[SPECIALE] giappomania: la storia degli shōjo (anime e manga) in Italia


 

Target particolare che abbraccia tante sottocategorie, quello dello shōjo (lett. ragazza) può essere considerato quasi un caso a sé.
Il termine si riferisce ai manga, ma in questo viaggio parleremo per estensione anche delle opere animate rivolte idealmente al medesimo pubblico femminile.
Nella lunga storia del fumetto giapponese in Italia (vedi QUI), che si intreccia con quella, altrettanto complessa, dell'animazione nipponica nel nostro Paese (vedi QUI), i manga e anime considerati (almeno a monte) prodotti per ragazze hanno un ruolo fondamentale.
In questa retrospettiva affronteremo un viaggio articolato che abbraccia anche produzioni collaterali ma sempre ascrivibili a questa categoria.
I link nel testo aprono a ulteriori approfondimenti.


Heidi non è uno shōjo, ma è la prima opera animata giapponese seriale che, giunta da noi, presenta una protagonista femminile.
Siamo nel 1978, e all'epoca non si badava al "genere", essendo i cartoni semplicemente... cartoni, e nel caso specifico comunque una storia tratta da un classico della letteratura.
Lo stesso discorso è applicabile a Anna dai capelli rossi -la cui serie venne trasmessa nel 1980 sulle nostre frequenze- ma vale anche per Peline Story e Charlotte.
Per molto tempo, anche gli anime saranno percepiti così: per tutti.
Ci proverà anche la Fininvest a renderli giustamente neutri, nell'ottica di una programmazione "cauta" che potesse far presa su una platea trasversale.
Fino a quando la loro femminilità non sarà percepita in modo più forte.



Heidi



I PRIMI SHŌJO (ANIME) IN ITALIA
Il primato spetta a Candy Candy: la popolare serie è la prima opera shōjo ad arrivare in Italia, sottoforma di anime, seguita dal cartoon de La principessa Zaffiro.
Siamo nel 1980, e questi due titoli (così diversi tra loro) appassionano tantissimi telespettatori.



Candy Candy


Candy Candy racconta una vicenda drammatica e sentimentale, mentre La principessa Zaffiro è un'avventura fantasy che ha il record giapponese di essere il primo shōjo manga a essere tradotto in animazione.


La principessa Zaffiro



A FUMETTI (MA ITALIANI)
Il fumetto di Charlotte, realizzato in Italia, è sulle pagine del settimanale «La Banda TV»: si tratta di quelli che sono oggi definiti "spaghetti manga", ossia storie italiane (sia testi che disegni) basate su popolari personaggi in onda sulle televisioni nostrane.
Erano diversi i settimanali che spaziavano su più generi e proponevano personaggi vari, senza distinzioni.
Anche le storie di Anna dai capelli rossi ma soprattutto de La principessa Zaffiro finiscono su tali produzioni: la prima è sia su «Cartoni in Tivù» sia su «TV Junior», Zaffiro appare sia su «Cartoni in Tivù» che su «Telefumetto».
La maggiorparte di questi fumetti vennero realizzati dagli instancabili Vincenzo Perrone (testi) e Yoshiko Watanabe (disegni).


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IL PRIMO SHŌJO MANGA IN ITALIA
Candy Candy ha un altro grande primato: quello di essere il primo vero shōjo manga ad arrivare in Italia: non storie create artigianalmente nei nostri studi, ma la reale opera di Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi.
Ciò avviene nel 1980 sul settimanale omonimo della Fabbri Editori, all'epoca in accordi con la Kodansha.
Le tavole vennero ovviamente specchiate, per permetterne la lettura all'occidentale, e i disegni ricolorati per l'occasione.



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GLI ALTRI MANGA DI «CANDY CANDY
»
Questo popolare magazine non si limita a proporre solo il fumetto della titolare di testata, ma pubblica anche altri manga.
Se in futuro arriveranno altri due "colossi" sulla scia dei successi televisivi,
«Candy Candy» prova anche personaggi inediti come La storia di Luna (Faustine) di Chieko Hara, Susy del Far West (Mayme Angel) e Kitty la stella del circo (Tim Tim Circus) della Igarashi.



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I PRIMI "MAHŌ SHOJŌ" IN ITALIA
Nel marzo 1981 arriva sui teleschermi un nuovo sorprendente titolo: Bia - La sfida della magia, destinato a mietere successi anche sottoforma di fumetto. Lo trasmette la Rai, e le storie disegnate (in Italia, sempre dal duo Perrone/Watanabe) finiscono su «TV Junior», settimanale della TV di Stato.
Si tratta del primo "mahō shōjo" (storie di ragazze magiche, dette anche maghette o majokko) ad apparire in Italia, seguito da Sally la maga (a settembre dello stesso anno, sulle TV private): l'anime di Sally, prodotto nel 1966, fu la prima serie televisiva creata in patria appositamente per un pubblico femminile.
Il fumetto di Sally apparirà su «Cartoni in Tivù», e anche proprio su questa testata -all'epoca diretta rivale di «TV Junior»- finiranno anche altre avventure di Bia.
All'epoca i diritti di sfruttamento dell'opera appartenevano infatti a due case editrici: paradossalmente, gli autori italiani erano però gli stessi.



Bia anime e su rivista



RAGAZZE SPORTIVE
I primi 26 episodi di Quella magnifica dozzina (più tardi conosciuto come Mimì e la nazionale di pallavolo: vedi QUI la lista degli anime con adattamento italiano discontinuo) arriva nel 1981 sulle reti minori: è la prima storia "spokon" (sportiva) con protagoniste delle ragazze, così il pubblico italiano può conoscere uno nuovo genere applicato al target femminile.
L'anno seguente è il turno di Jenny la tennista, su Rete 4.



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LADY OSCAR: ANIME E MANGA
Il 1982 vede la nascita di due grandi realtà televisive: Italia 1 (QUI la storia) e Rete 4 (QUI la storia), che andranno presto ad affiancarsi alla berlusconiana Canale 5.
Su quest'ultima è trasmesso Laura, serie animata prequel delle vicende de La casa nella prateria; non proprio un prodotto dal target shōjo, ma una storia con protagonista femminile.
Sulle TV locali debuttano le magiche Ransie la strega e La maga Chappy, ma la vera novità è Lady Oscar: capolavoro d'animazione, è in onda nei pomeriggi di Italia 1 a partire dal marzo di quell'anno.



Lady Oscar



Di Lady Oscar arriva in Italia anche il manga originale, pubblicato come inserto sulle pagine di «Candy Candy»; come per gli altri manga proposti sulla rivista Fabbri, anche Le rose di Versailles viene ribaltato e colorato.
Ma se Candy Candy ottiene addirittura una continuazione creata ad hoc in Italia (curata dallo Staff di If, col benestare del Giappone), le vicende di Lady Oscar vengono interrotte prima dei tragici fatti del finale.
Tuttavia la Fabbri Editori pubblicherà di Oscar dei romanzi inventati in Italia che ne proseguiranno idealmente le avventure (vedi QUI).




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OSCAR SUL «CORRIERE DEI PICCOLI»

Disegnati in Italia, gli episodi del fumetto di Lady Oscar sono anche sulle pagine del «Corriere dei Piccoli»; nulla di memorabile, ma è interessante vedere come si trattasse di un titolo di forte richiamo.



immagine da Poochie & other friends




1983, UN ANNO DI SVOLTA
Mentre si affievolisce il successo delle riviste storiche di "spaghetti manga", la Rai manda in onda solo pochissimi nuovi titoli, tra cui Hello Sandybell (con tre episodi del tutto omessi, vedi QUI).
La Fininvest propone Il magico mondo di Gigi (Minky Momo), un "mahō shōjo" inusuale.



              



MODELLO FININVEST
1984: se la Rai ha praticamente smesso di importare e trasmettere serie animate giapponesi (vedi QUI la storia degli anime in Italia), la Fininvest investe invece tantissimo su questi prodotti.
E lo fa affidando la sua fascia ragazzi ad Alessandra Valeri Manera, che poco a poco determinerà un "modello" preciso fatto di serie neutrali/femminili, lontane il più possibile da vicende d'azione che potevano includere quelle scene forti (o violente) di cui si era discusso già abbastanza.
Arrivano così serie come Nanà Supergirl, Lo specchio magico, Lady Georgie.
Questi ultimi due titoli saranno ospitati, nella forma del loro manga originale (ma sempre ribaltato e colorato), anche su «Candy Candy TV Junior».



Georgie - immagine web



Le TV private propongono invece Madamoiselle Anne, il cui fumetto realizzato in Italia verrà pubblicato tre anni dopo su «Più e il suo gioco».
Sul «Corriere dei Piccoli» arriva il manga (ribaltato e colorato) Lady Love, pubblicato in modo discontinuo e infine sospeso.



Madamoiselle Anne



MAJOKKO!
Nel 1985 sulle reti Fininvest debuttano le maghette L'incantevole Creamy (QUI uno speciale) e Evelyn e la magia di un sogno d'amore (Persha): la prima riscuote un enorme successo che dura ancora oggi.
Quello stesso anno arriva un'altra hit: Kiss me Licia (Love me knight), che si accompagna a Il grande sogno di Maya e Dolce Kati.


Creamy Mami



Nel 1986 su Italia 1 vanno in onda Magica Emi, Mila e Shiro - due cuori nella pallavolo, Memole dolce Memole, Lovely Sara.
Il 1987 è ancora "femminile" con Che famiglia è questa Family!, la replica di Candy Candy e Sandy dai mille colori, l'ultima delle quattro majokko anni '80 dello Studio Pierrot.



le quattro maghette: Evelyn, Sandy, Yu e Mai



ANIME COMICS (MADE IN ITALY) E MANGA SUL «CORRIERE DEI PICCOLI»
In quegli anni il «Corriere dei Piccoli» diventa sempre più legato alle trasmissioni di Italia 1, proponendo i manga (ovviamente specchiati e colorati) de L'incantevole Creamy, Mila e Shiro, Hello! Spank.


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Non solo: anime comics fatti in casa, veri e propri fotoromanzi realizzati con gli screenshot delle serie animate, permettono di avere i fumetti di Kiss me Licia, Jenny la tennista, Memole, Evelyn, Magica Emi e Hilary (il cui anime debuttò nel 1988).

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I PRIMI ANNI '90
Gli anime conoscono, sulle TV italiane, una nuova flessione; di conseguenza tanti personaggi amatissimi sono spariti dalle riviste storiche. «Candy Candy», in ultimo chiamata «Candyissima», ha chiuso.
Tre cuori per Rosy (Candy Romance) di Ito Kako è un misconosciuto manga che nel 1991 appare (incompiuto) sulle pagine di
«Magic Girl».
È la fine di un'epoca, quella fatta di fumetti realizzati in Italia o di manga colorati e proposti su riviste per un pubblico di giovanissimi: il fumetto giapponese sta per conoscere un nuovo pubblico italiano, quello più consapevole e esperto degli appassionati; un target mediamente più maturo pronto a richiedere le opere giapponesi nella loro forma quanto più possibile vicina all'originale...



Tre cuori per Rosy - immagine web




ANCORA LADY OSCAR

L'editore Granata Press si lancia nel mercato dei manga, pubblicando riviste-contenitore e di approfondimento come «Zero» e «Mangazine».
Nel maggio del 1993 rilancia, in una nuova edizione monografica, il manga di Lady Oscar.






KAPPA E SOAP OPERA
Sorprendentemente femminile è anche la proposta di «Kappa Magazine», nel 1992 (QUI la storia della rivista).
Non si tratta di shōjo, ma tra i fumetti pubblicati sono spesso le donne a farla da padrone, nelle situazioni e ambientazioni più disparate.
Però lo stesso magazine e i Kappa Boys sono attentissimi al genere, che sembra snobbato dai manga-fan italiani: il lungo dossier su «Kappa Magazine» n. 11 e la rubrica Soap Focus On su «Neverland» testimoniano questo interesse, che si concretizza però solo nel 1994 con la nuova edizione di Georgie, e nel 1995 con la pubblicazione di Caro Fratello... della Ikeda e dei capitoli di Magic Knight Rayearth sul magazine «Young».



la pubblicità di Georgie




ARRIVA SAILOR MOON
Il 1995 è però anche l'anno del grande ritorno degli anime in TV; un preludio alla nuova invasione giapponese che spingerà molto anche i manga in edicola e libreria.
Dal febbraio di quell'anno, infatti, arriva su Canale 5 il fenomeno Sailor Moon: un "mahō shōjo" d'azione, che cattura immediatamente il pubblico italiano.
A giugno arriva per Star Comics il manga originale, pubblicato in uno spillato con redazionali e inserti.




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L'anime comic invece debutta a ottobre per la Panini, e tante altre pubblicazioni dedicate alla guerriera della Luna si moltiplicano in edicola.
La Panini bissa, a fine 1996, con una seconda pubblicazione (stavolta "pocket"):





Il successo di Sailor Moon è così forte che la Mediaset, nel 1996, confeziona un programma apposito per trasmetterne le nuove puntate: si tratta di Game Boat, su Rete 4 (QUI la storia dello show).
Inizia però, proprio da qui, a crearsi una certa spaccatura "di genere", tra le opere percepite più come femminili e quelle più maschili.





FINE MILLENNIO IN TELEVISIONE
Sailor Moon
(QUI la sua storia in Italia) apre a una nuova stagione per gli anime sulle nostre TV: Mediaset lancia Rayearth, Marmalade Boy (nella sua versione Piccoli problemi di cuore, vedi QUI), Lisa e Seya, Un fiocco per sognare, Curiosando nei cortili del cuore, È un po' magia per Terry e Maggie, Temi d'amore tra i banchi di scuola.
Si inizia a parlare anche del fenomeno censure televisive, al tempo inaspritosi.




Curiosando nei cortili del cuore



FINE MILLENNIO IN EDICOLA
Anche gli editori italiani lanciano nuove testate; i fumetti per ragazze erano ancora i grandi assenti; ma l'onda di Sailor Moon aveva fatto nascere un pubblico nuovo, interessato al genere.
Nel 1997 la Star Comics propose quindi il tascabile «Amici», che all'interno conteneva inizialmente le storie di St. Tail (Lisa e Seya in televisione), Una ragazza alla moda (Madamoiselle Anne in televisione), Miracle Girls (Terry e Maggie in televisione), Creamy, Sailor V.




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Inizialmente, e senza un reale motivo, i vecchi appassionati non la presero benissimo (ma già sulla posta di «Kappa Magazine» si era aperta una inutile diatriba girellara contro Sailor Moon):
"In questo modo ci fu la possibilità di scoprire che un pubblico per queste produzoni esisteva, nonostante gli stessi manga-fan di vecchia data storcessero il naso, o addirittura manfestassero il loro disappunto durante le fiere del fumetto con tanto di processioni e cartelli, il cui slogan era
«'Amici'... di chi?!»". (da «Kappa Magazine» n. 121, luglio 2002)
I dati diedero però ragione agli editori, e il genere venne definitivamente sdoganato, sebbene con altri piccoli passi e provando storie dal target più adulto (come Utena e Mars).



Utena



SAKURA E GLI ALTRI
Sepre la Star, dapprima come esperimento e poi con cadenza regolare, porta in edicola il manga di Card Captor Sakura: il relativo anime era in onda sulle reti Mediaset, e fu il primo titolo che pose fine all'usanza di rimuovere l'ambientazione giapponese. Tuttavia, le censure non sparirono e anzi proprio Sakura ne fu colpita in modo particolare (vedi QUI).
La Panini, che nel 1998 aveva già proposto Marmalade Boy, l'anno dopo presenta anche un altro fumetto il cui anime aveva riscosso successo: Cortili del cuore.



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IL NUOVO MILLENNIO
Nel 2000 la nuova invasione manga/anime è nel pieno della sua potenza; ogni genere è sdoganato o quasi (arrivano anche gli shōnen'ai, con il manga Kizuna a fare da apripista), le distinzioni non sono più, per fortuna, nette.
Anche l'home video propone titoli di ogni tipo e per ogni pubblico; la televisione porta uno shōjo addirittura in maratona notturna (Wedding Peach - I tanti segreti di un cuore innamorato) sebbene ciò costituisca ancora oggi un piccolo mistero (vedi QUI).
Un nuovo titolo shōjo di successo è invece Rossana, che appassiona tantissimi telespettatori (QUI la storia dell'opera in Italia).
Nel 2001 anche la nuova majokko dello Studio Pierrot, Fancy Lala, arriva sui teleschermi.



Fancy Lala



SEMPRE PIÙ SHŌJO
Nel 2002 su Italia 1 è in onda Magica Doremì; altre serie per ragazze arrivano di seguito: Mew Mew amiche vincenti, Mermaid Melody e tutte quelle serie che andranno sia su Italia Teen Television dal 2004, sia su Italia 1 per tutto il decennio.
La Rai, dal 2004, propone invece le prime serie del franchise Pretty Cure.



Magica Doremì



In edicola sbarcano molti dei manga da cui sono tratti questi titoli, come Il giocattolo dei bambini - Rossana, Magica Doremì, Tokyo Mew Mew.
Le serie storiche e cult sono costantemente replicate in televisione, mentre poco spazio o clamore è dato, negli ultimi tempi, a nuovi anime per ragazze.
L'editore J-Pop si è fatto portavoce di tutta quella wave anni '70 di manga che ancora mancava: Il poema del vento e degli alberi (il cui film animato era però disponibile nel catalogo Yamato Video), le opere di Moto Hagio come Il cuore di Thomas; la ristampa dei titoli cult della Ikeda...






La Rai, dal 2016, ha trasmesso Sailor Moon Crystal (la cui continuazione sottoforma di film è su Netflix); i manga per ragazze sono ancora molto presenti nei punti vendita, con titoli moderni e attuali, ma sembra mancare un nuovo nome commercialmente forte.
O forse, gli stessi shōjo sono cambiati, evoluti, contaminatori e contaminati, e parlano adesso nuovi linguaggi ancora più eterei e sfuggenti...

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76 commenti:

  1. Ottima disamina. Ricordo bene sia i manga ricolorati e ribaltati (che ai miei occhi di bambina avevano un fascino irresistibile, perché saltava all'occhio una delicatezza e una poesia che le riproposte italiane non avevano) che i fastidiosissimi "fotoromanzi", punta di diamante del Corrierino, di cui all'epoca ero una lettrice assidua. Il mio primo shojo consapevole, però, è stato Proteggi la mia terra :)

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    1. Grande, Saki Hiwatari.
      Lo sto ricollezionando nella nuova edizione 💖
      Sì, tutte quelle produzioni italiane (o giappo-italiche) avevano e hanno un grande fascino! 💪

      Moz-

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  2. Articolo molto completo, negli anni 80 erano divertenti quelle ricolorazioni, ma al giorni oggi non piacerebbero...

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    1. Esatto, non funzionerebbero nemmeno, come giusto che sia!
      Erano proprio altri tempi... 🤩

      Moz-

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  3. Ricordare tutto mi fa sentire vecchia! xD

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  4. Grazie!
    Ecco, direi che mancano cose semplici, anche la piccola magia del quotidiano... se penso alle maghette, quei sogni di ragazza.
    Mancano anche storie più kodomo ma sempre "rosa" come Rossana; mancano ovviamente titoli fortissimi come Sailor Moon, capaci di ribaltare un genere e inventarne un altro...

    Moz-

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  5. Bellissimi gli anime e manga shojo uao. Si. Tuttavia contrariamente ci sono alcuni anime shonen che si scambiano quelli di shojo (che sia esattamente il peggior anime più super inedito, odiato e dimenticato di sempre: Hello Spank, che ha come pessimo protagonista Spank un cane maschio che si comporta pessimamente da umano. Hello Spank è in realtà shonen non shojo e non è neanche famoso. E' il più odiato e dimenticato di tutto il mondo. E Spank il protagonista maschio odiato fa cose negative sulle donne senza pietà fino alla fine, ed è peggiormente considerato il traditore della storia dell'animazione giapponese. Spank è solamente un impostore senza cervello. Hello Spank è l'ennesimo franchise di anime giapponese maschile inedito. 5 serie: Hello Spank (la prima più positiva delle quattro serie controverse, e altri controversi siano Le disavventure di Spank, Le nuove avventure di Spank e Spank e Torakiki super colleghi, più uno spin-off positivo Hello Torakiki. Stranamente a nessuno piace Hello Spank. Perchè è stato una grande delusione e disonore nonostante Spank c'è l'ha fatta per l'amore. Contrariamente fa schifo e puzza da morire.) Comunque mi piacciono sul serio i veri anime e manga giapponesi shojo, proprio quelli che mi piacciono, mentre Hello Spank è un anime giapponese maschile impostore.) E spesso i dialoghi e il doppiaggio degli anime non sono mai stati apprezzati dagli italiani nonostante gli stessi italiani amano tantissimo i dialoghi e il doppiaggio dei cartoni occidentali (americani ed europei) che è veramente tanto meglio. E perciò grazie al coraggio e ragioni esagerate dei cartoni occidentali, l'anime Hello Spank è stato eternamente rovinato e revocato da tutti. Tutto il mondo odia Hello Spank.

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  6. Personalmente non capisco chi non legge o segue shojo perché "per femmine", semmai il problema di molti shojo vecchiotti è che oggettivamente i manga erano molto poveri, poi ci sono i capolavori assoluti come Lady Oscar.

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    1. Eh però tu pensa appunto alle autrici del Gruppo 24 (Ikeda, Takemiya, Hagio...) grandi opere.
      Inoltre, penso che target e genere per noi soprattutto NON devono avere tutto questo senso, e dovremmo goderci quel che vogliamo...! :)

      Moz-

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    2. Ikeda immagino sia Ryoko, le altre non le conosco ma appunto citi grandi autrici, penso che gli shojo siano cresciuti e migliorati notevolmente dagli anni 90 ad oggi, lo stesso Sailor Moon ha delle grandi idee all'epoca avanguardistiche ma è grazie all'anime se i personaggi hanno una personalità ben definita, la Takeuchi le aveva solo abbozzate.
      Secondo me non è nemmeno un discorso di godere di quel che si vuole, non solo, è che ragionando così limitatamente, imponendoci generi e target finiamo per perderci grandi opere per un motivo futile, sciocco, e il bel fumetto non ha genere o target che regga.

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    3. Sì ma infatti i target sono perlopiù giapponesi, anche se in Italia proprio con Sailor Moon (col suo successo, più che altro) abbiamo avvertito la distinzione maschio/femmina.
      Penso anche io che sia una sciocchezza e dovremmo goderci tutto 💪🔥

      Moz-

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  7. Io spero sempre nella riproposta di Sailor Moon, ridoppiato o meno (secondo me qualcosa si sta muovendo, forse un rilancio della serie storica...).
    Potrebbe riportare un po' di sprint.
    Inutile negarcelo, comunque: anime e manga non sono più "definiti" come un tempo, e anche le contaminazioni, che prima erano piacevoli eccezioni, oggi sono spesso confusione...

    Moz-

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  8. Concordo.
    È vero pure che i generi si sono mischiati, consideriamo questo.
    Ormai i confini sono labili, per fortuna; le maghette possono essere seinen e storie d'azione divennero shojo (vedi appunto Sailor Moon).
    Il tratto della Takeuchi particolare, preferisco però quello dell'anime (e ovviamente anche la regia dell'anime, per diverse stagioni).
    Oggi manca non so... qualcosa che caratterizzi le ragazze stesse 😎💖

    Moz-

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  9. Esatto, e spero stia per succedere (ridoppiato o meno...) 💖💪💥🔥

    Moz-

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  10. Perché i manga ideati e disegnati dagli uomini sono sempre i più fantasiosi e interessati di quelli della controparte femminile. Gli uomini sono quelli più capaci e con maggiore vastità immaginativa.

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  11. Lo stile che diede a Kiss me Licia se è quello che vedo nelle copertine in internet non è per nulla brutto ma fresco e moderno ha anticipato e ricorda Piccoli problemi di cuore e Rossana, invece quello di Bacio Malizioso è orribile le facce dei personaggi sono deformi e caricaturali un vero schifo.

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  12. Oddio, mica c'è questo sessismo nelle idee e nelle capacità; ci sono uomini capaci e incapaci, come le donne...
    💪

    Moz-

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  13. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  14. Le creatrici sono eccezioni il resto è fatto dagli uomini.

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  15. Commento eliminato per contenuto sciocco.

    Moz-

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  16. Cosa sarebbe fatto dagli uomini, in quei casi?
    Come si fa a non pensare che sei un troll?
    Mi rispondi finalmente sul perché insisti a postare da anonimo nonostante ti abbia spiegato che se ti registri è uguale e meglio?

    Moz-

    RispondiElimina
  17. Il quotidiano (con un po' di azione/magia) quello che manca decisamente.
    Comunque sento nell'aria che qualcosa per Sailor Moon si muove... 🤓💪🧭

    Moz-

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  18. Ne ho visti parecchi, e ciò non depone a favore della mia anagrafe ;-)
    A me piacevano quelli dove le situazioni divertenti non mancavano, tipo "Il magico mondo di Gigi" o "Mademoiselle Ann" o "Ransie", mentre non gradivo quelli troppo drammatici alla "Lady Oscar" (che infatti ho smesso di guardare praticamente subito) o mielosi alla "Kiss me Licia".

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    1. A me o dramma (specie anni '70) oppure quotidiano pastelloso anni '80...
      Ovviamente poi Sailor Moon ha battuto tutti (o quasi) XD

      Moz-

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  19. Dal 2005 al 2013 la Rai ha trasmesso le prime 7 serie di Pretty Cure che seguono la versione originale giapponese.

    Ma nel 2013 la Toei ha ceduto i diritti della distribuzione internazionale di Pretty Cure alla Saban, Ecco perche dal 2013 ad oggi in poi la trasmissione italiana di Pretty Cure in versione originale giapponese e stato bloccato tutto.

    Saban ha acquistato Smile Pretty Cure la 9° serie che diventa col titolo "Glitter Force" e Doki Doki Pretty Cure la 10° serie che diventa col titolo "Glitter Force Doki Doki" e sono diventate le versioni americane occidentali e sono uscite e distribuite in america, in europa e in italia dal 2015 al 2017 su Netflix.

    Nel 2018 Saban viene acquisita da Hasbro, e poi nel 2019 purtroppo il progetto in versione americana occidentale di Glitter Force ha chiuso.

    Nel 2020 i diritti internazionali di Pretty Cure tornano in mano a Toei Animation, in quel periodo Toei Animation ha fatto accordi con l'america e l'europa di far sbarcare una delle varie serie di Pretty Cure (sia le vecchie serie, che delle nuove serie recenti in simulcast in contemporanea col giappone) su Crunchyroll in lingue originali e sottotitolati.

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    Risposte
    1. Esatto. L'iter delle Precure è assurdo.
      Noi ci siamo beccati molto in originale, ma poi alle multinazionali non puoi dire di no...

      Moz-

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  20. Non esattamente il mio genere, ma alcune "trasposizioni" davvero molto belle.

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  21. Sperando di non far danno a continuare una linea di discorso... rovente, personalmente trovo che nell'ambito degli shonen, per lo meno di quelli da battaglia, il meglio lo diano le autrici rispetto agli autori.
    Penso a Fullmetal Alchemist della Arakawa, a Kekkaishi di Yellow Tanabe e a Blue Exorcist di Kazue Kato: personaggi più consistenti e coerenti, migliore gestione dei rapporti e dei potenziamenti nel corso della serie, seghe mentali e complicazioni quasi assenti...

    Riguardo agli shojo, sin da bambino ho sempre guardato tutto ciò che mi sembrava interessante (e adorando io le storie con forti elementi magici, negli anni '80 trovavo quegli elementi soprattutto nelle storie di maghette). Alla fine della fiera, shojo e shonen, seinen e josei sono classificazioni di età e non di genere, e dato che la personalità della gente non segue uno standard, penso che sia normale trovare interesse in particolari di un'opera di ogni tipo. Se anche ci limitassimo all'equazione shojo = amore, quel sentimento interessa pure a ragazzi e uomini.
    Probabilmente se si chiedesse a cento uomini perché leggono shojo e a cento donne perché leggono shonen, si avrebbero duecento risposte diverse :P

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  22. Ops dimenticavo: Conte Gracula, ho fatto pasticci con l'invio :P

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  23. Tra l'altro, se ricordo bene, uno dei primi shojo è ufficialmente La principessa Sapphire, di Osamu Tezuka (un uomo).
    La narrativa se ne frega dei genitali o dell'identità di genere, tanto si scrive con la testa e con il cuore!

    Conte Gracula

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  24. Esatto, sono classificazioni più giapponesi che italiane, basate alcune sulla tipologia di rivista, altre sulla fascia oraria di trasmissione.
    Noi possiamo goderci tutto senza tanti problemi... ad esempio io (ma forse ero abituato già con She-Ra) non mi ponevo il problema di Sailor Moon, ossia che fossero tutte ragazze; certo è chiaro che il target di riferimento è più femminile rispetto ad altre opere, ma... sticazzi, insomma...
    Quanto a autori/autrici, non saprei cosa dire... premesso che, come per te, conta una bella storia, anche lì non ci bado e non ho mai riflettuto sulla questione shonen disegnati da donne... ma effettivamente citi due titoli niente male.

    Moz-

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  25. Eh ma sai che mi pare lui dovette usare uno pseudonimo femminile? :O

    Moz-

    RispondiElimina
  26. Gli anime shoujo femminili in italia in tv potrebbero non esistere piu, Gli ultimi anime shoujo femminili arrivati in italia in tv sono stati:

    ---> Shougo Chara La Magia Del Cuore, fu l'ultimo anime shoujo femminile a essere trasmesso su Reti Mediaset, in onda su Hiro.

    ---> Pretty Star Sognando L'aurora, solo la 1° delle 3 serie totali di Pretty Rhythm era in onda nel 2014 su Frisbee, Ma purtroppo nella 1° serie fu interrotta all'episodio 35 su 51 in totale, e questa serie in italia in tv e stato un fallimento.

    ---> Ragazze Di Successo, in onda nell'autunno 2014 su Rai Gulp.

    ---> Sailor Moon Crystal, fu l'ultimo anime shoujo femminile a essere trasmesso su Reti Rai, in onda su Rai Gulp.

    Poi piu nulla, Il motivo e che a partire dal 2017 ad oggi in poi, gli anime shoujo femminili che in italia in tv non sono adatti ne agli occidentali (America, europa e italia) e neanche adatti ai canali tv tematici per bambini, Sara la fine degli anime shoujo femminili in italia in tv?

    Nonostante nell'autunno 2018 sia su Boing che su Cartoonito e arrivato in italia in tv la serie telefilm intitolata "Miracle Tunes" che essendo di origine giapponese e stato modificato, trasformato e adattato in europa-italia-occidentale.

    Ad oggi:

    ---> Un po di vecchi anime shoujo femminili in tv tra cui Piccoli Problemi Di Cuore, Rossana, Hilary e Terry E Maggie, erano trasmessi tra il 2019 e il 2022 su Italia 1 in fascia mattutina all'interno del contenitore Latte E Cartoni.

    ---> I vecchi e i nuovi anime shoujo femminili tra cui Pretty Cure (Serie dal 1 al 7 in Ita e Serie dal 8 in Poi in Sub Ita), Card Captor Sakura Clear Card (Prima in Sub Ita e poi in Ita) e Tokyo Mew Mew New (Solo Sub Ita) li potremo vederli solo in streaming (Tramite piattaforme streaming tra cui Netflix, Amazon Prime Video e Crunchyroll, Oppure tramite in streaming amatoriali e download amatoriali), alcuni sono in lingue audio originali giapponesi e sottotitolati in italiano (Tramite le aziende italiane, oppure tramite i fansubber italiani) e alcuni sono doppiati in italiano (Solo tramite le aziende italiane).

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    1. Qualcosa del passato tornerà: Charlotte in HD, la stessa Sakura by Yamato (e non solo Clear Card); su Sailor Moon qualcosa penso si stia muovendo.
      Il problema è che mancano proprio a monte... e anche gli ultimissimi arrivati non è che hanno lasciato il segno.
      Direi che storie di quel tipo ora le fanno più produzioni europee-americane...
      I giapponesi sono diventati incapaci di raccontare quel tipo di quotidiano?

      Moz-

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    2. I giapponesi si sono bloccati da poco più di ventanni, gli ultimi titoli di successo che hanno fatto sono nati alla fine e agli sgoccioli dei 90(One Piece, Sakura, Magica Doremi`, Hamtaro, Yui ragazza virtuale) e i successivi anime trasmessi ai primissimi dei 00 ma nati prima. Con il nuovo millennio si sono spenti e assefuatti alla banalità e allo scopiazzamento e rimescolamento dei titoli storici per farne altri più o meno piaciuti come Demon Slayer perché non sanno più che caspita inventare qualunque è la fascia destinataria.
      Serve tempo perché si riattivino, e solo dopo un grande movimento e cambiamento culturale e sociale che gli darà la giusta scossa che gli permettera` di nuovo di crearne altri forti, unici e geniali.

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    3. Questa cosa l'ha lamentata recentemente anche un produttore, mi pare...
      Qualcosa si muove, ma sono generi ibridi e manca quel successone da miliardi a palate com'erano in grado di fare prima... 💪

      Moz-

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    4. Però Demon Slayer ecc non sono fenomeni commerciali come furono Pokémon, Dragon Ball, Sailor Moon... Non a quei livelli. Lo stesso Academia, che è pure in TV, non è in edicola con figurine e album vari, non è in cartoleria con prodotti ecc... Il successo di questi è tantissimo ma non "avvolgente"
      😱
      Per gli shojo solo il ritorno PIANIFICATO (es. Mediaset, Yamato, Prime, Giochi Preziosi, ecc) di Usagi potrebbe riportare in auge le cose...

      Moz-

      Moz-

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    5. E forse bisogna fare in modo che questi prodotti siano anche su questi nuovi supporti.
      Cioè, il problema è degli anime, se STRANGER THINGS, COBRA KAI, MERCOLEDI' fanno un successo strepitoso. Stranger Things ha giochi di società, libri, figurine, adesivi, fumetti, tra poco anche un anime... i Ringo, i gadget, la musica... ECCO cosa si deve fare.

      Moz-

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    6. Vero ma la colpa principale rimane che gli anime di oggi sono brutti questo è il vero motivo del perché non sono così potenti come quelli classici, i Pokémon e gli altri storici sono sempre ben a galla e amati e vendono ininterrottamente un botto dopo due decenni non solo per la fama consolidata ma perché sono oggettivamente belli e piacciono molto a tutti, se oggi avessimo altri marchi così potenti starebbero al passo con le altre forme di intrattenimento e le supererebbero. Gli interessi vengono creati dal nulla e si decide quali imporre oltre che per il piacere collettivo del pubblico, i nomi dei passato si sono fatti strada da soli perché forti e unici sarebbe lo stesso anche oggi se i mangaka attuali avessero molta creatività ma così non è.

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    7. @anonimo: non sono brutti, ma non sono potenti.
      Anche quelli che sono potenti adesso, non hanno forza avvolgente per tanti motivi. Hanno altri tipi di forza, ma non quella di essere avvolgenti.
      Il mondo è cambiato, ma io temo anche che se non evolvono tornando a prima (sembra un controsenso ma non lo è) quella della nippomania attuale è una bolla destinata a esplodere.

      @Gravo: i giapponesi per i grandi lanci si sono quasi sempre appoggiati alle filiali americane, altre volte no ma comunque se vogliono ci sanno fare.
      Loro ci mettono l'idea.
      Ora l'idea la mettono gli americani. Se uscirà la serie animata di Stranger Things vedrai che succede...!

      Moz-

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    8. E infatti oggi raccontano un presente liquido, che non ha estetica e forza riconoscibile.
      Per assurdo, gli americani hanno capito invece cosa fare...

      Moz-

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  27. Io sinceramente non so se questi titoli possano colpire ancora qualcuno... anzi penso che forse se c'è una possibilità, è mandarli quotidianamente su RaiGulp o Boing o K2 e simili... forse solo Mermaid Melody potrebbe essere cercato e visto di proposito sulle piattaforme.
    Parere mio, eh^^

    Moz-

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  28. Proprio così perché Mermaid Melody è l'unico più conosciuto e stato amato tra i tre, gli altri due sono come sconosciuti. Mermaid nella sua semplicità da fake tarocco all'osso può essere ancora carino ma va bene solo nella tv classica.
    Sugar Sugar sembra più interessante di Mermaid dovrebbero ritrasmettere anche questo nella tv pubblica su quei canali.

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  29. Purtroppo sono programmi Mediaset e sembra che questa azienda sia abbastanza vincolata da certi veti di trasmissione, dai pubblicitari e dalla Turner...

    Moz-

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  30. Sì, ma ecco... pure in questa trama... dov'è la semplicità magica di un tempo?
    Quella quotidianità che, volendo scomodare un titolo non shojo, è propria anche di Orange Road... o delle opere di Adachi?
    Oggi davvero non sono più in grado di essere quotidiani e trovare la piccola poesia delle cose di ogni giorno?

    Moz-

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  31. vero, ma è solo un titolo che risalta, prima ce n'erano tanti!!
    Questo è il problema...

    Moz-

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  32. Io per fortuna sono cresciuto in un'epoca dove, fino a tutti gli anni '90, in onda c'erano anche tutte le cose anni '70 e '80 (se non addirittura '60) e quindi sempre assieme al nuovo ho visto anche il vecchio, ma non ci trovavo differenze; oggi le noto di più, è come se un filo si fosse spezzato, a un certo punto. Nello stile, nell'estetica, nello storytelling...
    Es. Non vedevo differenze tra Sailor Moon e Principessa Zaffiro, ma noto differenze tra Sailor Moon e un prodotto attuale. 😱

    Moz-

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  33. Verissimo, ma infatti mai sostenuto il contrario.
    Il bello era proprio questo: il passato NON era rifiutato da noi del presente. Sembrava una cosa passata, ma non lontana.
    Anche gli orfani in L'Uomo Tigre, per dire, altra condizione impensabile per gli anni '80 e '90 (e infatti, esempio: un orfanotrofio è solo il background di UNA storia in City Hunter, per dire).
    Ma appunto, il passato lo si capiva, non lo si rifiutava.
    Il presente era ben saldo, con una sua estetica, fisso.
    Oggi?

    Moz-

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  34. Sicuramente ogni vecchia generazione considera male quella successiva, e le sue novità.
    Però ripeto, specie per anime e manga, in Italia ci siamo visti e letti tutto, mischiato, senza problemi.
    Le cose frivole rispecchiavano il tempo in cui erano fatte, le cose più "pesanti" idem... Non c'erano problemi di sorta.
    Io ho visto Mazinga come Evangelion.
    Ma oggi c'è un fenomeno come Evangelion? Una cosa che descriva una generazione?

    Moz-

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  35. Il problema è che ci sono opere che lo fanno, ma NON sono anime/manga.

    Moz-

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  36. Divergent e gli young adults tipo questo (Hunger Games...), Stranger Things, Mercoledì, Cobra Kai, tutti i film Marvel...
    Stranger Things addirittura con gadget, vestiti ecc... Sorpresine, biscotti. Un tempo ciò era di Dragon Ball e Pokémon.
    🙊

    Moz-

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  37. Ma io parlo delle nuove generazioni!
    Perché non dare loro prodotti (giapponesi) avvolgenti?

    Moz-

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  38. Questo è vero ma sono pronto a giurare che i giapponesi farebbero carte false per avere uno Stranger Things!
    Oppure anche solo un nuovo Naruto (hai visto che escono i Playmobil, addirittura, di questo titolo bello che finito?) 😎💪

    Moz-

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  39. Però ecco, One Piece è nato nel 1997 e Conan giù di lì...
    Gli altri ok, sono di certo successi, ma non ne fanno quaderni e Playmobil, questo intendo.
    Di Naruto li fanno, di Stranger Things pure (Lego, ecc...).
    È assurdo che in Giappone non riescano a partorire quel grandissimo successo iper-commerciale come ne adornavano prima.
    Ma torneranno anche loro, vedrai... 💪

    Moz-

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  40. No, aspetta, io comprendo bene com'è la situazione oggi, è che mi chiedo proprio come mai NON vogliano cambiarla!
    Quando ci sono i soldi di mezzo, si torna pure a 1699, altro che 1999! 🤓
    È che i giapponesi ora non hanno un prodotti forte trasversalmente, ne hanno di interessanti ma non di potentissimi a livello commerciale per l'occidente. l'America si è svegliata e se li produce da sola... Per anni i supereroi erano stati surclassati dai manga, oggi invece hanno trovato un nuovo modo di esprimersi (film) ma finirà ovviamente anche quello...

    Moz-

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  41. Gravo quelli che citi i più recenti che in Giappone fanno un casino di vendite internazionalmente non sono allo stesso livello o se simili non hanno la stessa sostanza di quelli grandiosi del passato, incassano molto ma non vuol dire che sono automaticamente bellissimi e di più. Giammai!
    Dici che sei un esperto del mondo giapponese ma il fatto che insisti che questi attuali hanno lo stesso spessore e forza, e anche di più dei classici lascia sbalorditi perché è evidente che non lo è chiunque lo capisce anche chi i manga non li ha mai mai letti ma solo guardato saltuariamente alcuni dei più famosi in tv, la differenza c'è eccome, in negativo per quelli di oggi come consistenza.
    I giapponesi e gli occidentali di oggi si sono lasciati andare e amano molto le robette semplici e mediocri fatte copiando dal passato. Nel passato quando i manga d'eccellenza erano nati o in vita da poco erano in rivalità con tanti altri potenti che li superavano o alla pari ecco perché al quel tempo non vendevano come oggi i lettori di quei tempi avevano così tanta scelta enorme e diversificata che leggevano tutto assieme non solo alcuni come oggi.
    Ora tutta questa varietà magnifica non c'è si concentrano sui quei quattro che fanno incasso.

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  42. Vecchio a 32 anni! 😂🤣
    Le sorprese, i gadgets e i premi con i punti dovrebbero rimetterli per legge nelle merende Ferrero e nelle patatine San Carlo che fa stare sempre bene.
    Se Topolino rivista lo fa sempre anche se negativamente riproponendo gli oggetti del passato e fissandosi solo su certi come le monete, e solo per tirare la cassa, anche questi altri grandi marchi devono farlo ancora e ancora.

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  43. Però quando agli americani fa comodo, ecco che puntano tutto sui prodotti giapponesi: Pokémon, Yu-Gi-Oh!, BayBlade... insomma, è che oggi non c'è nulla in questo senso... e che trascina anche il resto.
    Diciamo che si vive della gloria/bolla attuale, e di qualche sequel/remake.

    Moz-

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  44. Assolutamente, oggi è un nuovo boom.
    Ma io parlo anche per macro e micro argomenti, esempio: qui abbiamo trattato gli shojo.
    Esiste una nuova Lady Oscar? regia di Dezaki, charades di Araki/Himeno... NO.
    Esiste una nuova Sailor Moon? regia di ikuhara (il Lynch giapponese, mica uno qualunque) e charades della Tadano... NO.
    Esiste una nuova Utena? grande rivoluzione dell'animazione, tra regia e trovate... NO.

    Oggi ci sono delle storie, ma senza troppe maestranze.
    Non ci sono "correnti" neanche nel fumetto (il Gruppo 24, quanto fu importante? le CLAMP?)...
    Non saprei, è come se il mondo intorno si fosse sgretolato e ognuno ha un qualcosa di puramente masturbatorio, senza far parte di un inquadramento.

    Moz-

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  45. "masturbatorio" 😳😶

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  46. Gli Usa semplicemente hanno esportato per primi l'animazione e in chiave occidentale che per noi è giusta rispecchia i nostri gusti collettivi, quella giapponese è arrivata molto dopo creando perplessità perché ha uno stile grafico e di trama così diverso per noi.
    Poi l'abbiamo amato e lo faremo sempre, ma quello americano sarà sempre il più preferito perché è il nostro occidentale.

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    1. Ma quando mai... specie in Italia NON è assolutamente così.
      Per quanto l'animazione americana è amatissima (da me per primo), a portare uno shock culturale è stata quella giapponese, altroché.

      Moz-

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    2. Ah certo i cortometraggi della Disney degli anni 30 e 40 arrivati da noi nello stesso periodo - i figli del Duce amavano Topolino e perciò fu tra le poche cose americane che approvò di importare- non sono antecedenti, la giapponese arrivò a fine anni 60 decisamente molto dopo.
      Appunto perché portò un cambiamento così grosso a livello mondiale non piacque e non piace del tutto e sarà sempre seconda per quanto è fantastica rimane di una cultura opposta con le sue caratteristiche non corrispondenti ai nostri occidentali e mondiali pure i non europei stessi anche gli asiatici vogliono l'americana, il pubblico mondiale si vede in quella americana.

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    3. In realtà per diversi periodi è stata prima.
      Sono due culture dell'intrattenimento a dominare, almeno parlando di animazione e fumetti, e sono quella americana e quella giapponese.
      L'andazzo italiano nel tempo si rispecchia anche su quello mondiale.
      Oggi l'America ha ripreso quota e il Giappone vive il suo successo non più avvolgente ma forse più consapevole.

      Moz-

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    4. In Occidente e da noi venne per prima l'americana dove peschi le tue informazioni che ai primi del 900 il mondo giapponese e tutto ciò che era non europeo era visto malissimo e alieno così negativo da essere pericoloso nessuno li prese a considerazione, a differenza di ora che si fa l'opposto.

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    5. Perché, ho detto mai l'opposto?
      Ovvio che sia arrivata prima l'americana, dimmi esattamente la frase dove avrei detto il contrario.

      Moz-

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    6. "In realtà per diversi periodi è stata prima", pare intendi quella giapponese. Se non è così, meglio.

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    7. Per diversi periodi, mica ho mai detto PER PRIMA.

      Moz-

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  47. Ne avrei da scrivere, caro Moz. Mi hai sbloccato tutta una serie di ricordi, di quelli che ti viene quel languore allo stomaco, sono totalmente persa nella nostalgia (e malinconia). Il mio preferito su tutti gli intrecci destinati alle ragazze è Candy Candy, che... perdonami! ... non si può ridurre a "tragico e sentimentale", ma è molto molto di più. Sarà che sono di parte, che ho letteralmente sofferto su quelle vicende, ma la cosa più bella è lo sfondo storico, che rende tutto così concreto. Il duo Mizuki e Igarashi con Candy Candy è stato ineguagliabile a mio parere. Naturalmente possedevo tutti i manga, ancora li conservo gelosamente (ho dedicato un post al compimento dei 40 anni del cartone) ma non quell'orribile seguito che ha storpiato la storia ed era disegnato malissimo. I giornalini in cui c'era il seguito erano belli proprio per quegli altri fumetti, Georgie, Susy del Far West, la stella del circo. Capolavori del disegno, opere d'arte. :)

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    1. Ahaha ma ho detto "tragico e sentimentale" solo per differenziarlo dall'altro titolo XD
      Non intendevo certo analizzare Candy, in questo post!

      Moz-

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