[FUMETTI] Il cuore di Thomas, la recensione (no spoiler)

 


Sembra incredibile come anche in Italia -nazione che ha avuto una grande apertura verso il fumetto giapponese, proponendone i titoli più disparati- qualcosa di fondamentale manchi ancora.
Alcuni grandi e doverosi recuperi sono per fortuna in atto da un po', e così anche manga e autori prima ignorati iniziano a vedere la luce.
È il caso di Il cuore di Thomas e la sua autrice Moto Hagio, che sembrava destinata all'oblio nonostante la sua importanza nel panorama fumettistico del Sol Levante.
J-Pop offre ora la sua produzione, proponendo la sua opera più nota e amata in un grande unico volume.


Stessa cosa era già avvenuta con Il Poema del Vento e degli Alberi della Takemiya (vedi QUI), che per anni il pubblico italiano aveva potuto apprezzare solo attraverso la grandiosa trasposizione animata.
E con Il cuore di Thomas rimaniamo proprio in quella zona di interesse: una particolare declinazione dello shojo manga, gli anni '70 e un'autrice che è parte di quel collettivo noto come Gruppo 24.
Di loro, solamente la Ryoko Ikeda di Lady Oscar aveva avuto l'onore di una pubblicazione italiana lungo le varie "ondate" di interesse editoriale verso i manga (QUI la storia del fumetto giapponese in Italia); le altre autrici erano state perlopiù ignorate anche quando alcuni loro titoli veleggiavano tra i fan con lo status di cult.
Il problema stava forse nelle tematiche, nel mercato considerato non ancora pronto (forse non tanto al tema, quanto alla messa in scena dello stesso).






Il cuore di Thomas di Moto Hagio si inserisce nel filone settantiano di fumetti per ragazze ma dalle tematiche shonen ai.
Difficile per noi anche comprendere fino in fondo il fenomeno, che è tutto nipponico e riflette una società particolare, in quell'epoca a cavallo tra tradizione e modernità (anche nel campo fumettistico).
Thomas Werner dà il titolo all'opera ma esce di scena immediatamente, nelle primissime pagine: il ragazzino si suicida lasciando una pesante eredità al protagonista della vicenda, Juli.
Da quel momento, Juli vivrà un'esistenza tormentata, lacerato dal sentirsi responsabile per la morte del compagno e un segreto che esploderà drammaticamente solo nel finale.






Gli ingredienti del caso ci sono tutti: atmosfere di metà secolo, luoghi lontani e irraggiungibili (un collegio maschile tedesco), una platea di personaggi che si strugge nel fuoco della pre-adolescenza, in contesti dove l'omosessualità platonica è (irrealmente) la norma e dove la tensione proto-sessuale è costante, ma sempre poetica.
Poetico è il manga stesso, raffinato ma crudo, tagliente, senza pietà, con influenze dichiarate dal Demian di Hermann Hesse.
I problemi per Juli, già torturato dal ricordo di una vicenda oscura, esplodono quando al collegio arriva Eric: identico a Thomas, subito amato da tutti, ma dal carattere fumantino e vittima di un irrisolto complesso di Edipo.





Juli non fa che rivedere in lui Thomas, e il fardello che costui gli ha lasciato.
La situazione si fa labirintica e la costante presenza del luciferino Oscar -compagno di stanza di Juli- contribuisce a portare all'estremo ogni situazione, in una storia dal sapore classico che tiene incollati fino all'ultima pagina.






Tra personaggi secondari e situazioni anche quotidiane, Il cuore di Thomas attira il lettore con la sua decadente poesia; ci si chiede non tanto come evolveranno i rapporti tra i protagonisti (se siete a conoscenza della materia, saprete che il lieto fine non ha rilevanza: conta la drammatizzazione interiore per arrivare a una soluzione più "luminosa", qualunque essa sia), piuttosto verso dove si vada, e come alcune situazioni possano sbrogliarsi immergendosi nella complessa psicologia dei personaggi principali.





L'opera, pubblicata nel 1974, è quasi una metafora dei sentimenti stessi delle ragazze giapponesi dell'epoca; tanto che (sebbene siamo in Germania a metà '900), come lo schiocco delle dita di un ipnotizzatore, nel finale appare un libro che presenta caratteri nipponici.
Lì finisce il sogno.
E i protagonisti potranno incamminarsi verso una nuova luce, quella -meno sognante- dell'età adulta.
Edizione italiana di pregio, mantiene le tavole a colori originali e propone tutta la vicenda in un unico volume disponibile al prezzo di 15€.


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6 commenti:

  1. Piace al pubblico femminile giapponese per l'aspetto psicologico o anche perché gli piacciono in sé i gay?
    Perché nel film dell'88 furono messe delle attrici a impersonare questi ruoli maschili?

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    1. Eccoci.
      Questo intendevo col fatto che il fenomeno in sé è particolare e non possiamo comprenderlo fino in fondo.
      In sostanza, sebbene in questo tipo di storie sono tutti ragazzi e sembra essere un racconto omosessuale, le giapponesi ci mettevano dentro se stesse. Raccontavano la loro sessualità e le loro pulsioni, in una società fortemente maschilista e pudica, traslando tutto in ambienti esotici e lontani (collegi maschili europei) epoche diverse e con personaggi maschili... 🔥👍

      Moz-

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    2. Quindi vedevano se stesse in storie d'amore e sessuali con quei ragazzi o con le ragazze?

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    3. Per loro era come fossero storie etero.

      Moz-

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  2. Ammetto di trovare la Hagio un pochino ostica. Ho letto l'opera e non mi è dispiaciuta ma non mi ha nemmeno conquistata come invece Il poema del vento e degli alberi o altri manga dai temi simili. Sono comunque contenta che la J-Pop abbia cominciato, da tempo, a portare in Italia autori importanti ma quasi sconosciuti nel nostro Paese.

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    1. Sicuramente ha un modo di raccontare molto particolare.
      Il cuore di Thomas è a tratti straniante, ma piacevole. Alla fine hai il quadro complessivo della storia e colpisce molto.
      Vero, viva la J-Pop!!**

      Moz-

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