[SPECIALE] Giappomania: la storia delle censure in Italia



Sempre più spesso mi capita di leggere accesi dibattiti sulle censure apportate dalle emittenti italiane ai cartoni animati giapponesi: un fenomeno che da anni scalda gli animi e che ha vissuto esso stesso varie fasi. Premesso che la censura è sempre una scelta arbitraria di pochi su molti, è vero pure che oggi abbiamo gli strumenti per affrontare questo discorso senza paraocchi. Né quelli del fanatismo otaku "duro e puro", né quelli del fanatismo televisivo.


Prima di iniziare, vi ricordo che il seguente post è strettamente connesso alla grande panoramica che sto portando avanti, formata da diversi altri articoli (tutti recentemente e costantemente aggiornati).
Vi invito pertanto a leggere, cliccando sul titolo, anche:


Ultimamente io stesso mi sono beccato l'accusa (ovviamente infondata) di essere pro-Mediaset.
Semplicemente, sono solo una persona a cui piace capire come vanno (e come sono andate) le cose, scavando se necessario; l'attuale lavoro nell'editoria e il ritorno dei magazine di settore mi/ci hanno permesso inoltre di visionare materiali esclusivi e di sentire approfonditamente diverse personalità che, all'epoca dei fatti, c'erano.
Io stesso ho scritto più volte, su rivista, riguardo le censure italiane: il post che segue è una veloce summa di quanto affrontato su «Anime Cult» 21 e 23, nonché su «Cartoni e TV Cult», editi da Sprea.


Voglio scrivere queste righe proprio come riassunto generico di quanto è venuto fuori da quegli articoli, che vi invito a recuperare per avere un quadro più definito e ricco, completo inoltre di schede e documenti.





I CAMBI? SEMPRE ESISTITI
I prodotti giapponesi arrivati in Italia hanno sempre subìto un'opera di localizzazione, di adattamento (anche estremo) e di censura.
Sin dagli anni '60, coi primi film animati, si ebbero esempi di nomi cambiati (Anju e Zushiomaru diventano Anna e Robin), titoli cambiati in altri dal suono più europeo, altri già passati per i cambiamenti americani che noi mutiamo ulteriormente (Saiyuki, prima Alakazam in USA, poi Ercolino da noi).


Non mancavano i tagli veri e proprio, come quelli apportati dalla Rai nel 1972 al lungometraggio La volpe a nove code, epurato delle sequenze più violente non adatte al pubblico della Tv dei Ragazzi.
Addirittura si occultavano i nomi dei registi americani o si inventavano nomi americani per "vendere" meglio il prodotto provando a sorvolare sull'origine orientale dello stesso.
Una forma di razzismo, ma dalla matrice meramente tecnica ed economica: il Giappone era lontano e poco pratico, guardato con sospetto (esattamente come si guardava fino a pochissimi anni fa alla Cina...) e questa sarà una delle motivazioni-cardine alla base di tanti cambiamenti a venire.


Gil Gelson, Alice... ovviamente tutti nomi inventati!


Un'altra motivazione era l'idea, sottotraccia, di bassa qualità o di meccanizzazione dell'animazione, prodotta industrialmente.
Gli stessi addetti Toei affermarono, negli anni '90, che quando erano loro ad occuparsi in subappalto dei prodotti americani, non appariva da nessuna parte nei credits il loro coinvolgimento, per non scoraggiare le televisioni all'acquisto: il Giappone era ancora visto con sospetto, specie dopo le accuse ricevute ai suoi prodotti (per approfondire: «Anime Cult» 24, gennaio 2025).
Accuse di essere prodotti violenti.




VIOLENZA!?
Tutto nacque con UFO Robot Goldrake e la prima invasione che portò tanto sulla Rai quanto sui canali minori tutta una serie di cartoni animati mai visti: storie con un inizio e una fine, drammatiche, ricche di emozioni e forti sentimenti.
Goldrake arrivò in Rai dalla Francia, che aveva già provveduto a cambiare i nomi di personaggi e robot: quindi anche lì si erano posti il problema di localizzare il prodotto, non è certo un'idea italiana.
Il Goldrake Rai non è nemmeno completo, dato che qualche episodio venne saltato (e mandato in onda solo moltissimi anni dopo).

Le Tv minori, portavoce dell'invasione, si lanciarono all'acquisto di tantissime serie dal Giappone: costavano molto meno rispetto a quelle Disney, Hanna e Barbera, Warner Bros., e piacevano tantissimo al pubblico. Tuttavia le lavorazioni italiane erano spesso imprecise e incomplete, con poca cura tanto nel doppiaggio (ci sono diverse serie dove solo 4 oppure 8 doppiatori prestano la voce a tutti i personaggi...!) quanto nell'adattamento.

Anche in questa fase, sia Rai che delle televisioni locali (magari consorziate) si hanno esempi di personaggi dai nomi cambiati ed episodi del tutto omessi.
Possiamo citare due titoli che poi, paradossalmente, sarà Mediaset a restituire in forma più fedele all'originale: Dottor Slump & Arale e Doraemon (ricordate? Sulla Rai il giovane Nobita si chiamava Guglielmo... e non fu certo una delle assurde trovate Fininvest!).




Parliamo appunto della Fininvest: mentre la Rai poco a poco rinuncia a nuovi titoli nipponici, è l'azienda di Berlusconi (che nei primi anni '80 acquisirà anche Italia 1 e Rete 4 - cliccate sui nomi per leggere la storia dei canali!) a crescere e trasmettere tante serie giapponesi.
Sotto la guida di Alessandra Valeri Manera, Canale 5 dismette gli anime e tutto passa a un rinnovato Bim Bum Bam, costruito su misura per una fascia ragazzi rassicurante per bambini e genitori.

Lo stesso avviene anche con Ciao Ciao.
In sostanza, spariscono storie troppo crude o con risvolti problematici (scene violente o eccessivamente d'azione) per lasciare spazio a titoli sportivi, quotidiani, magici se non addirittura "rosa".
Peraltro, dopo le accuse di violenza in Italia, anche i giapponesi iniziarono a produrre perlopiù cose "tranquille", vendibili senza problemi e che non necessitano di chissà quale intervento censorio presso le nostre televisioni.



LA PARABOLA FININVEST
I cartoni giapponesi arrivati su Italia 1 e Rete 4 presentavano un adattamento dall'approccio vario, che poi gradualmente è diventato unico (ed estremo): si passa da L'Incantevole Creamy, dove sopravvivono ambientazioni e nomi giapponesi (non tutti) a Mila & Shiro (la protagonista divenne Mila al posto di Yu...), per arrivare a Kiss me Licia e Occhi di Gatto, dove il Giappone (r)esiste ma per praticità i nomi dei personaggi sono tutti mutati in altri dall'assonanza italo-occidentale.

Infine, il Sol Levante, forse ancora scomodo e poco pratico con le sue "strane" usanze (costumi, società, festività, cibo...) sparisce definitivamente dalla citazione diretta (peraltro con "salti mortali" spesso imbarazzanti), e la censura trova il suo picco massimo in Orange Road (È quasi magia, Johnny).

È chiaro che, a monte, il ragionamento fu il seguente: nomi e situazioni troppo giapponesi risultano ostiche ai bambini italiani. Non c'è tempo per spiegare alcune cose, quindi si occulta tutto virando il più possibile all'occidentale.
Non era certo un solo ragionamento di Fininvest, visto che pure sulle altre reti si avevano Gigi per Kappei o Nino per Kanzo Hattori...).
Niente di nuovo: lo stesso Mickey Mouse è diventato Topolino, no? Più facile da ricordare e da gestire.
E provate a guardare i film americani dagli anni '70 agli anni '90: quante cose venivano cambiate? Nomi di dolci, di feste (Halloween, che spesso passava per Carnevale o Ognissanti) e di persone... per arrivare meglio al pubblico finale, quello italiano.




MA PERCHÈ COSTRINGERSI A CENSURARE?
I cartoni animati sono per bambini: questo era il pensiero comune che ha portato a dover mandare in onda ogni tipo di serie animata in contenitori pomeridiani o preserali. Non c'era la concezione di opere per adolescenti o adulti.
Non c'era nemmeno il vantaggio economico di trasmissioni differenziate, perché il pubblico adeguato non esisteva, e comunque dobbiamo sempre ricordarci che i cartoni animati portavano dietro tutta una serie di merchandising (diretto o indiretto) su cui si reggeva la loro stessa esistenza in palinsesto. E questo merchandising aveva sempre un unico target: i bambini.


dal mio articolo su «Anime Cult» 21


Alla domanda "perché non trasmettere dunque serie già pensate a monte per un pubblico infantile, evitando di censurare opere come Sailor Moon?" è persino facile rispondere: le serie per l'infanzia non avevano il benché minimo appeal sul pubblico (ricordate certi prodotti americani?), e comunque i gadget e le bambole di Sailor Moon dovevano essere venduti... ai bambini!
Consideriamo inoltre la differenza di sensibilità riguardo alcuni argomenti (come morte, violenza, nudità, problemi sociali o famigliari...) presenti negli anime: innocui per i bambini giapponesi, ma non per quelli italiani.




CANALI CONSORZIATI
Fininvest ebbe comunque dei canali-satellite: per un periodo controllava sia Junior TV che Italia 7, e lì finirono tutta una serie di titoli che sulle prime sei reti non sarebbero mai andati. Pure senza censure (vedi Ken il guerriero).
Questo ci permette di capire che un altro problema stava nel monitoraggio dei canali principali, soggetti a sanzioni se non garantivano i giusti contenuti nella fascia protetta.
Esempio lampante: Saint Seiya passò senza tagli (escluse le poche scene tolte a monte dai giapponesi) proprio su Italia 7 e Junior Tv, ma venne pesantemente censurato anni dopo su Italia 1.


Robotech: dopo l'esordio su Rete 4, divenne un cult di Italia 7


SAINT SEIYA E LE SEMPLIFICAZIONI
La serie storica de I Cavalieri dello Zodiaco ci permette di comprendere inoltre che il commercio era ed è alla base di tutto, e che un prodotto ha vita solo se "vende" o "fa vendere".
L'anime fu opzionato da Giochi Preziosi al fine di poter piazzare i giocattoli; l'azienda trovò dapprima in Odeon e poi in Berlusconi (Italia 7) un canale dove trasmettere le puntate. Con un adattamento molto preciso: evitare il Giappone (Tokyo diventa Nuova Luxor) e semplificare il più possibile i nomi (Pegasus è già tale, non ha il nome civile).

L'opera di semplificazione di un prodotto permette quindi di "appiattirlo" per farlo arrivare anche al bambino più piccolo, che non rischia di perdersi (e annoiarsi, e quindi cambiare canale, e quindi non acquistare i giocattoli relativi).
È una bella cosa? No, ovviamente. Ma la fredda logica commerciale è questa, e gli stessi giapponesi lo sapevano e lo sanno, permettendo i cambiamenti e talvolta operandoli loro stessi (come per i nomi delle tre protagoniste di Magic Knight Rayearth).
L'importante è vendere e guadagnare.




LA PARABOLA MEDIASET
Dopo aver abbandonato per un po' l'importazione massiccia di serie giapponesi (nei primi anni '90 possiamo segnalare poche cose interessanti, tra cui Il mistero della Pietra Azzurra o co-produzioni come I segreti dell'isola misteriosa...), a favore di prodotti occidentali lontani da ogni possibile problema (Insuperabili X-Men, Batman, Tazmania...), l'azienda berlusconiana non poteva certo lasciarsi sfuggire Sailor Moon, dopo aver macinato successi con l'ibrido nippo-americano Power Rangers.
I cartoni giapponesi tornano così in onda e non si tratta solo della replica dei grandi classici, ma di serie finalmente nuove e moderne, attuali.
La seconda invasione è all'apice e proprio Mediaset muta gradualmente all'interno di essa: Sailor Moon e il cristallo del cuore e Rossana sono i due titoli considerabili "ibridi", che segnano l'inasprirsi degli adattamenti e il successivo ammorbidirsi. 



Marmalade Boy: opera completamente riscritta per il mercato italiano



Se nei primi episodi della terza serie di Sailor Moon sopravvivevano termini di natura religiosa (Messia, Graal...) e riferimenti diretti alla morte e all'uccisione, andando avanti con le puntate tutto viene annacquato. Il secondo blocco di Rossana, invece, segna l'abbandono di censure troppo dure e il ritorno di nomi giapponesi. Nel mezzo, uno dei periodi più bui per quanto riguarda gli adattamenti, che colpì anche serie storiche e si risolse idealmente con Card Captor Sakura: di certo non esente da censure e cambiamenti arbitrari -anzi!-, ma che riportò ambientazione nipponica e nomi originali sulle reti del Biscione.



dal mio articolo su «Cartoni e TV Cult»


La moda manga/anime, nonché la moda giapponese, erano scoppiate in Italia: ecco gli adattamenti di "reintroduzione giapponese" su titoli come A baby and I, Fancy Lala, Clamp Detectives. Dove i nomi dei personaggi sono giapponesi ma non sono proprio uguali agli originali (si scelse una sorta di semplificazione degli stessi).
L'arrivo di Dragon Ball (e poi Dragon Ball Z, One Piece...) su Italia 1 sdoganò poi completamente anche il genere "action" più maschile, riportando ogni tipo di prodotto (anche robotico) sulle frequenze di Italia 1.





BY NIGHT: ESPERIMENTI E SUCCESSI
Mediaset prova a lanciare una fascia di terza serata, con Berserk: trasmesso senza censure, diventa un cult ma non trova evidentemente così tanti consensi da giustificare altri esperimenti di questo tipo (salvo qualche film di Lupin III...).
MTV Italia invece propone la sua Anime Night, salutata da tutti i fan come una manna dal cielo.
Serie accattivanti, nuove, particolari, come Evangelion o Excel Saga. E la possibilità di vederle senza tagli, magari replicate integralmente fuori dalla fascia protetta (come per Golden Boy).
Sì, perché comunque alcune cose devono essere censurate, per poter essere trasmesse in certi orari su reti controllate dall'Osservatorio sui Minori e associazioni come il Moige: nessuno vuole rischiare multe salate.




LE CENSURE NON SI FERMANO!
Ovviamente le regolamentazioni valgono per tutti, da Mediaset ad altre reti: e quindi Ranma ½ è censurato su TMC; Death Note, Nana e Aquarion sono in edizione alleggerita su MTV; Naruto è decolorato su Italia 1.
Talvolta si pensa a monte a una doppia versione, una dall'audio edulcorato da mandare in Tv (Hunter x Hunter su Mediaset, SuperGals! su Rai 2, i già citati titoli su MTV...) e l'altra per l'home video.
Ma la verità è una soltanto: sulle reti principali è impossibile trasmettere, in fascia protetta, un anime senza censurarlo di eventuali parti problematiche.





GLI ALTRI PAESI E IL RIFLESSO SULL'ITALIA
Dal già citato Robotech a Il magico mondo di Gigi, passando per Sceriffi delle stelle, Tekkaman Blade e Voltron: tantissimi titoli che noi abbiamo visto già riadattati a monte dagli americani per un passaggio sulle frequenze occidentali.
Rimaneggiamenti e tagli che trasformavano l'opera in qualcosa di "sicuro", in quanto americano, senza che la rete europea dovesse rimetterci sopra le mani.
Per fortuna, opere come One Piece, Sailor Moon e tante altre le abbiamo acquisite direttamente dal Giappone, evitando di sorbirci alcuni interventi fin troppo assurdi e paranoici (ma dovuti comunque ad accorgimenti e sensibilità diverse) operati negli Stati Uniti.


all'estero hanno aggiunto una fittizia cintura di sicurezza...!
Ma se lo hanno dovuto fare, c'è un motivo.



Diverso è il caso che coinvolge grandissime aziende di prodotti multimediali, come Pokémon (Nintendo) e Yu-Gi-Oh! (Konami): dietro questi titoli c'è un flusso economico gigantesco, che coinvolge videogames, giochi di carte, collezioni varie e merchandising assortito.
Un giro miliardario che trova la sua base nelle opere animate, veicolo pubblicitario supremo: i giapponesi lo sanno, e permettono senza alcun problema modifiche e censure a questi prodotti, che garantiscono entrate da capogiro.
Questo è il motivo per cui, in tutto il mondo occidentale, la storia di Yu-Gi-Oh! è leggermente diversa rispetto all'originale, che propone situazioni impensabili per i mercati al di fuori del Giappone.
Una standardizzazione americana che ci fa capire come ancora esistano degli ideali "blocchi" geografici e culturali, e come noi tendiamo comunque a quello - più rassicurante? - americano.




È un mondo fatto di fasce protette, investitori pubblicitari e investitori diretti; di grandi guadagni e titoli commerciali che non devono assolutamente recare problemi ai genitori e investitori stessi.
Da una latitudine all'altra, abbiamo visto, le sensibilità variano: se per gli americani il Mr. Popo di Dragon Ball può essere un personaggio rischioso, per noi questo non vale; ma da noi magari è la religione a rappresentare un tema scottante che deve quindi essere annacquato per una messa in onda pomeridiana.


In ogni caso, le sensibilità variano anche nel tempo e attraverso i cambiamenti sociali: così come alcune censure in Italia si sono dapprima inasprite e poi alleggerite, in Giappone non c'è più quella crudezza di un tempo. Le scene, ricche di sangue e ferite, di Dragon Ball Z, sono state tutte pesantemente riviste all'epoca della trasmissione più moderna di Dragon Ball Kai. Il target di riferimento restava ovviamente il medesimo, ma a cambiare erano solo i tempi.


stessa scena, ma rivista per un pubblico attuale


CONCLUSIONI
Ci si chiede come mai, allora, solo gli anime sono sottoposti a censura e serie come I Simpson no: a parte che non sempre è vero, abbiamo provato a rispondere QUI (click!) a tale questione, riassumendo possiamo dire che i cartoon americani per adulti sono opere satiriche che non attrarrebbero i bambini e non prevedono il relativo merchandising da vendere presso un pubblico giovanissimo. Si tratta di serie pensate solo per adulti.


Se quindi non le avesse acquistate Mediaset, certe opere non le avremmo mai viste.
O censurate o niente, perché dietro di esse c'è un giro d'affari clamoroso che necessita di passaggi sulle reti principali, in un sistema pianificato che coinvolge molte aziende.
Ci possiamo scandalizzare per i tagli e gli adattamenti (alcuni davvero assurdi), ma la verità è che - dati i vari momenti storici e sociali - quelle serie potevamo vederle, in quel momento, solo in quel modo.
Dopotutto, abbiamo sì cambiato sesso a due personaggi in Sailor Moon, ma la stessa identica cosa l'han fatta anche gli altri Paesi: questo ci fa capire che il discorso, almeno genericamente, vale davvero per tutto il mondo occidentale.
E sì: Madoka in Italia si chiama Sabrina per lo stesso motivo che ha portato a cambiare tanti altri nomi, in tanti anime su canali di diverse aziende.


71 commenti:

  1. Ho letto tutto con interesse ma alcune cose non mi convincono.

    Anche in Giappone Dragon Ball, Sailor Moon, Saint Seiya, One Piece ecc ecc sono cartoni animati per giovanissimi sarebbe meglio dire bambini.
    Weekly Shonen Jump nasce per un pubblico di bambini e ragazzi lo dicono loro stesso.

    "Weekly Shonen Jump ha un vasto pubblico anche tra le principali riviste per ragazzi. I nostri lettori spaziano dagli studenti delle scuole elementari a uomini e donne tra i 30 ei 40 anni. Tuttavia, la nostra posizione di base è che si tratta di una "rivista per ragazzi", e il nostro pubblico target principale sono sempre stati gli studenti delle scuole elementari e medie"

    Fonte giapponese del 2006

    http://www.manga-gai.net/mangakasoudan/sodansitu/2006_12_29.html

    Lo sanno tutti in Giappone.

    Stessa cosa cosa Sailor Moon su Nakayoshi rivista shojo per bambine delle elementari.

    Sulle TV giapponesi le pubblicità tra un cartone e l'altro non erano diverse dalle nostre ovvero articoli di cancelleria scolastica, caramelle, videogiochi ecc ecc

    Anime solo per adolescenti? Esistevano tipo Rurouni Kenshin ma anche in quel caso avevano parti censurate... Le cose più per adolescenti non veniva fatto l'anime tipo Video Girl Ai e I"s ma al massimo una serie OAV le storie estremamente violente come Ushio e Tora ultra splatter stessa cosa.
    VGA, I"s, UeT erano manga che vendevano milioni di copie ma nella TV giapponese degli anni novanta non c'era spazio per loro anche a costo di perdere molti guadagni.

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    1. L'ho spiegato chiaramente: diversa sensibilità culturale. Che cambia di Paese in Paese.
      Il Giappone è (era?) più avvezzo alla violenza cruda, al sangue, anche nei prodotti per ragazzini.
      In Occidente questa cosa non si verifica.
      Così come in Giappone non faceva strano vedete la coppia maschile Zoisite/Kunzite, perché ha echi di otobun/anibun samuraeschi, mentre da noi passa come un abominio della sessualità (con ciò che ne consegue, essendo un paese ancora fermo al catechismo mentale).👾
      Ecco la risposta alla tua perplessità: differenze culturali.

      Saint Seiya in tre scene ce lo hanno censurato gli stessi giapponesi per venderemo, perché coscienti del fatto che vedere una ragazza (Castalia) che sfonda il cuore con un pugno a un tredicenne (Pegasus) da noi era un problema. Da loro no.
      😎💪

      Moz-

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    2. Entro un certo limite come anche scritto su Japan Magazine N. 3 da Kirio84 Fuji Television per Hokuto no Ken chiese di non esagerare con la violenza.

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    3. Stessa cosa lo splatter estremo di Ushio e Tora non poteva esserci un anime alle 19:00.

      Quindi per loro la violenza era normale ma anche loro avevano dei limiti.

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    4. Certo, tante cose dal manga all'anime sono edulcorate. Ovvio: non è lo stesso effetto e la serie animata arriva a molte più persone.
      Le esplosioni di sangue, in Ken, sono rese con un effetto luminoso.
      Per noi era tanto anche quello! 😎

      Moz-

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    5. Non solo quello i manga più violenti o scomodi non facevano l'anime perché nessuna emittente poteva trasmetterli che fosse TV Tokyo, Fuji Television, Nippon Television, Asahi TV ecc ecc

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    6. Appunon, aiutami a dire: è tutta una questione ECONOMICA, di pura commercialista 🥳👾

      Moz-

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    7. Nelle ultime edizioni giapponesi del manga di Hunter X Hunter hanno censurato alcune tavole ritenute troppo violente ☹️ mentre Ushio e Tora come scene splatter tra quelli che conosco è il più violento nella riedizione del 2016 non è stato toccato.

      In Giappone accadono cose difficili da capire.

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    8. Ci sta. Ma pensa anche ai remake, che sono molto meno "diretti" rispetto alle serie originali (es. Dai, dove non fanno nemmeno vedere le mutandine). Le sensibilità cambiano nel tempo, fa parte della società.
      È lo stesso ragionamento storico-sociale che ci porta spokon come Holly e Benji dopo quelli molto crudi anni 60 e 70... 🔥💪

      Moz-

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  2. Mentre non mi convince per nulla il fatto che i bambini italiani avevano sensibilità diverse.
    Ma dove? Chi?
    Abbiamo visto tutti film strazianti a 10 anni come Marcellino pane e vino e Incompreso.
    Sapevamo che in Africa c'era ma la povertà e I nostri coetanei lavoravano come schiavi.
    Non vivevamo in una campana di vetro...

    Il resto è solo follia occidentale di proteggere i bambini ritenuti una specie di cuccioli da proteggere da ogni pericolo 😱.

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    1. Parlo di società. Da noi i concetti di morte e sacrificio hanno un valore diverso rispetto a quello giapponese/orientale.
      Da noi la nudità è la sessualità hanno valori diversi (ci vergognamo di farci vedere nudi. In Giappone no. Ci sono bagni pubblici e terme ecc) ⛩️✨️

      Certo ci hanno protetti, ma per proteggere i prodotti e i canali stessi, che altrimenti avrebbero portato a multe, quindi anche a casini coi genitori, osservatori, educatori. E gli inserzionisti si allontanava.

      Comunque la riprova è proprio, parlando in grande, nelle analoghe operazioni anestetizzanti che il Giappone stesso fa attraverso le sue filiali (vedi Nintendo per Pokémon) per rendere i loro prodotti 'non pericolosi'per il mercato occidentale. 😎
      Non si sfugge:sono loro a non darci il vero Pokémon Giapponese e i motivi li sappiamo :)

      Moz-

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    2. Ovviamente i refusi li sceglie il telefono, mortacci sua! E e non è, vendercelo e non venderemo.

      Moz-

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    3. Ma non dici mai nulla sulla malata mentalità occidentale! In Italia un po' meglio invece negli USA era il delirio.
      In parte anche i genitori, insegnanti e associazioni varie giapponesi hanno rotto le scatole.

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    4. Ho preferito ovviamente concentrarmi sulla situazione italiana, ma ho comunque citato le versioni americane sia con ripercussioni sulle nostre che non.
      Schede specifiche sui prodotti Saban, Harmony Gold, 4 kids e via dicendo le trovi su Anime Cult 21, con panoramiche estere estese 💪
      In ogni caso lr'America fa quel.che deve (col benestare del Giappone) perché conscia dei diecimila problemi assurdi che potrebbero sollevarsi... Che poi metta dei tappi di sughero ai fucili di One Piece, ma vende pistole ai ragazzini che fanno stragi nelle scuole, è l'assurda ipocrisia che fa sempre piacere citare 🤣

      Moz-

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  3. Riassuntone di informazioni più o meno già raccontate su queste pagine... Immagino sia stato difficile conciliare le esigenze commerciali (che rendevano possibile trasmettere un anime) con le regole della fascia protetta: o con censure o niente; un po' antipatico che l'Italia spesso sia arrivata dopo e si sia fatta piacere adattamenti già apportati da altre nazioni sul prodotto giapponese... Forse per trasparenza sarebbe stato meglio specificare se si trattava di serie/episodi integrali o meno. Adesso per lo meno, con le serie acquistabili, è possibile vederle integrali con le parti all'epoca censurate dotate almeno di sottotitoli.
    Io comunque la Cina la vedo con sospetto tutt'ora. 😉

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    1. Yes, rimando ovviamente sempre alle riviste citate, che contengono schede dettagliate, documenti e analisi più appofondite: qui ho voluto fare un recap spinto anche da alcune discussioni viste nei giorni scorsi su Fb.
      Quanto all'arrivare prima: Golion ci fu. Ma poi avemmo Voltron pianificato dalla Mattel con tanto di giocattoli e gadget. Ecco come funziona: ci vuole sempre qualcosa di solido, dietro. Aziende grandi.
      😉💪

      Moz-

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  4. Bisogna anche dire che non è solo la violenza che rende un prodotto maturo.
    Per dire in Rurouni Kenshin ci sono molte scene violente il classico sangue a fiumi... Ma i personaggi talvolta curano i nemici... Immaginate se nel XIX secolo giapponese accadeva una cosa del genere...
    Perché? Manga shonen 100% per un pubblico giovane e ingenuo.

    Talvolta la violenza delle produzioni giapponesi può ingannare...

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    1. La violenza è un elemento narrativo come un altro. Ne Il Poema del vento e degli alberi non ci sono scene di squartamenti ma è un'opera pure più cruda di Berserk, per dire.
      Tarantino ha fatto della violenza un tratto estetico ben definito (e divertente). Insomma, dipende dai casi e dai momenti 🤗👾

      Moz-

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    2. Rurouni Kenshin solo per adolescenti è una mia supposizione vista l'ambientazione XIX secolo e il tipo di storia.
      In ogni caso siamo ben lontani da cose come Il gladiatore o Il patriota.
      Ma tu ti immagini in questi film i nemici che vengono curati?
      Cosa penserebbe il pubblico? Minimo un copioso lancio di pomodori mentre in Rurouni Kenshin accade perché è un manga/anime per un pubblico giovane e ingenuo.

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    3. Trovavano modi per far passare la violenza che pure doveva esserci vista la natura dell'opera.
      Sono compromessi.

      Moz-

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    4. Cose non scritte degli shonen "scriviamo storie per bambini/ragazzi" con valori e sentimenti positivi.
      Ma in Occidente non hanno capito neanche questo.
      Molti nemici poi diventano buoni o comunque trovano una strada nella vita.

      Amo gli shonen 😍.

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    5. Certo non ci sono volontà di nuocere. Come non c'è certo una incomprensione da parte dell'Occidente: è solo una questione di differenze profonde, che ormai si sono collaterali (anche se, in certi orari, alcune coze non potremmo comunque vederle)

      Moz-

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  5. D. Gray-man altro classico manga/anime shonen con personaggio mangione, valori dell'amicizia, salvezza del mondo ecc ecc le solite cose tipiche dei battle shonen.
    Si distingue per l'atmosfera gotica e struggente del racconto.
    In un episodio vengono uccisi numerosi esorcisti e cremati bruciando le bare... In Giappone era trasmesso il martedì alle 18:00.
    Il sangue non manca anche se sfruttando l'atmosfera gotica del XIX secolo europeo hanno fatto di tutto per renderlo il meno possibile rosso.

    Beet the Vandel Buster altro battle shonen trasmesso sullo stesso canale nello stesso anno il giovedì alle 18:30 rispetto al manga zero sangue e biancheria intima allungata.

    Due pesi e due misure alla giapponese.

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    1. Ci sono sicuramente motivazioni anche per queste cose.

      Moz-

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    2. Non ho capito una cosa fondamentale.

      Perché per la generazione di Gas75 e la tua generazione successiva i nomi giapponesi non andavano bene mentre per la mia invece andavano bene?

      Digimon Adventure con Tokyo e i quartieri e luoghi non era modificati i vari Odaiba, Stazione di Hikarigaoka.
      Addirittura nella seconda stagione hanno raccontato Kyoto e le Quattro Bestie sacre che proteggono la città del Kansai a Nord, Sud, Est, Ovest.
      Detective Conan altrettanto.
      Corrector Yui addirittura i nomi di alcuni personaggi storici della storia giavanpponese.

      Questi anime facevano ascolti altissimi 1,3 milioni fino a 3 milioni.

      Dimostrazione che la modifica di nomi e luoghi era una follia!

      P. S. Resisteva in Digimon cambiare il nome delle pietanze in Conan e Yui non ricordo.

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    3. Non è difficile da spiegare, l'ho anche esposto il motivo: a partire dal 1998 circa, in Italia ci fu un vero e proprio boom modaiolo anime/manga, che portò il Giappone al centro di tante cose.
      Sushi e sashimi riempirono i locali, ideogrammi e kimono erano cool, ovunque si parlava del Sol Levante (come in documentari tipo Turisti per caso).
      Ciò ebbe un riflesso anche sugli adattamenti: da Sakura in poi il Giappone venne gradualmente reintrodotto, prima con nomi semplificati (Yukito/Yuki) o con altri dalle assonanze già note (Miha Itsuki come Mila Hazuki, al posto dell'originale Miho Shinohara). Non era più necessario occultare i riferimenti diretti al Giappone, anzi ora erano ricercati perché di moda. I bambini erano più avvezzi a queste cose e non avrebbe costituito un problema di difficoltà o comprensione. Pensa che lo stesso Bim Bum Bam stava per trasformarsi in Bim Bum Manga, incentrato su due fratelli otaku!
      Devi SEMPRE contestualizzare temporalmente ogni momento delle censure, riferendoti alla società italiana e alla percezione italiana del Giappone. Questo provo a far capire nei miei articoli perché a tutto c'è una spiegazione (anche se meramente commerciale): nessuna azienda si divertiva a spendere il doppio dei soldi per cambiare, tagliare, modificare ecc! 😉💪

      Moz-

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    4. In realtà, anche negli anni '80 c'erano diversi anime che presentavano almeno parte dei nomi senza alterazioni (perlomeno di suono, a livello grafico non saprei dire): Il grande Mazinga aveva Tetsuya, Jun e mi pare anche un dottor Kabuto, Creamy aveva i personaggi principali col loro nome, cambiando solo quello di alcuni membri della Parthenon in chiave musicale - Jingle, Duenote - e anche nel citato da Moz Mila e Shiro, molti personaggi tenevano il loro nome e/o il cognome (per una Mila, che restava Hazuki o al massimo diventava Azuki, c'era sempre una Nami Hayase, per un nome idiota come Yoghina, potevi comunque trovare una Kaori Takigawa).
      Credo che il criterio tecnico fosse la regola del cazzomannaggia.

      Poi negli anni '90, in Mediaset ci hanno dato dentro con la paura ingiustificata del Giappone, producendo cambi di nome deliranti: sapevano tutti che era il Giappone, l'ambientazione di molte delle storie, eppure era necessario, per la Mediaset, far sparire gli ideogrammi in cambio di adattamenti in italiano di insegne e scritte sui quaderni, un approccio all'adattamento assolutamente fuori tempo massimo, che riecheggia quelli dei film statunitensi più vecchi e che , a differenza di quei film, veniva fatto in modo sciatto e molto affrettato, tanto da far spiccare quelle scritte rispetto al resto della scena.

      In ambito "sessuale" spicca sicuramente l'assorbente dato da una ragazza alla compagna di scuola col ciclo, che venne spacciato per un amuleto portafortuna: una cosa due volte cretina, una perché non è così impensabile che una bambina abbia le sue prime mestruazioni già a 9 o 10 anni, figuriamoci alle medie, l'altro perché si mostra una mancanza di rispetto per un elemento culturale specifico del Giappone.

      Ma ci sono esempi più pedestri di adattamenti, come quando veniva censurata una scena col sangue (che si trattasse di un taglietto o di un personaggio trapassato da parte a parte, non contava, per il Biscione) ma la stessa scena veniva presentata integra nel riassunto che apriva la puntata successiva. Una raffinatezza del genere si poteva trovare sia in Rayearth che in Slayers.

      Diciamoci la verità: che gli adattamenti fossero o meno approvati dal Giappone, in generale, molti adattamenti storici mostravano un rispetto zero per l'intelligenza del pubblico, che i fermo immagine strategici e i fotogrammi ingranditi li notava pure a dieci anni.
      E non mi stupirebbe se in Mediaset avessero giocato un po' con la barriera della traduzione per fare qualche passo extra, senza contare la sciatteria dovuta a errori umani, come quella manciata di episodi, nella quarta serie di Sailor Moon, trasmessa in ordine sbagliato, che mostrava power up che sparivano e riapparivano un po' come capitava.
      In pratica, hanno trattato coi piedi proprio ciò che permetteva loro di vendere un sacco di pubblicità tra un episodio e l'altro.

      Ma anche non si fossero notate delle cose, questo non giustificava a livello morale le scelte compiute, la motivazione erano i soldi ed è stato detto più volte, oltre alla paura dei sepolcri imbiancati di movimenti ipocriti, gente per cui fare i figli significa abbandonarli davanti alla TV allo stato brado.
      La stessa TV che, di pomeriggio , passava pubblicità di bagnoschiuma con le modelle con le zinne di fuori, perché le tette vere non sono un problema, solo quelle animate lo sono, e Il giustiziere della notte alle 20:30, e il cui personaggio principale non aveva bisogno di essere adattato come Paolo.
      Credo che alla fine, a molto appassionati, abbia fatto girare le palle soprattutto il doppiopesismo ipocrita 🤔

      E poi la TV piange perché i ggggiovani si disamorano del mezzo, preferendogli internet e magari dandosi pure alla pirateria (pirateria che, già venticinque anni fa, per chi aveva accesso a internet, offriva un servizio sicuramente migliore, rispetto alla TV pubblica e privata. Mancavano solo i nostri doppiatori 😅).

      I motivi si sanno, ma non sono giustificabili più dell'esigenza di ammazzare qualcuno che si detesta, con le ovvie e debite proporzioni.

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    5. Prima parte:
      Commento articolato, a cui provo a rispondere punto per punto!
      Innanzitutto ovviamente la questione delle generazioni citata da Gravo va presa come cosa di massima: con la primissima invasione, tante cose restavano come in originale, e inizialmente pure sulla Fininvest.
      Perché poi il cambio di rotta, già dagli anni '80? (esempio: Creamy è come dici, Sandy è già tutto adattato).
      1-alcuni nomi "assurdi" erano messi ANCHE per ricreare un corrispettivo con qualche gioco di parole giapponese. Es. se si voleva far intendere che qualcuno fosse grosso, lo chiamavi Carlone o Sandrone perché impossibile da spiegare il gioco di parole tra nome e cognome originali (magari era tipo "montagna di pietre" XD);
      2- man mano ci si accorse che nomi e ambientazioni giapponesi, nonché cose tipicamente legate alla cultura nipponica, erano ancora ostiche e difficili da spiegare nell'immediato. Questo poteva generare incompresioni, turbamenti e soprattutto allontanamenti dal prodotto. Ecco quindi che si appiattisce tutto, da Kiss me Licia in poi. Il cambio dei nomi era una cosa a cui comunque, per le due ragioni indicate (che sono complementari e intrecciate) pensavano tutte le reti: guarda Carletto, Guglia, Nino, Gigi, Madamoiselle Anne, Beppe Domani, Sgrinfia, Florinda e via citando tante opere non adattate da Fininvest.

      Vero che sembra un controsenso: fermo immagine, tagli bruschi e ralenti di certo sviliscono tecnicamente un prodotto. Ma evidentemente ha funzionato, purtroppo dobbiamo dargliene atto: la storia era così bella e forte che pure se la scena rallentava fastidiosamente per coprire qualcosa, ai bambini (target principale) andava bene. Pure io me ne accorgevo, o meglio, sapevo cosa stava succedendo perché se ne iniziava a parlare, ma comunque continuavo a vedere.

      continua...

      Moz-

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    6. seconda parte:

      Sesso e religione: ovviamente sappiamo bene i motivi che spingevano ad alleggerire, censurare o cambiare queste cose.

      Sangue e violenza: dalla seconda metà anni '90 fino alla fine del millennio, ci fu IN TUTTA LA TV una sorta di "operazione cerotto". Valeva anche per film, telefilm... purtroppo. Scene troppo violente erano tagliate di netto (ricordo un taglio assurdo su Commando, con Swartzenegger, sempre passato indenne prima e dopo). C'erano forse delle regolamentazioni più ferree.
      Ecco perché dico sempre che bisogna contestualizzare in base al preciso momento televisivo storico.

      Gli errori: c'è una spiegazione anche in questo.
      Per gli episodi di Sailor Moon SuperS mandati in ordine inverso si è scoperto qualche mese fa che dipese da uno sbaglio a monte: i nastri arrivarono coi codici invertiti. Dalla prima replica in avanti, tutto è stato sistemato.
      Rayearth e Slayers: spesso quelle censure (tipo lo schiaffo, sparito nell'episodio ma sopravvissuto nel riassunto del successivo) venivano fatte in extremis, non programmate sin dalla prima lavorazione, ma proprio a ridosso della messa in onda della puntata.

      Il giustiziere della notte si chiama Paul, che è un nome occidentale. Anche questo bisogna comprendere: noi siamo occidentali e molto legati alla fonetica angloamericana. Non ci fanno strano nomi di quella matrice, mentre un Kobayashi era complicato.

      I motivi sono economici, ma non dobbiamo ragionare solo dal punto di vista dell'indignazione: volevamo vedere quelle opere? Ecco, unico modo era questo. Perché si tratta spesso di opere che DOVEVANO generare grossi profitti, in accordo con tantissime aziende a partire da quelle giapponesi. Che permettono loro stessi i cambi, i tagli e via dicendo, anzi sanno benissimo che le loro opere non sono adatte al resto del mondo, visto che sono loro stessi ad esempio a rilocalizzare Pokémon.
      Ma appunto, il fatto che le medesime opere censorie e di adattamento viste in Italia (nomi cambiati, riferimenti omessi ecc...) si riscontrano (a volte pure più duramente, altre meno) in altri Paesi occidentali, ci fa capire bene che l'indignazione da "otaku" lascia ormai il tempo che trova.
      Fossimo stati 20 anni "avanti" di mentalità, apertura e cultura, già nel 1980, non avremmo ricordato questo fenomeno probabilmente, o meglio non così invasivo...

      Moz-

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    7. Sono cresciuto in una piccola conca marina.

      "Questo poteva generare incompresioni, turbamenti"

      Addirittura turbamenti ma chi??? 😱.

      Se in Mediaset pensavano queste cose erano da manicomio.

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    8. "I bambini erano più avvezzi a queste cose"

      Ne sapevamo come le generazioni precedenti.

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    9. Gravo, non solo in Mediaset: mettiamo da parte quel che ci sembra un ragionamento logico ma da spettatori maturi, e mettiamoci nei panni di una rete che deve massimizzare al massimo i profitti appiattendo e anestetizzando ogni tipo di situazione.
      Quali situazioni? Tutte quelle che avrebbero potuto far porre domande ai bambini, senza possibilità di risposte e spiegazioni (quindi usi, costumi, ideogrammi e cose tipicamente giapponesi)
      tutte quelle che riguardano argomenti che necessitano (almeno in Italia) di una guida adulta che possa accompagnare la visione: divorzi, separazioni, scene di violenza domestica, adozioni, abbandoni ecc...
      tutte quelle con argomenti tabù, da evitare a tutti i costi: sessualità, sesso, omosessualità, sentimenti troppo forti, religione.

      Questi sono i motivi. Considerate che dal 1978 in poi, TUTTE le reti ragionavano allo stesso modo, sia per motivi commerciali sia per non incappare in sanzioni (GTO era censurato, Aquarion pure - e le censure erano proprio su riferimenti di ambiguità sessuale e religiosi). Erano su MTV e GXT, per dire. Non su Mediaset.

      Fininvest e Mediaset, ma anche la RAI suppongo, lavoravano a stretto contatto con psicologi dell'infanzia, per garantire una Tv dei Ragazzi senza il minimo problema. Ogni minima situazione che poteva generare un problema (ANCHE solo di natura commerciale, ossia: non ricordo Usagi e quindi non guardo Sailor Moon) veniva eliminata.

      La tua generazione è diversa, perché dal 1997 il Giappone divenne gradualmente di moda, quindi non c'erano più problemi. Oggi i ragazzini guardano Tsubasa, non Holly, non hanno difficoltà come l'avremmo avute noi nel ricordare quei nomi, per l'epoca, troppo esotici, ostici e "strambi".
      Dobbiamo SEMPRE contestualizzare: periodo storico, periodo televisivo, percezione del Giappone.

      Moz-

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    10. P.S. so che la logica porterebbe quindi a chiedere: perché trasmettere allora queste serie che presentano scene problematiche?
      Perché sono serie che, come giustamente tu stesso hai detto, hanno per target (pensando al merchandising) lo stesso che c'è in Giappone, ma il Giappone ha (aveva, visto che oggi si sono addolciti tantissimo) ben altra sensibilità (per mille motivi, culturali in primis) su certi argomenti.
      Quindi è ovvio che Sailor Moon lo devi trasmettere in fascia di massima garanzia d'ascolto (come Bim Bum Bam o Game Boat) ma si tratta di fascia protetta. Idem Dragon Ball: secondo te, col giro miliardario dietro, potevano esimersi dal trasmetterlo? No, ovviamente. E quindi devi tagliarlo.

      Non per nulla, gli americani hanno fatto (sempre coi giapponesi) lo stesso ragionamento nostro: a volte anticipandoci evitando di dover intervenire noi (vedi Pokémon, già bello pronto e adattato per il mercato occidentale), altre volte dopo di noi, in modi analoghi (a volte anche più invasivi, vedi Sailor Moon).

      Moz-

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  6. Assurdo ma pure giusto in certi casi, però meglio aver visto così che non aver visto affatto.

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    1. Sì, amaramente sono d'accordo. Era l'unico modo per vedere certi prodotti 👾

      Moz-

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  7. Sopra ho fatto un disastro quindi scrivo qui

    Ma quelle cose da bambini non in prima e seconda elementare ma in quarta e quinta elementare le vedevamo! Film come Marcellino pane e vino, Incompreso, i film di Lillo Matarazzo... Ma anche i documentari sui fascismo comprese le scene di fosse comuni... Con la mia classe in quinta elementare siamo andati a Marzabotto (BO). I bambini almeno negli ultimi anni delle elementari non vivono nel mondo dei sogni.
    Ma quale adulti per vedere Sailor Moon, Dragon Ball, Detective Conan ☹️☹️☹️.

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    1. Se è per questo la quasi totalità dell'Italia, cattolica, si ritrova in casa un cadavere appeso a una croce, fustigato e torturato: una delle cose più brutte che si possa vedere.
      Ma tu comunque ragioni solo sul tuo momento, non pensi che se tu fai la quinta elementare un altro spettatore fa ancora l'asilo!
      E ripeto, ragioniamo anche sul contesto storico-televisivo generale, oltre che di società: Conan, che citi, è un giallo con delitti che dieci anni prim era impensabile su Mediaset.
      Qualcosa, anche come regolamentazione, era cambiata.

      Moz-

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    2. Ma cosa c'entra la croce di Gesù Cristo? ☹️ Non fa paura perché fa parte della nostra cultura.
      Ma anche quando ero più piccolo vedevo tipo Mighty Max con l'episodio dei lupi mannari con tracce di sangue e dove si dice chiaramente omicidio e Aladdin della Disney con morti anche brutali.

      Riguardo ai genitori che devono vedere gli anime assieme ai figli spero che tu non lo pensi davvero 😱.

      Conan nel secondo blocco di episodi non nascondono più cocaina e altri termini "forti".

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    3. Forse non riesco a spiegarmi io, evidentemente. Quando mai ho detto che i genitori devono guardare gli anime coi figli? Ho detto che gli anime contenevano certi aspetti che avrebbero necessitato della guida di un adulto se mandati in versione integrale!
      Pensa a Rossana, con la VERA storia della madre di Sana: una ragazzina che resta incinta dello zio e abbandona la neonata su una panchina.

      A me ad esempio Gesù ha sempre fatto paura, per dire. Ma era un esempio oltre i tuoi citati (fascismo, documentari...) per farti capire che ci sono cose culturali che spettano a scuole e famiglie, accettate nella quotidianità, e poi c'è l'intrattenimento della TV che è un'altra cosa ed è, forse pure ipocritamente, soggetto a delle regolamentazioni. 😉

      Ho risposto anche riguardo le serie americane. La violenza era diversa, più nelle corde della nostra cultura, non c'è mai la 'forza' violenta che hanno gli anime.
      E comunque ci sono esempi di censure anche nei cartoon non giapponesi, eh.

      Conan: altro titolo che racconta evoluzione e involuzione delle censure (e quindi delle regolamentazioni). A una prima serie censurata ne seguì ua seconda praticamente integrale, anche nell'audio, fino al ritorno delle censure (e su Super! di d'Agostino, mica Mediaset peraltro...) 🤗

      Moz-

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    4. Gazeem viene divorato Dalla Caverna una delle morti più spettacolari della storia dell'animazione.
      Va bene non conta perché si tratta di un film.
      Mighty Max Ep. 11 l'anziano viene divorato

      Minuto 2:45

      https://m.youtube.com/watch?
      v=2wo7fK1Lq4M&list=PLjdK3YhnmxLPIWgd9qO6lWl2SEMlbGcw1&index=31&pp=iAQB

      La scena è molto forte o meglio dire l'audio si sente chiaramente che la pelle viene lacerata...

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    5. Era un prodotto americano, notoriamente più tranquillo, anche per la non forza della violenza. Gli anime sono davvero più "violenti" (nota le virgolette) anche nelle emozioni e nel sottolineare le stesse. È una questione culturale profonda.
      E comunque, anche opere americane sono state censurate (la Rai ha tagliato, negli anni '70, delle scene dal telefilm Zorro della Disney!)

      Moz-

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  8. Riguardo gli psicologi quando Mediaset con coraggio trasmise Dragon Ball andò dritta per la sua strada? Passi le censure della prima serie ma Dragon Ball Z soprattutto le prime due messe in onda avevano poche censure video! Andò in onda Freezer tagliato in due! Ricordo bene anche Vegeta che stacca le mani a C19.

    Ricordo male? Non ho trovato una lista ma DBZ ricordo poche censure nelle prime due messe in onda.

    Tutto sommato ci furono poche polemiche almeno nulla di esagerato da bloccarea la trasmissione.

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    1. Per bloccarla no. Ma per far prendere delle multe a Mediaset sì. Tanto che le repliche successive saltarono sempre degli episodi.
      Nel 2000 qualcosa era cambiato nella sensibilità comune. Dragon Ball Z poteva fare il suo debutto televisivo. Iniziava a passare una concezione degli anime diversa, si era capito che erano anche per grandi. E iniziò la differenziazione (in corso da qualche tempo, a dire il vero) tra lunch time (TEEN toon town, quindi adolescenti) con anime più action e voldndo maschili, e Bim Bum bam (dovete proseguiranno maghette e storie sportive). 😎💪

      Moz-

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    2. Mi riferivo alle prime due trasmissioni.
      Poi già dalla terza iniziò la fine con la vergogna della censura degli episodi 79-80 nella quarta o quinta replica.

      In Giappone non facevano quella distinzione quindi Pokémon con Naruto, Beet the Vandel Buster con Mushiking, Bleach con Mirmo.

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    3. La vergogna... tu continui a parlare con gli occhi dell'indignato.
      Mediaset non poteva trasmettere quelle puntate, aveva già preso delle multe per via dei contenuti di quelle puntate!🤣
      Questo è il motivo di quando si saltano alcuni episodi...
      Comunque, ti ho risposto sulla trasmissione di DBZ: slot per ragazzi, e sensibilità che stavano cambiando.

      Moz-

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    4. Come addetto stampa per Mediaset saresti perfetto... 😅.

      Mediaset qando prese quelle multe? Dopo la terza replica? Per quale motivo dopo anni?

      Meno male che che ho potuto vedere almeno 1/2 volte quegli episodi.

      Mentre De Filippi & Company nessuna multa 😅.

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    5. Evito di rispondere perché sono due giorni che provo a essere il più obiettivo possibile, ma se provi a RAGIONARE per la mentalità otaku ottusa sei a favore delle tv (o peggio, di Mediaset).
      Non vado oltre, è inutile con chi non vuole comprendere il fenomeno sociale e televisivo concentrandosi solo sul prodotto (la serie animata) e sulla visione etica (l'ingiustizia della censura). Mi dispiace, ora rispondo solo a chi ha compreso il senso di queste analisi socio-televisive.

      Moz-

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    6. A differenza di altre volte non ho letto critiche nei tuoi confronti nella tua pagina Facebook.
      Solo applausi all'unisono.

      Dare dell'otaku e peggio di dare dell'addetto stampa.

      L'articolo presenta dei punti contraddittori di non poco conto.
      Non mi piace che scarichi parte della colpa sui giapponesi perché non tutti dentro gli studi d'animazione erano favorevoli! Naoko Takeuchi da quello che si sa era contraria alle censure.

      Certo gli americani erano molto peggio degli italiani noi siamo stati più fortunati.

      I danni fatti restano immensi e raramente hanno messo mano nel rimediare ma solo le werie più remunerative ☹️ la nuova serie in home video di Saint Seiya ha i sottotitoli fedeli su Crunchyroll USA si può vedere Yu-Gi-Oh Sub ENG integrale.

      Senza dimenticare che i Kappa Boys erano in prima fila contro le censure.

      Se Nicola Bartolini Carrassi non dormiva la notte per le censure poteva cambiare mestiere.

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    7. Forse finalmente i lettori hanno compreso che si tratta di un'analisi socio-televisiva e non di articoli scritti con gli occhi del fan. A me interessa studiare e comprendere il fenomeno, mi interessa capire perché alcune cose sono state tagliate e altre no, come si ragionava. Ho avuto modo, per fortuna, di vedere materiale e leggere interviste (consiglio quella, per ora in tre parti su altrettanti Anime Cult) a Galatoli, che svela tantissimo dell'importazione anime in Italia (parlando anche del rapporto tra i distributori e la Manera...).
      Otaku: è perché dalla metà degli anni '90 tanti ragionavano alla cieca, senza pensare a cosa ci fosse dietro al fenomeno. Pensavano solo "censurano gli anime!!!!" quindi solo al prodotto in sé, ignorando del tutto le cause. E poi praticamente tutti contro Mediaset, a prescindere: avessi mai letto critiche alle censure di TMC, MTV, RAI2...

      Per ogni contraddizione che pensi ci sia nell'articolo, ti invito a farmi una domanda a cui risponderò in maniera quanto più precisa, breve e lineare possibile. A tutto c'è una risposta.
      Non c'è illogicità nelle scelte, se guardiamo - come dico - alla contestualizzazione.

      Continua...

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    8. Sui giapponesi: non è uno scaricare la colpa, è semplicemente la verità di quello che succede. Ovvio che non tutti erano favorevoli, ma secondo te i dirigenti TOEI, TMS ecc stanno a pensare all'intercalatore di turno o al regista dell'ep. 5 di una serie? Loro sono un'azienda che DEVE VENDERE, punto. A qualunque costo.
      E, tramite intermediari o direttamente loro stessi, vanno alle fiere e preparano brochure per vendere i loro prodotti. Saint Seiya lo hanno censurato loro, per noi. Utena volevano vendercelo come Ursula's Kiss. I nomi di Rayearth li hanno cambiati loro per noi (non ti suona strano che abbiano fatto, proprio i giapponesi, quel che facevamo noi in Italia, ossia rendere i nomi in occidentale? Chiediti il perché...).

      La Takeuchi è l'esempio massimo, invece, di come vanno le cose: lei avrebbe voluto solo Sailor V e le hanno imposto Usagi e un team che richiamasse i sentai; lei avrebbe voluto Mercury come cyborg e la morte di tutte le guerriere, eppure l'editor le ha fatto cambiare idea. La Kodansha ha creato quindi la formula perfetta, resa ancora di più tale dalla TOEI (per me, la fortuna vera di Sailor Moon sta nel fatto che l'anime sia stato diretto da Ikuhara, il Lynch giapponese...).

      Gli americani, che fanno le loro censure sempre col benestare nipponico, sono peggio e c'è un motivo: hanno da badare a molte più rotture di palle rispetto a noi!
      Ma, ricordo sempre, i grandi nomi tipo Pokémon e Yu-Gi-Oh! sono sempre adattati dal Giappone (Nintendo e Konami) per il nuovo mercato. Mettiamocelo in testa: i giapponesi sanno bene che le loro cose, fuori, sono invendibili se parliamo di pianificazioni miliardarie (giochi, gadget ecc) e quindi modificano o fanno modificare volentieri il tutto, visto che -ripeto- DEVONO VENDERE.

      continua...

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    9. i danni fatti purtroppo ce li teniamo, e perché come giustamente dici si può operare solo sulle serie più remunerative. Se ci fosse DAVVERO un mercato florido di persone che vogliono le opere integrali, le case italiane si sarebbero fiondate in massa a ridoppiare tutto. La stessa Mediaset avrebbe fatto due edizioni delle opere, una per il pomeriggio e una per la sera/notte.
      Ma non c'era interesse, lo share garantito dagli interessati era basso.

      I Kappa hanno realizzato le petizioni contro le censure, e a fine anni '90 sono stati i primi a rivelare senza troppi giri di parole che si trattava di una mera questione commerciale (anche giapponese, ovviamente). Anche se quegli articoli erano ancora - ma il momento storico era quello - scritti dal punto di vista otaku. Nessuno pensò alla questione in modo molto più semplice e freddo: o le trasmettevano così, o niente.
      Secondo te la TOEI avrebbe ceduto Sailor Moon per il solo mercato home video, integrale? E come li faceva i soldi? Erano ancora discorsi un po' ingenui, a mio avviso, per quanto romantici verso la produzione giapponese che tutti amiamo. Ma purtroppo la verità è molto più fredda, nonché poco artistica e romantica. Prendiamone atto.

      Citare Carrassi come se fosse colui che ha deciso tutto, mi fa ancora capire che non hai ancora colto il focus del post, e che stai ancora pensano alle censure in un senso che qui non viene discusso affatto. Carrassi avrebbe potuto cambiare lavoro, o non esistere addirittura, ma ci sarebbe stato magari il signor Caputo al suo posto, o la sig.ra Cavorsi. Carrassi era un ruolo, certo ci ha messo del suo come ogni adattatore (prima e dopo di lui), ma si tratta di un ruolo in questo caso, non di una persona. Se non era lui, era un altro. Mettitelo in mente: i cartoni, per essere trasmessi, DOVEVANO essere modificati. Altrimenti non li avresti mai visti. E quindi ecco il ruolo di Carrassi (e chi per lui, prima e dopo).

      Moz-

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  9. Da quello che ho letto in giro la Takeuchi era indignata per le censure dell'anime.

    Digimon Adventure la prima serie l'abbiamo avuta semi integrale... I nomi di persone e cibi erano modificati ma non dei luoghi e in parte si sentivano parole come morte e strage.
    La colonna sonora era integrale soltanto che la insert song era solo in versione strumentale ☹️.
    Ma rispetto alla vergognosa versione USA siamo stati fortunati perché Carlo Freccero ha preso direttamente la serie dal Giappone.

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    1. La Takeuchi si disse indignata delle censure al rapporto tra Heles e Milena.
      Ma, in realtà, al di là di battute troppo spinte o dirette (es. "questa notte non ti lascio andare via") in Italia non abbiamo censurato il loro rapporto, giusto annacquato appunto in cose troppo dirette o spinte (in questo caso, avveniva anche per scene di amori etero, eh!), ma nella nostra edizione si capisce bene che non sono solo amiche, tanto che sopravvivono diversi dialoghi a riguardo.
      Abbiamo annacquato l'innamoramento che, a turno, le guerriere provano per Heles o Milena, mascherandolo con sotterfugi ma si capiva lo stesso.
      In America sono diventate cugine, per dire.

      Se l'America avesse imposto la propria versione di Digimon, assieme alla Toei, fidati che avremmo visto quella. Come successo invece per Yu-Gi-Oh!. Fortunati siamo stati con BeyBlade, anche questo preso prima dell'internazionalizzazione generale.

      Moz-

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    2. Penso che gli americani non volevano o potevano acquistare tutto.
      Soprattutto cose come Detective Conan non erano interessati.
      Doraemon e Keroro stessa cosa.
      Così come altri anime.
      Tolti alcuni anime agli americani molte serie non interessavano.

      Poi all'epoca Mediaset aveva più conoscenza e amicizia con gli studi d'animazione giapponesi rispetto agli americani eravamo clienti più abituali e che portavano più soldi.

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    3. Conan lo hanno, eh: CASE CLOSED, si chiama, ed è stata effettuata un'opera di cambio nomi ma soprattutto di scambio episodi (un po' come fecero per Sakura) in modo da partite subito col botto degli episodi inerenti agli uomini in nero senz troppo filler (scambiati di posto).

      Mediaset ha avuto sicuramente privilegio di poter trattare direttamente, tranne quando il Giappone stesso imponeva opere occidentalizzate in america, come Pokemon e Yu-Gi-Oh!💪🤗

      Moz-

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    4. Wikipedia riporta che negli USA Conan non ha avuto successo (perché trasmesso di notte su Cartoon Network nel blocco Adult Swim) poi è iniziato nella primavera 2004 lo stesso periodo di quando da noi andavano in onda gli episodi della villa del ragno con tanto di omicidio, suicidio, impiccato, droga ecc. ecc. Non siamo il Giappone ma sempre mille anni avanti agli USA...

      Questo intendevo dire gli USA per fortuna non compravano tutto...

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    5. Non si tratta di essere avanti o indietro: tutto il mio post potrebbe essere riadattato basandoci sulla situazione americana, e anche lì avremmo delle risposte a certe loro censure. Che a noi sembrano assurde, ma solo perché si tratta di cose culturalmente lontane.
      Mr. Popo di Dragon Ball da noi è passato senza problemi, in america no e c'è un motivo: per loro è un personaggio controverso, visto c'è rappresenta un nero coi bracciali e labbroni.
      So che può sembrare assurdo ma fidati che fanno partire cause per una virgola, figurati per un personaggio che offende(rebbe) una categoria di persone!

      Moz-

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  10. In prima elementare si va un gita al Luna Park in quinta elementare sulle tombe dei partigiani.
    Non è il tuo caso ma trovo disgustoso che in Occidente i bambini vengono trattati come cuccioli sempre e comunque.

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    1. Non piace nemmeno a me, assolutamente, ma lo capisco.
      La Tv è sempre stata demonizzata, presa come "cattiva maestra"... ovvio che doveva tutelarsi, visto che si tratta di aziende commerciali. E lasciano a scuola e famiglia il compito di spiegare le cose più controverse o che possono turbare.

      Moz-

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  11. Ho cercato un po'

    Digimon Adventure Ep 43. Preparano le tombe per i Digimon scomparsi e Gattomon dice chiaramente morti.
    Detective Conan Ep. 177-178 morte, suicidio, assassino, impiccato, droga.

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    1. Certo. Non celavano più il concetto diretto di morte. Era finita quell'epoca (ma sarebbe tornata, e proprio parlando di Conan: come detto, dopo la parentesi fedele all'originale - in un episodio si sente anche "bastardo!"- si tornò con DeAgostini di prepotenza alle censure sul modello scelto da Mediaset per la prima tranche di episodi).

      Moz-

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    2. La svolta ci fu con Fabrizio Margaria?
      Quindi secondo te con Detective Conan hanno rischiato? Secondo me Margaria ha voluto dire una cosa del genere "i tempi sono maturi accontentiamo i fan".

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    3. Sì, il cambio di rotta coincise col cambio di direttore. Il ragionamento fu quello ma si rischiò, visto che dovettero tornare alle censure. Provarono comunque a sperimentare la fascia notturna e un canale tematico specifico, IT!.
      Forse il picco massimo raggiunto per gli anime in TV. Bei tempi 😍

      Moz-

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  12. Finalmente un articolo sull'argomento scritto bene e spiegato altrettanto, con tutta la verità nient'altro che la verità, senza sentimentalismi o fanatismi di parte. Concordo in pieno con tutto quello che hai scritto e non avrei saputo spiegarlo meglio. Premetto che non sopporto nè chi difende le censure di mediaset a spada tratta, nè tantomeno chi si guarda gli anime in giapponese coi sottotitoli perchè schifa il doppiaggio italiano d'epoca (dietro cui comunque in molti casi c'era un lavorone enorme e fatto bene nonostate i tagli imposti dall'azienda) e non comprende le ragioni tecniche e commerciali che c'erano dietro cambiamenti di nomi e censure. Per me la verità di tutto sta sempre nel mezzo, che poi è quella che hai descritto.

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    1. Grazie mille, mi fa piacere che si sia compreso il senso - assolutamente super partes e meramente 'tecnico' - del post.
      Purtroppo le cose non potevano che andare come sono andate. Certo a volte sono state pessime e altre volte mezzi miracoli, ma così è se volevamo vedere gli anime da noi... 😵

      Moz-

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    2. Io ringrazio solo di averli potuti vivere in quegli anni dove internet non c'era. Poco mi frega che Usagi la chiamassero Bunny

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    3. Si, la vedo anche io come te. Mi ritengo fortunato per aver comunque potuto vedere così tante serie.

      Moz-

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  13. Come avevo scritto precedentemente nella televisione giapponese non fanno distinguo tra anime tra bambini e ragazzi di fatto sono considerati la stessa cosa.

    Riporto un palinsesto di alcuni decenni fa di uno principali canali nella regione del Kanto.

    18:00 Elemental Gerad
    18:30 Bleach
    19:00 Yakitake Japan
    19:30 Mirmo

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    1. Interessante capire come risolvono con gli investitori pubblicitari per i vari slot... 😅💪

      Moz-

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  14. Da quello che ho visto negli spezzoni pubblicitari su YouTube gli spot sono tematizzati.
    Quando fanno Bleach ci sono le pubblicità sui videogiochi o altro.
    Quando fanno Mirmo le pubblicità dei giocattoli.

    Da quello che ho letto nel corso degli anni esistono solo tre fasce orarie per i cartoni animati.

    Sabato e domenica mattina.
    Lunedì al venerdì preserale dalle 18:00.
    Orario notturno 23:00 - 2:00. Anche che anche la fascia di Detective Conan venga definita "anime per bambini" usano proprio kodomo.

    Poi non so perché ma sui social all'80% i ricordi nostalgici sono "vedevo questo anime quando andavo alle elementari" 19% scuola media solo 1% scuola superiore.

    Escludendo la roba otaku dai miei studi e ricerche deduco che gli anime in Giappone sono prevalentemente legati all'infanzia che devo specificare l'infanzia in Giappone dura di più dell'Italia in alcuni casi fino alla soglia dei tredici anni.

    Nessun giapponese considera Dragon Ball, One Piece, Sailor Moon, Saint Seiya per adolescenti.
    In Occidente vengono considerati tali creando tanta confusione.

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