[ANIME] Sailor Moon S e il cristallo del cuore: la retrospettiva




Opera seminale per l'animazione giapponese, la terza serie di Sailor Moon è molto più che una semplice prosecuzione delle storie viste nella prima stagione (QUI la retrospettiva) e nella seconda (QUI la retrospettiva).
Sailor Moon Super, o più facilmente Sailor Moon S, segna una netta demarcazione nell'ambiente degli anime, commerciali e non, divenendo uno dei simboli di un nuovo modello narrativo, esploso proprio negli anni Novanta.
È il 19 marzo 1994 quando sulla televisione nipponica arriva il primo episodio di questa piccola grande rivoluzione.


Sailor Moon S è una serie che finalmente può andare più in profondità, percorrendo un doppio binario: se da un lato continuano le trame solite, dall'altro si preferisce un sottotesto più adulto che conferisce un taglio inedito alla storia, capace ora di catturare definitivamente un pubblico trasversale.
Anche in Italia questo titolo sarà centrale nella lunga storia degli anime nel nostro Paese (QUI tutta la ricostuzione), divenendo la stagione più amata tra le cinque prodotte.







APOCALISSE
Al centro delle nuove avventure c'è la fine del mondo: a ridosso del nuovo millennio, si riaccese l'interesse per l'apocalisse di tipo biblico, e tale questione (unita a riferimenti new age e folkloristici, riscopri QUI il simbolismo presente nella serie) si riflette anche in Sailor Moon.
Non solo: se il precedente arco narrativo quasi tirava il sasso per nascondere la mano su fenomeni di tipo paranormale, ora ogni freno viene tolto e Sailor Moon S ci parla chiaramente di elementi sacri, spirituali, misterici e soprattutto esoterici.






LA STORIA

Il nuovo nemico è a caccia dei tre Talismani Sacri celati nel cuore puro di altrettanti terrestri.
Unendoli, i Talismani faranno apparire il Sacro Graal, calice leggendario che solo il messia può impugnare, per portare il mondo verso la distruzione o la salvezza.



il messia della salvezza e quello della distruzione



Per le guerriere Sailor le cose si complicano quando appaiono due nuove combattenti, Uranus e Neptune: anche loro sono alla ricerca dei tre Talismani, e non hanno alcuna remora riguardo il destino delle vittime a cui viene sottratto il cristallo del cuore puro.
Tra power-up, insidie e inquietanti nemici alieni, le protagoniste avranno a che fare anche con Sailor Saturn, guerriera che non dovrebbe mai essere risvegliata.




Uranus e Neptune



PRODUZIONE
Kunihiko Ikuhara ha ormai le redini della serie: e proprio con Sailor Moon S esprime tutto il suo estro registico tra follie e stranezze.
All'interno della trama c'è tutto ciò che lui stesso ama, e che in misura ancora maggiore riverserà tre anni dopo nella sua prima opera originale (La Rivoluzione di Utena, QUI una retrospettiva completa): un certo simbolismo ermetico e esoterico; intriganti sottotesti omosessuali (già introdotti nel precedente film, da lui diretto: QUI una recensione); il personaggio di Rei che tanto gli sta a cuore e tante trame riguardanti croci e delizie quotidiane dell'adolescenza.







DUE "ANIME"
La particolarità di Sailor Moon S è anche il suo inusuale schema narrativo: è una serie che ha due anime distinte, che percorrono un'unica storia ma con due approcci diversi.
La prima parte, più lunga (22 episodi su 38), è quella della caccia ai Talismani, e si conclude con l'apparizione della Coppa Lunare, il calice leggendario; la seconda parte inizia in modo similare, con una nuova trama di base e il "mostro di puntata" (i cuori puri ora vengono sottratti per alimentare il messia malvagio) ma presto si fa frenetica abbandonando del tutto la ripetitività episodica, e garantendo puntate finali dalla forte continuity.






Altra particolarità di questa stagione è l'avere ben due episodi che vanno oltre la sconfitta del nemico, e che rappresentano due ulteriori finali per sistemare certe questioni lasciate in sospeso.







L'ESTETICA
Più che per ogni altra stagione, l'estetica in Sailor Moon S meriterebbe un articolo a sé.
Lo sforzo e la genialità delle maestranze coinvolte nel progetto hanno garantito un lavoro davvero incisivo in tal senso, donandoci ambienti particolari differenziati a seconda delle situazioni.
Se il mondo quotidiano ha spesso tonalità pastello e vaporwave che ne sottolineano la luce mattutina, pomeridiana o crepuscolare, i laboratori nemici sfoggiano sfumati colori acidi (verde, viola, blu, fucsia).



l'inquietante dr. Tomoe e Kaori, due dei principali nemici



Distanti, spaziali e cupe sono le puntate finali, ambientate perlopiù negli ambienti dell'Istituto Mugen.
Non si può non citare la cameretta di Hotaru, un mondo a sé, elengate e vintage, cristallizzato nel suo mobilio vecchio stile e nella penombra creata dalla fioca luce delle fragili lampade.






IL MONDO
L'adolescenza è al centro del racconto: i personaggi principali arriveranno tutti a un punto di svolta, messi di fronte al bivio della crescita (spesso specchiandosi proprio con le amiche/nemiche Uranus e Neptune): sport, passioni, impegno, nuovi hobby e malinconie.
Non mancano cose di ogni giorno, soprattutto leggere, come da tradizione.
Il mondo di Sailor Moon S aggiunge, alla quotidianità della sala giochi e del cocktail bar, nuove ambientazioni (legate ai nuovi personaggi) che possono essere urbane o sofisticate.
Prevale una ambientazione primaverile, perlopiù diurna, in aperto contrasto con l'oscurità del nemico.
D'impatto è la Cattedrale Marina, un luogo ispirato alla Sagrada Familia di Gaudì.







L'universo degli antagonisti è creato mixando tecnologia e magia, religione e scienza: elementi che si fondono alla perfezione.
I mostri di puntata (i daimon) sono bizzarri e assurdi (nel puro stile Ikurara); puntano su uno strambo erotismo quando sottraggono i cuori puri, muoiono grindando "lovely!" e prendono vita da oggetti di ogni giorno.







I PERSONAGGI

Oltre alla conferma dei protagonisti storici, Sailor Moon S riporta sulle scene sia Chibiusa (non più bimbetta petulante ma improvvisata guerriera in fase di apprendistato: Sailor ChibiMoon) sia Sailor Pluto (promossa a personaggio fisso dalla seconda parte della serie in poi).
La vera novità è però l'introduzione di tre nuove guerriere: Uranus, Neptune e Saturn.
Le prime due prendono immediatamente il centro della scena, ottenendo ampio minutaggio tutto per loro in ogni episodio (rendendosi protagoniste delle situazioni più drammatiche); Saturn invece appare sul finale, ma la sua storia copre tutta la seconda metà della serie: la vita di Hotaru è infatti affrontata nel dettaglio, tra luci (poche) e ombre (tante), facendone un personaggio riuscitissimo e non banale.







I nemici sono particolarmente azzeccati.
I Death Busters sono invasori di un sistema stellare alieno: particolare è anche la loro gerarchia, grazie alla drammatica storia della famiglia Tomoe, coinvolta direttamente nella questione.
Le 5 Streghe, un Magus, uno scienziato, esseri cabalistici; un istituto scolastico come base operativa e strani laboratori sono gli elementi vincenti di questo gruppo.



Kaolinite, Eudial, Mimete, Tomoe, Tellu, Viluy, Cyprine e Petirol



STILE (E HIDEAKI ANNO)

Le nuove trasformazioni di Sailor Moon si fanno registicamente più innovative e complesse, ma sono i nuovi attacchi della protagonista ad avere animazioni debordanti (e piacevolmente deliranti!).






Il surrealismo di Ikuhara irrompe con trovate sempre più grottesche (i nemici che giocano a Twister, la station-wagon di Eudial che sbuca fuori dai posti più impensabili, Mimete che appare uscendo dalle porte più disparate...) e mezzi assurdi (gli altoparlanti usati per comunicare...).
Lo staff è composto da Ikuko Itoh al character design, Shinya Hasegawa alle animazioni (sarà con Ikuhara in Utena) e Yoji Enokido alla sceneggiatura (lavorerà in Utena e Evangelion).
Proprio alcune scene e un personaggio di Neon Genesis Evangelion saranno ispirati da Sailor Moon S, di cui il regista è un grande fan (oltre che essere amico di Ikuhara).
In pochi sanno che Hideaki Anno è autore non accreditato delle sequenze di trasformazione di Uranus e Neptune:


           



MUSICHE
Il compositore storico, lasciatosi travolgere da questa new wave di idee che Sailor Moon S rappresenta, si scatena e ci regala una colonna sonora ancora più bella delle precedenti.
Il maestro Arisawa omaggia gruppi come King Crimson e Weather Report con ritmi oscuri e incalzanti, piacevoli e toccanti.
La sigla d'apertura guadagna nuove immagini evocative:


           



IN ITALIA

Per Sailor Moon S, che da noi diventa Sailor Moon e il cristallo del cuore, la Mediaset confeziona appositamente un nuovo programma, il contenitore di cartoons e giochi Game Boat (vedi QUI).
Gli anime tornano così prepotentemente nella fascia preserale delle reti del Biscione, e Sailor Moon guadagna così un nuovo slot che sarà mantenuto fino alla fine della quinta serie.
L'adattamento italiano di Sailor Moon S può essere diviso in due momenti distinti: le prime puntate utilizzano una termonologia più cruda e diretta (si parla di Messia e Graal), poi si fa repentina marcia indietro e i riferimenti religiosi vengono ammorbiditi (Suprema Essenza, Coppa Lunare).
Particolare è il trattamento per la coppia Uranus/Neptune: una relazione saffica censurata solo a tratti (come ho spiegato approfonditamente QUI).







La sigla italiana
, cantata da Cristina D'Avena, contiene un chiaro omaggio a La isla bonita di Madonna, tuttavia le sonorità non replicano quelle spagnoleggianti armonie preferendo un approccio più urban:



           



CONCLUDENDO

Sailor Moon S gioca sull'ambiguità di luci e ombre, su sacrifici possibili e quelli inevitabili.
Una storia di rottura, sull'adolescenza che arriva e sui cuori puri e le aspirazioni di tutti.
Il nemico non è scontato, ma la salvezza è sempre possibile tra compromessi e impegno.
Il messaggio finale è comunque positivo: nuove vite sono sempre possibili, anche dopo ogni distruzione.
La figura di Hotaru diventa archetipo e cliché per tanti personaggi che verranno, e tutta la serie sarà presa a modello per la nuova animazione giapponese che si apre in quegli anni Novanta finalmente vitali.

13 commenti:

  1. Di sicuro questa è la stagione che più mi è rimasta nel cuore (ahah!) a partire dalla bellissima sigla italiana!

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    1. Assolutamente! La serie più bella, intrigante e particolare, si vede che è opera di un regista geniale e di uno staff ispirato 💪
      Nonostante sia sempre Sailor Moon, con quel che ne consegue, è una pietra miliare dell'animazione giapponese e un'opera seminale per la stessa! 🤩👍

      Moz-

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  2. Ho scoerto Sailor Moon proprio grazie a questa serie per insistenza di una mia amica alle medie. Ho cominciato a guardarla così, giusto per darle un contentino e ne sono rimasto folgorato proprio per la maturità a tratti della trama...il sacrificio e il peraonaggio di Ottavia/Despota9. Sinceramente se abessi cominciato a seguire l'anime dalla prima serie non so se mi avrebbe preso così,.ma tant'è che poi ho recuperato tutto
    P.s. la scena con Usagi che ritorna portando in braccio l'infante (messa anche da te nell'articolo) è qualcosa di super: lo sguardo di lei è perfetto, un mix tra maturità e misticismo velato da tristezza mi ha sempre colpito quella scena.

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    1. Ciao! :)
      Sostanzialmente posso dire che anche io ho cominciato a interessarmi DAVVERO a Sailor Moon proprio con questa serie: prima mi piaceva ma non da farci follie.
      Invece, dopo aver visto i primi episodi (la sera, su Rete 4) de Il cristallo del cuore, rimasi folgorato dalle animazioni, dalla regia e dalle sue trovate bizzarre (Ikuhara non per nulla è detto il David Lynch giapponese).
      Ovviamente la storia mi stese: ero appassionatissimo di misteri, misticismo e cose analoghe; ovunque non si parlava che di apocalisse (il 2000 era dietro l'angolo).
      Una serie matura e profonda, incredibilmente d'autore.
      Sulla scena che citi: i miei amici di scuola immaginavano (la sequenza si vedeva anche nella sigla italiana) che Usagi portasse in braccio suo figlio avuto con Mamoru XD

      Moz-

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    2. Ahahha fantastico. In effetti dava l'impressione potesse essere il figlio di Bunny

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    3. Esatto, penso che avessero immaginato una scena nell'immediato futuro... 👶🤰

      Moz-

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  3. Grazie mille!
    Sailor Moon S per me è stata un'epifania. È tra le mie serie anime preferite in assoluto... poi considera che io amo il suo regista, che qui è stato capace di mettere cose adulte e particolari in un prodotto commercialissimo e... per bambine, portandolo a essere un prodotto d'autore e per tutti, senza distinzione di sesso!
    Le 5 Streghe ottimi avversari, spesso stronzissime tra di loro (come hai dimostrato)^^

    Moz-

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  4. Che nell’artificio Miki. Tra tutte, questa è la serie di Sailor Moon che più mi è rimasta dentro. Bella la storia e meraviglioso il personaggio di Hotaru. Misteriosa e capace di emozionare come pochi. Il suo rapporto con la piccola Chibiusa è da brividi!
    Stupenda anulare sigla in Italiano! ♥️

    Benedetta

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    1. Ciao Benedetta! Mi trovi assolutamente d'accordo! Hotaru è un personaggio molto particolare, un genere ben preciso che noi occidentali riusciamo anche a comprendere poco... pensa tu!
      Anche per me la serie più bella tra tutti👍🤓

      Moz-

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  5. Sicuramente la serie più bella e quella che ricordo meglio. Bellissima anche l'dea che i cristalli del cuore siano propio in Sailor Uranus e Sailor Naptune. Molto commovente quell'episodio. Sai che pensavo che ci fossero state maggiori censure riguardo al rapporto saffico di Heles e Milena? E invece anche in Giappone si gioca tutta sull'ambiguità la loro relazione, anche se a volte direi che è cristallina, lascia davvero poco spazio all'intuito.

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    1. Esatto, e spesso sono loro stesse a negare il rapporto, un po' per gioco un po' perché sono "oltre" queste cose.
      Bello anche quando Heles ci prova costantemente con Bunny 😂💪

      Moz-

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  6. Si, vero … sono simpatiche quelle scene.

    Comunque avevo scritto male “proprio” nel commento precedente.

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    1. Ah, no prob... le lettere a volte scappano via ;)

      Moz-

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