Sono tornate in massa le riviste di informazione, specie quelle su animazione e fumetto, che vanno a sommarsi alle analoghe già esistenti e a quelle di cinema e televisione.
Le novità principali sono rappresentate sicuramente da Nippon Shock Magazine, Anime Cult e Heavy Metal, un trittico particolare ognuna con uno spirito diverso.
Ma, con questa nuova piccola invasione, le domande sono state diverse.
Dopo qualche mese di presenza nelle edicole, proviamo a tirare le somme: tra casi editoriali e cambiamenti in corso, ecco un'analisi di quello che sta succedendo.
Il quesito principale è solo uno: qual è il pubblico a cui si rivolgono queste riviste? Chi le compra davvero?
CHI ACQUISTA LE RIVISTE
L'acquirente principale è evidentemente una persona abituata all'acquisto di questo media, quindi gente di minimo 30 anni.
Si tratta dei lettori che le riviste le hanno vissute in passato, vedendole poi sparire dalle edicole a inizio anni 2000.
Gente che concepisce questo mezzo di comunicazione come un qualcosa dove trovare informazioni, al di là di internet; dove trovare opinioni e pareri, talvolta anche firme autorevoli.
Un'idea di aggregatore, di rivista come simbolo generazionale, o di una sub-cultura o "tribù" (vedi QUI).
LE NICCHIE
Heavy Metal propone la formula già testata nell'originale, tra interviste, particolari articoli di stampo sociale e fumetti d'autore; Anime Cult ha cercato subito la sua nicchia, che è sicuramente nostalgica (anche del mezzo stesso) ma non girellara, anzi.
L'idea di una enorme retrospettiva sul fenomeno anime/manga in Italia ha tracciato una linea ben precisa, ricca di dettagli inediti e risvolti di primissima mano. Una ricostruzione che mese dopo mese ricorda e rivela retroscena di un periodo che ha ovvie ripercussioni anche oggi.
Nippon Shock Magazine ha da subito voluto inserirsi nel boom attuale dei manga (soprattutto) e degli anime, ossia quell'attuale fenomeno che ha portato i fumetti giapponesi a diventare l'articolo più venduto in qualunque libreria (QUI la storia dei manga in Italia) e la fruizione di tante opere animate (soprattutto nuove) sulle piattaforme streaming, proponendo una visione molto culturale e specifica.
Ma la stessa rivista ha avuto necessità di cambiare (vedi QUI), non venendo compresa appieno: perché?
UNA BOLLA?
Le risposte possono essere molteplici, e coinvolgono vari aspetti del fenomeno.
Premesso anche che per me attuale boom dei manga è più che altro una bolla modaiola (e ritengo ci fosse molta più consapevolezza delle opere nella precedente invasione...), è innegabile che il fumetto giapponese sia tra i prodotti più venduti.
LA NUOVA GENERAZIONE E IL WEB
Ma torniamo a noi: perché parlare su rivista di opere contemporanee (anche di estremo successo) non ha funzionato?
1- le nuove opere non interessano poi così tanto, a livello di analisi e studi approfonditi.
2- i lettori più giovani sono viziati da anni di web gratuito.
3- le nuove opere non attirano i compratori di riviste.
Che ci sia un problema col web è un dato di fatto, visto che all'annuncio sia di Nippon Shock Magazine sia di Anime Cult, alcuni siti su anime/manga hanno immediatamente e aprioristicamente boicottato le iniziative, guardandole con sospetto.
Della prima hanno detto che nel 2022 (il primo numero è uscito a luglio di quell'anno) non aveva senso uscire sul mercato con una rivista, oltre che contenuti analoghi si sarebbero potuti trovare su internet e scritti anche meglio; della seconda che non è una rivista al passo coi tempi, perché parlare di "anime cult" oggi significa parlare dei titoli contemporanei.
Per inciso, l'editoriale di Anime Cult n. 4 risponde proprio a questi e altri commenti simili.
Una visione tutta italiana e miope, perché all'estero le riviste su anime e manga vengono stampate e funzionano: la gente vuole approfondimenti, retroscena, analisi e studi da leggere su carta.
Dunque, ciò forse sta a indicare che le nuove generazioni (lettori di Chainsaw Man, Tokyo Revengers, Blue Box, e spettatori di Gintama, My Hero Academia...) non acquistano riviste, non sono interessate agli approfondimenti, pensando di trovare tutto gratuitamente sul web insieme alle news.
E quindi, riviste che analizzano questi titoli difficilmente hanno presa sul pubblico, e non hanno appeal su chi invece queste riviste le acquista, e che cerca -per motivi generazionali- analisi di opere più classiche.
Anche io scrivo per il web e la domanda me la pongo: ho contribuito a "drogare" i fruitori, dando gratuitamente per anni articoli e retrospettive?
Invece credo che le cose possano coesistere, specie se su una rivista l'esclusività è data da un punto di vista "importante", che i siti e i blog non hanno.
Forse le nuove generazioni posso abituarsi a capire che è giusto leggere anche studi analitici sulle opere, come successo col numero di Robinson de La Repubblica che ha ospitato articoli (sul Giappone e sui manga) di firme importanti.
Insomma, del passato c'è ancora molto di inedito da dire, del presente c'è tanto di cui poter parlare.
Peccato che forse i manga a singoli episodi non funzionino (e come fare a leggerli altrimenti, se poi non sono raccolti in volume? E perché la soluzione di Heavy Metal, con fumetti singoli, funziona?).
Quale sarebbe la strada giusta, che tenga conto anche delle vendite e della sopravvivenza?
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Le risposte possono essere molteplici, e coinvolgono vari aspetti del fenomeno.
Premesso anche che per me attuale boom dei manga è più che altro una bolla modaiola (e ritengo ci fosse molta più consapevolezza delle opere nella precedente invasione...), è innegabile che il fumetto giapponese sia tra i prodotti più venduti.
LA NUOVA GENERAZIONE E IL WEB
Ma torniamo a noi: perché parlare su rivista di opere contemporanee (anche di estremo successo) non ha funzionato?
1- le nuove opere non interessano poi così tanto, a livello di analisi e studi approfonditi.
2- i lettori più giovani sono viziati da anni di web gratuito.
3- le nuove opere non attirano i compratori di riviste.
Che ci sia un problema col web è un dato di fatto, visto che all'annuncio sia di Nippon Shock Magazine sia di Anime Cult, alcuni siti su anime/manga hanno immediatamente e aprioristicamente boicottato le iniziative, guardandole con sospetto.
Della prima hanno detto che nel 2022 (il primo numero è uscito a luglio di quell'anno) non aveva senso uscire sul mercato con una rivista, oltre che contenuti analoghi si sarebbero potuti trovare su internet e scritti anche meglio; della seconda che non è una rivista al passo coi tempi, perché parlare di "anime cult" oggi significa parlare dei titoli contemporanei.
Per inciso, l'editoriale di Anime Cult n. 4 risponde proprio a questi e altri commenti simili.
Una visione tutta italiana e miope, perché all'estero le riviste su anime e manga vengono stampate e funzionano: la gente vuole approfondimenti, retroscena, analisi e studi da leggere su carta.
Dunque, ciò forse sta a indicare che le nuove generazioni (lettori di Chainsaw Man, Tokyo Revengers, Blue Box, e spettatori di Gintama, My Hero Academia...) non acquistano riviste, non sono interessate agli approfondimenti, pensando di trovare tutto gratuitamente sul web insieme alle news.
E quindi, riviste che analizzano questi titoli difficilmente hanno presa sul pubblico, e non hanno appeal su chi invece queste riviste le acquista, e che cerca -per motivi generazionali- analisi di opere più classiche.
Anche io scrivo per il web e la domanda me la pongo: ho contribuito a "drogare" i fruitori, dando gratuitamente per anni articoli e retrospettive?
Invece credo che le cose possano coesistere, specie se su una rivista l'esclusività è data da un punto di vista "importante", che i siti e i blog non hanno.
Forse le nuove generazioni posso abituarsi a capire che è giusto leggere anche studi analitici sulle opere, come successo col numero di Robinson de La Repubblica che ha ospitato articoli (sul Giappone e sui manga) di firme importanti.
Insomma, del passato c'è ancora molto di inedito da dire, del presente c'è tanto di cui poter parlare.
Peccato che forse i manga a singoli episodi non funzionino (e come fare a leggerli altrimenti, se poi non sono raccolti in volume? E perché la soluzione di Heavy Metal, con fumetti singoli, funziona?).
Quale sarebbe la strada giusta, che tenga conto anche delle vendite e della sopravvivenza?
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Quarant'anni fa, Alfredo Castelli commissionò ad una libreria di Milano una piccola indagine sulle riviste a fumetti. Il risultato fu pubblicato nel n. 15 di Fumo di China (prima serie) e i dati principali erano due: chi compra una rivista le compra tutte e generalmente NON LE LEGGE.
RispondiEliminaIl commento sopra è partito anonimo per i noti problemi di Blogger, ma sono io.
EliminaInteressante!
EliminaNon so se oggi le cose siano cambiate (io le ho sempre divorate, leggendo anche cose di non mio stretto interesse), però anche il non leggerle dà un ruolo alla rivista, che diventa simbolo di qualcosa... 😎🔥
Moz-
Per quanto mi riguarda queste pubblicazioni, che costituiscono un benedetto "scripta manent" che Internet non vuole garantire, arrivano troppo tardi. Sono certo che le avrei seguite se ci fossero state prima, quando la "comoda risorsa" Internet non esisteva, perché avevo vari interrogativi sugli anime cui dovevo trovare possibile risposta soltanto parlandone con coetanei. Magari il mistero della sigla di Lamù sarebbe durato molto meno, con l'interessamento di una testata editoriale invece che di testardi appassionati (cui ho fatto parte anch'io per un periodo) sul web.
RispondiEliminaRicordo riviste generaliste che dedicavano qualche pagina a novità in arrivo nel settore, come Topolino o Sorrisi e Canzoni, dovrei anzi aver conservato qualche numero di quest'ultima proprio perché contiene articoli che ho voluto conservare... Accorgersi prima, quando si leggeva di più, che c'era un pubblico, una generazione precedente, che avrebbe apprezzato approfondimenti, sarebbe stato bello per quell'epoca già di per sé irripetibile.
Il problema è che proprio quella generazione ha decretato la sistematica chiusura delle riviste; o meglio, quella generazione non è bastata a sostenerle, in parte ammaliata dalla velocità del web, unità alla generazione nuova abituata sin da subito a usufruire gratuitamente delle cose (e, in parte, a crearsele da sé -e di certo non tutti sono buoni articolisti, nonostante il web stesso abbia generato e messo in luce ottime personalità che forse nel chiuso mondo editoriale non sarebbero mai potute emergere).
EliminaInsomma, la colpa sta nel mezzo ma sono d'accordo quando dici che libri e riviste costituiscono ancora quello "scripta manente" che il web non dà... 💪⚡
Resta da capire: perché questo ostracismo di una certa frangia internet riguardo le nuove riviste?
Moz-
Intendevo la generazione degli adolescenti degli anni 80 e primi 90, quando non ci sarebbe stato alcun web veloce a competere, o dove al più Internet c'era ma esistevano soltanto portali e siti personali, nessun contesto dove interagire, e con connessioni molto più lente.
EliminaEh ma proprio quella generazione ha decretato in parte la fine di tutto negli anni 2000, ammaliata dal web e della sua velocità (per le notizie ci sta pure). Oggi la stessa generazione è tornata ad acquistare le riviste, un po' nostalgicamente o perché ci si rende conto che sono cose che il web non può darti.
EliminaDovrebbero capirlo anche i più giovani, però... 🤓💪
Moz-
Sì, diciamo che fino agli anni '10 c'era ancora abbastanza ma tante riviste storiche avevano già detto ciao ciao (purtroppo, come Kappa...) 😭
RispondiEliminaSai che un paio di persone che avevano criticato aprioristicamente Anime Cult, dopo aver letto l'editoriale sul n.4, hanno ammesso le loro colpe? Almeno...
E sai che l'editore di Nippon Shock Magazine è intervenuto qualche mese fa a chiarire su un sito di come comunque editoria e web posso o coesistere?
Cosa per me scontata, ancora più adesso che la tocco con mano (nasco sul web, lavoro per riviste).
Ma devo davvero capire il perché di questo ostracismo spesso anche aprioristico che viene dal web riguardo le riviste, che tutti vogliono morte e inutili. 🤔💙
Moz-
Sono un amante delle riviste, ho tutte quelle uscite dal 1965 al 1995 e un po' oltre. Da trent'anni sono abbonato a Linus e sto attualmente cercando quelle poche riviste uscite dagli anni 2000 in poi. Se parliamo di approfondimenti, ci sono riviste contenenti quasi esclusivamente articoli, come Fumo di China e quelle che non escono in edicola: Fumetto, Quasi e la rediviva Scuola di Fumetto. Queste si occupano solo marginalmente e occasionalmente di manga e anime, hanno la loro piccola nicchia di poche centinaia di copie e sono completamente ignorate da blogger e youtuber.
RispondiEliminaVero, stessa cosa succede con delle riviste di cinema, di ultra-nicchia, che ritengo quasi "accademiche".
EliminaIl post si sofferma su manga e anime solo perché c'è un boom che ha portato ben due realtà ad apparire in edicola (cosa ritenuta impensabile fino a qualche tempo fa).
Ma vuole parlare di riviste in sé: anche io preferisco gli articoli lunghi e approfonditi, retrospettive toste e analisi particolari 😎💙
Moz-
Io compro FilmTv, una rivista cinefila che risente tantissimo del web, e paradossalmente le continue interazioni e promozioni promosse dal sito stesso (dove pubblico le mie recensioni) disinnescano la validità e l'utilità del supporto cartaceo. Un cane che si mangia la coda, nel caso specifico. Ma si parla probabilmente di altre dinamiche estranee forse al mondo manga.
RispondiEliminaNo no, va benissimo parlare di riviste in sé, e del loro rapporto col web.
EliminaInsomma, intendi che se il sito è "libero" la gente smette di acquistare il cartaceo, nonostante le firme di esperti?
Questa cosa mi ha interessato, perché apre una parentesi (doppia) mica male... 🤔🔥
Moz-
Altro grande problema, che - ti dico - riguarda anche musica e cinema (e serie). La gente è diventata esageratamente fruitrice di talmente tanta roba che la ascolta, vede e legge MALE.
RispondiEliminanon si sofferma su ciò di cui fruisce, anzi. Per me è impensabile: Berserk lo devi leggere e rileggere per comprenderlo (tanto è vero che spesso mi imbatto in sedicenti gradassi che ovviamente non hanno colto certe frasi, rimandi, dettagli...).
Il mondo è diventato usa e getta, anzi, usa e colleziona per creare una libreria figa che faccia da sfondo... Le opere sono accessori... 🤦🏻♂️😅
Moz-
Il web deve essere veloce, è proprio il medium stesso a "imporre" una visione fast della cosa. Le riviste e i testi scritti (e, un tempo, anche i siti internet fino ai primissimi anni 2000) sono più slow.
RispondiEliminaDue approcci diversi, distinti, ma non sbagliati: basta semplicemente capire DOVE scrivi.
Le lunghe retrospettive che realizzo per Anime Cult sarebbero impensabili qui sul blog, nella forma usata per la rivista. Sarebbero anche illeggibili, qui.
Ma ciò non significa che non potrei scrivere la stessa cosa, in forma diversa.
L'essenziale è capire che c'è un pubblico che VUOLE leggere, vuole soddisfare una curiosità, conoscere... Forse davvero solo su rivista e libri si può tornare agli ampi dossier... Non saprei 🤔💥
Moz-
Non sei capace di essere oggettivo, informato e non razzista te l'ho già detto che all'estero che tu terroncello del Sud esalti sempre NON LEGGONO preferiscono internet e la tv forse solo in Giappone solo quelle sui cartoni e manga tirano perché è la madrepatria dell'animazione.
RispondiEliminaNel mondo tutti vogliono internet perché è il mezzo più immediato ed economico per sapere con la carta si deve aspettare e si hanno visioni limitate non c'è quel campo di libertà di parola e azioni che solo internet dà, e si spendono soldi anche tanti che gli stranieri che prendi a modello preferiscono usarlo per i bar, pub e clubs soprattutto gli anglofoni, l'abbigliamento, le vacanze e gli oggetti non certo per le riviste.
Da noi le riviste sull'animazione hanno avuto il boom fino al 2006 finché non iniziò la crisi economica globale del 2007 che affondò anche l'animazione planetaria .
Cosa c'entra il razzismo?
RispondiEliminaPerché insisti con le tue solite stronzate su questi argomenti, che ovviamente provengono da un profilo anonimo, sempre fissato e ossessionato?
Ma soprattutto, perché non ti registri? Me lo spieghi dando una spiegazione logica che ogni volta eludi (perché di fatto non c'è?) Non sei capace di oggettività e di informarti, mi sa.
Io, tornando al discorso, ne sono capacissimo proprio perché scrivo... guardacaso... proprio sul web, e so bene cosa rappresenta.
Le riviste all'estero funzionano, informati, perché sei ignorante.
Se non rispondi alla mia domanda, in modo serio, LOGICO e definitivo (e quindi la risposta deve soddisfarmi) sul perché non ti registri e perché scrivi cagate da anonimo, cancellerò ogni tua replica ulteriore, qui e altrove.
Moz-
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaRisposta non soddisfacente (potresti creare un altro account, ma comunque vedo che proprio non vuoi manco firmarti, identificarti: dunque ti piace essere anonimo per dire cagate e rompere il cazzo), pertanto ti cancello il commento.
RispondiEliminaMi spiace per te ma vivi in un mondo tutto tuo, dici cretinate e assurdità. Evita di scrivere ancora, tanto ti cancello i commenti e tanto dici cose sciocche, come te. Idiota.
Moz-
Risposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacente Risposta non soddisfacente Risposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacenteRisposta non soddisfacente.
RispondiEliminaCon questo non ci sono più dubbi, non tanto sul tuo ritardo mentale, quanto sul fatto che vorresti solo rompere le palle. Ecco il perché dell'anonimato, non esistono altre risposte se non quella che sei un troll.
RispondiEliminaRipeto, qui non dai fastidio, più che vuoi insistere, anzi, ripeto X2, io ci godo che tu hai questa ossessione per me e il mio blog, buttando qui intere giornate della tua (miserabile, evidentemente) vita . Continua a glorificarmi 💪🤓
Moz-
Non leggo su carta da anni, sarà colpa della tecnologia? Comunque riviste di settore mai acquistate.
RispondiEliminaBeh, allora per te cambia poco se non le hai mai lette.
EliminaMoz-
Articolo molto interessante .
RispondiEliminaIo da Marvel fan acquistavo Wiz quando ancora lo pubblicavano.
E ci stavano recensioni , approfondimenti e fumetti .
A volte proprio interi cicli tipo Terra X ,per esempio.
La differenza con riviste di settore attuali e quelle del passato magari sta su cosa pubblicano per attirare il pubblico.
Parlando di fumetti /manga naturalmente.
Quello credo faccia molto la differenza .
Sulle recensioni e approfondimenti che vuoi che ti dica , non penso sia la mossa vincente per conquistare pubblico , ti sei già dato la risposta te parlando di pubblico del web oramai viziato ad ottenere tutto e gratis dal web.
Però e mi riallaccio ai discorsi fatti sul post dedicato al successo dei manga in Italia, è veramente strano che le riviste di settore contenitore dedicate a manga e anime non abbiano molti consensi di pubblico.
Ciao
Pensa che proprio ieri ho riavuto in mano il primissimo numero di Wiz, gran bella rivista **
EliminaSu recensioni e approfondimenti: dunque, sicuramente le news non hanno senso perché il web le dà immediatamente, subito.
Mentre gli articoli dipendono dalla firma: vero che il web è gratuito, ma su riviste trovi gente professionista, non appassionata e basta, ma studiosa dell'argomento, professionale.
Quindi, un conto è leggere la recensione sul blog e un conto è leggerne una firmata Luca Raffaelli; un conto è leggere un approfondimento di qualche collaboratore di siti, e un altro conto è leggere qualcosa di Paolo La Marca... insomma, uno paga per conoscere oltre la superficialità della questione, suppongo...^^
Moz-
Evidentemente son pochi a voler pagare per avere la qualità.
RispondiEliminaIn Italia sicuramente; ed è un peccato.
EliminaPerché una rivista è più di un magazine da sfogliare; spesso è l'espressione di una casa editrice, di una sua proposta, è un'ammiraglia vera e propria.
Inoltre può essere un aggregatore di piccole tribù sociali :)
Moz-
I peggiori: girellari, collezionisti e roba di sigle. Mixate con anime/manga e avrete il peggio del peggio.
EliminaMoz-
Dall'altra parte gli ultra modaioli... Anche loro tossicissimi!
EliminaAssolutamente, altra categoria da far reintrodurre la pena di morte XD
EliminaMoz-
@Max
EliminaSe ti interessa ho scritto qui: https://mikimoz.blogspot.com/2016/05/anime-piu-censurati.html?m=1
Il motivo perché seppur da mega appassionato quale sono di anime, manga, cultura giapponese ecc ho deciso di non acquistare nessuna rivista ☹, da una parte una rivista con un prezzo di copertina proibitivo dall'altra parte una rivista incentrata sulla storia italiana rivista della quale apprezzo alcune cose ma non tanto da tollerare Rocky Joe al posto del poetico Ashita no Joe (Joe del domani)...
Peccato che sia mancata la pubblicazione di una rivista generalista che metta finalmente da parte una volta per tutte l'annosa, stucchevole, superata problematica vecchio vs nuovo... Ricordo che le riviste di videogiochi erano meravigliose perché incentrate sul presente con adeguato spazio per il passato senza mai essere fuori contesto... Si respirava l'attualità creando quella meravigliosa attesa per tutte le cose belle in procinto di uscire senza dimenticare i fasti del passato.
Ripeto, parti da un presupposto sbagliato: perché dovrebbero chiamarlo Ashita no Joe se in italiano si chiama in un altro modo e Ashita no Joe non esiste? nell'articolo ci si chiede anche il perché di "Rocky", per dire. Cioè, mi sembra normale che sia citato tutto questo (e comunque nell'articolo viene detto chiaramente il titolo originale...); Quanto alla rivista generalista, i primi numeri di Nippon Shock lo erano, parlavano praticamente solo del presente... Non è interessato a nessuno, per mille motivi che ho già esposto nel post apposito.
EliminaRipeto, non devo convincere nessuno all'acquisto anche perché per fortuna le cose pare stiano andando molto bene (tanto che arriveranno nuove pubblicazioni a stretto giro) però è bene sottolineare che spesso la percezione che ne hai avuto è sbagliata (come la storia delle maghette solo ani '80, quando non è così...) 💪
Nel mio articolo ho citato il martedì animato di Italia 2... del 2023! Quello appena sospeso!
Moz-
Spero di non fraintendere, ma di spiegare ;)
EliminaHo controllato: praticamente nell'articolo viene detto più volte Ashita no Joe che Rocky Joe XD
Ti dico che parti dal presupposto sbagliato perché non è che si *celebra* il lavoro fatto da altri, nel senso di "sì, dai, facciamo festa!". Lo si studia, si cerca di comprendere come e perché.
E comprendere questo, significa tre cose importantissime: 1) capire l'evoluzione della percezione anime/manga in Italia; 2) capire l'evoluzione della società italiana anche rispetto agli anime e manga; 3) capire la storia e soprattutto verso dove si sta andando.
Lo scopo di Anime Cult è questo, ed è tutto fuorché girellaro (a scanso di equivoci, puoi leggerti la mia recensione di AC 1, dove dicevo chiaramente di aver temuto una cosa girellara ma per fortuna non lo era... e io all'epoca non ero nemmeno dentro il team!)^^
Non siamo un paese vecchio e non è che attira solo il passato: come sottolineavo in questo articolo, è forse il presente a non avere così tanto appeal. Cioè, intendiamoci: una volta che parli come anteprima o come recensione di... chessò, Demon Slayer, cos'altro puoi dire più?
Manca del tutto la componente "avvolgente" che ti permetterebbe di parlare di tante cose legate al titolo (come invece avveniva con gli esempi da te citati, sebbene videoludici: era un mercato che sfornava ancora ICONE particolari, fortissime COMMERCIALMENTE!).
Oggi se parli di queste cose, al massimo puoi aggiungere una retrospettiva che parta dal passato, e faccia confronti (cosa che si faceva comunque anche negli anni '80 e '90, ma lo spirito delle opere era ben diverso, ne abbiamo parlato tante volte... c'erano nomi, maestranze e artisti ricorrenti...).
Io spero che gli articoli proposti su NSM più particolari e culturali (es. fotografie, mangaka speciali, libri strani, ecc) possano tornare, magari anche proprio su Anime Cult vista la presenza lì di Castellazzi.
Inoltre, per chiudere: se in Italia parli di anime (cult, con uno sguardo al passato, com'è la mission della rivista) devi per forza parlare anche della loro versione italiana. Penso sia naturale e scontato, anzi mi stupirei se non fosse così...
Però ad esempio noto che NSM sta invece provando a cambiare, e parlare delle opere del passato per come sono, come se le avessimo viste dal fronte giapponese. Vediamo un po' come andrà.
Io penso che di storia ci sia sempre bisogno, altrimenti non si comprende il presente (e infatti, quella attuale è una bolla che non tiene conto di niente del passato, gente non consapevole e collezionisti che spendono solo per avere lo sfondo delle live...)
Moz-
Ma se tu non rendi Demon Slayer avvolgente, come ad esempio succede con Stranger Things (è al bar e nei supermercati sia coi Ringo che con l'Uovo Kinder) come pensi la gente possa voler comprare qualcosa che parli di esso?
RispondiEliminaEcco, una volta che fai l'articolo sul folklore, ed è stato fatto, cosa resta di più che non viene detto sul web? Perché è anche questo il problema...
Se un'opera non diventa iconica, è un macello.
Il problema sembra essere giapponese, tranne rari casi, perché all'estero ci sono opere iconiche (il già citato Stranger Things).
I giapponesi, dopo gli anni 2000, hanno perso qualcosa che difficilmente sanno recuperare.
Dove sono nuove opere (NUOVE, eh) di Anno, di Ikuhara? Prima si aspettavano, no? Era una sorta di accompagnare nel tempo le generazioni. C'è stato uno stacco netto nel ricambio, si è perso il filo del discorso... c'è affollamento di titoli ma sembra sempre di trovarsi di fronte a cose che vedi/leggi e quasi dimentichi...
Moz-
Provo a dire a Max che gli stai rispondendo :)
RispondiEliminaIo ad esempio non credo mi orienterò mai totalmente verso il Giappone, se non con serie attuali, perché per me conta anche la storia del nostro Paese, in questo caso di come è evoluta la società.
Ma dopotutto, io sono una persona che ha fatto la tesi di laurea su come il genere poliziesco, cinema e TV, ha raccontato l'Italia dagli anni '60 al... 2012 :)
Mi piace molto più trattare questo argomento, che fermarmi all'opera in sé.
Moz-
Sai che tra pochissimo in edicola esce una collana (mi pare col Corsera) di libri sul Giappone e la sua cultura? 🌸💮🤩
RispondiEliminaMoz-
Signori il mondo è cambiato... purtroppo.
RispondiEliminaPerché io penso che invece proprio col web e le piattaforme si potrebbe potenziare com'era prima.
Prendo ancora ST come esempi ma solo di forma: anche Netflix l'ha fatta capito e l'ha diviso in due rilasci. Oppure prendo a esempio quelle serie comunque settimanali... Appuntamento settimanale inedito e poi lo vedi come vuoi, ma intanto si ricrea quel fenomeno di una volta...
Moz-
Ecco, sei arrivato al punto: non può esserci forse una rivista al passo coi tempi, in tal senso, perché i tempi sono così cambiati da essere vaghi, liquidi, poco avvolgenti (e sì, lo so che uso sempre questo termine). Però il successo delle stesse dimostra che la gente ha ancora bisogno di aggregarsi presso qualcosa; forse sono i grandi a sentirne il bisogno, mi dispiace solo che il resto della divulgazione lo stiamo lasciando a youtuber ormai privi di tutto...
RispondiEliminaP.s. io amo il mondo di oggi, con social e via dicendo, perché applico queste cose a ciò che mi ha fatto star bene in passato 🤓💪
Moz-
Io vedrò di prenderne qualcuno... Poi si vede... Sembra fatta bene, mi è arrivato anche il comunicato stampa, si parlerà anche di manga! Vedremo... 💮🌸💙
RispondiEliminaMoz-
Infatti sarebbe stata la soluzione perfetta, l'unione delle due cose: auspico che, con l'arrivo di Castellazzi in pianta stabile su AC, alcune sue idee scartate da NSM possano confluire lì, specie su questioni particolari... NSM sta invece provando (secondo me riuscendoci) una strada nuova, e il nuovo numero (di cui parlerò a breve) promette molto.
RispondiElimina25 anni? Praticamente bambini... io a 40 mi sento ventenne XD
Moz-
Però l'invecchiamento è anche uno status mentale... questo intendevo^^
RispondiEliminaComunque... perché non commentare? Puoi dire la tua sulla proposta del settimo numero :)
Moz-
@Gravo
RispondiEliminaCiao come al solito mi inginocchio a tanta conoscenza in campo anime e manga che hai.
Ho letto tutto quello postato il 18.
Lo scambio di commenti tra te e Miki.
Che dire?
Ho molto chiaro la tua posizione rispetto alle riviste di settore che trattano anime e manga.
Cioè capisco cosa cerchi in queste.
Mi sembra chiaro che una rivista come A C non soddisfi le tue esigenze.
Una rivista come NSM forse sì , almeno fino all’ultimo numero uscito in edicola ,ma è troppo cara.
Apro una piccola parentesi .
AC non la considero perché non sono interessato a riviste fondate su retrospettive dedicate al passato almeno se dedicate ad anime e manga.
Per mio gusto personale son troppo pochi gli anime del passato che mi piacciono e per i quali sarei disposto a pagare per avere qualcosa di diverso che non ho dal web.
NSM , diciamo che potrebbe interessare agli appassionati che cercano l’anteprima, il nuovo , le recensioni aggiornate di cose attuali .
Non so se alla fine sia solo un problema di prezzo.
La domanda è semplice: se i manga funzionano così bene come dicono nelle edicole e nelle librerie perché la gente non apprezza le riviste di settore a loro dedicate?
Credo che la risposta sia semplice : uno non vuole spendere soldi per avere delle informazioni che può trovare a gratis sul web.
E faccio un esempio con il “ mio”.
Ho amato tanto Wiz della Marvel e ne sento la mancanza.
Ma obiettivamente la rivista forse funzionava quando la gente non sapeva ancora destreggiarsi bene nell’avere informazioni dal web a gratis.
Forse quegli anni il web non era così alla portata di tutti come lo è diventato poi.
Tornando a Wiz oggi non ho bisogno di una rivista del genere per sapere che ( e sono veramente emozionato) il 23 marzo uscirà nelle edicole il nuovo seriale inedito sui Fantastici Quattro .
L’ho scoperto visitando il portale della Panini o diversi Blog che parlavano di prossime uscite e non solo manga.
Ecco perché credo poco in riviste contenitore solo su anteprime e recensioni attuali.
Però faccio i migliori auguri di successo a NSM.
Poi altro discorso , il prezzo.
Ogni mese per i F.Q spenderò 5 euri.
Son tanti o pochi ..non lo so?
Forse son tantini ma son disposto a spenderli se poi mi piaceranno chiaramente.
Piuttosto di aggiunge due euri scarsi e comprarmi una rivista retro nostalgica stampata su carta mediocre.
Ma son gusti personali.
Altra considerazione:
Anime Cult funziona .
Perfetto ma lo dici te Moz ..io che son come San Tommaso ho bisogno di dati certi .
È in cima alle classifiche di vendita tra tutte le riviste di settore o simili per argomento.
Non è un po’ presto per tirare le somme?
Mi sembra di aver risposto a tutto .
Altrimenti son qua.
Altra cosa che dimenticavo .
Non sto colpevolizzando nessuno per il prezzo alto delle opere manga e non perché indubbiamente son aumentati i prezzi di gestione ( basta vedere l’aumento dei prezzi delle bolletta che mensilmente ci arrivano in casa) , non credo ci sia speculazione sull’aumento di prezzo.
Chiaro che uno si fa i conti in tasca prima di spendere per qualcosa .
E resto della mia idea, la qualità si paga.
Ciao a tutti
Su Anime Cult: che stia funzionando lo stanno dicendo loro (nell'ultimo editoriale dicono che le vendite stanno andando bene... direi che 4 numeri sono sufficienti per iniziare a tirare le somme, così come sono stati sufficienti a NSM per capire che era in perdita e doveva cambiare...) inoltre già il fatto che lanciano diverse iniziative parallele (il "mio" Bim Bum Bam Story, due volumi sul retrogaming, enciclopedie anime/manga monografiche e uno speciale su CD, vinili e quotazioni di sigle TV...) penso sia indicativo del piccolo successo attuale delle loro iniziative (si parla anche di Heavy Metal).
EliminaI dati non penso li si vedrà mai, nessun editore mai nella storia ha fornito dati di vendita.
Non so se sia in cima alle classifiche, peraltro.
Vero, ormai le riviste di recensioni e news non hanno motivo di esistere perché sul web trovi gratis le stesse cose; qui apriamo però una parentesi: chi scrive sul web? E chi sulle riviste?
Io una cosa di Pellitteri o Raffaelli o Castellazzi la comprerei per la qualità (e la qualità, appunto, si paga).
NSM e AC puntano molto su cose che sul web non ci sono. Esempio, le cose finora scritte da me, non credo le si possa trovare sul web, visto che faccio ricerche io stesso a riguardo...
Noi italiani siamo poco propensi alle riviste, Wiz l'abbiamo fatta morire proprio quando il web andava, fregandocene della qualità... solo noi, eh: all'estero le riviste (r)esistono ancora.
Moz-
Però mi tocca intervenire, per correttezza di informazioni: va bene il voler sapere maggiormente sul prodotto giapponese in sé (e non dal punto di vista italiano, anche per sigle e tutto il resto) però si parla anche del prodotto in sé, oltre che del suo "peso" in Italia (secondo me, aspetto fondamentale: non per nulla ritengo AC proprio il mio perfetto campo d'azione).
RispondiEliminaInoltre, mai si fanno passare i nomi italiani per quelli giusti, anzi. Nell'articolo su Joe, per esempio, non vengono mai citati i nomi delle edizioni italiane (lo farei io se dovessi parlare specificatamente di quelle).
Moz-
Peccato che a 25/30/40/50 anni non si diventa come i 60 enni si è ancora ben elastici e giovani a meno che non si è come gli anglosassoni che ne dimostrano il doppio e il triplo.
RispondiEliminaNe spari sempre di cavolate eh?
Da noi è praticamente impossibile vedere venticinquenni terribilmente vecchi, di solito chi invecchia male inizia verso la fine dei ventanni poco prima dei 30 perdono i capelli in un botto questi gli uomini, o si incanutiscono del tutto o quasi, o mettono su un bomba di chili.
Brava piccola.
RispondiEliminaParlavamo di riviste, queste sciocchezze dille altrove.
Se non ti registri o se non spieghi in modo logico e convincente perché non lo fai, cancellerò ogni altro tuo commento a prescindere 💪
Moz-
Le riviste, ai tempi in cui uscivano, io le prendevo: a casa conservo, oltre all'ammiraglia Kappa Magazine, i vari Benkyo, Yatta, Shogun e altre di cui nemmeno mi ricordo il nome. Io penso che i manga a episodi in Italia non funzionino, non ci siamo abituati e se ancora adesso non funzionano vuol dire che non ci abitueremo mai. Non è una modalità di lettura adatta a noi e infatti nemmeno io la gradivo, la seguivo perché in quel momento era l'unico modo per leggere One Piece o opere di Adachi inedite in volumetto. Quando questi titoli sono usciti in monografico per me è stato sicuramente una lettura migliore, pur dispiacendomi per la chiusura delle riviste.
RispondiEliminaPer me sono importanti le riviste perché permettono approfondimenti e di scavare un po' più a fondo su argomenti che conosciamo meno. Leggendo Anime Cult, ho letto articoli su argomenti che conoscevo già menadito e altri sui quali non avevo mai letto nulla e dei quali probabilmente, di mio, non sarei mai andato in cerca per conto mio.
Per me è piacevole anche il fatto di avere una rivista contenitore, una rivista che puoi sfogliare e riguardare più in là nel tempo. Questo metodo di fruizione le nuove generazioni non lo capiscono perché pensano che con un clic si trovi tutto. Si trova molto, certo, ma solo in una rivista puoi trovare vari approfondimenti su un tema. Sul sito X trovi diversi articoli ma chi se li va a leggere tutti per farsi un'idea completa? La rivista invece è là, la leggi col suo tempo ma è dedicandoci questo tempo che quegli argomenti ti entrano dentro.
Comunque anche a me un webmaster di un sito, al mio commento sulla validità delle riviste, rispose che su quel sito c'era già tutto, che con le informazioni presenti sul sito si potevano fare riviste e libri. Vero, ma tutto disperso in centinaia di articoli e non è affatto la stessa cosa.
Quel commenti mi diede parecchio fastidio perché denotò scarsa partecipazione a un progetto importante per noi appassionati..
Io, come puoi vedere, sono sul web. Ho curato contenuti di vari siti e blog, quindi figurati. Ma la carta, la pubblicazione, la rivista... scripta manente. È una cosa che diventa accademica, concreta. Non dispersiva, come dici. Si fa fonte, si fa concretezza.
EliminaNulla contro siti e blog (ci mancherebbe) ma la carta è la carta.
Per i manga: a me non dispiace leggere su rivista quelli... leggibili su rivista (episodici, particolari, corti...). Ma ho sempre considerato i fumetti su rivista quasi un corredo al resto, un modo per avere ancora più qualcosa da leggere 💪🤩🔥
Moz-
P.s. ho notato anche io scarsa partecipazione dei siti riguardo queste pubblicazioni; invece queste sono molto presenti nelle pagine e gruppi Fb, o segnalate su Instagram ecc... 🤩💪
EliminaMoz-
Assolutamente nulla contro siti e blog, sicuramente. Quello che sostenevo con questo webmaster, che mi sono dimenticato di scrivere nel commento precedente, non era la superiorità della carta su internet ma che le due fruizioni fossero di tipo diverso, con modalità e tempistiche diverse ed entrambe valide; quello che lui sosteneva, invece, era appunto l'inutilità delle riviste in quanto internet offre già tutto.
EliminaNon capisco l'ostilità di questi siti verso le riviste: temono gli rubino qualche lettore?
Ovviamente era *manent 😅💪
EliminaBeh, a me sembra che tanti content creators per il web siano finiti sulle riviste (io stesso sono un esempio). Ho letto articoli di youtuber e divulgatori vari, quindi mi sa che alla fine tutti comprendono il "prestigio" di una pubblicazione, che di fatto "esiste" fisicamente. E ripeto, senza nulla togliere al web su cui sto anche io e per cui continuo a scrivere 💪
Quanto al webmaster, non saprei: ripeto, ho notato ben poco clamore tra i siti per queste attività editoriali, evidentemente sono due mondi agli antipodi, divisi quasi idealmente. Per me invece si completano 💙❤️
Moz-