[SPECIALE] Giappomania: la storia degli editori anime/manga in Italia




Nuovo speciale Giappomania, dopo la storia dei manga in Italia, la storia degli anime in Italia e la storia degli shōjo in Italia.
Ma in questo post parleremo di editori: non una lista, ma una panoramica che terrà conto soprattutto di magazine e fanzine (nonché di collane home video), in quanto organi di divulgazione, per ripercorrere attraverso queste la visione dei vari boom di fumetto e animazione giapponese nel nostro Paese.
I pionieri, gli sperimentatori, persino i pirati... Pronti per un nuovo viaggio tra anime e manga in Italia?



Prima di iniziare, vi ricordo che il seguente post è strettamente connesso alla grande panoramica che sto portando avanti, formata da diversi altri articoli (tutti recentemente e costantemente aggiornati).
Vi invito pertanto a leggere, cliccando sul titolo, anche:


e per approfondire ulteriormente, segnalo che un mio articolo sugli ANIME in fascia serale/notturna in Italia è stato pubblicato sul n. 5 della rivista Anime Cult (marzo 2023).
Nel testo che segue sono inseriti dei link cliccabili, che rimandano a ulteriori specifici post di approfondimento.


1962: I PRIMI EROI
La prima volta di un manga in Italia è nel libro I primi eroi di Garzanti.
Al suo interno sono riportati delle strips dei personaggi Tonda Haneko e Donsha, nonché la storia Son Goku di Hifumi Yamane, che mantenne la lettura giapponese.
Le vignette erano numerate per permettere al lettore di comprenderne la sequenza.
Se pensiamo al fatto che bisognerà attendere più di trent'anni per rivedere dai noi un manga non ribaltato... o forse no.


da Ale Montosi Blog (QUI)



CHI PARLA DI MANGA?
Sulla rivista Sgt. Kirk, nel numero 33 dell'estate 1973, si parla in modo critico di fumetto giapponese.
È sicuramente una delle prime volte che ciò accade, essendo i manga ancora un mondo inesplorato e sconosciuto.



dal blog Che cosa sono le nuvole (QUI)


LA PRIMA INVASIONE
Robottoni e orfanelle: il sale della prima invasione anime in Italia portò un conseguente interesse degli editori per i fumetti da cui quelle serie animate erano tratte.
Spesso create in casa, altre volte scritte da italiani e disegnate da giapponesi (vedesi il prolifico duo Vincenzo Perrone / Yoshiko Watanabe), si affiancarono a manga ricolorati e rimaneggiati ma originali.
Dalla fine degli anni '70 e per tutti gli ann '80 abbiamo potuto leggere le storie di Georgie, Lady Oscar, Mila e Shiro, Candy Candy... nonché diversi altri manga "minori" (vedi QUI).
Il primo monografico in italiano è Il Grande Mazinga della Fabbri Editori.





UNO SGUARDO DIVERSO
Nell'estate del 1980, sulla rivista Eureka, venne pubblicato un episodio di Golgo 13.
Sempre Eureka pubblicherà, tre anni dopo, un episodio di Black Jack.
Questi sono due casi particolari, che vanno ben oltre i titoli "televisivi" e non sfruttano l'invasione nipponica all'epoca in corso, ma affontano il tema con uno sguardo più critico e approfondito.



dal blog Che cosa sono le nuvole (QUI)



AMATORI
Nei primi anni Ottanta inizia la pubblicazione delle prime fanzine, scritte con competenza a appassionati e amatori di fumetto e animazione giapponesi.
I nostri eroi venne fondata da un gruppo di amici tra cui Federico Colpi, che si occupava di mantenere contatti con le reti Fininvest e la Valeri Manera.
Alla chiusura della fanzine, il progetto si trasformò in Yamato: era il 1990, e a dirigirlo fu Alfredo Castelli.




Yamato si trasformerà, dal 1991, nell'arcinota azienda Yamato Video, che propone ancora oggi film e serie giapponesi, con un vastissimo catalogo tra titoli cult e attualissimi.
Yamato ha curato, nel tempo, altre riviste: da Man-Ga! in coppia con Panini, alle versioni della stessa che si sono succedute per tutti i primi anni 2000.





Oggi è un leader del settore, con uno spazio on demand su Sky (precedentemente canale tematico) e un canale su Prime.






IL SECONDO MONOGRAFICO
Se nel 1979 la Fabbri fu la prima casa editrice a pubblicare un manga monografico, è pur vero che quel suo Il Grande Mazinga era pesantemente alterato.
È la Glénat a proporre, dal 1990, un nuovo monografico: Akira.
Anche in questo caso non è la versione fedele, perché ricolorata dagli americani.






GRANATA PRESS
Tra il 1989 e il 1990, un manipolo di appassionati che sarà poi conosciuto come Kappa Boys, diede alle stampe la fanzine Mangazine, con l'editore Hobby Fumetto.
I redattori avevano già lavorato a Cartoni, Anime Fubun e Anime: spillati fotocopiati artigianalmente, distribuiti in pochissime copie.
Ma con Mangazine alzarono il tiro, provando a incuriosire qualche editore italiano riguardo i fumetti giapponesi, per poterli pubblicare.






È da considerarsi in quest'ottica la pubblicazione di due episodi del manga Cat's Eye - Occhi di Gatto e altri due di Ranma.
Una mossa "al limite", ma con lo scopo di fare pubblicità alle opere stesse e convincere gli editori sulla pubblicabilità del fumetto giapponese in Italia, mostrando che gli stessi curatori erano in grado di occuparsi di adattamento e traduzione.


"questo fumetto è una pubblicità gratuita per l'autore", recita la scritta



Ad ascoltare questi ragazzi è la Granata Press: nel 1990 apre il contenitore Zero, che pubblica tra gli altri il fumetto di Ken il guerriero, il cui anime era proprio in quel momento una hit televisiva italiana.





Lo stesso Mangazine evolve e diventa vera e propria rivista da edicola, e stavolta con all'interno diverse serie manga (prese dall'americana Viz, ma curate dai futuri Kappa Boys che recuperano persino quanto modificato oltreoceano).
La Granata ingrana e inizia a pubblicare anche monografici (tra cui I Cavalieri dello Zodiaco) nonché anime comics e Vhs con diversi titoli cult, tra cui proprio i primi film di Saint Seiya.
La redazione cambia nel 1992, quando parte del nucleo storico migra altrove.



immagine web (QUI)



IL PRIMO MANGA EROTICO
Nel dicembre del '91, sul dodicesimo numero della rivista Blue, viene pubblicato come "esperimento" un breve manga erotico, incentrato sull'avventura onirica di una ragazza, alle prese con dei rinoceronti.
Fu la prima volta per questo genere, e sempre su Blue uscirono un altro paio di storie dello stesso tipo.

 



I lettori apprezzarono molto, così nel 1993 nacque Blue Japan, che pubblicava esclusivamente materiale nipponico: in ogni numero, un fumetto erotico monografico con... lettura alla giapponese.






Nel 1994, Blue Japan acquistò maggiormente la natura di rivista, diventando in sostanza la versione italiana di Halflita (come si evinceva sin dalla copertina): in ogni numero, le storie erano diverse (e sempre col senso di lettura originale!), ma erano presenti anche vari articoli e recensioni.






I KAPPA BOYS
Trovata una nuova casa editrice, gli ex redattori della Granata fondano una nuova rivista, in collaborazione con Kodansha: nasce Kappa Magazine, probabilmente basata sull'idea di un Key Magazine che aleggiava da un po': QUI la storia della rivista.



Siamo nel 1992, e ad accogliere la nuova proposta è la Star Comics, che si lancia nel campo del fumetto giapponese proponendo perlopiù titoli nuovi e moderni, senza rinunciare a qualche nome bramato dai fan, come Lupin III e Orange Road (vedi QUI).
La visione dei Kappa Boys è quella di un contatto diretto col Giappone, licenze prese alla fonte senza passare per edizioni americane; i fan apprezzano, e addirittura nascono collaborazioni come Alis Plaudo, episodio speciale di Lupin che i Kappa realizzano col maestro Monkey Punch.






JAPAN MAGAZINE
Dopo l'ondata dei primi anni Ottanta, i cartoni giapponesi e i rispettivi fumetti erano via via spariti; dalla fine di quel decennio nacque un nuovo forte interesse per l'animazione nipponica.
In questo contesto si inserisce la rivista Japan Magazine, nata nel 1991 e proseguita fino al 2005 (con in mezzo una pausa a metà anni Novanta).
Nota per aver pubblicato anime comics in edizione pirata (e assurda: tenevano le tavole alla giapponese ma la lettura era all'occidentale, inventando spesso di sana pianta i testi!), al suo interno finirono le storie di Lupin, Laputa, Gundam F-91, Dragon Ball Z e tanti altri: QUI la storia della rivista.




Lo stesso editore, che cambia nome continuamente, proporrà con una mossa spericolatissima anche i fumetti (sempre senza licenza) di Cat's Eye e City Hunter: anche in questo caso, lettura all'occidentale ma tavole non ribaltate; dialoghi inventati e talvolta resi "piccanti", senza alcun motivo: vedi QUI.






Con le Edizioni Eden, invece, si hanno uscite di videocassette, specie in edicola.
Non molto chiara la gestione delle licenze, visto che uscì il terzo film di Saint Seiya prima che potesse proporlo la Granata in modo legale...
Anche Jenny la tennista e Leda finirono in questa collana.



immagine web




VIDEOCASSETTE!
Ad affiancarsi alla Yamato, ci furono preso sia la Avo Film che la Logica 2000.
La prima proponeva (al prezzo di 19.900 lire) VHS di Bia, Arbegas, Chappy; la seconda si lanciò su Lupin III con anche Il Castello di Cagliostro e l'idea di voler raccogliere l'intera serie televisiva.






Ma anche la collana Bim Bum Bam Video opzionò Lupin, che peraltro apparteneva a Fininvest come licenza, per poi proseguire negli anni con diversi altri anime (tra cui Lady Oscar e Sailor Moon).



immagine da Disney Tapes & More (QUI)



PLAY PRESS
Con la Glénat e soprattutto la Granata ad aprire al mondo dei manga, dal 1991 altri editori provarono l'impresa.
La Play Press ha continuato, fino agli anni 2000, ad occuparsi di manga. Ma iniziò con un passo falso: la collana Japan Comics pubblicava The gates of the night, che in realtà era un fumetto cinese.
Ci riprovò nel 1992 con Space Adventures Cobra e qualche altro titolo, per poi darsi -in una nuova linea editoriale- ai soli manga erotici.






Nel 1998 la svolta, con Benkyo! e Play X; la Play Press propose due riviste con CD correlato: il successo fu grande e si pensò anche all'uscita di nuovi manga.
Altre due riviste vennero messe in cantiere: Yatta! e Shogun.






DRAGON BALL E I SUCCESSI DELLA STAR
Ma a fare da padrona era sempre la Star Comics, che sdoganò del tutto quel che fino ad allora era impensabile, almeno presso il grande pubblico: proporre i manga con lettura alla giapponese.
Dragon Ball fece da apripista, e con lui arrivarono tante altre opere (tra cui quelle di Hojo).






La Star ha poi lavorato a un nuovo contenitore, Express, sul quale debuttò anche One Piece; anche con la fine della collaborazione coi Kappa Boys, l'azienda è rimasta una delle principali case editrici italiane, oggi acquistata in parte da Mondadori.
Attualmente è una delle case editrici simbolo del nuovo boom dei manga.





FANZINE A GOGO
Gli anni '90 hanno conosciuto dunque un nuovo boom per quanto riguarda anime e manga; questo ha generato la nascita di tante nuove fanzine.
Da Lodoss Magazine, poi diventata una vera e propria rivista, fino a Ukiyo e a Sushi, Ran, Tako-San, My Anime, Strike... per tutto il decennio in tanti si dedicarono alla materia, proponendo al pubblico articoli e curiosità, spesso in collaborazione con gli editori più grandi.





DYNAMIC ITALIA
Un nuovo grande editore video si affaccia sul mercato: nel 1995 nasce la Dynamic Italia.
Iniziando col recupero del catalogo Granata (che stava chiudendo), e poi lanciandosi su titoli inediti, ha proposto negli anni i film di Dragon Ball ma soprattutto Evangelion.





Nella seconda metà degli anni '90 ha avuto anche la sua rivista, Animania, ricca di redazionali e con all'interno anche dei fumetti (almeno nella sua ultima versione).
La Dynamic infatti ha anche dato alle stampe serie manga, dai titoli nagaiani a opere come Rossana.
Oggi ha mutato nome in Dynit; e continua a proporre in edizione italiana serie e film nipponici, anche al cinema.






PLANET MANGA
Sempre nel 1995 la Panini decide di aprire la divisione orientale: nasce così la Marvel Manga (poi Planet Manga), azienda tuttora leader che esordisce con diversi titoli imponendosi poco a poco come alternativa alla proposta Star.
Tra le hit dei primi tempi, Slam Dunk, Berserk, Silent Mobius; ma tanti altri cult arriveranno nel tempo, fino a oggi.





La Planet Manga ha avuto due riviste di settore: la prima in collaborazione con Yamato, e poi un'altra (su cui far proseguire i fumetti della prima).
Era stato pensato anche un ulteriore magazine, che però non ha mai visto la luce.






COMIC ART
Nel 1997 anche la Comic Art inizia a pubblicare manga: la casa editrice arriverà anche a una sua rivista (con CD, come Benkyo!), dal titolo Banzai Manga.
Prima di fallire, la Comic Art ha pubblicato diversi titoli (alcuni solo parzialmente), tra i quali Detective Conan, Il violinista di Hamelin, Noritaka, Caravan Kidd.


immagine presa da Guida al Fumetto Italiano (QUI)




DE AGOSTINI E NON SOLO
Nel settore home video, la DeAgostini, che aveva anche un accordo con Mediaset, proporrà in edicola Dragon Ball Z e Dragon Ball GT in anteprima esclusiva.
A fine anni '90 pubblicherà anche una collana di VHS (e poi DVD) dal titolo Japan Animation, che presentava ogni quindici giorni un titolo diverso, tra special e film.
Una cosa similare l'aveva già fatta la collana MangaMania, in una serie di videocassette con custodia in plastica che recuperò gran parte del catalogo della Manga Video aggiungendo qualche titolo della Yamato e della Dynamic.





DALLA CINA AL GIAPPONE
La Jade provò l'alternativa del fumetto cinese, puntando comunque spesso su titoli di richiamo (come Street Fighter III).
In quel passaggio tra un millennio e l'altro, si ebbe probabilmente il massimo tra edicola e televisione, in un'invasione consapevole e completa, un po' modaiola ma anche tutta da esplorare.
Tante furono le iniziative, alcune anche particolari (come X Me: collana di manga rosa).





FINE DI UN SOGNO?
Un nuovo editore video esordì negli anni 2000, per poi chiudere inesorabilente: la Shin Vision.
Raggiunto un nuovo picco, dalla metà del decennio l'attenzione per manga e anime andò scemando: molte riviste chiusero, e le edicole si svuotarono gradualmente.
Tanti sono gli editori che nascono e muoiono, in questo periodo, lasciando peraltro molte serie interrotte.


immagine tra da RetroEdicola (QUI)


OGGI
Da qualche anno, l'intrattenimento giapponese dell'animazione e del fumetto è tornato in auge.
Una nuova invasione, diversa dalle precedenti, che ha però riportato in edicola le riviste e ha riempito le librerie; le televisioni sono ancora un po' confuse mentre le piattaforme streaming presentano una proposta variegata.
Fan della prima ora e nuovi appassionati coesistono in una bolla forse liquida, veloce, tra cult del passato riproposti in versione deluxe e nuove serie che si impongono nell'immaginario collettivo.

fonti consultate
Alta Attack - dal 1962 fino a Nippon Shock Magazine
Anime Cult -  Onore ai caduti

ANCORA SULL'ARGOMENTO:

23 commenti:

  1. Complimenti, articolo molto interessante, soprattutto per chi come me si è avvicinato al mondo Manga da adulto. Proprio l'anno scorso ho acquisito il 1° ossia Orange Road nell'edizione J-Pop 2012. Per fortuna sto trovando varie scan che mi permettono di recuperare vari classici anni 80-90 nelle loro prime edizioni. I manga,nel nostro bel paese,sono esplosi negli anni 90 pur trattandosi di un fenomeno di nicchia. Oggi giorno grazie appunto alle Scan o le varie Perfect Edition è possibile recuperare o acquistare le ultime edizioni molto più accurate. Internet ha inoltre permesso di documentarsi sulle varie censure a cui gli anime della nostra infanzia/adolescenza sono stati sottoposti. Direi finalmente giustizia fatta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao e benvenuto!
      Grazie mille 🤓
      Le scan non sono legali, anche se capisco che possono essere utili per recuperare qualcosa che non esiste attualmente...
      Anche come esempi, per fare raffronti tra le edizioni!
      La storia delle censure agli anime è complessa e articolata, racconta proprio una evoluzione sociale e televisiva 🔥💪

      Moz-

      Elimina
    2. Hai ragione, però onestamente a 39 anni sarei interessato alla finalità (lettura Manga) e non tanto al mezzo (scan o formato cartaceo). Non sono un'esperto di manga però la mia intenzione è recuperare i classici che hanno segnato la mia infanzia/adolescenza. Nel mio caso specifico,più che altro, subentrano esigenze dettate dallo spazio :-) Dipende poi anche dal Manga. Ad esempio ho trovato le scan di Maison Ikkoku e Video Girl Ai dell'edizione 2000. Ok li ho letti, però un manga come Maison Ikkoku merita di essere collezionato perché quasi sicuramente tra qualche anno lo andrò a rileggere. Ho trovato anche le scan di Rocky Joe un altro classico da custodire. Certo le Perfect Edition ti permetto di apprezzare meglio l'opera con le traduzioni più fedeli, però ripeto nel mio caso a "frenare" gli acquisti sono il fattore età,spazio e un po anche i costi dei volumi. Ad esempio un Manga come Ranma 1/2 costerebbe un botto. Dipende poi dal numero di volumi...Insomma la situazione è particolare :-)

      Elimina
    3. Vero, potrebbe però essere una soluzione quella della lettura digitale, in questo caso, però legale.
      A me non fa impazzire, ma dato il caso... può essere d'aiuto.
      💪

      Moz-

      Elimina
    4. Questo è anche vero. Il formato digitale (libro,manga, etc etc...) ha il vantaggio di essere,sotto molti aspetti "low cost"! Costa (giustamente)meno,non è soggetto ai segni del tempo,non desidera file di scaffali ma si "accontenta"di una semplice memoria; tuttavia la lettura risulta fredda. Il formato cartaceo ha una vera e propria anima, ti permette toccare,sfogliare,interrompere la lettura con una segnalibro per poi ricominciare. C'è un però:costa di più, si usura, e vuole i suoi spazi! Ci sono i pro e i contro. Ovviamente quando siamo di fronte ad un classico, il discorso cambia radicalmente.C'è poco da fare:formato cartaceo tutta la vita! Questa filosofia, oramai, può essere tranquillamente applicata agli anime:è finita l'era spasmodica dell'attesa! Niente più ansia per la trasmissione in TV quando eri praticamente spacciato se per errore ti perdevi un episodio. Ora con le piattaforme streaming è tutto a portata in un click: decidi dove come e quanto vuoi. Il digitale sta prendendo pian piano il sopravvento...

      Elimina
    5. Sì, ma di contro si è perso il senso dell'attesa, dell'appuntamento, del sognare aspettando... Oggi è tutto più pratico, ma non ci sono sorprese né piacere della scoperta.

      Moz-

      Elimina
    6. @ Gravo, ok grazie.

      Elimina
    7. Ecco:

      https://www.starcomics.com/digistar

      Elimina
    8. Ho volutamente esagerato con le parole. Però all'epoca valeva lo stesso per chi era adulto.
      Oggi le sorprese possono esserci, ma è tutto più freddo...

      Moz-

      Elimina
    9. @ Gravo, perfetto, grazie. Interessante, cercavo Ranma 1/2 (sono anni che desidero leggerlo) e su 20 volumi con il
      formato digitale si risparmia un botto :-)

      Elimina
    10. no cost meglio che low cost ...

      Elimina
    11. Quello è vero, il web può essere spietato!

      Moz-

      Elimina
    12. Concordo, assolutamente!

      Moz-

      Elimina
  2. Tu che ne pensi dei manga ribaltati? Sei favorevole o contrario?
    Per quanto riguarda le scan, io le leggo per farmi un'idea su manga che non conosco, però devo dire che l'esperienza non è mai soddisfacente, nonostante io abbia comunque un tablet... Più che leggere finisco per scorrere, guardare solo le immagini... Se ci fosse un seinen di qualità e non troppo lungo, vorrei recuperarlo in cartaceo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È una domanda particolare. Sono contrario, per il fatto che un autore lo concepisce in un modo preciso, e tale deve essere. Ribaltando, ci ritroviamo poi tutti mancini! 🤣
      Però ripeto: è un caso particolare.
      Senza questa pratica, tanti manga non sarebbero arrivati in Italia! Si ribaltava fino ai primi anni 2000, il che è tutto dire.
      Sbagliato? Eticamente sì. Ma va bene averlo fatto, almeno abbiamo letto tante cose che altrimenti non sarebbero arrivate.
      È un po' come le censure: brutto tagliare e modificare, ma il lato positivo è che abbiamo visto tantissimi anime 🤓🔥

      Moz-

      Elimina
    2. Intendi che si leggevano da destra a sinistra o da sinistra a destra, o da sopra a sotto in verticale invece che in orizzontale?
      Io sfogliavo quei rari che aveva mia sorella da destra a sinistra in orizzontale nella metà dei 2000.

      Elimina
    3. Venivano specchiati, per rendere la loro lettura come quella occidentale, da sinistra a destra.

      Moz-

      Elimina
  3. Davvero un lavoro certosino :-O
    Io leggevo "Mangazine" e "Kappa", poi sono passato a leggere direttamente le singole opere pubblicate piuttosto che una rivista.
    Ammetto che la pubblicazione "all'italiana" mi facilitava la lettura, leggere al contrario è una cosa che ancora mi crea qualche difficoltà, però mi rendo conto che per gli editori è molto più semplice mantenere il formato originale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma soprattutto è rispettoso per l'opera in sé, e per il suo autore... So che è "strano", ma ormai siamo abituati^^

      Moz-

      Elimina
    2. Perché forse tennero la versione precedente, penso... Ma non ricordo con precisione! :O

      Moz-

      Elimina
    3. Yes, fu un'occasione veramente SPRECATA da parte della Star...

      Moz-

      Elimina
  4. Non è che l'ho saltato, è che non voleva essere una lista tipo catalogo. Inoltre di GP se ne parla già nel numero di Anime Cult in edicola (nella rubrica che ho citato in questo post), e c'è qualche accenno anche nei miei post precedenti della serie 💪
    Diciamo che per me questi degli anni 2000 erano racchiusi nel paragrafo "tanti sono gli editori che nascono e muoiono ecc ecc"... per dare una idea del "movimento" che c'era, ma di fatto non ci sono stati "primati" da registrare, diciamo così 💪

    Moz-

    RispondiElimina

per lasciare un commento è necessario loggarsi col proprio account :)