[ANIME] Utena: rivoluzione/rivelazione adolescenziale (la retrospettiva)



Una rosa come simbolo. Una ragazza spadaccina che veste da uomo all'alba di una Rivoluzione. Un forte modello lesbo-femminista.
Le similitudini con il celeberrimo Lady Oscar sono però solo apparenti, e finiscono qui.
Shojo Kakumei Utena - Utena la fillette révolutionnaire (da noi La rivoluzione di Utena) è un'opera complessa e visionaria, ricca di significati esoterici e di suggestioni artistiche.
Uno dei primi progetti multimediali dell'animazione, Utena riunisce una serie televisiva, due manga, un film animato, un videogioco e un musical; spiriti che si intrecciano in un'affascinante e criptica storia adolescenziale, tra strane strutture e misteriosi duelli a fil di lama...



Shojo Kakumei Utena nasce nel 1997, per volere di un collettivo di artisti chiamati Be-Papas: essere padri, letteralmente; genitori di opere, creatori di Utena e il suo mondo.
Fondatore del gruppo Be-Papas è il regista Kunihiko Ikuhara, che nel 1996 termina la sua collaborazione con la Toei Animation.
Assieme a lui Yuichiro Oguro, lo sceneggiatore Yoji Enokido, il disegnatore Shin'ya Hasegawa e la mangaka Chiho Saito.
Per una guida completa all'opera, ai personaggi e ai prodotti del progetto, rimando a questo post QUI.





IN PRINCIPIO ERA SAILOR MOON
Kunihiko Ikuhara è stato il regista di Sailor Moon, sul quale lavorò per oltre tre anni.
Se nella prima serie (QUI una retrospettiva) aveva affiancato il primo direttore, dal secondo arco narrativo della seconda (QUI) ne prese il posto, restando alla regia fino alla quarta Sailor Moon SuperS ma soprattutto dirigendo (con l'estro a briglia sciolta) l'acclamata terza stagione: QUI un'analisi completa.
Non è un caso che la stessa Utena avrà in sé echi provenienti proprio da quella serie, ricca di esoterismo religioso e riferimenti alle apocalissi, nonché di una regia spesso declinata al burlesco e al grottesco.


Ikuhara, detto Ikuni, coi suoi personaggi



IL CONFINE DEL MONDO
Ikuhara, durante la direzione di Sailor Moon, aveva lavorato con Hasegawa e Enokido, che poterà con sé nel gruppo Be-Papas quando, stanco delle limitazioni imposte dalla Toei, abbandona la guerriera della Luna, attraverso cui sente di non poter esprimere al massimo i propri vezzi artistici.
Casus belli fu l'idea per il terzo film di Sailor Moon, che Ikuhara avrebbe voluto incentrato su Sailor Uranus e Sailor Neptune: quest'ultima sarebbe caduta in un profondo sonno al Confine del Mondo, e la compagna avrebbe dovuto rubare i Talismani alle altre guerriere per destare l'amata.
Una sorta di fiaba avanguardista con due protagoniste femminili e un concetto (il Confine del Mondo) che ritroveremo poi proprio in Utena.


Sailor Neptune e Sailor Uranus


Che inizialmente, però, era ancora qualcosa di diverso rispetto al risultato finale: una ragazza spadaccina in lotta, col Team Eleganza, contro questo fantomatico Confine del Mondo e i suoi emissari: Pazolini, Lady Dune, Jeanne, e il misterioso Silver Mask.
Di quel progetto preliminare restano solo degli sketch di Chiho Saito.



il Team Eleganza



EVOLUZIONE/RIVOLUZIONE
Il primo a vivere una rivoluzione è stato proprio il progetto di Utena: le cose evolvono e i Be-Papas pensano a un'opera multimediale, in certi casi anche crossmediale.
Shojo Kakumei Utena infatti non è solo una serie televisiva in 39 episodi, ma anche un manga che corre in parallelo (raccontando un inizio e un risvolto finale diversi), un videogioco per Sega Saturn che si svolge nelle pieghe della serie, un musical teatrale, un film d'animazione e il volume a fumetti a questo correlato.
Un'esperienza avvolgente, sebbene il fulcro di tutto resti la serie TV, a cui eventualmente aggiungere il lungometraggio (fruibile come opera a sé ma anche legato a quest'ultima).







LA RAGAZZINA RIVOLUZIONARIA
La vicenda imbastita da Ikuhara (definito il David Lynch nipponico, e che col regista del Montana sogna di collaborare...) giunge per rompere gli schemi.
La storia è quella dell'orfana Utena Tenjo, che da bambina incontrò un principe e da questo ricevette un particolare anello; approdata anni dopo all'Accademia Ohtori, scopre che quello stesso anello è indossato dai membri del consiglio studentesco: ragazzi che hanno la strana abitudine di sfidarsi a duello in un'arena misteriosa, il tutto per vincere la Sposa della Rosa.
Quest'ultima è un'altra liceale, Anthy Himemiya, che diventa la "fidanzata" del vincitore del duello, chiunque esso sia.
Il motivo dietro questo strano "gioco" è che la Sposa cela dentro di sé il potere di Dios, capace di portare alla Rivoluzione del Mondo.






ALLEGORIE E MOVIMENTI
Fin da subito appare chiaro che La rivoluzione di Utena è un'opera che va interpretata, in qualche maniera.
Quello che succede nella trama -una favola postmoderna che ridefinisce i ruoli dei personaggi- è da intendersi soprattutto in modo allegorico e simbolico, se non addirittura metaforico.
Trovarsi di fronte a una serie di questo tipo potrebbe spiazzare lo spettatore, ma in quel 1997 post-Evangelion i tempi erano maturi e il percorso era già stato tracciato proprio dagli Angeli e dalla Sailor Moon di Ikuhara (amico fraterno di Hideaki Anno, ça va sans dire...).







GNOSTICISMO
I concetti esoterico-religiosi presenti in Utena sono da ricercarsi nella corrente dello gnosticismo, se non addirittura nel rosacrocianesimo stesso (non è un caso che i Be-Papas, anni dopo, realizzeranno il manga World of the S & M, una storia dalle forti influenze rosacrociane).
I Rosa-Croce sono un ordine segreto di tipo mistico-cabalistico-cristiano, nato forse come scherzo ma diventato un reale movimento esoterico volto alla perfezione morale e spirituale.
Rose e croci, simboli ovviamente presenti in larga parte in Shojo Kakumei Utena, che nella sua mitologia sembra rifarsi proprio al concetto gnostico del ritorno a essere parte di Dio, oltre che a quelli di un Messia, di un Demiurgo, di Sophia e di Lucifero come portatore di Luce ma anche essere corrotto.
Ikuhara non era nuovo a queste cose, come detto, avendo lavorato a Sailor Moon che faceva largo uso di riferimenti esoterici anche cristiani (vedi QUI), specie nella terza serie, quella dove il regista aveva espresso al massimo anche la sua estetica visionaria e le sue trovate bizzarre.


l'alchimista, seguendo il fiume ermetico, giunge al Giardino delle Rose del Filosofo (incisione dall'Atalanta fugiens); in Utena ritroviamo lo stesso concetto.



TUTTO È BIZZARRO,TUTTO È SIMBOLICO
In Utena tutto è strano, o può apparire tale.
Una splendida colonna sonora (opera dell'anglo-giapponese J.A. Seazer) tra classica e metal, ricca di strambi cori che citando miti e fatti storici, "descrivono" il duello in corso nell'arena; situazioni particolari, trovate stravaganti, elementi che possono sembrare assurdi.
Esasperando quel che già gli spettatori avevano visto in Sailor Moon S (auto che sbucavano dai posti più impensabili, nemici che progettavano i loro piani mentre giocavano a Twister, personaggi che comunicavano attraverso altoparlanti...), Ikuhara crea una sorta di sua eroina che si spinge oltre il consentito dai canoni televisivi dell'epoca.
Già nella sigla, la trascinante Rinbu - Revolution, troviamo chiavi di lettura interessanti (e riferimenti freudiano-sessuali):



           


PIÙ IN FONDO, CERCA PIÙ IN FONDO...
L'anime di Utena si divide in quattro archi narrativi, quattro saghe tutte collegate tra loro che descrivono inizio, svolgimento e fine della storia.
Il manga segue solo in parte queste vicende, spesso con dettagli differenti e minor complessità generale; regala però un primo capitolo, del tutto assente nella serie, che ci mostra come Utena viva prima di approdare all'Accademia Ohtori.
L'opera disegnata dalla Saito non può però permettersi la visionarietà concessa all'animazione; Ikuhara sfrutta invece tutto il potenziale che può offrire una serie animata per intraprendere un discorso carico di sperimentalismi artistici e narrativi.







Il primo arco narrativo (La saga del consiglio studentesco, ep. 1-13) introduce Utena e i membri del consiglio, le loro ambizioni e le loro aspirazioni: Touga, un suadente principe imperfetto; Saionji, incline a una tossica gelosia; Juri, dilaniata dalla dipendenza da un amore impossibile; Miki, così tanto imprigionato in un idilliaco passato da cercarlo in nuove persone; Nanami, immatura sorella di Touga a lui legata da un sentimento morboso.
Il secondo arco narrativo (La saga della rosa nera, ep. 14-24) compie un passo in avanti, tra introspezioni e psicanalisi: il seminario Mikage, l'ascensore che sprofonda facendo regredire le vittime fino al nucleo dei sentimenti più oscuri e profondi, il padiglione con la sua estetica romantica.




Questa è la parte che potrebbe ricordare lo schema Sailor Moon S, dove l'esito due duelli è scontato (esattamente come le battaglie contro il "mostro di puntata") ma serve a raccontare i protagonisti e gli altri personaggi secondari di cui Utena è costellato.
Ikuhara gioca col simbolismo (fallico e sessuale, specialmente) ripercorrendo quello che pure aveva già messo in scena -più tra le righe- in passato; spade da estrarre, amplessi mascherati, intima sacralità, rapporti ambigui.
Utena è sicuramente un'opera che contiene tematiche omoerotiche, divenuta una dei simboli dei cartoon che presentano questi risvolti (vedi QUI).
L'anello nero si rompe come il guscio dell'embrione di un daimon sconfitto, mentre situazioni e sequenze in tutta l'opera si ripetono ossessive: la vestizione di Utena, la sua ascesa lungo la scala-spirale (Spira mirabilis), il "colpo finale" col quale spesso vince i duelli... provengono tutti dalla serialità animata nipponica e dalla tipica reiterazione di alcune scene.






Il terzo arco narrativo (La saga di Akio Ohtori, ep. 25-33) prosegue in modo ancora più deciso lungo questa pista: freudianamente, un bolide rosso fuoco lanciato nella notte è come un piacere sessuale - e non mancano altri riferimenti quasi espliciti.
I duelli riprendono e i duellisti hanno nuovi motivi per sfidare Utena, trovando ognuno la strada da seguire di qui in avanti.
Il quarto arco è la breve Saga dell'Apocalisse (ep. 34-39): qui viene narrata la verità sul Confine del Mondo, sulla Sposa della Rosa, sul principe e tutta la storia che ha interessato Utena: i personaggi assumono i loro ruoli definitivi e la Rivoluzione tanto bramata mette la parola fine a una storia particolare e intensa.
Vi sono di tanto in tanto episodi assurdi, votati alla commedia più sfrenata (grottesca e sopra le righe): sebbene scelgano di deviare dalle trame principali e drammatiche, hanno anche questi un preciso senso nella mitologia dell'anime.
Le puntate riassuntive -un classico della serialità animata, e in Utena sono tre- trovano qui nuovi e intriganti modi per essere portate in scena, divenendo parte integrante del racconto.





NUMERI E PIANETI
I duelli sono ogni volta sette, come i cieli in cui secondo le dottrine gnostiche è racchiusa Sophia (la sapienza); per liberarla e ricongiungere l'uomo a Dio, è necessario scontrarsi coi guardiani di questi cieli (Luna, Marte, Venere, Mercurio, Giove, Urano, Nettuno), e a farlo deve essere un messia illuminato.
I duellisti principali di Utena sono infatti associabili ai pianeti, almeno nella visione "emozionale" e "cromatica": Touga è impetuoso e guerrigliero, rosso come Marte; Miki è intelligente e dominato dalla ragione, azzurro come Mercurio, e così via.
Caratteri, colori e pianeti: ma non per forza amici della protagonista come furono le guerriere Sailor con Usagi.
Qui non si segue uno schema bene/male assoluto, perché tutti perseguono un proprio scopo, a volte anche egoistico ma profondamente umano.




MI CHIEDO, MI CHIEDO...
La rivoluzione di Utena è un'opera anche molto teatrale, sia nella sua drammaticità spesso volutamente impostata/romanzata, sia nella meta-narrazione.
Veri e propri intermezzi con giochi d'ombre, recitati da tre ragazze attrici, giungono a sottolineare in modo grottesco un importante aspetto presente in ogni episodio.




QUELLI TRA PALCO E REALTÀ
E come in un teatro, anche Utena ha il suo palcoscenico.
Che è il mondo chiuso dell'Accademia Ohtori, il guscio adolescenziale di un'età rabbiosa e imperfetta, ma potenzialmente rivoluzionaria.
Un'estetica neoclassica, dove trovare inserti di Art Nouveau e Art decò sapientemente mixati con ossessive attenzioni a oggetti contemporanei (registratori, microfoni, telefax, cocktails, computer, ascensori di ogni tipo...).
Un loop temporale, un mood eterno, un'illusione vuota basata su un mito d'infanzia.
Ma il castello può crollare, e le illusioni possono lasciare spazio a nuove realtà e nuove prospettive.
C'è chi resta nel suo mondo e chi quel mondo vuole rivoluzionarlo.





...TU LO SAI COSA MI CHIEDO?
Per comprendere pienamente La rivoluzione di Utena potrebbe essere utile conoscere il suo creatore, nonché il percorso che porta alla storia della spadaccina rivoluzionaria.
Come per Lynch, prima di addentrarsi nel mondo di Twin Peaks (QUI) ci si può approcciare a Blue Velvet, per poi lanciarsi in opere più ardite e visionarie come Mulholland Drive.
E il film di Ikuhara su Utena, uscito nel 1999, è proprio questo.




APOCALISSI ADOLESCENZIALI
Utena The Movie - Apocalisse adolescenziale è il titolo del film cinematografico che i Be-Papas portano nelle sale due anni dopo la fine della serie TV.
Una rilettura che contemporaneamente riscrive, decostruisce e si interseca con quest'ultima, costituendo uno dei pochi casi di remake che è anche una storia con una visione alternativa all'anime ma completamente sovrapponibile a questo, dove nuovi dettagli vengono alla luce e ciò che nella serie era appena citato viene qui reso esplicito.




Utena e Anthy come due facce della stessa medaglia, complementari, speculari.
La protagonista, in questa nuova incarnazione, ha adesso i capelli corti: ma sono pronti ad allungarsi quando il gioco dei duelli ricomincia (è un tornare quindi nella dimensione maggiormente vicina a quella dell'anime?).
Il film, dalle atmosfere oniriche e surreali, gioca costantemente con i dettagli, le suggestioni (anche musicali) e la mitologia della serie televisiva, divenendone una rifinitura ma anche un'alternativa possibile.





L'architettura dell'Accademia cambia: lo stile Liberty viene abbandonato, sostituito da un brutalismo futurista dove tutto è in continuo movimento (anche le lavagne nelle aule!) e solo alcuni scorci e alcuni interni restano uguali a quelli visti nei 39 episodi della serie.
Le ragazze-ombra sono cambiate, non sono più dedite al teatro ma tengono uno show radiofonico (e, pare, televisivo) che oltre a mantenere la stessa funzione degli sketch presenti nella serie, serve anche come narrazione, raccontando risvolti segreti ed eventi in diretta.





Nel film si ritrovano, sebbene in situazioni diverse, anche gli elementi dell'ascensore-confessionale presenti nel Seminario Mikage.
Utena si perde in corridoi e porte, esattamente come Cooper nella Loggia Nera e come Ikuhara farà fare anche a uno dei protagonisti del suo nuovo anime Mawaru-Penguindrum.
Utena è un'opera da ricomporre tipo puzzle, e da decifrare con delle chiavi (il film è una di queste, anche letteralmente); non tutto verrà spiegato esplicitamente e alcuni risvolti risulteranno criptici, ma allo spettatore vengono dati tutti gli elementi per ragionare e trovare un senso, anche personale.




RIVOLUZIONE/RIVELAZIONE FINALE
E quindi cos'è questa Rivoluzione, questa Apocalisse (dunque biblicamente Rivelazione)?
È esattamente un ri-velare, mostrare e coprire di nuovo con un velo (di Maya) che deve essere costantemente squarciato, per guarare oltre i confini del Mondo e uscire a cercare la propria strada, anzi tracciarne una nuova: "viandante, non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando", scriveva Antonio Machado.
Shojo Kakumei Utena ha comunque operato davvero una rivoluzione, stravolgendo gli schemi dell'animazione più classica e quelli dei racconti per ragazze, diventando altro.
Senza essere forzatamente cervellotico e oscuro, restando romantico, introspettivo, un po' trasgressivo.
Assoluto.

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8 commenti:

  1. Penso che dopo aver affibbiato infinite interpretazioni a Utena, quella che più ritengo plausibile da adulto, sia quella di una persona che cerca di salvarsi tentando il salvataggio di una borderline (Anty, la cui psicopatologia è praticamente quella lì). Poi il resto sono personaggi, Utena inclusa, che proiettano sugli altri i propri desideri, tentando disperatamante di curare le proprie nevrosi tramite le illusioni. E sì, tutto quadra, Ikuhara genio assoluto.

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    1. Sicuramente è realistica, come interpretazione: Iku ci ha costruito comunque una mitologia sopra, prendendo un po' dallo gnosticismo e un po' dalle sue visioni bizzarre.
      Ma alla fine Utena avrà salvato Anthy? E lei si sarà salvata?

      Moz-

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    2. Penso che gli elementi esoterici siano stati messi come per Eva, giusto per "far figo". Poi sì, secondo me si sono salvate.

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    3. Secondo me c'era la volontà di procedere a multilivello: anche la questione esoterica ha una sua precisa storia, se ti piace di più quella.
      Cioè, tutto si completa, diciamo... 😁👍

      Moz-

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  2. E dopo un articolo come questo, non può che scattare la visione

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    1. Ciao, benvenuta/o a bordo! :)
      Felice di averti incuriosito.
      Utena merita davvero tanto, madre/figlia/spirito con Evangelion e Sailor Moon (S, specialmente)^^

      Moz-

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  3. Gran serie, tra le altre cose il miglior lavoro fatto dallo studio d'animazione in questione.

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    1. Concordo.
      E aggiungo che anime così DAVVERO non ne hanno fatti più...

      Moz-

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