qui, non esprimendo il loro potenziale (nel manga, si scopre che in realtà sono le guerriere Sailor che in futuro affiancheranno Chibiusa).







MUSICHE
La colonna sonora, sempre a opera del maestro Arisawa, è anche in questo caso ricercatissima: influenze da Erik Satie, musiche etno-balcaniche con tocchi gitani e un brano finale amatissimo dai fan.
Il pezzo Dead Moon Circus (che propongo come sottofondo di una scena dove vengono presentati i nemici) si sposa alla perfezione con le atmosfere particolari della sequenza.



              



IN ITALIA

La programmazione italiana di Sailor Moon SuperS (reintitolato Sailor Moon e il mistero dei sogni) è particolare: programmato dal settembre 1996 su quel Game Boat che ormai costituiva la fascia oraria di punta per un prodotto così seguito (vedi QUI), subì due tipi di alterazioni nelle puntate.
La prima, al fine di garantire una durata maggiore di ogni episodio (non più con l'aggiunta di fantomatici flashback dalle stagioni precedenti, ma integrando senza alcun nesso logico alcune parti "quotidiane" della prima saga della seconda serie, oppure ripetendo le presentazioni dei nemici o delle guerriere), la seconda -per un probabile errore- stravolgendo l'ordine di alcune puntate.
La sigla, cantata da Cristina D'Avena, è nota per avere dei richiami a un brano della Nannini.



              



La serie conobbe un certo successo (il primo episodio venne replicato, su richiesta dei telespettatori, già il giorno seguente!), ma si ricorda pure per lo stravolgimento operato su un personaggio.
Occhi di Pesce è infatti un travestito dalle chiare tendenze omosessuali (attacca solo ragazzi maschi, di cui finisce sempre per innamorarsi): nell'edizione italiana è stato fatto passare per donna, vedendosi eliminata però una scena in cui si vede a torso nudo.






Sailor Moon SuperS ha anche conosciuto tutta una nuova serie di merchandising, con un rilancio del brand tra bambole e gadget.
La Merlin ne propose anche un album di figurine.






CONCLUDENDO

Una serie più quotidiana e divertente rispetto alla precedente, che merita una seconda chance: tenendo fede al tema onirico, gioca con specchi e riflessi, accettazione di sé, elementi sicuramente sottotraccia e più inconsci.
Il pubblico forse attendeva l'entrata in scena di Uranus e Neptune (a cui è dedicata in realtà una delle puntate speciali della serie, che toglie momentaneamente di torno le due guerriere), ma oggi possiamo provare a goderci questo spaccato anni '90, dove per l'ultima volta si racconta la vita di tutti i personaggi senza troppi stravolgimenti.
Un mondo ancora "pastel", leggero, come le storie delle maghette del decennio precedente, ma che esplode in episodi finali ricchi di dramma e azione.






Un finale che poi si ricollega alla quinta e ultima stagione, ma con in mezzo un film: questi elementi costituiscono ancora la "scia" di Sailor Moon SuperS, in una contaminazione molto decisa che in parte vuole virare su altro tenore, in parte vuol provare a riconnettersi col manga.


PROSSIMAMENTE: SAILOR MOON SS THE MOVIE E SAILOR MOON STARS!

9 commenti:

  1. Ricordo che mi era piaciuto essenzialmente per il design dei nemici, soprattutto per quanto riguarda quelle che, nel manga, sarebbero diventate appunto le guerriere Sailor di Chibiusa. Per il resto, ammetto di ricordarlo poco, non era una delle mie serie preferite, non avendo mai amato particolarmente la mocciosetta dai capelli rosa.

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    1. Qui diciamo che Chibiusa è meno frignona rispetto alla seconda stagione, e l'idea di abbassare l'età non è manco male, ma forse si apprezza dopo (come sagacemente osservato da Dario Rotelli su Facebook, stamattina).
      La quarta stagione è apprezzabile quasi a sé, se non si tiene conto del resto. Godibile e divertente, inoltre davvero quotidiana per l'ultima volta... 👍🤓

      Moz-

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  2. bel blog, sei la versione simpatica/educata del blog del Dottor Manhattan(mai piaciuto quel aggressivo/passivo con una punta di vittimismo)

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    1. Oppure lui è la mia versione cattiva, essendo nato prima il mio blog 😂
      A parte gli scherzi, grazie per il complimento implicito anche se non mi piace che si facciano paragoni o si parli (male) di altri "colleghi" 👍

      Moz-

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  3. Da lodare la bellissima grafica e alcuni emozionanti momenti...

    La sigla di Cristina D'Avena bellissima...

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    1. Penso che con la quarta serie si raggiunga l'apice della grafica di Sailor Moon.
      Io avrei gestito la storia solo un po' diversamente (avrei fatto tornare, a un certo punto, le Outer senshi; avrei tenuto il Quartetto Amazzonico come future guerriere...) ma a vederla oggi, SM SuperS è carina.

      Moz-

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    2. L'approccio nipponico, anche con prodotti smaccatamente commerciali (privi, cioè, di qualsivoglia minima velleità autorale/artistica) è sempre stato diverso.
      Loro ci mettono comunque arte, nel linguaggio stesso. Regia, inquadrature, soluzioni di messa in scena... tutto è diverso; i sentimenti sono sottolineati anche da elementi inconsci, l'azione valorizzata, i pensieri anche... è proprio un altro modo di concepire la cosa.
      Non per niente, con l'arrivo di Goldrake ci fu questa presa di coscienza da parte del pubblico italiano, che vide tutt'altro tipo di cartoon.
      Non è un caso se, al di là di qualche felice eccezione (Batman, DuckTales...)i cartoon più amati e visti in Italia sono giapponesi, no?

      Moz-

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  4. In effetti fu sorprendente vedere che le tre nuove saiolr non ci fossero, dal momento che erano entrate a far parte della storia. Non si capisce perché non vengano introdotte anche nella quarta serie. Tuttavia rimane un bel lavoro, con tratti fiabeschi e magici. Credo che fossero proprio questi elementi a tenere viva l'attenzione, visto che è poco intrigante la serie in sé.

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    1. Forse avrebbero catturato troppo l'attenzione prendendosi la scena... Anche se ammetto che io le avrei fatte tornare sul finale... 🤓💓

      Moz-

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